Graffito Riina, condanna della regione

Firenze, per il graffito comparso sui muri di alcune vie del centro storico, nell’area circostante a piazza del Duomo, che raffigura il volto del boss mafioso Totò Riina, morto nello scorso novembre, dipinto in vernice rossa, corredato dalla scritta ‘Santo subito’, arriva anche la condanna della Regione Toscana.

“Un’offesa intollerabile, uno sfregio a Firenze – Così commenta Vittorio Bugli, l’assessore regionale alla legalità e alla presidenza, la notizia dell’immagine di Totò Riina comparsa su alcuni muri del centro storico del capoluogo toscano – Un atto tanto più inquietante se si pensa che si somma agli attacchi contro la legalità costituzionale, o a certi rigurgiti di nuovo fascismo che si sono verificati anche in Toscana.

Questa è una terra impegnata da sempre nella difesa della legalità contro tutte le mafie e lo ha dimostrato, diventando protagonista di un modello che ha dato ottimi risultati, coinvolgendo giovani prima di tutto, cittadini e territori.

Per chi, con atti vili come questo, tenta di inquinare la vita delle comunità non ci può essere spazio. La Toscana andrà avanti con sempre maggior decisione”.

“Riina Santo Subito”: graffito shock su muri centro Firenze

Il volto del boss mafioso morto nello scorso novembre, Totò Riina, dipinto in vernice rossa, corredato dalla scritta ‘Santo subito’: è il graffito comparso a Firenze, sui muri di alcune vie del centro storico, nell’area circostante a piazza del Duomo.

Un gesto “scandaloso e inaccettabile”, tuona l’assessore comunale alla sicurezza Federico Gianassi, che annuncia: “faremo pulire le scritte inneggianti a Riina  e cercheremo di individuare i responsabili tramite le telecamere”.”Un’offesa intollerabile, uno sfregio a Firenze. Così commenta l’assessore regionale alla legalità e alla presidenza la notizia dell’immagine di Totò Riina comparsa su alcuni muri del centro storico del capoluogo toscano.Un atto tanto più inquietante se si pensa che si somma agli attacchi contro la legalità costituzionale, o a certi rigurgiti di nuovo fascismo che si sono verificati anche in Toscana.

Questa è una terra impegnata da sempre nella difesa della legalità contro tutte le mafie e lo ha dimostrato, diventando protagonista di un modello che ha dato ottimi risultati, coinvolgendo giovani prima di tutto, cittadini e territori.Per chi, con atti vili come questo, tenta di inquinare la vita delle comunità non ci può essere spazio. La Toscana andrà avanti con sempre maggior decisione” Questa invece  la condanna della Regione Toscana

 

Associazione Strage Georgofili, inasprire 41 bis

Firenze, in occasione della morte del boss mafioso Totò Riina, la presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli, ha diramato un comunicato stampa nel quale si esprime il disappunto dell’associazione sul ‘sollevamento’ in extremis del 41 bis.

“Mentre la Chiesa di Papa Bergoglio ha avuto la forza e il coraggio di dire no a qualsiasi riconoscimento per la mafia stragista, rifiutando i funerali – dice la Presidente – a ‘Toto u curto’, lo Stato non ha saputo resistere e ha firmato un ‘lascia passare’ oltre il 41 bis, affinché i familiari di Riina potessero essere con lui mentre moriva”.

“E così – aggiunge – come era da aspettarsi, i media che aderiscono a fare da becchini al 41 bis, stanno in queste ore perorando la causa della mafia al grido di ‘Provenzano e Riina sono morti aboliamo il 41 bis!'”, ma “il nostro contro grido è ‘Si inasprisca il 41 bis visto che Provenzano e Riina sono morti e ora dal carcere ‘si voterà’ a mezzo di ‘pizzini’ nascosti anche nelle ‘merendine’ pur di partecipare alle elezioni di un nuovo capo di Cosa Nostra. Un nuovo capo di Cosa Nostra pronto per la prossima strage terroristica eversiva”.

Morte Riina: familiari vittime Georgofili, morto al 41 bis ”Aspettiamo processo per capire chi aveva promesso abolizione”

“E’ morto Salvatore Riina il boia di via dei Georgofili del 27 Maggio 1993. In via dei Georgofili ha messo in atto ”La strage del 41 bis” come la definì il Procuratore Gabriele Chelazzi: 5 morti, 48 feriti sono stati il tentativo di Salvatore Riina di far abolire il 41 bis. Abbiamo speso 25 anni della nostra vita e non ce l’ha fatta Salvatore Riina a fare abolire sulla carta bollata il carcere duro ed è morto a 41 bis, questo è quanto dovevamo ai nostri morti”. Così Giovanna Maggiani Chelli, dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, commenta la notizia della morte del capo di Cosa Nostra.

“Tuttavia fin da quel 1993 e fino ad oggi – aggiunge – i passaggi da 41 bis a carcere normale, hanno denotato quanta forza nell”ambito dello Stato sia stata spesa per assecondare i desiderata della mafia, ma questo è un capitolo ancora tutto aperto. Stiamo aspettando un processo per capire chi aveva in quel 1993 promesso a Riina ,in cambio di morti, l’abolizione del 41 bis”.

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