🎧 Firenze, lettera aperta dei biblioprecari al Comune: in 100 ancora senza certezze

Firenze – I biblioprecari che rischiano il posto di lavoro sono 100, e chiedono al Comune maggiori certezze attraverso un tavolo di confronto.

Una lettera aperta al sindaco Dario Nardella, all’assessore al Personale Alessandro Martini e al Presidente del Consiglio Comunale Luca Milani. A scriverla sono i ‘biblioprecari’, ovvero i lavoratori delle biblioteche e degli archivi fiorentini.

I punti chiave che il comitato dei biblioprecari mette in evidenza sono da un lato, la loro necessità di vedere ‘premiata’ l’esperienza accumulata in molti anni di attività (ricordiamo che per i più anziani in servizio si arriva anche a 15-20 anni di operatività nei servizi bibliotecari e di archivio), dall’altra la necessità della copertura finanziaria per l’ attivazione di tutti i servizi del nuovo appalto, scongiurando il rischio che molti di questi vengano tagliati, attualmente mancano 120.000 euro per la copertura di tutti i servizi, che si tradurranno anche in perdita di posti di lavoro. E che l’importo del nuovo bando corrisponda ad una reale sostenibilità economica dei servizi, scongiurando così il rischio che molti di questi vengano tagliati.

In podcast l’intervista a Giuseppe Cazzato dei Cobas e delegato RSU, a cura di Lorenzo Braccini. 

L’incontro di stamane ha anche visto il sindaco di Firenze Dario Nardella e l’assessore al bilancio Federico Gianassi colloquiare con il gruppo di lavoratori  che ha portato la lettera a Palazzo Vecchio. “Il sindaco si è mostrato interessato – hanno detto Giuseppe Cazzato (Cobas) e Stefano Cecchi (Usb) –  e ha detto che ne parlerà al direttore generale amministrativo del Comune, Giacomo Parenti”.

Nella lettera, consegnata questa mattina in Palazzo Vecchio, si legge, “nonostante la mobilitazione, i picchetti, gli scioperi, e la convergenza di associazioni e di altre vertenze, con la pubblicazione del Piano economico di gestione (Peg) del 25 Maggio apprendiamo che le risorse stanziate per il nuovo affidamento ammonteranno a 3.202.320 euro, cifra insufficiente a coprire l’attivazione di tutti i servizi, per un ammanco calcolato di circa 120.000 euro, che si tradurranno in una significativa riduzione oraria dell’offerta culturale alla cittadinanza”.

I bibliotecari lamentano anche “una possibile perdita dei posti di lavoro o riduzione oraria del personale esternalizzato che da anni presta servizio nelle biblioteche e nell’archivio di Firenze, spesso con par-time involontari”.

“Su questo – prosegue la lettera – siamo a chiedere un vostro impegno cogente perché riteniamo che sia ancora possibile, prima dell’assegnazione del nuovo affidamento (1 luglio), anche in considerazione dell’entità delle cifre, reperire nelle pieghe del bilancio le risorse mancanti e garantire l’attivazione di tutti i servizi e scongiurare così ogni possibile perdita occupazionale”.

 

 

🎧 Licenziati 2 RSU alla CSO. USB: “clima da anni ‘50”

“Con Paolo e Andrea  contro i licenziamenti discriminatori”  questa la motivazione del presidio organizzato dalla USB davanti alla sede della giunta regionale toscana in piazza Duomo.

Un presidio contro il licenziamento di due delegati sindacali USB da parte della CSO srl di Scandicci, azienda che produce macchinari oftalmici con 170 dipendenti e che non ha, per altro , dice il sindacato di base, alcun problema di bilancio.

Secondo USB,  si tratta di una misura  “grave e totalmente ingiustificata, contro chi svolge l’attività sindacale”.

I due, secondo quanto raccontato, “avevano presentato una piattaforma richieste nel corso della trattative, chiedendo l’applicazione dei livelli retributivi giusti e la corresponsione del premio di  risultato che era stato regolarmente pattuito”. L’azienda li ha accusati di mettere in dubbio la sua serietà e dia aver usato termini non appropriati, ne è derivata un provvedimento disciplinare.

Una delegazione è stata ricevuta dal consigliere per gli affari del lavoro del presidente Giani, Valerio Fabiani, che si è impegnato a convocare un tavolo con l’azienda.

“Intanto noi andiamo avanti con la vertenza anche in sede legale”   ha detto Stefano Cecchi USB Toscana che parla di clima anni’50. “L’azienda ha proposto un a monetizzazione del licenziamento ma noi non ci stiamo” dice Cecchi. Che aggiunge:  la nostra è una mobilitazione per la difesa della democrazia nei luoghi di lavoro, perché non riaccada ad altri lavoratori attivisti sindacali, per la reintegra immediata. La politica non può essere silente di fronte a questi attacchi ai lavoratori”

Firenze: armato di coltello in uffici servizi sociali, un ferito

Un operatore è stato colpito alla mano da un anziano armato di coltello all’interno degli uffici dei servizi sociali a Gavinana, Firenze

Un uomo armato di coltello si è presentato nell’ufficio decentrato della direzione servizi sociali ‘centro sociale Gavinana’ di piazza Elia Dalla Costa, a Firenze, e dopo aver spintonato l’addetto al front office è entrato nei locali tentando di accoltellare un assistente sociale, ferendolo a una mano prima di venire bloccato dall’intervento di altre persone.

L’episodio, avvenuto stamani, è stato reso noto dall’Unione sindacale di base di Firenze. La posizione dell’aggressore è al vaglio dei carabinieri, intervenuti sul posto.

Secondo le prime informazioni, l’uomo, un anziano, avrebbe aggredito l’assistente sociale ritenendolo responsabile dei suoi problemi. “Per puro miracolo”, spiega il sindacato, “è rimasto ferito solo a una mano”.

“Non si tratta della prima volta che accadono episodi simili – dichiara il rappresentante dell’Usb Stefano Cecchi – e più si aggrava la situazione sociale più questi episodi anche in forme diverse si verificano. Non è più possibile lavorare in certe condizioni”.

Presidio Usb a Firenze: “E’ una guerra non dichiarata”

Lo ha detto Stefano Cecchi (Usb Firenze) al presidio convocato oggi pomeriggio davanti alla prefettura di Firenze dal sindacato di base, nell’ambito dello sciopero nazionale del settore industriale di 4 ore contro le morti sul lavoro e per la sicurezza sui luoghi di lavoro.

“Anche oggi un lavoratore a Trento è morto, un addetto alle consegne: ci sono oltre 300 morti dall’inizio dell’anno, è una guerra non dichiarata dove i morti stanno tutti dalla stessa parte”.
“Le responsabilità – ha aggiunto Cecchi – sono di chi governa questo paese da oltre 25 anni e che non ha fatto niente per la salute la sicurezza dei lavoratori, anzi ha provveduto a smantellare gli strumenti di controllo e gli ispettori, e così è molto più facile anche per i datori di lavoro che non vogliono mettere in sicurezza i luoghi”. L’Usb chiede anche l’abolizione della legge Fornero “perché non si può lavorare in un cantiere a 65 anni”.
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