Treno della memoria: iniziativa ‘virtuale’ porterà il 27 gennaio giovani toscani ad Auschwitz

Il treno della memoria diventa virtuale. Il 27 gennaio, giorno dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, si terrà un evento on line con le scuole dedicato alla giornata della memoria.

Il treno della memoria carico di cinquecento studenti e studentesse e diretto ad Auschwitz sarebbe dovuto partire tra pochi giorni, come ogni anno dispari a fine gennaio.  Non accadrà, per motivi legati all’emergenza sanitaria in corso.

La Toscana intende però ricordare anche quest’anno, con i giovani e i testimoni sopravvissuti,  l’inferno patito nei campi di sterminio tedeschi e le violenze subite da nazisti e fascisti: perché la memoria è come un vaccino, che ha bisogno di richiami frequenti. Lo farà nel corso di un evento con le scuole on line, il 27 gennaio, giorno della memoria, giorno in cui nel 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz.

Sono passati venti anni da quando tutto ha avuto inizio. E’ del 2000 infatti la legge del Parlamento italiano con cui il Giorno della Memoria fu istituito. Nel 2001 fu celebrato la prima volta: per ricordare lo sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti, le leggi razziali italiane e la persecuzione italiana, ma anche tutte le altre vittime finite nell’inferno dei lager e della deportazione  e pure chi, a rischio della vita, provò a salvarle. E l’anno immediatamente successivo, nel 2002, da Firenze si mise in moto il primo ‘treno della memoria’ carico di ragazzi.  Un viaggio nella storia e nella memoria per salvaguardare il presente e il futuro da nuovi tragici errori.

Con il treno la Toscana ha fatto da apripista tra le Regioni: undici convogli partiti fino al 2019 (anzi dodici, perché nel 2005 sono stati ben due), oltre settemila studenti complessivamente saliti a bordo. Fino al 2005 quel treno si è messo in moto ogni anno, poi la frequenza è diventata biennale, intervallata negli anni pari da un meeting con più di ottomila studenti di nuovo delle scuole superiori e da tutta la regione riuniti in un palazzo delle sport a Firenze, occasione ambedue di dialogo e confronto con testimoni e sopravvissuti. Lo stesso spirito anima l’iniziativa di quest’anno, che si svolgerà on line, in collegamento in streaming dal Teatro della Compagnia di Firenze con le scuole della Toscana.

L’appuntamento è alle 9.30 di mercoledì 27 gennaio. Si parte, come è consuetudine, in musica: con Enrico Fink, l’Orchestra Multietnica di Arezzo e Alexian Group, note ebree che si fondono ad arie zigane nel racconto di due popoli di due popoli che i nazisti volevano sterminare. Sul palco Ugo Caffaz, che è un po’ l’anima da sempre del Treno della memoria toscano e colui che l’ha di fatto inventato, consulente della Regione  riconfermato per le politiche sulla memoria, introdurrà quindi l’assessora Alessandra Nardini e il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. Una testimonianza  raccolta in una videointervista in questi giorni di Enrico Pieri, superstite alla strage toscana nazi-fascista di Sant’Anna di Stazzema, farà da prologo. Ad un video lungo venti minuti (e simbolicamente quasi venti anni) – Firenze- Auschwitz andata e ritorno  – sarà affidato il compito di provare a trasmettere l’atmosfera che sul treno, quello vero, ogni volta si respira, dove si sale con uno stato d’animo e immancabilmente si torna con un altro, scossi ma cresciuti, i giovani come i grandi. Un viaggio dove niente è improvvisato, denso di parole ed emozioni dal primo all’ultimo minuto, preparato con lezioni di approfondimento in estate con i professori e poi da settembre a gennaio a scuola, in classe con ragazze e ragazzi. Un lavoro che non è mancato neppure quest’anno.

