Pisa, dottorato in Scienze politiche in memoria di Regeni

L’Università di Pisa istituisce una borsa di dottorato in Scienze politiche intitolata a Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano dell’Università di Cambridge, torturato e ucciso al Cairo il 25 gennaio 2016.

L’ateneo pisano ha recepito l’invito della Conferenza dei rettori italiani, la Crui, che, accogliendo la richiesta di molte organizzazioni di dottorandi, ha proposto di destinare in tutte le università italiane una borsa di dottorato alla memoria di Regeni, per ricordarne l’impegno per la libertà della ricerca. Il bando scadrà il 25 luglio.

“Ho suggerito – ha sottolineato il rettore Paolo Mancarella – che la borsa fosse dedicata ai temi dei quali Regeni si occupava e quindi di bandire un progetto di ricerca a tematica vincolata, a carattere internazionale e interdisciplinare di area politico-sociale, da assegnare al dottorato di Scienze politiche. La particolarità di Pisa, rispetto ad altri atenei italiani, è che la borsa istituita è totalmente nuova e va ad aggiungersi alle altre già attive al dipartimento”.

La borsa “Giulio Regeni”, il cui oggetto è “Attori e dinamiche nazionali e internazionali nei cambiamenti di regime politico in un mondo globalizzato”, è rivolta a progetti di ricerca dedicati all’approfondimento del complicato intreccio tra istituzioni nazionali e internazionali, nonché tra soggetti politici e religiosi, per giungere a una migliore comprensione della trasformazione dei sistemi politico-istituzionali. L’ambito geopolitico di ricerca potrà riguardare il Medio Oriente, il Nord Africa e altre aree interessate da questi fenomeni.

 Pisa: ‘capitale’ neuroriabilitazione e robotica

L’autunno è la stagione della ricerca a Pisa. Dal 16 al 20 ottobre la città toscana ospita due conferenze congiunte di rilevanza internazionale sulla neuroriabilitazione e sulla robotica indossabile, prima volta in Italia.

Dal 16 al 20 ottbre a Pisa due conferenze sulla neuroriabilitazione e robotica indossabile. Questi eventi scientifici approdano per la prima volta in Italia: si tratta di International conference on neurorehabilitation (Icnr2018) giunta alla 5/a edizione e di International symposium on wearable robotics’ (WeRob), alla 3/a edizione, in programma al Palazzo dei Congressi.

Le due conferenze internazionali vedranno la partecipazione di oltre 500 esperti tra scienziati, accademici e rappresentanti del mondo industriale con 380 abstract presentati, il 20% in più rispetto alle edizioni precedenti, per un evento che, spiega una nota, si annuncia come un’occasione importante per conoscere i recenti sviluppi di due frontiere di ricerca destinate a cambiare la società dei prossimi anni.

Neuroriabilitazione e robotica indossabile offrono soluzioni innovative alle tecnologie del futuro: dall’applicazione pediatrica dei robot alla robotica indossabile, dalla neuroriabilitazione computazionale alle interfacce uomo-macchina per l’ausilio di persone con disabilità motoria.

Tra i relatori dei due appuntamenti di ottobre Maria Chiara Carrozza, docente dell’istituto di biorobotica della Sant’Anna di Pisa e direttrice scientifica della Fondazione Don Gnocchi, Michael Goldfarb, docente della Vanderbilt University, Katja Mombaur, professoressa della Heidelberg University, Marcia O’ Malley della Rice University, Marco Santello, professore dell’Arizona State University, Stephen Scott, docente del Queen’s University ed Herman van der Kooij, professore dell’Università di Twente.

Al Palacongressi di Pisa sarà presente anche un’area espositiva dove Università, aziende e centri di ricerca potranno mostrare le loro ultime novità nel campo della robotica indossabile e della neuroriabilitazione.

La molecola della felicità non ha più segreti

La molecola della felicità non ha più segreti: il meccanismo che regola il funzionamento della serotonina  è stato ricostruito.

Nota per regolare l’umore, l’appetito e funzioni legate alle emozioni, la serotonina è indispensabile perché avvenga la comunicazione fra i neuroni delle strutture del cervello chiamate talamo e corpo striato: se la molecola è assente, la comunicazione fra i neuroni delle due strutture è ridotta.

Il meccanismo che regola il funzionamento della serotonina nei circuiti che controllano i movimenti e che permettono di adattarsi a nuove situazioni emotive e motorie è stato ricostruito nella ricerca pubblicata sulla rivista Neuron e coordinata dall’Italia, con l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), in collaborazione con il dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e l’università Sorbona di Parigi.

La scoperta segna un passo in avanti verso la possibilità di comprendere meglio malattie come il morbo di Parkinson o i disturbi ossessivo-compulsivi. “Ricostruire in maniera molto accurata i meccanismi molecolari con cui la serotonina funziona nel cervello è importante anche per capire cosa avviene in condizioni patologiche in cui la serotonina non viene prodotta o in cui mancano i recettori specifici a cui legarsi”, ha osservato la coordinatrice della ricerca, Raffaella Tonini, del dipartimento di Neuromodulazione dei circuiti corticali e subcorticali dell’Iit.

