The Black Keys, “Ohio Players”. Il Disco della Settimana.

E’ il 12° album in studio della band nativa di Akron passata dai polverosi garage dell’underground alla conquista di  numerosi Grammy Award. “Ohio Players” è un disco festoso, tanto vario da sembrare confusionario, come le vere feste.

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Pubblicato da Nonesuch Records e anticipato all’inizio dell’anno dal singolo “Beautiful People (Stay High)“,  Ohio Players” è il 12° album in studio della band nativa di Akron (OH), vincitrice di numerosi Grammy Award, ma partita nel lontano 2001 dalle polverose cantine del garage rock.

Il brano che ha anticipato l’album, scritto da Dan Auerbach e Patrick Carney dei Black Keys con gli amici di lunga data Dan “The Automator” Nakamura e Beck, è la celebrativa e gioiosa “Beautiful People (Stay High)”, una delle numerose canzoni dell’album che vedono la collaborazione della band con amici e colleghi, tra cui Noel Gallagher, Greg Kurstin (già tastierista per Beck) e molti altri.

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“Abbiamo avuto questa illuminazione! Possiamo chiamare i nostri amici per aiutarci a fare musica’. È buffo perché entrambi scriviamo canzoni con altre persone – Dan tutto il tempo [come artista solista e produttore], io quando produco un disco. È quello che facciamo [] Quello che volevamo fare con questo album era creare qualcosa di divertente”E’ qualcosa che la maggior parte delle band con vent’anni di carriera alle spalle non fa, cioè un disco accessibile, divertente e anche cool”.ha detto Patrick Carney.

Auerbach aggiunge: “Non importa con chi lavoriamo, non abbiamo mai la sensazione di sacrificare ciò che siamo. È come se si aggiungesse un tocco speciale. Abbiamo semplicemente ampliato la tavolozza con le persone con cui volevamo lavorare. Eravamo lì a sostenere loro e le loro idee, facendo tutto il possibile affinché quel momento ci desse il massimo risultato possibile. Però quando è arrivato il momento di finire l’album, eravamo solo io e Pat. Non abbiamo mai lavorato così duramente per un disco”, continua. “Non abbiamo mai impiegato così tanto tempo per fare un album. Ci siamo presi il nostro tempo e l’abbiamo fatto bene”.

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Durante la lavorazione di “Ohio Players”, titolo ispirato all’omonima leggendaria band funk di Dayton (OH), i Black Keys erano impegnati anche in veste di DJ in feste di città di tutto il mondo, feste che avevano denominato “Record Hangs”, suonando 45 giri presi dalle loro enormi eclettiche collezioni.  “Lo spirito di quelle feste ha infuso il DNA dell’album. È stato questo il divertimento, lasciarsi andare un po’” , dice Auerbach.

Il disco è stato realizzato in collaborazione con Beck Hansen, co-autore di sette delle quattordici tracce del disco, anche se compare ufficialmente come featuring solo in “Paper crown”. La chitarra dell’ex Oasis Noel Gallagher, invece, è protagonista nella ballata “On the game” e e nell’ibrido retrò di “Only love matters”.

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Il disco in definitiva riprende e porta alle estreme conseguenze le intuizioni di quel periodo, la fine degli anni ’90, in cui sembrava possibile ibridare infiniti generi tratti dalla storia della musica inventando una nuova coerenza stilistica, gli anni di Happy Mondays, Beck, Primal Scream. Blues, soul, funk, ma anche musica da ballare, psichedelia, noise, garage, exotica, hip hop, shakerati, spinti al massimo e scaraventati in una adrenalinica atmosfera di festa.
Non mancano brani nel più classico, sporco, garage blues (Please Me, Live tilll I Die, Fever Tree), una pepita da crate digger  (cover dello standard soul del ’68 firmato da William Bell e Booker T. Jones I Forgot to Be Your Lover) e una incursione nel Northern Soul (You’ll Pay). Ovviamente, con tanta carne al fuoco, non tutti i brani hanno la stessa efficacia, ma dove la formula funziona a dovere il risultato è decisamente soddisfacente.