Quindi sarà la volta dei testimoni e sopravvissuti, intervistati e introdotti da Camilla Brunelli e da Luca Bravi del Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, che dal 2009 il treno l’organizza. Farà sentire la sua voce Vera Vigevani Jarach, lei che ben due tragedie del Novecento ha vissuto: la persecuzione contro gli ebrei di nazisti e fascisti (il nonno finito nel fumo di un camino ad Auschwitz, la sua famiglia la discriminazione delle leggi razziali)  e poi, fuggita in Argentina, la scomparsa della figlia ‘desaparecida’ nel 1976, vittima di un’altra dittatura.  Ci sarà Kitty Braun, fiumana ‘adottata’ da Firenze all’indomani della Seconda guerra mondiale, deportata con la mamma ed il fratellino, ad appena nove anni, cinque mesi a Ravensbruck e Bergen Belsen, piccola e già grande a raccontare fiabe ogni giorno agli altri bambini del lager. Ci saranno, immancabili negli appuntamenti della memoria della Toscana,  Andra e Tatiana Bucci, cugine di Kitty, sorelline scambiate per gemelle e per questo sopravvissute alla selezione iniziale di Birkenau ma scampate poi anche  agli esperimenti di Mengele, quattro e sei anni quando finirono in quell’inferno.  Ci saranno, nel video sul treno, anche le parole e i volti di chi non c’è più ma che per tanti anni ha raccontato con generosità ai ragazzi la propria storia di attivisti perseguitati, partigiani e soldati che dissero no alla Repubblica di Salò: Vera Michelin Salomon,  Marcello Martini, Antonio Ceseri.

Durante l’evento in streaming saranno presentati anche dei lavori più interessanti realizzati in questi mesi, in classe, dagli studenti delle scuole superiori toscane.  Quindi, a far le conclusioni, sarà il presidente della Toscana Eugenio Giani, per poi, attorno alle 12.30, chiuderà di nuovi in musica.

L’iniziativa del 27 gennaio, in quanto rivolta ai giovani, si inserisce nell’ambito di Giovanisì, progetto speciale della Regione e contenitore di tanti interventi per la crescita e l’autonomia delle nuove generazioni. Lo stesso giorno, in occasione del Giorno della Memoria,  si svolgerà a Firenze anche la seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana. Dal 25 gennaio al 3 febbraio, on demand e gratuitamente on line su una piattaforma digitale dedicata, www.mymovies.it/live/piucompagnia/. il cinema teatro “La Compagnia” proporrà inoltre nove titoli ed altrettanti percorsi per raccontare quello che è stato uno dei momenti più bui della storia del Novecento. I film saranno introdotto da Flavio Tuliozzi, studioso di storia del cinema.  Tra le nove proposte ci sono veri e propri documenti storici – come il discorso di Mussolini a Trieste nel 1938 sul ‘prestigio dell’impero” e sulla necessità di “ una chiara e severa coscienza razziale’ oppure film di propaganda antisemita come “Suss l’Ebreo” di Veit Harlan del 1940. Ma ci sono anche produzioni e documentari recentissimi:  “Il figlio di Saul” (2015) di Lazlo Nemes, “La primavera di Christine” (2016) di Mirjam  Unger, “A German life (2017) di Christian Krones ed altri, “You only die twice” (2018) dell’israeliano Yair Lev, “I bambini di Rue Saint-Maur 209 (2018) di Ruth Zylberman, “Quello che conta” (2020) di Sofia Vettori  e “Se questo è amore” (2020) di Maya Sarfaty.

Altre iniziative sulla memoria, il cui programma sarà pubblicato sul sito della Regione Toscana (https://www.regione.toscana.it/-/giornodellamemoria2021), animeranno il 27 gennaio e nei giorni seguenti, oltre a Firenze, altri paesi e città della regione: compatibilmente con le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, molte on line.  Il 27 gennaio riaprirà a Prato anche il Museo della Deportazione e della Resistenza, vero archivio della memoria coltivata ogni giorno, con due visite guidate in programma nella giornata.

Giorno della Memoria, testimonianza delle sorelle Tatiana e Andra Bucci

?Firenze, per mantenere vivo il ricorso e tramandarlo alle giovani generazioni, ogni anno la Regione Toscana organizza il Treno della Memoria, per studenti e insegnanti e partito quest’anno da Firenze con 550 giovani e educatori che si recano in visita ad Auschwitz.