“Raggiungere questo risultato è stato possibile accendendo o spegnendo singoli neuroni con la tecnica che combina genetica e ottica (optogenetica) e con quella che attiva proteine geneticamente ingegnerizzate. Manipolare i livelli della serotonina ha permesso di definire il meccanismo d’azione di un suo recettore, chiamato 5-HT4, e il tipo di connessioni neuronali che modula. Identificarlo è stato possibile controllando, in modelli animali, l’attività dei neuroni che producono la serotonina”, ha osservato Massimo Pasqualetti, dell’Università di Pisa.

Dalla ricerca è emerso inoltre che bloccando l’azione del recettore 5-HT4 diventa più lenta anche la capacità di cambiare strategia di azione per adattarsi a una nuova situazione.
Diventa quindi possibile comprendere meglio disturbi come la depressione, in cui il recettore per la serotonina 5-HT4 non viene prodotto in normale quantità, avvalorando recenti teorie neuropsichiatriche che evidenzierebbero nei pazienti affetti da depressione un’incapacità di adattarsi ai cambiamenti imposti dall’ambiente.

Le coste del Mediterraneo al centro della ricerca scientifica internazionale

Nei giorni 19, 20 e 21 giugno, Livorno sarà la sede del Settimo Simposio Internazionale “Il Monitoraggio Costiero Mediterraneo problematiche e tecniche di misura”. L’importante iniziativa si svolgerà al Palazzo dei Portuali.

Le giornate, a cui partecipano studiosi di tutto il bacino del Mediterraneo, saranno una vera e propria opportunità per illustrare nuove proposte e promuovere azioni a favore della tutela dell’ambiente marino e costiero.

La scelta come sede del Simposio della città di Livorno non è casuale: Livorno è un luogo che storicamente (a partire sal XVI secolo) si è mostrato aperto a tutte le culture mediterranee, permettendo la convivenza di comunità straniere di origine diversissima, con le relative espressioni culturali e i luoghi di culto. Inoltre i tragici ecenti del settembre 2017 rimettono in luce i problemi della tutela e della salvaguardia ambientale della sua area costiera.

L’evento è organizzato dalla Fondazione L.E.M. unitamente all’Istituto di Biometereologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con il Comune di Livorno, la Fondazione per il Clima e la Sostenibilità, la Compagnia dei Portuali di Livorno le Università di Pisa e di Firenze. Il Simposio ha ottenuto, anche per questa edizione, il patrocinio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia dei Georgofili, dell’Università degli Studi di Firenze, della Regione Toscana e dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale.

Per presentare la ricerca, svolta negli ultimi anni sul tema, saranno esposti i lavori scientifici con presentazioni orali e poster.

I lavori, che sono articolati in cinque sessioni, avranno inizio martedì 19 giugno alle ore 10.00 con il saluto del Sindaco del Comune di Livorno Filippo Nogarin e dell’Assessore Paola Baldari. In programma nella prima giornata la sessione Il paesaggio costiero: forme di antropizzazione di ieri e di oggi. Flora e Fauna del sistema litorale: dinamiche e protezione, Geografia della fascia costiera: dinamiche del territorio e tutela integrata, Misure per l’Ambiente e produzione energetica in zone costiere, Morfologia ed evoluzione delle coste e dei fondali sono le sessioni che si terranno nella seconda e terza giornata. A sottolineare lo stretto legame tra il Simposio e la città di Livorno, alla fine dei lavori della seconda e terza giornata sono previste anche due visite organizzate, guidate dal Prof. Saragosa, alle architetture urbane legate alle acque costiere e interne.

Contrasto agli stereotipi di genere, torna il Premio per laureati nelle Università toscane

Contrastare gli stereotipi di genere, portarli alla luce e smascherarli, affinché siano superati e relegati al passato.

Questo è l’obiettivo che la Regione Toscana si pone con il Premio per laureati Analisi e contrasto degli stereotipi di genere, finalizzato all’attribuzione di premi in denaro per tesi di laurea magistrale e pubblicazioni scientifiche in materia di comprensione e superamento degli stereotipi di genere.

Il bando, che copre gli anni accademici 2016-17, 2017-18 e 2018-19, è frutto di un accordo tra Regione Toscana, Commissione regionale Pari opportunità ed Atenei toscani, ossia Università di Firenze, Università di Pisa, Scuola Normale superiore di Pisa, Scuola superiore di studi universitari Sant’Anna di Pisa, Università di Siena, Università per Stranieri di Siena, Scuola Imt di Alti studi di Lucca.

L’edizione 2018, che è la seconda dopo quella dell’anno scorso, è riservata alle studentesse e agli studenti che hanno discusso la tesi sui temi sopra indicati dal 1° gennaio 2016, nonché ai dottori e alle dottoresse di ricerca che hanno acquisito il titolo in una delle Università firmatarie dell’accordo, cioè nelle Università toscane, da non più di tre anni alla data di scadenza dell’avviso ed abbiano pubblicato un articolo scientifico su questi temi dal 1° gennaio 2016.

