Ecologia quotidiana: da Unicoop Firenze e Legambiente la prima guida partecipata

Una guida all’ecologia quotidiana quella presentata da Unicoop Firenze e Legambiente, presente in versione online e da gennaio anche in versione cartacea

Piccole accortezze.  Attenzioni che costano poco, ma valgono molto. Sono i consigli contenuti nella guida all’ecologia quotidiana, disponibile oggi in versione online –ecologiaquotidiana.it – e da gennaio in versione cartacea, in distribuzione a tutti i soci Unicoop Firenze. La guida, firmata Unicoop Firenze e Legambiente ed edita da Giunti, è stata presentata questa mattina nella sede di Unicoop Firenze, alla presenza di Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze, Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, Marco Dambrosio, in arte Makkox.

 

La guida nasce da un percorso partecipativo: è stata scritta, sotto la supervisione scientifica di Legambiente, a quattromila mani, quelle dei toscani che a inizio 2018 hanno risposto ad un questionario sulla sensibilità ambientale e in parte partecipato ai quasi quaranta incontri nelle sezioni soci in cui il questionario è stato ideato, presentato, compilato e poi restituito.

 

Dai risultati del questionario arriva l’indice della guida e del sito. Si parte dai fondamentali: non fare rifiuti. Quindi scegliere prodotti “verdi” dentro e fuori, ecosostenibili da tutti i punti di vista. E per i rifiuti che inevitabilmente si producono? La parola d’ordine è differenziare. Sul territorio i gestori dell’igiene urbana sono molteplici e alcune regole cambiano da Comune a Comune, così come c’è chi fa la raccolta porta a porta e chi ha ancora i classici cassonetti suddivisi per materiale e per colore. Ma, ad esempio, separare umido, carta, plastica e vetro è buona norma dovunque, visto che si tratta di materiali che, se smaltiti correttamente, possono avere una seconda vita.

 

Oltre la tematica rifiuti, ci sono i capitoli su consumo sostenibile, energia e mobilità. Perché ogni giorno facciamo la spesa e se scegliamo prodotti locali aiutiamo l’economia toscana, limitiamo le emissioni dovute ai trasporti delle merci e contribuiamo a tutelare territorio e paesaggio, oltre a mangiare più sano. Ma ogni giorno siamo anche circondati di vari apparecchi e dispositivi e spengerli quando non li usiamo – vale per la lampadina come per il televisore, ma anche per il pc dell’ufficio – significa consumare meno energia. Infine, i tragitti: da casa a scuola, fino all’ufficio e ritorno, la mobilità diventa sostenibile quando si scelgono i piedi o i mezzi pubblici o l’auto elettrica o condivisa. Anche qui: ogni nostro piccolo sforzo per cambiare può contribuire alla salute del pianeta Terra. Mentre i gesti poco attenti, come direbbe Makkox, portano “sfiga” o bad karma.

 

Non solo, tutte le nostre buone azioni per l’ambiente garantiscono un ritorno che Legambiente ha calcolato caso per caso e sommato nella tabella della sostenibilità che chiude la guida. Seguendo i principali consigli, si arriva ad un risparmio di 1.863 KG di CO2 equivalenti ogni anno per una famiglia di tre persone, che nel portafoglio equivalgono a 873 euro in più.

 

E sempre Makkox guiderà i lettori online e offline alla scoperta delle pillole di ecologia quotidiana contenute nella guida. Anzi saranno Ugo il Gufo Druido e Sergio il Gabbiano Lercio a raccontarci, con un pizzico di ironia, come non comportarci.

 

“Siamo sempre più consapevoli che il rispetto dell’ambiente è determinante per la qualità delle nostre vite e per il futuro delle generazioni che verranno. Con la “Guida all’ecologia quotidiana” Unicoop Firenze e Legambiente propongono alcuni consigli perché i nostri comportamenti abbiano un impatto ridotto sull’ecosistema. Il nostro compito come cooperativa di consumatori è quello di tutelare i nostri soci attraverso la garanzia delle migliori condizioni possibili nell’approvvigionamento delle merci – afferma Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze – In questo ci sta anche l’attenzione ed il rispetto per il nostro pianeta, con la consapevolezza che sensibilità e responsabilità verso l’ambiente sono questioni che riguardano l’impresa, così come i singoli cittadini. La conoscenza è il presupposto per poter procedere insieme ad invertire la rotta, a mantenere la Terra in cui viviamo il luogo migliore dove poter vivere”.