Il Treno della memoria parla di storia e memoria del passato ma anche di testimonianze affinché ciò che è stato non debba più ripetersi per poter riconoscere le tracce dell’odio e dell’indifferenza già presenti nella realtà dell’oggi e contrastarle con il nostro impegno quotidiano.

Oggi nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, la testimonianza delle due sorelle sopravvissute, Tatiana e Andra Bucci, che rispettivamente all’età di 4 e 6 anni, vennero deportate ad Auschwitz.

Le sorelle Tatiana e Andra Bucci sono intervenute con le loro testimonianze per ricordare in quanti e quali modi il fascismo e il nazismo deportarono, uccisero, perseguitarono milioni di ebrei ma anche oppositori politici, omosessuali, disabili, rom, sinti e Testimoni di Geova.

Andra e Tatiana Bucci, cittadine onorarie di Firenze, sono due sorelle nate a Fiume da padre cattolico e madre ebrea, entrambi originari della Bielorussia e approdati in quella città per mettersi in salvo dai pogrom zaristi dei primi del Novecento. Nel marzo del 1944, Andra e Tatiana, rispettivamente all’età di 4 e 6 anni, vengono deportate ad Auschwitz insieme al cugino Sergio De Simone di 6 anni e alle loro mamme.

Giunte ad Auschwitz sono scambiate per gemelle e per questo motivo risparmiate alla camera a gas. Il cugino Sergio, invece, viene usato come cavia in esperimenti e poi assassinato nei sotterranei di una scuola di Amburgo nel Bullenhuser Damm, luogo dipendente dal Lager di Neuengamme.

Alla testimonianza hanno partecipato, oltre che il sindaco di Firenze Dario Nardella, anche gli studenti delle scuole fiorentine di ritorno dal viaggio studio Treno della Memoria.

Gimmy Tranquillo ha intervistato alcuni degli studenti:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/01/190125_03_GIORNO-MEMORIA_RAGAZZI.mp3?_=1

Treno della memoria: stamani il Pegaso ai testimoni e poi la partenza per la Polonia

E’ partito oggi, domenica 20 gennaio, per l’undicesima volta, il Treno del memoria. Porterà oltre 550 studenti delle scuole toscane nel luogo più tragicamente simbolico di una delle pagine più buie della storia umana: Auschwitz.

La memoria non soltanto per tenere vivo il ricordo delle persecuzioni e dello sterminio che ci sono stati, ma anche come guida per affrontare i nuovi mali del mondo, quelli che negano i diritti di umanità e liberà e di fronte ai quali occorrono consapevolezza e impegno.
E’ stato questo il messaggio più forte arrivato stamani dalla cerimonia con cui la Regione Toscana ha assegnato il Pegaso d’oro, la sua più alta onorificenza, a otto testimoni dell’orrore della Shoah e di tutte le forme di persecuzioni di cui si rese protagonista il nazifascismo.
Dalle mani del presidente della Regione, Enrico Rossi, hanno ricevuto il riconoscimento Tatiana Bucci, in rappresentanza anche della sorella Andra, Vera Michelin Salomon, Kitty Braun, Marcello Martini, collegato via skype e rappresentato dalla figlia, Vera Vigevani Jarack, Gilberto Salmoni, collegato via skype e rappresentato da una giovane dell’Aned, e, alla memoria, Antonio Ceseri, che, scomparso di recente, era rappresentato dalla figlia. La cerimonia è stata condotta da Adam Smulevich, giornalista fiorentino dell’Unione delle comunità ebraiche italiane.