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I Black Keys hanno annunciato una lunga serie di date live in Nord America, Gran Bretagna e Irlanda. Per ora nessuna incursione è prevista dalle nostre parti.

Intanto SXSW ha annunciato l’inclusione del nuovo documentario This is a Film About The Black Keys nel suo festival nel 2024. Il documentario ripercorre lo straordinario viaggio che ha portato Dan e Patrick, due ragazzi di quartiere che suonavano in uno scantinato dell’Ohio, allo status di superstar del rock’n’roll.

Ohio Players, di The Black Keys è il nostro “Disco della Settimana”.

The Black Keys, “Dropout Boogie. Disco della settimana.

Con l’undicesimo album di studio The Black Keys tornano allo sporco blues rock “moderno” delle origini. Dropout Boogie è un disco immediato e diretto, interamente scritto nelle jam in studio e con collaborazioni prestigiose.

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Dopo 10 album, di cui gli ultimi cinque entrati in Top 10, sei Grammy Awards e tour sold-out in tutto il mondo, The Black Keys sono tornati. Il duo definito da Uncut “una delle migliori band rock’n’roll del pianeta” ha appena pubblicato il nuovo undicesimo album in studio dal titolo Dropout Boogie su etichetta Nonesuch Records. Dropout Boogie vanta collaborazioni con Billy F. Gibbons (ZZ Top), Greg Cartwright (Reigning Sound) e Angelo Petraglia (Kings of Leon). 

Dropout Boogie è uscito un giorno prima del dodicesimo anniversario del primo album di The Black Keys The Big Come Up. Come è stato per tutta la loro carriera, Dan Auerbach e Patrick Carney hanno scritto tutto il materiale in studio. E questo nuovo album cattura diverse prime registrazioni che richiamano il rock blues dei loro esordi, quando facevano musica insieme negli scantinati di Akron (Ohio).

Questo è sempre stato il bello di quello che facciamo io e Pat. È immediato” dice Auerbach. “Non abbiamo mai dovuto lavorarci davvero. Ogni volta che ci riunivamo, facevamo solo musica, sai? Non sapevamo cosa avremmo fatto, ma lo facevamo e basta e suonava bene. È la chimica naturale che abbiamo io e Pat. L’essere in una band così a lungo è una testimonianza di questo. È stato un vero dono che ci è stato dato. Voglio dire, le probabilità di trovarsi ad un isolato e mezzo l’uno dall’altro ad Akron, Ohio – è semplicemente pazzesco”.

Dopo aver messo a punto le idee iniziali come duo nello studio Easy Eye Sound di Auerbach a Nashville, Auerbach e Carney hanno dato il benvenuto ai nuovi collaboratori Billy F. Gibbons, Greg Cartwright e Angelo Petraglia alle sessioni di Dropout Boogie. Anche se The Black Keys avevano già scritto dei brani con il produttore/collaboratore Danger Mouse, questa è la prima volta che hanno invitato diversi nuovi collaboratori a lavorare contemporaneamente su uno dei loro album. Si possono sentire sia Cartwright che Petraglia sul primo singolo del nuovo album, “Wild Child”.

Vivere a Nashville e fare l’album qui ha aperto entrambe le nostre menti a quell’esperienza in più“, ha detto Auerbach. “Sapevo che Pat avrebbe amato lavorare con entrambi questi ragazzi, così abbiamo deciso di fare un tentativo. Era la prima volta che lo facevamo davvero. È stato molto divertente. Ci siamo semplicemente seduti intorno ad un tavolo con delle chitarre acustiche e abbiamo lavorato ad un brano in anticipo“. “La cosa bella di Greg è che vuole avvicinarsi alle cose con una storia in mente – c’è quasi una trama“, ha aggiunto Carney.