 

“Pensare globalmente, agire localmente” è, da sempre, la frase che meglio rappresenta il cuore della cultura ambientalista, in Italia e non solo. Di fonte agli effetti sempre più devastanti, purtroppo, dei cambiamenti climatici è urgente, come non mai, riuscire a saldare un pensiero e una visione globale, che guardano alla Terra e all’umanità che la abita, con l’azione concreta più prossima a noi e ai luoghi in cui viviamo. In questa ottica oggi presentiamo la prima guida all’ecologia quotidiana partecipata d’Italia, uno strumento utile per consentirci di esercitare, misurandone i benefici (ambientali, economici e sociali), quel principio di responsabilità che dovrebbe orientare sempre le nostre decisioni. Soprattutto quando possono contribuire a salvaguardare davvero, per noi e per le generazioni future, l’ambiente in cui viviamo” spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente.

 

 

Il Gioco Karma e Gioca

Una corsa infinita verso la sostenibilità. È quella del gioco online Karma e Gioca, disponibile da dicembre sul sito ecologiaquotidiana.it. I protagonisti sono i due personaggi usciti dalla matita di Makkox Ugo il Gufo Druido e Sergio il Gabbiano Lercio, i premi sono i consigli sostenibili. Semplici, ma indispensabili per avere good karma. Giocare per credere.

 

Makkox –Marco Dambrosio

Marco D’Ambrosio, in arte Makkox, nel 2007 comincia a pubblicare vignette e brevi storie a fumetti sul web; da lì scaturiscono molte collaborazioni, tra cui quella con il Post.it. La notorietà al grande pubblico arriva nel 2012 con il programma di Rai3, Gazebo. Dalla scorsa stagione, con il gruppo storico di Gazebo, è in onda su La7 con Propaganda Live.

Toscana: “Arcipelago Pulito” va avanti per altri quattro mesi.

La Regione Toscana ha deciso che il progetto “Arcipelago Pulito”, basato sulla raccolta della plastica che galleggia o si deposita sui fondali, proseguirà per altri quattro mesi, in attesa della cosiddetta legge “Salvamare” allo studio del ministero dell’ambiente

La sperimentazione è terminata all’inizio di novembre, ma la Regione Toscana – assieme a tutti gli altri partner, tra cui Legambiente ed Unicoop – ha deciso che il progetto “Arcipelago pulito”, che ha visto una cooperativa di pescatori di Livorno e una mezza dozzina di pescherecci impegnati nella raccolta della plastica che galleggia o si deposita sui fondali, proseguirà per altri quattro mesi, in attesa della cosiddetta legge “Salvamare” allo studio del ministero dell’ambiente.

Proseguirà anche perché in sei mesi i risultati non si sono fatti attendere. “Il progetto – spiega l’assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli – ha dimostrato che è utile, funziona e ha senso pratico. Certo ora va strutturato e reso ancora più efficace, ma è già un esempio di economia collaborativa e circolare, un tema al centro dell’agenda di questa giunta regionale”. E’ diventato modello e anche una buona pratica riconosciuta dal Parlamento europeo, dove è stato presentato a fine giugno.

Il 13 settembre l’Europarlamento ha approvato una risoluzione non vincolante che contiene, tra le varie proposte per la riduzione dei rifiuti di plastica, anche l’incentivo ai pescatori che possono riportare in porto quanto raccolto. Ed oggi, a Rimini, sempre i pescatori toscani hanno ricevuto pure un premio. E’ accaduto durante Ecomondo 2018, la kermesse internazionale dell’ambiente che nella sue ventiduesima edizione torna a parlare di green economy e sostenibilità.

“Il nostro obiettivo  è arrivare ad avere una legge nazionale che consenta ai pescatori di raccogliere i rifiuti che rimangono impigliati nelle loro reti. Ieri ne ho parlato con il ministro Costa, che mi ha informato circa la volontà di presentare un testo quanto prima e a cui ho ribadito la disponibilità di metterci a disposizione per dare tutte le indicazioni utili emerse dalla nostra sperimentazione” spiega Bugli.  Oggi, per un vuoto normativo, questo non è possibile e il pescatore è ritenuto responsabile dei rifiuti che riconduce in porto, anche quelli raccolti in mare perché casualmente rimasti nelle reti. Anzi, ne dovrebbe addirittura pagare i costi di smaltimento. La conseguenza è che, prima di “Arcipelago Pulito”, i rifiuti tirati su con rombi e sugarelli puntualmente venivano rigettati in mare. Un’assurdità, colpa di un corto circuito normativo che trasforma un comportamento virtuoso in un costo.

