Migranti, Regione Toscana: “Siamo contrari ai centri di rimpatrio”

Lo ha affermato Vittorio Bugli, assessore regionale all’immigrazione, a margine della presentazione del ‘Monitorando tour’ di Libera Toscana, rispondendo ai giornalisti sulla bozza di contratto M5s-Lega.

La Toscana rimane contraria ai centri di rimpatrio “tanto più se si ritorna al vecchio Cie: non è neanche una posizione politica, è ammettere l’evidenza dell’assoluto fallimento dei Cie, lo dice una commissione parlamentare d’inchiesta”.
Il passaggio della bozza in questione a cui fa riferimento l’assessore:
“Occorre prevedere, contestualmente, l’individuazione di sedi di permanenza temporanea
finalizzate al rimpatrio, con almeno uno per ogni regione, previo accordo con la Regione
medesima, e con una capienza tale da garantire il trattenimento di tutti gli immigrati il cui
ingresso o soggiorno sia irregolare, presenti e rintracciati sul territorio nazionale”.
“Abbiamo ritenuto di anticipare tutto questo – ha proseguito Bugli – perché proprio ieri abbiamo presentato e approvato in Giunta la proposta di autonomia differenziata della Toscana: la chiediamo anche sui richiedenti asilo, e riteniamo che sia opportuno che finalmente questo sistema passi alla gestione della Regione, concordemente con gli enti locali”.
Secondo Bugli “c’è da smettere di tenere tutte queste persone lì a non fare niente e ad aspettare per anni: bisogna insegnare seriamente loro la lingua, bisogna che facciano attività anche di impegno sociale, lavori utili, attività volontarie interessanti per la comunità, e bisogna gradualmente dar loro delle possibilità di integrazione nella società”.

Mafia, con Libera dal 23 maggio tour su luoghi confiscati in Toscana

Un tour sui luoghi dei beni confiscati alle mafie e alla criminalità organizzata, 450 immobili e 47 aziende, in Toscana: è il ‘Monitorando tour’, promosso da Libera, e presentato oggi in Regione Toscana.

“Accelerare e ampliare la possibilità di utilizzare concretamente i beni e le aziende confiscati alla mafia per finalità sociali, istituzionali e produttive sarebbe un segnale forte e significativo verso il Paese”, ha affermato l’assessore regionale alla legalità, Vittorio Bugli, sostenendo l’idea del tour.

Il viaggio parte da Terranuova Bracciolini (Arezzo) il 23 maggio, con la presentazione del progetto del centro ‘Dopo di noi’ che sarà realizzato nella villa confiscate alle mafie nel Comune, per poi approdare il 24 a Viareggio (Lucca) dove si parlerà del regolamento sul riutilizzo dei beni confiscati approvato dal Comune. Si proseguirà il 25 a Montopoli Valdarno (Pisa), Vicopisano e Pisa, con un presidio presso l’Edicola e un concerto.

Il tour terminerà il 26 maggio a Campi Bisenzio (Firenze) e Firenze, con la partecipazione all’iniziativa alle Murate e alla celebrazione dei 25 anni dall’attentato di via dei Georgofili.

Arezzo: al via recupero quartiere Saione

Dare nuova vita al quartiere Saione di Arezzo, a partire dal ‘rianimare’ i fondi sfitti ma anche illuminare le strade, presidiare il territorio, e dare ai cittadini un senso maggiore di sicurezza. Lo prevede il progetto di riqualificazione urbana ‘Wake up’ promosso da Regione Toscana e la Confcommercio di Arezzo.

Due le linee di intervento previste dal progetto: da un lato la cosiddetta ‘rigenerazione urbana’ e una serie di strumenti per facilitare la riapertura di fondi commerciali sfitti, messi a disposizione intanto per tre mesi, ma anche attività di animazione e microinterventi di riqualificazione per migliorare il decoro urbano. Dall’altro il rafforzamento della percezione di sicurezza, attraverso la costruzione di una rete solidale fra commercianti e cittadini, per un controllo di vicinato passivo e una migliore comunicazione con le forze dell’ordine. Per raggiungere l’obiettivo, la Regione Toscana ha stanziato per il Saione  90 mila euro, da utilizzare entro la fine del 2018.

A presentare l’iniziativa oggi ad Arezzo  c’erano l’assessore regionale alla presidenza Vittorio Bugli, la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini e il direttore Franco Marinoni.