The Black Keys avevano già suonato con il leggendario chitarrista degli ZZ Top Billy F. Gibbons più di dieci anni fa a Los Angeles, mentre gli ZZ Top stavano lavorando a un album con il produttore Rick Rubin. “Non abbiamo mai veramente scritto una canzone, avevamo solo delle idee che abbiamo messo giù“, ha detto Carney. “Volevamo solo passare del tempo con lui. Siamo rimasti in contatto e Dan l’ha invitato in studio quando abbiamo iniziato a lavorare all’album“.

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Oltre agli album del duo, Auerbach, grazie al suo studio ed etichetta Easy Eye Sound, ha prodotto e co-scritto con artisti come Yola, Marcus King, Robert Finley, Ceramic Animal e i Velveteers. Carney è stato impegnato anche come produttore nel suo studio Audio Eagle ad Akron, dove ha lavorato con Michelle Branch, Tennis, Jessy Wilson, Calvin Johnson e The Sheepdogs, tra gli altri.

Un’edizione speciale in vinile bianco di Dropout Boogie (il nostro “Disco della sttimana“) sarà disponibile in alcuni shop indie selezionati.

Disco della settimana: The Black Keys “Delta Kream”.

Appena pubblicato per Nonesuch Records, “Delta Kream” è il decimo album in studio per il duo di Akron The Black Keys. L’album celebra le origini della band attraverso undici brani votati al Mississippi Hill Country Blues, con canzoni di R. L. Burnside, Junior Kimbrough e altri artisti che hanno contribuito alla formazione musicale dei Black Keys.

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Dan Auerbach e Patrick Carney hanno registrato Delta Kream” all’Easy Eye Sound di Nashville, studio di Auerbach. Con loro numerosi musicisti e leggende del blues come Kenny Brown, Eric Deaton, R.L. Burnside e Junior Kimbrough. Il titolo dell’album è ispirato all’iconica foto di William Eggleston in copertina.

“Abbiamo realizzato questo album per onorare la scena musicale blues del Mississippi che ci ha influenzato fin dall’inizio”, spiega Auerbach. “Per noi questi brani sono tanto importanti oggi quanto lo sono stati il primo giorno che io e Pat abbiamo iniziato a suonare insieme. È stato davvero emozionante, di grande ispirazione e del tutto naturale riscoprirli con Pat, Kenny Brown ed Eric Deaton”.

“Abbiamo pianificato il tutto con pochi giorni di preavviso”, ricorda Carney. “Abbiamo registrato l’intero album in una decina di ore, nell’arco di due pomeriggi alla fine del ‘Let’s Rock’ tour”.

Il disco è stato anticipato dal singolo “Crawling Kingsnake”. “Ero alle superiori quando ho ascoltato per la prima volta la versione di John Lee Hooker”, ricorda Auerbach. “Mio zio Tim mi regalò l’album. La nostra versione ha uno stile molto più vicino a quello di Junior Kimbrough. Praticamente un disco riff!”. “Siamo arrivati a questa intro di batteria quasi per caso”, aggiunge Carney, “e ce ne siamo subito innamorati. L’obiettivo finale è stato poi quello di amalgamare le chitarre al profondo groove creato da me ed Eric”.

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La musica nata nel nord del Mississippi ha da sempre un forte ascendete sul suono de The Black Keys, dalle loro cover di “Busted” di R.L. Burnide e di “Do The Romp” di Junior Kimbrough al loro album di debutto.

Oltre a rendere omaggio a queste leggende del blues del Mississippi con Delta Kream, The Black Keys stanno lavorando con VisitMississippi, l’organizzazione turistica dello stato, per promuovere una nuova segnaletica per evidenziare R.L Burnside e Junior Kimbrough sul Mississippi Blues Trail, che racconta le storie degli artisti blues dello stato, tanto famosi quanto oscuri attraverso le parole e le immagini. (Entrambi i musicisti sono attualmente conosciuti su un percorso di gruppo a Holly Springs intitolato “Hill Country Blues.”) La nuova segnaletica sarà eretta ad Holly Springs e Chulahoma, luoghi strettamente associati a Burnside e Kimbrough – un tributo appropriato a questi artisti dell’ Hill Country Blues e ulteriore riconoscimento dei loro contributi dati alla musica americana.

