Maltempo: tromba d’aria a Livorno e allagamenti nel pisano

Una tromba d’aria a Livorno ha colpito la zona nord  danneggiando la copertura di alcuni capannoni industriali di via Enriques. Non si registrano feriti. Disagi anche nel Pisano per i violenti temporali che si sono abbattuti in diverse zone della provincia prima dell’alba e hanno reso necessario l’intervento delle squadre dei vigili del fuoco per allagamenti e la rimozione dei detriti dalle strade.

Sul posto, a Livorno, sono impegnate dalle sei di stamani le squadre del comando provinciale di Livorno per le verifiche e la messa in sicurezza di capannoni industriali danneggiati. I danni, come segnalano i vigili del fuoco, hanno interessato prevalentemente le coperture dei fabbricati mentre la raffica ha rovesciato anche alcuni container.  Le precipitazioni piuttosto importanti si sono concentrate a Filettole, nel comune di Vecchiano (Pisa) e, in Valdera, nel comune di Casciana Terme Lari e in località La Sterza, vicino a Lajatico.

Sempre nel Pisano le forti raffiche di vento hanno abbattuto alcune piante che hanno invaso le strade causando difficoltà alla circolazione. Complessivamente risultano al momento 10 interventi già effettuati e ci sono però ancora altre situazioni da risolvere. Le squadre dei vigili del fuoco sono tuttora al lavoro. In Toscana, sulla costa e nell’area centro-settentrionale, ieri è stato emesso un codice giallo per il maltempo fino a oggi.

Xylella, scoperto un fungo che potrebbe contrastarla

La Xylella, il batterio che stermina gli olivi, sembra aver trovato un antagonista. Lo rivelano i primi risultati di una serie di indagini scientifiche condotte dai ricercatori dell’istituto di Biotecnologie del Cnr, coordinati da Claudio Cantini.

I dati sono stati resi noti stamani presso la sede della Coldiretti di Pisa durante la riunione della task force del progetto europeo ‘Life-Resilience – Pratiche agricole sostenibili per prevenire la Xylella fastidiosa negli impianti intensivi olivicoli e mandorlicoli’.

Lo studio è stato condotto negli oliveti del Cnr presso l’azienda agricola sperimentale Santa Paolina a Follonica (Grosseto), in un oliveto privato con impianto intensivo a Marina di Grosseto e presso l’azienda agricola La Traversagna, a Vecchiano (Pisa). “I dati preliminari – spiega Cantini – ottenuti attraverso i campionamenti hanno mostrato una forte variabilità nella presenza delle forme giovanili anche tra le piantagioni situate a poca distanza l’una dall’altra. Abbiamo testato alcuni prodotti ammessi in agricoltura biologica, quali il fungo Beauveria bassiana, il sapone potassico, lo zolfo e il piretro, per ridurre la popolazione di larve nell’oliveto di Follonica. Il prodotto a base di Beauveria bassiana – continua Claudio Cantini – è stato quello con efficacia maggiore, causando una diminuzione del 54% del numero di spumine totali trattate, dell’82% del numero delle larve totali contate e del 67% del numero medio di larve per spumina”.

Secondo l’opinione di Cantini il fungo agisce “penetrando la cuticola degli insetti e sviluppando poi i componenti del corpo vegetativo all’interno del corpo dell’insetto, dove produce tossine”. “Ha bisogno dell’umidità per germogliare – prosegue il ricercatore – quindi il microhabitat della schiuma prodotta dalle larve si è probabilmente dimostrato un buon substrato per la sua proliferazione”. “I nostri risultati – sottolinea Cantini – consentono di supporre che questo fungo potrebbe essere uno strumento utile per controllare la densità della popolazione di Philaenus spumarius, il principale vettore del batterio negli oliveti. Inoltre, i dati in nostro possesso sono una buona base per poter imbastire un esperimento su larga scala in campo per il prossimo anno”.

Secondo il presidente di Coldiretti Toscana e del Consorzio Oli Toscani Igp, Fabrizio Filippi, “sono dati incoraggianti ma è bene tenere i piedi per terra: crediamo che la strada da percorrere sia comunque quella della prevenzione, delle buone pratiche agronomiche e soprattutto del monitoraggio del materiale vivaistico importato sui nostri territori, che riteniamo fondamentale – conclude Filippi – per limitare ulteriormente la diffusione di questa e di altre patologie”.

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