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Lutto nel giornalismo, è morto stamani, nella sua casa di Firenze, Domenico Mugnaini, direttore di Toscana Oggi: aveva 65 anni e da tempo lottava con la malattia. Cordoglio e attestati di affetto e stima dal mondo politico/istituzionale e dell’informazione. Commentò per primo ai microfoni di Controradio l’annuncio della nomina di Papa Leone XIV l’8 maggio scorso.
Il ricordo di Chiara Brilli
Questa mattina la notizia della scomparsa di Domenico Mugnaini ha scosso il giornalismo toscano e non solo. Chiunque faccia questo mestiere da qualche decennio sul territorio non può non ricordare l’impegno, la professionalità, ma anche la franchezza e a volte la durezza di un giornalista che però era profondamente umano, corretto e trasparente. Dodo era un esempio e una storia non solo per l’informazione. Lungo il suo impegno e vasto, iniziando da giovanissimo nel settimanale delle diocesi toscane di cui poi era diventato direttore dal 2019. Corrispondente per Il Popolo dal 1987 al 1994, collaboratore di Avvenire, aveva svolto il praticantato a La Gazzetta di Firenze tra il 1989 e il 1991. Dal 1990 aveva iniziato la collaborazione con l’agenzia Asca. Dopo una collaborazione con il Gr2 Rai, dal 1993 al 1999 è stato caporedattore per la Cecchi Gori Comunications, guidando la redazione giornalistica di Canale 10. Dal 1999 al 2002 ha lavorato all’ufficio stampa del Comune di Firenze, nel 2002 è diventato redattore dell’agenzia Asca di Firenze. Nel 2004 è entrato come redattore nella sede ANSA di Firenze, di cui nel 2018 è stato nominato caposervizio aggiunto. Durante gli anni di agenzia si è occupato principalmente di politica ed economia, oltre alle grandi inchieste di cronaca nera e giudiziaria, come il processo per il mostro di Firenze, la Strage dei Georgofili, il naufragio della Costa Concordia e soprattutto, sin dal 1990, alle vicende legate alla banca Monte dei Paschi. Dal 2017 era nel cda dell’Opera di Santa Maria del Fiore.
Affetto da poliomielite e con difficoltà di deambulazione aveva però la schiena dritta di chi il mestiere lo fa per passione e con responsabilità verso il pubblico, per questo ci lascia più poveri ma anche con una grande determinazione che deriva dall’esempio di un collega con pochi fronzoli e molti valori.



