Imprese: laboratorio digitale per nuovi modelli di turismo

Un ‘Lab’, laboratorio online per aiutare le imprese del settore turistico a iniziare un percorso di innovazione digitale, promosso dalla Camera di commercio della Maremma e Tirreno, in collaborazione con l’Università di Pisa.

Il Lab interattivo, diretto a ripensare il turismo come processo complesso e adattivo, che privilegia l’utilizzo delle tecnologie 4.0 in funzione anti crisi, si è svolto in due venerdì. Si è trattato della prima iniziativa in Toscana realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa ed il partenariato del progetto regionale Prodest – Processi di digitalizzazione delle imprese nel settore turistico.

Settanta le adesioni provenienti dal territorio livornese e grossetano e una ventina le imprenditrici e gli imprenditori che hanno interloquito con gli esperti: persone interessate a sviluppare la loro azienda, a darle un futuro cercando di aggiornarsi e di trovare nuove strategie, di impadronirsi di mezzi e tecniche nuovi. Le imprese sono partite dalla compilazione di un questionario di maturità digitale, che è servito loro a ‘fotografare’ l’azienda per rendersi conto del punto in cui è collocata nel percorso ideale di innovazione.

“Si registra un grande bisogno di capire, di fare chiarezza sull’impresa 4.0 nel settore turistico – sottolineano i ricercatori del team di Prodest -. La gran parte delle imprese appare ancora ai primi passi del percorso di trasformazione digitale e nell’uso delle tecnologie 4.0. La vera sfida è di rendere interoperabili tra loro i diversi software a supporto delle loro attività: questo permetterebbe alle aziende di analizzare una serie utilissima di dati in grado di aiutarle in tutti i processi decisionali”.

“La Camera di commercio, in collaborazione con l’Università di Pisa, si sta indirizzando ad approfondire ulteriormente le tematiche affrontate con questo Lab – commenta il presidente della Camera di Commercio Riccardo Breda -. Le imprese hanno capito che per aumentare il loro livello di competitività devono affrontare la sfida della digitalizzazione”.

Pisa: studente sordo si laurea con una tesi su protesi uditiva

Con una discussione a distanza in cui ha analizzato due tipologie di protesi uditiva, Eliseo Salotta, 26 anni di Enna si è laureato in Ingegneria biomedica.

Lo rende noto l’ateneo pisano spiegando che lo studente “ha seguito il suo percorso di studi con grande determinazione e passione, parla un ottimo italiano, interagisce seguendo il labiale, è stato vincitore di borsa di studio, ha abitato nella residenza universitaria e nel 2018 ha svolto un periodo di Erasmus a Siviglia”.

Nei suoi anni universitari Eliseo Salotta è stato seguito dall’Ufficio Servizi per l’Integrazione di studenti con disabilità (Usid) dell’Università di Pisa. Ha svolto anche il lavoro part-time con l’Usid, svolgendo attività di trasformazione dei testi in formato accessibile per altri studenti con disabilità “dimostrando grande spirito di autonomia e di generosità”.

“È sempre una gioia accompagnare studenti come Eliseo che con la loro positività, entusiasmo e gratitudine rappresentano un continuo stimolo per rendere l’ateneo sempre più accogliente e inclusivo per tutti”, afferma il professor Luca Fanucci, delegato alla integrazione degli studenti e del personale con disabilità e Dsa.

La tesi, dal titolo ‘Studio e analisi comparativa di impianti cocleari e protesi a conduzione ossea’, è stata discussa con il professor Giovanni Vozzi.

Lo stesso laureato commenta il proprio risultato: “La natura impone le sue leggi e dobbiamo rispettarle ma la natura stessa ci insegna come reagire di fronte agli ostacoli e come poterli superare. Ogni tipo di handicap si trascina dietro qualche rinuncia, momenti di scoraggiamento, di delusioni, di sacrifici, molti giovani si ritirano dopo la scuola dell’obbligo. Il mio vuole essere un incoraggiamento per tutti coloro che sono affetti da sordità, ad andare avanti con tenacia perché se c’è buona volontà non c’è ostacolo”.

Rischio paralisi cerebrale neonati, nasce progetto Ue

E’ coordinato da un ricercatore pisano il progetto europeo ‘Born to get there’ che punta a costruire una rete europea per la diagnosi e l’intervento precoci nei neonati a rischio di sviluppare una paralisi cerebrale infantile (nati pretermine o con parto difficoltoso).

Lo scienziato, Andrea Guzzetta, docente associato di Neuropsichiatria infantile presso il dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa, coordinerà altri nove partner provenienti da 3 paesi europei (Italia, Danimarca e Olanda), da due paesi associati (Georgia e Sri Lanka) e dall’Australia. Per la Toscana, insieme all’Università di Pisa, partecipano Fondazione Stella Maris, Fondazione Toscana Life Sciences e Hubstract srl.

‘Born to get there’ è stato finanziato con 3,7 milioni di euro, e, spiega Guzzetta, “ha l’obiettivo di migliorare i programmi sanitari per la diagnosi e la sorveglianza precoci delle menomazioni associate nei neonati con paralisi cerebrale: da un lato, vogliamo favorire l’erogazione personalizzata di interventi precoci e la prevenzione delle complicanze secondarie per i neonati e, dall’altra, un efficace sostegno ai genitori”.

Il programma comunitario, sottolinea una nota dell’Ateneo pisano, “implementerà la prima International Clinical Practice Guideline in diversi paesi in Europa (Italia, Danimarca, Olnda), a reddito medio (Georgia, Sri Lanka) e presso popolazioni difficili da raggiungere (Remote Queensland e Western Australia)” e si focalizzerà soprattutto sulla “relazione vitale tra il bambino e i suoi genitori (e in particolare con la madre), che viene messa in pericolo quando gli eventi perinatali modificano la salute del neonato e dalla cui salvaguardia dipendono la qualità di vita sua e l’armonia della famiglia”.