“Wake Up – sottolinea Bugli – risponde alle due linee di intervento della Regione Toscana in tema di sicurezza: rigenerazione degli spazi e partecipazione dal basso. È un cambio di prospettiva notevole questo mettere gli spazi meno sicuri dei nostri centri a disposizione di forze creative e innovative”. “L’approvazione da parte della Regione del progetto di rigenerazione urbana ‘Wake Up’ proposto da Confcommercio, è un ulteriore, importante segnale dell’attenzione del governo regionale verso la città di Arezzo”.

Lo affermano l’assessore toscano alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli e il vicepresidente del Consiglio regionale Lucia De Robertis, in merito al progetto per il quartiere aretino.
“Un’iniziativa – aggiungono in una nota – capace di migliorare la sicurezza della comunità attraverso interventi di rigenerazione e riqualificazione dei luoghi, come già avvenuto con i Piuss e come sta avvenendo con la riqualificazione degli assi ottocenteschi di accesso a Piazza Guido Monaco, mediante il sostegno al commercio, che è presidio imprescindibile per la ‘buona vita’ dei centri storici.” Ceccarelli e de Robertis ricordano che “dove la Regione ha sperimentato iniziative simili, si è avuta la conferma di come la sicurezza nasca proprio dal recupero di luoghi, a rischio marginalità, alla vita sociale. Dal 2001 la Regione, con la legge 38, persegue questa idea: far crescere la sicurezza dei cittadini con interventi di recupero urbanistico, sociale e di prevenzione”. Ceccarelli e De Robertis auspicano che “il comune di Arezzo offra tutto il suo appoggio e la piena disponibilità per la miglior riuscita del progetto, come fatto dalle amministrazioni delle altre città che, in questi anni, hanno sperimentato progetti simili”.

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Intervista di Chiara Brilli al Sindaco di Prato Matteo Biffoni e ad Anna Meli del Cospe.

Ideato nel 2017 da Regione Toscana assieme a Cospe onlus, Comune di Prato e partner come Libera, Amnesty international e Legambiente Italia, l’appuntamento è dal 3 al 6 maggio a Prato, un giorno in più rispetto alla prima edizione. Animerà come sempre il centro storico della città, i suoi palazzi e teatri, le sue piazze e logge: per parlare ancora di libertà di stampa e periferie dell’informazione, di migrazioni, frontiere, leggi e accoglienza, di ambiente e nuove economie e di pace.

Il festival è stato presentato oggi dai promotori e da alcuni dei partner della manifestazione venerdì 20 aprile a Palazzo Strozzi Sacrati in piazza del Duomo a Firenze, sede della presidenza della Regione.

Presenti  l’assessore regionale alla presidenza, con delega all’immigrazione, Vittorio Bugli, il sindaco di Prato Matteo Biffoni e il suo assessore alla cultura Simone Mangani, il direttore del festival Raffaele Palumbo, Anna Meli per Cospe onlus, don Andrea Bigalli di Libera Toscana, Simone Siliani per Fondazione Finanza Etica e Giuseppe Loti del dipartimento di design dell’università di Firenze.

Info su http://mediterraneodowntown.it/

Toscana: 5000 nuovi immigrati, 4500 sono nascite

Vittorio Bugli, assessore regionale con delega all’immigrazione ha divulgato oggi i dati: “ci sarebbe lo spazio per nuovi ingressi e per regolarizzare questa massa di migranti fatti entrare in una bolla, in una zona grigia”.

“Nel 2017 in Toscana l’aumento di immigrati regolari è stato di 5mila unità”, che equivalgono a “4.500 bambini nati, più 500 stranieri probabilmente regolarizzati dal percorso dei richiedenti asilo”. Lo ha affermato Vittorio Bugli, assessore regionale con delega all’immigrazione, nel corso di un briefing con la stampa oggi a Firenze. “In tutto – ha spiegato ai cronisti – parliamo di soli 500 nuovi immigrati adulti. Negli anni precedenti l’aumento c’era sempre stato in virtù della possibilità che veniva data di venire nel nostro Paese per le richieste di lavoro.
Adesso le richieste sono andate ad annullarsi, mentre restano quelle come richiedenti asilo”. Secondo Bugli dunque “ci sarebbe lo spazio per nuovi ingressi e per regolarizzare questa massa di migranti fatti entrare in una bolla, in una zona grigia. Questi bambini sono nati in Toscana, hanno un nome e un cognome, vanno a scuola, potrebbero avere il diritto e il dovere di essere cittadini. E invece, senza il riconoscimento dello Ius soli, questo non è possibile. Non è una questione di ideologia ma di pratica”.
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