“Parallelamente – aggiunge l’assessore – stiamo promuovendo l’allargamento della sperimentazione da Livorno e dallo specchio di mare di fronte a tutta la costa e l’arcipelago toscano. Credo sia un obiettivo che possiamo raggiungere lavorando insieme”.

Al termine dei primi sei mesi di sperimentazione, con l’ultimo conferimento registrato il 27 settembre, i pescatori hanno raccolto complessivamente più di 18 quintali di rifiuti, per un volume di oltre 24 mila litri. E’ la dimostrazione che la sfida di ripulire il mare da quanto altri vi hanno gettato o vi è arrivato attraverso i fiumi è possibile. Quattordici quintali sono plastiche non recuperabili e da avviare allo smaltimento, il 14 per cento (260 chili) plastiche riciclabili. Ci sono anche piccole percentuali di acciaio, alluminio o banda stagnata. In mare in fondo si può trovare di tutto. Ad aprile, in una delle prime uscite, i pescatori di Livorno tra sanpietri e sugarelli, scampi, qualche sardina, rombi e perfino un polpo tirarono su con le reti a strascico non solo bottiglie di plastica, fascette, sacchi e buste, ma anche il presunto sterzo di un motoscafo, una vecchia tanica e una torcia da sub. Oggetti a volte quasi nuovi, altri a pezzi, molti incrostate dal tempo e dalle conchiglie.

“Se moltiplichiamo questo dato, raggiunto con sole sei barche impegnate, per tutti i pescherecci presenti in Italia – si sofferma Bugli – ben possiamo comprendere il contributo che allargare questo progetto darebbe alla salvaguardia dell’ambiente e allo sviluppo di un’economia collaborativa”.

Il progetto toscano è stato reso possibile grazie ad un protocollo d’intesa siglato a marzo tra Regione Toscana, Ministero dell’Ambiente, Unicoop Firenze, Legambiente, Guarda Costiera, Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale, la società Labromare che gestisce la raccolta dei rifiuti nel porto, Revet che li ricicla, la cooperativa Cft e i pescatori appunto. Il valore aggiunto dell’esperienza, innovativo rispetto ad altri progetti portati avanti in altri mari e in altre parti del mondo, è proprio quello di aver creato una filiera completa, che va dalla raccolta del rifiuto alla sua analisi e trattamento e, quando possibile, recupero in un impianto idoneo. E’ il primo in Italia e in Europa da questo punto di vista e tutti i partner hanno confermato la loro adesione.

Al progetto Unicoop Firenze destina, sotto forma di incentivo e premio per i pescatori che si sono impegnati nella sperimentazione – gli stessi che forniscono il pescato per i supermercati -, parte del ricavato del centesimo che soci e clienti, per legge, dall’inizio dell’anno devono pagare per le buste in mater-b dell’ortofrutta.

Violenza di genere, Barni: “numero verde 1522 attivo”

Un numero, già attivato da diversi anni dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, a cui rivolgersi per casi di violenza o stalking sulle donne. Chiamate il 1522 in caso di bisogno.

Un numero, il 1522,  da chiamare prima che accada qualcosa di irreparabile, per prevenire drammi ancora più gravi che il più delle volte si consumano all’interno delle mura domestiche.

La Regione Toscana rilancia la campagna contro la violenza sulle donne. E si parte appunto dal pubblicizzare l’esistenza di questo servizio, attivo 24 ore su 24, collegato alla rete dei centri antiviolenza e alle altre strutture per il contrasto alla violenza di genere presenti sul territorio. Un numero di pubblica utilità accessibile gratuitamente da tutta Italia, sia da rete fissa che mobile, con operatrici ed operatore capaci di parlare in italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo e pronti ad indirizzare la persona all’altro capo del telefono al centro di ascolto e di aiuto più vicino.

Commenta il presidente della giunta regionale, Monica Barni: “Le istituzioni da tempo stanno lavorando per cercare di costruire una rete di prevenzione e protezione rispetto al fenomeno della violenza maschile sulle donne. L’obiettivo è quello di favorire l’emersione del fenomeno attraverso  la sensibilizzazione: siamo convinti infatti che la conoscenza dei servizi di supporto che possono essere attivati, in prima battuta quelli forniti dai centri antiviolenza, possa positivamente incentivare la presa di coscienza, la denuncia e la richiesta d’aiuto”.