“Con con questa sua decisione – ha detto nel suo discorso il presidente Rossi – il governo regionale ha voluto manifestare tutta la sua riconoscenza per il contributo straordinario che questi testimoni hanno dato alle iniziative messe in campo dalla Regione per trasmettere e mantenere viva tra i giovani la memoria dell’Olocausto e delle persecuzioni: il Treno della memoria, che parte oggi per l’undicesima volta verso Auschwitz, e il meeting sui diritti umani. La memoria è fondamentale – ha sottolineato -, usciamo da un anno che ha visto due importanti ricorrenze, che ci legano alla realtà di questi temi, vitali per la nostra democrazia: gli ottanta anni dalla firma delle leggi razziali del fascismo e i settanta anni della Costituzione repubblicana. C’è l’urgenza di riflettere nuovamente su questo passato – ha ammonito – perché dal presente in cui viviamo emergono i tratti di un passato ignominioso, co n una nuova diffusione, e non solo nell’est europeo, di sentimenti xenofobi e discriminatori e di pulsioni autoritarie e antidemocratiche”.

“C’è il rischio – ha detto ancora Rossi – che le commemorazioni possano diventare rito, ma questo non avverrà se stabiliremo sempre e forte un legame con quello che succede intorno a noi. La storia non si ripete, ma insegna e il male nel mondo non è stato affatto sconfitto. Guardiamo vicino a noi, nel canale di Sicilia. Ieri sono morte 117 persone, senza che troppi avvertissero il dovere di salvarle. C’è un problema di accoglienza, che va organizzato e regolato, ma al dovere di salvare le vite umane nessuno si può sottrarre. Mi è capitato, quando ho accompagnato gli studenti toscani ad Auschwitz e a Birkenau, di riflettere con loro sull’atteggiamento di chi viveva vicino ai campi di sterminio e non vedeva e non sentiva. C’è da dire che in quell’indifferenza, in quella ignavia, che pure ci appare insopportabile, c’era anche anche il peso di dover vivere in un contesto di regimi dispoti ci e sanguinari. Di fronte all’orrore quotidiano che si consuma sotto i nostri occhi e nei nostri mari di europei, nessuno può dire di non sapere e di non vedere e vivere, liberi, in paesi democratici ci impone il dovere non solo di vedere, non solo di indignarsi, ma anche di reagire. Si potrà anche perdere, ma la colpa più grave sarebbe quella di non combattere la battaglia per i diritti dell’umanità e della civiltà. Quella battaglia – ha concluso – che i testimoni che oggi onoriamo, veri resistenti, hanno combattuto nei campi di sterminio”.

Riparte il Treno della Memoria, dalla Toscana 500 giovani per non dimenticare

Riparte il Treno della memoria toscano, con cinquecento ragazzi degli ultimi due anni delle scuole superiori a bordo, sessanta universitari e rappresentanti delle comunità ebraiche e delle associazioni dei deportati, ovvero Aned, Anpi, Anei, rappresentanti di Rom e Sinti e delle associazioni omosessuali, che insieme ai testimoni sopravvissuti visiteranno i campi di sterminio nazisti di Auschwitz e Birkenau in Polonia. La Toscana ne è stata pioniera ed è l’undicesima volta dal 2002.

Il viaggio, che vuole essere un antidoto a razzismi ed estremismi di ieri e di oggi, a cento anni dalla nascita di Primo Levi, si svolgerà quest’anno dal 20 al  24 gennaio, preparato come sempre in modo attento, da un punto di vista scientifico ed emotivo, preceduto e seguito da un gran lavoro di approfondimento in classe che inizia fin dall’estate con la preparazione degli insegnanti.

A presentare l’iniziativa oggi in regione la vicepresidente della Toscana Monica Barni. Con lei Ugo Caffaz, che è un po’ l’anima da sempre del Treno della Memoria toscano, e Camilla Brunelli del Museo della Deportazione di Figline a Prato, a cui è affidata l’organizzazione.

Il treno della memoria fino al 2005 veniva organizzato ogni anno, poi la sua frequenza è diventata biennale intervallata negli anni pari da un meeting con più di ottomila studenti, sempre sulla memoria e con la voce dei sopravvissuti,  al Mandela Forum di Firenze.

L’intervista di Chiara Brilli a Ugo Caffaz

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/01/190117_00_CAFFAZ-SU-TRENO-DELLA-MEMORIA.mp3?_=2
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