Ricercatori dell’università di Pisa risolvono ‘hyperon puzzle’

Una soluzione del cosiddetto ‘hyperon puzzle’, un paradosso scientifico che riguarda la relazione fra la massa delle stelle di neutroni e la presenza di iperoni al loro interno, è stata proposta da una ricerca che Ignazio Bombaci e Domenico Logoteta, dell’Università di Pisa, hanno svolto in collaborazione con Isaac Vidaa, della Sezione di Catania dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e che è appena stata pubblicata sull’European Physical Journal.

Le stelle di neutroni sono gli oggetti macroscopici più densi dell’universo e rappresentano degli incomparabili laboratori naturali per investigare i costituenti della materia e le loro interazioni in condizioni fisiche estreme, che non possono essere realizzate in nessun laboratorio terrestre, spiega una nota. La struttura di questi corpi celesti è assai complessa ed in parte non completamente nota. Secondo gli scienziati, nella regione più interna della stella, il cosiddetto core, oltre ai neutroni e ai protoni (detti collettivamente nucleoni), sarebbero presenti altre particelle subatomiche, fra cui gli iperoni. Ci sono infatti delle stelle di neutroni la cui massa misurata è più grande di quanto previsto, teoricamente considerata la presenza degli iperoni. Queste particelle, infatti, rendono la materia ‘più soffice’ e di conseguenza, diminuiscono la massa limite al di sopra della quale una stella di neutroni collassa in un buco nero.
Per spiegare il puzzle, i fisici dell’Ateneo pisano hanno quindi ipotizzato la presenza di una forza a tre corpi fra nucleoni e iperoni, che avrebbe un duplice effetto sulle proprietà della materia stellare: fa sì che gli iperoni si formino nel core stellare a densità più alte e inoltre, ne riduce notevolmente la concentrazione. “Questi due effetti combinati – conclude il professor Bombaci – fanno aumentare la pressione all’interno della stella, ossia fanno diventare ‘più dura’ la materia stellare, il che rende possibile ottenere stelle iperoniche, cioè stelle di neutroni contenenti iperoni, che hanno masse in accordo con i valori misurati, risolvendo in tal modo l’hyperon puzzle”.

Nature pubblica la definizione di ‘riviste predatorie’

Un panel di 35 ricercatori di 10 Paesi diversi sulla rivista Nature, per la prima volta, ha pubblicato una definizione di “riviste predatorie”, quelle che “antepongono i loro interessi economici alla diffusione della ricerca scientifica riportando informazioni false o ingannevoli e si rivolgono (soprattutto via e-mail) ai ricercatori in modo aggressivo e indiscriminato per spingerli a inviare i propri articoli”. Alla ricerca ha partecipato anche l’economista Mauro Sylos Labini, docente dell’Università di Pisa.

Secondo stime degli studiosi, si calcola che ogni anno circa 400.000 articoli appaiano su riviste che millantano standard accademici ma che invece pubblicano qualsiasi cosa se a pagamento. “Le riviste predatorie – spiega l’economista Mauro Sylos Labini- ingannano i colleghi inesperti, inquinano la valutazione della ricerca e diffondono informazioni potenzialmente false spacciandole per scientifiche”.

“Sono pubblicazioni a volte difficili da riconoscere – aggiunge -, anche perché le numerose black list disponibili sul web non sono sempre coerenti fra loro. E’ quindi importante che la comunità accademica trovi un accordo su una definizione e individui le caratteristiche in grado di identificarle”.

Libera a sindaco di Pisa: “aveva promesso nuova edicola”

Lo scorso maggio, davanti a don Luigi Ciotti, “ci aveva promesso che l’amministrazione avrebbe trovato una soluzione condivisa che puntasse a valorizzare il progetto e il lavoro fino a quel momento svolto”. Lo scrivono in una lettera aperta indirizzata al sindaco di Pisa, Michele Conti, il coordinamento toscano e provinciale di Libera, a proposito dell’edicola confiscata alla mafia rimossa il 2 gennaio scorso dal Comune dopo un lungo periodo di inattività.

“Ci aveva peraltro prospettato – affermano Fabrizio Tognoni e Andrea Bigalli, referenti provinciale e regionale di Libera – la possibilità di costruire a spese del Comune un nuovo chiosco, più moderno e accogliente, dove poter coniugare le attività di promozione turistica con quelle del progetto ‘I Saperi della Legalità’. In questo percorso anche l’Università di Pisa aveva fatto la propria parte, mettendosi a disposizione in maniera incondizionata per il progetto”.

I due esponenti di Libera poi respingono “con fermezza le dolorose affermazioni che sono giunte nei giorni scorsi nei nostri confronti: Libera combatte il degrado, non vi convive” e poi chiedono a Conti dove sia “stata collocata l’Edicola: è in un deposito, è stata smaltita in una discarica? Appurato dove si trova ci dia la possibilità di recuperare le lettere, i pensieri, i disegni con Falcone e Borsellino e tutti gli altri elaborati che i ragazzi delle scuole di Pisa e provincia avevano lasciato nella teca dell’edicola”.

Infine, Libera chiede al sindaco “un incontro in tempi brevi” per “riprendere e concordare con lei le ipotesi di lavoro che ci aveva ventilato (la ricollocazione di un nuovo chiosco in piazza Garibaldi o in altre piazze limitrofe) e l’apposizione di un segno visibile che faccia memoria dell’originale collocazione del bene confiscato”.

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