” Del resto non è scontato che siano conosciuti – ricorda Rosanna Pugnalini, consigliera regionale delle pari opportunità –. Non è scontato che si conosca neppure questo numero telefonico”.

Chiamando invece il 1522 ogni donna può rivolgersi a un centro antiviolenza, con l’assistenza di operatrici qualificate. Non è un passo facile: il primo muro sono le reticenze dovute alla delicatezza delle questioni in gioco. C’è la paura, una fiducia da conquistare.

“Fondamentale in questa azione è chiaramente anche un cambiamento culturale, che deve vedere anche gli uomini protagonisti” annota Barni. Informazione, educazione e poi sostegno sono le parole chiave. Ed educare, si sofferma la vice presidente, vuol dire anche parlare e far riflettere i giovani: con la musica pure, organizzando un concorso prima nelle scuole e poi tra le giovani band ed artisti emergenti. Oppure con un premio, che si avvia già alla terza edizione, per le tesi universitarie che di violenza di genera si occupano. Serve una rete e una filiera.

“Ma la mancata emersione di molti casi  – rimarca ancora Barni – è dovuta anche al fatto che non si conoscono a volte le strutture a cui  le donne possono rivolgersi e proprio per questo abbiamo deciso di rilanciare la campagna di comunicazione per promuovere il numero gratuito 1522, collegato alla rete dei centri antiviolenza e alle altre strutture presenti sul territorio”.  Le operatrici telefoniche dedicate al servizio forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime, offrendo informazioni utili e un orientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati: “un avvicinamento graduale con l’assoluta garanzia dell’anonimato” ricorda ancora la vice presidente.

La campagna di quest’anno avrà il suo fulcro nella collaborazione con le catene della grande distribuzione organizzata, che hanno aderito convintamente all’iniziativa: dalla Conad del Tirreno a  Coop Centro Italia, dall’ Esselunga al gruppo Tuodì, da Pam Panorama a Simply Etruria, Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno. “Occorre agire in modo capillare  per raggiungere risultati significati – dice la consigliera Pugnalini – e la presenza dei supermercati, da dove passano tante persone e tante donne, è fondamentale”.

Da sabato 10 novembre e per tutto il mese materiale informativo sul numero 1522 e sui servizi collegati sarà così presente presso i punti vendita di tutto il territorio regionale e al punto informazioni del Centro commerciale “I Gigli” di Campi Bisenzio, il più frequentato della Toscana. Ci saranno locandine e manifesti, biglietti formato tessera  da mettere in tasca e portare via. Tutti i dipendenti delle catene avranno  una spilla appuntata sulle loro divise da lavoro. Il culmine della campagna sarà il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne delle Nazioni Unite.

A partire dal 14 novembre e fino al 14 dicembre la campagna sarà presente anche sugli autobus di linea urbani ed extraurbani della regione e, a seguire, sui treni regionali. Alla campagna hanno aderito anche Confartigianato Toscana e CNA Toscana e diversi ordini e collegi professionali del territorio.

La Regione ha dedicato all’iniziativa una pagina all’interno del proprio sito istituzionale (www.regione.toscana.it/numero1522) da cui sono scaricabili e liberamente stampabili i materiali nei vari formati. La pagina sarà arricchita di informazioni e contenuti durante il mese dedicato alla campagna. E’ prevista anche una campagna social, in partenza da venerdì 9,  attraverso i canali ufficiali di Regione Toscana (Facebook – https://www.facebook.com/regionetoscana.paginaufficiale e Instagram – https://www.instagram.com/regionetoscana/).

“Come Regione siamo impegnati in prima linea, su più fronti” conclude Barni, che annuncia la presentazione il 22 novembre del rapporto annuale sulla violenza di genere, che raccogliere i numeri dei casi denunciati nel 2017, dei femminicidi che sono stati commessi in Toscana ma anche delle donne che hanno chiamato per chiedere aiuto.

