Ven 26 Apr 2024

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Bekaert, Rossi ‘chiama’ Governo per giovedì

 Il presidente alla manifestazione venerdì a Figline: “l”Europa del capitale e della grande finanza che calpesta i diritti sociali e del lavoro produce mostri nella sua pancia, è un”Europa che fa paura e noi dobbiamo combatterla. Ma non per tornare indietro, bensì andando avanti. Io, per questo, rimango per l”Europa”.

In cinquemila sono scesi venerdì in strada a Figline Valdarno (Firenze) per cercare di salvare lo stabilimento Bekaert, i 318 lavoratori a cui è stata spedita dall”oggi al domani una lettera di licenziamento e quelli dell”indotto, circa un
centinaio. E dal palco della manifestazione che ha concluso il corteo il presidente della Toscana Enrico Rossi ha chiesto con forza che all”incontro previsto giovedì a Roma al Ministero dello Sviluppo economico ci sia questa volta “un rappresentante politico del governo, ci sia l”azienda che ugualmente aveva disertato la prima convocazione – e si faccia magari pressione sul governo belga perché non manchi
ma ci sia anche la Pirelli”.
Nel 2013, ha ricordato Rossi, Pirelli ha messo in vendita lo stabilimento e consegnato alla multinazionale le chiavi del monopolio della produzione del filo d”acciaio usato per lo scheletro dei pneumatici, in cambio, raccontano lavoratori e sindacati, di uno sconto sul prodotto che sarebbe tra le cause delle perdite degli
ultimi due anni dello stabilimento. “Già allora qualcuno aveva annusato il pericolo. Per la Pirelli Figline era lo stabilimento della ricerca e sviluppo. La Bekaert invece il suo cervello l”aveva già”.
“Chiediamo che si riapra la trattativa – dice Rossi – e che, per partire, intanto vengano sospesi i licenziamenti. In questo caso non ci troviamo di fronte ad un settore in crisi: un mercato c”è.
Chiediamo che si garantisca la prosecuzione dell”attività produttiva, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione”. Uno è il fondo contro le delocalizzazioni.  I belgi al momento non sembrano però pensare ad alcuna vendita dell”azienda, che per gli operai rimane invece una delle soluzioni.

“I dirigenti della multinazionale belga hanno pensato che la classe operaia fosse oramai piegata e che i lavoratori fossero così malridotti e incapaci di reagire che avrebbero accettato le lettere di licenziamento senza colpo ferire – ha detto Rossi – Ma hanno fatto male i loro conti”. Con i cittadini e i lavoratori in piazza ci sono
amministratori locali e parlamentari ed europarlamentari di diverso coloro politico”.

“Siamo stati a Roma e la partenza non è stata positiva – ha riferito il presidente Rossi – C”era solo un funzionario”. “Giovedì un rappresentante del Governo – ha reclamato – ci deve però essere, in nome della Toscana e dell”istituzione che rappresento, per rispetto dei lavoratori, dei cittadini e del Consiglio regionale toscano”.
“L”Europa solo del mercato e della concorrenza è un”Europa che uccide i valori e uccide se stessa – ha concluso Rossi – A Ventotene, quando della futura unione scrissero il manifesto, misero al primo posto l”unità e poi dissero che ”o sarà
l”Europa dei lavoratori o non sarà”. L”Europa del capitale e della grande finanza che calpesta i diritti sociali e del lavoro produce mostri nella sua pancia, è un”Europa che fa paura e noi dobbiamo combatterla. Ma non per tornare indietro, bensì andando avanti. Io, per questo, rimango per l”Europa”.

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