Unisi: forse popolazioni del sud geneticamente resistenti a Coronavirus

Siena, secondo una ricerca Unisi, un particolare corredo di geni potrebbe influire sulla suscetsienatibilità o meno al nuovo coronavirus, potrebbe cioè spiegare perché alcuni individui sono molto fragili, mentre altri hanno una buona resistenza.

Potrebbe essere quest’ultimo, per esempio, il caso delle popolazioni del Sud Italia, secondo la ricerca pubblicata sulla rivista Frontiers Immunology dal gruppo di Antonio Giordano, docente di Anatomia patologica dell’Università di Siena (Unisi) e direttore dell’americano Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia.

Anticipando risultati preliminari, l’articolo punta l’indice sul gruppo di geni chiamato Hla (antigene leucocitario umano), che ha un ruolo chiave nel modellare la risposta immunitaria antivirale, sia innata che acquisita: Questo, secondo gli autori della ricerca, suggerisce che “uno specifico assetto genetico, costituito da particolari varianti dei geni Hla, potrebbe essere alla base della suscettibilità alla malattia da Sars-CoV-2 e della sua severità”.

Riguardo alla diffusione dell’epidemia in Italia, Giordano rileva che “sebbene una massiccia migrazione dalle regioni colpite verso il Sud sia stata registrata prima del blocco nazionale, le regioni meridionali hanno registrato tassi di infezione molto più bassi. Tuttavia, è stato ipotizzato che il virus circolasse molto prima del lockdown nazionale. Mentre alcuni hanno proposto che condizioni climatiche più miti potrebbero aiutare a prevenire la diffusione virale, potrebbe” invece “una specifica costituzione genetica contribuire a proteggere i cittadini del Sud? Ulteriori studi caso-controllo su larga scala potrebbero far luce su questo possibile aspetto”.

Università di Siena lancia 1.700 corsi in e-learning

Siena, oltre 1700 corsi già disponibili sulla piattaforma e-learning: così, spiega una nota, l’Università di Siena sta affrontando le complicazioni della sospensione delle attività didattiche, prevista dal Governo per l’emergenza coronavirus, “fornendo ai propri iscritti tutti gli strumenti per proseguire il percorso formativo attraverso procedure a distanza”.

“L’esperienza che l’Università di Siena ha avviato negli ultimi anni con l’attivazione di un progetto di didattica integrativa e teledidattica – spiega il rettore Unisi Francesco Frati – si è dimostrata particolarmente utile per affrontare questo momento di emergenza per il Covid-19. Sul nostro sito web è disponibile la piattaforma tecnologica ‘Moodle’, tra le più diffuse nel mondo per la teledidattica e per supportare la didattica curriculare”.

“Gli studenti vi possono trovare tutto il materiale opportunamente messo a disposizione dai docenti: dispense, video, filmati, Mooc, bibliografie, selezioni di articoli accessibili in formato elettronico, e-books, oltre ovviamente a registrazioni di lezioni. Molti docenti, inoltre, hanno chiesto in questi giorni di svolgere le lezioni in diretta streaming, pertanto contiamo di poter far fronte in maniera efficace alle esigenze dei nostri studenti”.

Già nei giorni precedenti alla sospensione delle attività didattiche, una task force dell’Ateneo aveva provveduto a potenziare le piattaforme digitali con nuovi strumenti e a redigere vademecum descrittivi per agevolare la frequenza delle lezioni agli studenti impossibilitati a partecipare a causa delle limitazioni agli spostamenti. Tale lavoro preparatorio “ha reso l’Università di Siena pronta a rispondere efficacemente e tempestivamente alla sospensione delle lezioni”.

Quattro giovani ‘hacker’ toscani selezionati per la cybersecurity

Quattro ‘hacker’ toscani parteciperanno alla finale della Cyberchallenge.it, il primo programma italiano di addestramento alla cybersecurity per i giovani delle scuole superiori e delle università voluto dal Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica.

Niccolò Maggioni e Ion Farima (iscritti al corso di laurea in Informatica dell’università di Firenze), Lorenzo Coppi e Riccardo degli Esposti (dell’Itis Antonio Meucci di Firenze) sono i quattro ‘hacker’ toscani che hanno vinto le selezioni regionali per partecipare alla finale a Chiavari (Genova) della Cyberchallenge.it, il primo programma italiano di addestramento alla cybersecurity per giovani di talento delle scuole superiori e delle università voluto dal Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica.

I quattro studenti fanno parte del team creato dal Centro di Competenza Toscano in Cybersecurity, voluto dalla Regione Toscana e partecipato dal Cnr di Pisa, dall’Imt Studi di Lucca e dagli atenei di Firenze, Pisa e Siena. Al test di ammissione si erano iscritti 111 studenti di cui 21 universitari e 90 studenti di scuola secondaria provenienti da varie provincie toscane e ha permesso di selezionare i 21 membri (di cui 5 universitari e 16 studenti delle superiori) che hanno costituto la squadra del C3T denominata ‘Born2scan’.

I quattro toscani vincitori della selezione supportata dal Registro.It e da ‘Colin & Partners’ se la dovranno vedere con i giovani talenti informatici delle 18 squadre provenienti da tutta Italia. I migliori talenti saranno selezionati per formare la squadra Nazionale Italiana di 10 cyber-defender, che parteciperà alle competizioni internazionali, tra cui la European Cybersecurity Challenge.

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