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Formatosi a Akron (Ohio) nel 2001, The Black Keys, definiti “i sovrani del rock” da Associated Press e “una delle migliori rock ‘n’ roll band del pianeta” da Uncut, sono: il chitarrista/cantante Dan Auerbach e il batterista Patrick Carney. Dopo essersi esibita in una miriade di piccoli club, la band ha conquistato le arene di tutto il mondo e pubblicato nove album in studio: il primo di debutto The Big Come Up (2002), seguito da Thickfreakness (2003) e Rubber Factory (2004), e le successive pubblicazioni per Nonesuch Records Magic Potion (2006), Attack & Release (2008), Brothers (2010), El Camino (2011), Turn Blue (2014) e il più recente “Let’s Rock” (2019), più l’edizione per i dieci anni di Brothers (2020). The Black Keys hanno vinto sei Grammy Award e un BRIT Award e suonato da headliner nei più importanti festival in US ed in Europa

Molte sono anche le certificazioni in Italia: l’album EL CAMINO è ORO, il singolo LONELY BOY è disco di PLATINO, mentre HOWLIN’ FOR YOU, FEVER e GOLD ON THE CEILING sono tutti singoli certificati ORO 

“Delta Kream” tracklist:

  1. Crawling Kingsnake (John Lee Hooker / Bernard Besman)
  2. Louise (Fred McDowell)
  3. Poor Boy a Long Way From Home (Robert Lee Burnside)
  4. Stay All Night (David Kimbrough, Jr.)
  5. Going Down South (Robert Lee Burnside)
  6. Coal Black Mattie (Ranie Burnette)
  7. Do the Romp (David Kimbrough, Jr.)
  8. Sad Days, Lonely Nights (David Kimbrough, Jr.)
  9. Walk with Me (David Kimbrough, Jr.)
  10. Mellow Peaches (Joseph Lee Williams)
  11. Come on and Go with Me (David Kimbrough, Jr.)

 

 

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Disco della settimana: Introducing… Aaron Frazer

Dopo la pausa festiva torna la rubrica “Il Disco della settimana” con ‘Introducing …’. Esordio di Aaron Frazer (già con Durand Jones & The Indications), prodotto da Dan Auerbach dei Black Keys, uscito l’8 gennaio per Dead Oceans

L’esordio solista di Aaron Frazer è un album di dolcissimo soul prodotto dal grande Dan Auerbach dei Black Keys, anticipato le settimane scorse dai singoli ‘Bad News’ e ‘Over You’, oltre che dal nuovo ‘I Got It’.

Aaron Frazer è il batterista e corista dei Durand Jones & The Indications, band che in tempi recenti ha dato nuova linfa e vigore ad uno dei più classici sound americani. ‘Introducing …’, esordio di Aaron, è una co-produzione in uscita per Dead Oceans e Easy Eye Sound, label fondata dallo stesso Auerbach.

Un vero e proprio testamento di gratitudine verso i grandi artisti soul che hanno definito il suo gusto e influenzato lo stile (con un occhio di riguardo per le atmosfere soft alla Brenton Wood). ‘Introducing …’ combina la passione di Aaron per il grande soul degli anni ’70 con la particolare sensibilità produttiva di Dan Auerbach, con influenze disco, gospel e doo-wop.

Il disco è stato prodotto in una settimana presso lo studio di Dan Auerbach a Nashville con una band di turnisti incredibili. Alle registrazioni hanno partecipato il percussionista Sam Bacco, membri del mondo Daptone e Bg Crown e turnisti che avevano partecipato alla registrazione di classici come ‘Son of A Preacher Man’ di Dusty Srpingfield e ‘You Make Me Feel Like A Natural Woman’ di Aretha Franklin.



Album info: https://deadoceans.com/records/introducing

 

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