San Casciano, maxi spesa da 3 tonnellate per le famiglie disagiate

Raccolta alimentare, maxi spesa da 3000 Kg per le famiglie in difficoltà. L’iniziativa è stata gestita da 50 volontari della Festa del Volontariato di San Casciano

Un sacchetto della spesa tira l’altro e dà una mano alle famiglie indigenti. Uno scambio di mani tra volontari e cittadini. Un piccolo grande gesto che alimenta la solidarietà e offre un aiuto concreto a chi ha più bisogno. Grazie alla generosità dei cittadini di San Casciano, gli oltre cinquanta volontari messi in campo dalla Festa del Volontariato hanno raccolto in un’unica giornata 311 pacchi per un ammontare complessivo pari a 3000 Kg di generi alimentari.

Sono questi i numeri della giornata di solidarietà che lo scorso sabato ha preso vita con la decima edizione della raccolta alimentare, gestita dalla Festa del Volontariato e dalla sezione soci Coop di San Casciano.

“Abbiamo raccolto una grande quantità di generi di prima necessità – commenta il presidente della Festa Francesco Guarducci – i numeri di quest’anno ci hanno permesso di tracciare un bilancio record, le scatole sono state riempite con pasta, riso, biscotti, detersivi, sapone, latte, farina, zucchero, alimenti per bambini e pannolini”.

Gli alimenti saranno destinati ai principali centri di raccolta di San Casciano tra cui il Convento dei Cappuccini, il Centro di Ascolto della Parrocchia di San Casciano, il Centro diurno della Caritas di Sant’Andrea in Percussina e la Misericordia di Mercatale.

L’iniziativa, caratterizzata dallo slogan “Alimenta la solidarietà”, si pone l’obiettivo di rifornire le mense e dare una mano alle famiglie del territorio sancascianese distribuendo prodotti alimentari non deperibili, fra cui tanti alimenti destinati all’infanzia.

A commentare l’esito della giornata è Franco Agnoletti, presidente della sezione Soci Coop di San Casciano. “E’ una rete di solidarietà capillare che funziona e dà ottimi risultati anche grazie alla stretta collaborazione che si attiva tra il negozio e l’associazione di volontariato sociale – aggiunge il presidente – un aspetto importante è legato alla donazione che a sua volta Unicoop Firenze eroga a chi organizza la raccolta, in questo caso la Festa del Volontariato sancascianese, avrà l’equivalente del valore in buoni spesa da destinare a ulteriori progetti di solidarietà”.

Per quanto riguarda l’attività di distribuzione, il lavoro è realizzato con il coordinamento dei servizi sociali del Comune di San Casciano. “Fare squadra in un settore così complesso e delicato come il disagio – aggiunge l’assessore alle Politiche sociali Elisabetta Masti – è fondamentale per rispondere ai tanti casi di difficoltà che rileviamo nel nostro territorio, la raccolta alimentare, così organizzata e sistematica, ci consente di effettuare interventi capillari sulla comunità”.

Toscana: +16% consumo cibi etnici e pronti

Avocado, mango, sushi, riso thai e specialità messicane sono i cibi più gettonati nella prima categoria; per la seconda categoria, gli acquisti si indirizzano su pasta al forno, basi per pizza, crostate, pesto e zuppe pronte.

Cibi etnici e cibi pronti crescono nelle preferenze dei consumatori toscani: secondo un’indagine realizzata da Ref Ricerche per Unicoop Firenze, l’etnico ha registrato un incremento del 16% negli scorsi due anni, così come il pronto ha fatto segnare un +16% rispetto a due anni fa.

Secondo Ref Ricerche, da qui a cinque anni la dieta dei toscani diventerà sempre più mediterranea, con più frutta, verdura e pesce, e meno carni rosse o salumi. Sono soprattutto le donne a scegliere uno stile vegano/vegetariano, senza glutine o lattosio, con meno carne, o biosalutista.

Per un consumatore su dieci è invece il prezzo a guidare le scelte in tema alimentare, in un’ottica ‘low cost’. Crescono le distanze per i consumi alimentari fra le diverse fasce della popolazione: il 20% più ricco spende ogni anno 4.200 euro in più del 20% più povero. La spesa media toscana per famiglie per cibo e bevande è di 6.077 euro, 500 euro in più della regione con la spesa più bassa.