“Si tratta di un’iniziativa che si colloca nel quadro delle politiche che da anni stiamo portando avanti sul contrasto degli stereotipi associati al genere”, spiega la vicepresidente della Regione, Monica Barni, che ha la delega a Cultura, università e ricerca. “Abbiamo previsto una copertura finanziaria del bando per tre anni accademici allo scopo di dare continuità all’iniziativa, sperando di riscontrare un aumento sempre crescente della sensibilità verso questi temi da parte di giovani sia donne che uomini. Abbiamo cominciato lo scorso anno e stiamo proseguendo sulla strada intrapresa. Ai primi di luglio, inoltre, i lavori premiati in occasione della prima edizione verranno formalmente acquisiti dalla Biblioteca regionale”.

Il 5 luglio prossimo, in occasione di un’apposita cerimonia, le ricerche e gli studi che hanno contraddistinto l’edizione dello scorso anno verranno depostati presso la Biblioteca regionale Pietro Leopoldo di Palazzo Cerretani in piazza dell’Unità a Firenze, dove già esiste una sezione dedicata al contrasto agli stereotipi di genere. Sarà l’occasione per arricchire il patrimonio regionale con lavori e studi approfonditi in grado di far crescere e qualificare la documentazione già presente presso la Biblioteca di Palazzo Cerretani.

Per quanto riguarda l’edizione di quest’anno, invece, il bando si chiuderà il prossimo 13 luglio. Ai fini del Premio, come già in passato, anche quest’anno saranno valutate le tesi di laurea magistrale e le pubblicazioni scientifiche volte a rilevare stereotipi di genere nei programmi e nei testi scolastici, nei testi amministrativi e scientifici, nella pubblicità e nella comunicazione politica e, più in generale, nei contesti lavorativi, nonché a valorizzare studi e percorsi per il loro superamento.

“E’ un piacere confermare l’accordo che si inserisce in un percorso condiviso con la Regione e con gli Enti del territorio”, ha affermato la presidente della Commissione Pari opportunità, Rosanna Pugnalini. “A breve presenteremo le pubblicazioni premiate nel 2017, che faranno parte della collana editoriale della nostra Commissione. Siamo inoltre lieti che si possa rendere più ricco ed importante il patrimonio della Biblioteca regionale con dei lavori e degli studi decisamente approfonditi sulle politiche di genere”.

“Individuare e combattere gli stereotipi di genere, che si annidano in meccanismi complessi della comunicazione e dell’immaginario, è un dovere di civiltà. Le Università devono contribuire con il loro patrimonio culturale e creativo, perché molti secoli di cultura patriarcale vengano passati a contrappelo. Siamo grati alla Regione Toscana che ci dà modo di interpretare anche così, grazie a questo Premio, il nostro mandato”, ha da parte sua affermato Pietro Cataldi, rettore dell’Università per Stranieri di Siena.

I premi, pari a 1000 euro per ciascuna tesi o pubblicazione, sono finanziati con fondi della Regione e saranno attribuiti ai primi dieci lavori della graduatoria stilata da un’apposita commissione giudicatrice. I fondi messi complessivamente a disposizione dalla Regione ammontano a 45 mila euro per il triennio.

La scadenza del bando per il secondo anno è quella del 13 luglio e gli elaborati dovranno essere inviati tramite Pec all’indirizzo unistrasi@pec.it indicando nell’oggetto “Nome e Cognome, Premio Analisi e contrasto degli stereotipi di genere, anno 2018”.

Malattie degenerative, per cura si studia stress astronauti

Studiare gli effetti della gravità alterata sui processi biologici, come accade agli astronauti quando stanno a lungo nello spazio, e capire come porvi rimedio contrastando l’aumento di produzione di radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare.

E’ l’obiettivo di un progetto internazionale di cui l’Università di Pisa è partner insieme all’Agenzia spaziale europea e un team di studiosi dell’Istituto italiano di tecnologia, del Cnr di Marsiglia e dell’Università di Amsterdam.

“Lo studio – spiega Alessandra Salvetti del dipartimento di medicina clinica e sperimentale di Pisa – contribuirà alla comprensione dei meccanismi alla base dello stress ossidativo e alla possibile prevenzione del danno a cui sono sottoposti gli astronauti durante i viaggi spaziali, ma più in generale potrebbe avere importanti ricadute in ambito biomedico, poiché si tratta degli stessi meccanismi che contribuiscono all’insorgenza di molte patologie degenerative come la distrofia muscolare”.

Gli esperimenti vengono condotti in condizioni di microgravità e di ipergravità su planarie, vermi di pochi millimetri con un corpo piatto che rappresentano un organismo modello molto studiato dagli scienziati per le loro considerevoli capacità rigenerative.

“La nostra equipe – conclude Salvetti – sta cercando di capire come contrastare l’invecchiamento cellulare utilizzando le nanoparticelle di ceria, cioè ceramiche biocompatibili dall’eccezionale capacità antiossidante e autorigenerante, in grado di contrastare l’insorgenza di radicali liberi”.

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