Raccolta alimentare: sabato 13 ottobre fai la spesa per gli altri

Torna la raccolta alimentare, appuntamento in 97 punti vendita Coop.Fi con i volontari delle sezioni soci Coop.I prodotti donati da soci e clienti verranno distribuiti a oltre 150 associazione del territorio

C’è chi ha bisogno per un periodo limitato di tempo, perché ad una situazione disagiata si somma un problema di salute, come accade per le famiglie che vengono quotidianamente aiutate dalla casa di Don Lelio, a Lastra a Signa, che dà loro un pasto caldo mentre i bambini sono ricoverati all’ospedale pediatrico Meyer (video al link https://youtu.be/wYXi-WTwzuQ ). E c’è chi ogni giorno si reca alle mense dei poveri perché non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. Oppure chi, come a Prato, si rivolge all’Emporio della solidarietà per acquistare beni di prima necessità (video al link https://youtu.be/eyFuSzyyb4E ) .

Sono tante e diverse tra loro le storie di ordinaria solidarietà sostenute dalla raccolta alimentare promossa dalla Fondazione Il Cuore si scioglie Onlus in collaborazione con Unicoop Firenze.

Il prossimo appuntamento è per sabato 13 ottobre in 97 punti vendita della cooperativa.

Oltre 2 mila volontari sono già pronti per raccogliere e inscatolare le tonnellate di prodotti in arrivo e smistarle alle 150 associazioni di volontariato con cui le 38 sezioni soci Coop collaborano sul territorio per affrontare l’emergenza povertà. Saranno all’ingresso dei punti vendita per consegnare il sacchetto per la raccolta e all’uscita per raccogliere i prodotti che chi fa la spesa decide di destinare alle famiglie meno fortunate. Come per tutti gli altri appuntamenti, la lista dei prodotti da donare comprende soprattutto scatolame, pasta, olio e prodotti per l’infanzia.

 

Nelle precedenti edizioni dell’iniziativa solidale ad ottobre 2017 sono state raccolte 186 tonnellate di prodotti, a marzo 2018 220 tonnellate: “A marzo scorso abbiamo registrato il record di donazioni, un segnale importante in un contesto in cui si fa sempre più fatica a pensare a chi è più in difficoltà. Siamo certi che grazie alla straordinaria rete solidale che ci supporta sul territorio, anche questa volta riusciremo a contribuire in maniera determinante alla lotta alla povertà nella nostra regione” afferma Irene Mangani, vicepresidente Fondazione Il Cuore si scioglie Onlus.

Un aiuto concreto che viene portato avanti ogni giorno, in un incontro che si rinnova di continuo nelle mense e nei luoghi d’accoglienza della Toscana, gli stessi dove arrivano i prodotti della raccolta.

C’è chi riceve e chi dona, persone che vivono in situazioni difficili e volontari impegnati per garantire loro un pasto caldo. È la quotidianità fotografata dal fotoreporter Stefano Schirato, un mondo spesso ignorato, quasi invisibile, che però merita di essere conosciuto.

Un racconto che emerge in maniera nitida e realistica dal reportage fotografico ALTRIOCCHI, che la Fondazione ha scelto di realizzare e di portare in giro per la Toscana per raccontare come vengono utilizzati i prodotti donati.

In occasione della raccolta di sabato, la mostra sarà allestita dal 10 al 17 ottobre presso il Centro*Empoli di via Sanzio.

Ulteriori info su www.ilcuoresiscioglie.it

 

Biografia Stefano Schirato

Stefano Schirato, nasce a Bologna 43 anni fa, dove si laurea in Scienze Politiche. Nel 1998 vince una borsa di studio offerta da Nikon e Grazia Neri per un workshop con Paolo Pellegrin, fotografo di Magnum.

Nel 1999 per il sostegno di Emergency pubblica il suo primo libro sul dramma delle mine anti-uomo in Cambogia, “Gli occhi della Cambogia”, con una prefazione di Ferdinando Scianna.

Nel 2003 un lungo progetto fotografico sulla vita dei marinai nelle navi sequestrate viene pubblicato in un libro, “Né in terra, né in mare”, con prefazione del Premio Oscar, Giuseppe Tornatore, che visionato il lavoro ne aveva incoraggiato una pubblicazione.

Negli ultimi anni, Stefano si è diviso tra tematiche sociali e politiche di respiro internazionale e fotografia di scena e backstage degli ultimi film di Tornatore. Collabora come freelance con riviste nazionali ed internazionali (New York Times, Le Monde, Le Figarò, CNN, Al Jazeera, Vanity Fair, National Geographic) e dal 2014 è docente di fotogiornalismo a Pescara, città in cui vive, per la scuola Mood Photography, di cui è socio fondatore.

Exit mobile version