Processo Magherini: motivazioni Cassazione, morte non prevedibile da carabinieri

La morte di Riccardo Magherini – l’ex calciatore morto in strada a Firenze il 3 marzo 2014 per arresto cardiocircolatorio dopo essere stato ammanettato e messo prono dai carabinieri mentre era “in delirio eccitatorio” per “intossicazione da cocaina”- non era “prevedibile, perchè le forze dell’ordine non avevano le competenze specifiche in materia” di arresto di persone in tale stato. Così la Cassazione spiega perché, meno di due settimane fa ha assolto i tre carabinieri imputati per il decesso di Magherini.

Ad avviso degli ‘ermellini’, i carabinieri – per evitare la morte della vittima mettendolo seduto perché respirasse meglio – “avrebbero dovuto prospettarsi e prevedere in concreto un quadro di conseguenze dannose per l’organismo umano che solo il sapere scientifico entrato nel processo attraverso approfondite perizie mediche ha poi reso note”. Ma questo tipo di ‘previsione’, scrive ancora la Cassazione, “non era esigibile” dai carabinieri che intervennero
“in quel ristretto arco temporale rispetto al quale si è fondato l’addebito omissivo e in cui si trovarono ad operare”.

Magherini fu immobilizzato prono per tredici minuti dall’1,31 all’1,44 nella notte del tre marzo 2014 quando smise di respirare. In base alle numerose testimonianze delle persone presenti che filmarono la scena del drammatico ammanettamento, l’ex calciatore disse anche “sto morendo” ma nessuno gli diede retta pensando che fosse una delle sue “affermazioni deliranti”. Solo il 13 marzo divenne operativa la nuova circolare dell’Arma che metteva al bando le “immobilizzazioni protratte”.

Nell’agire dei rappresentanti delle forze dell’ordine intervenuti a fermare Riccardo Magherini, “si registra” un “solo atto violento non giustificato”, i due calci sferratigli quando era già a terra – e “contenuto” dai quattro carabinieri – dal militare Vincenzo Corni. Lo sottolinea la
Cassazione.

In primo grado i tre cc erano stati condannati – dal Tribunale di Firenze, il 13 luglio 2016 – a sette mesi di reclusione ciascuno il maresciallo Stefano Castellano e l’appuntato Agostino Della Porta, a otto mesi l’appuntato Vincenzo Corni. Erano invece stati assolti un quarto carabiniere, Davide Ascenzi, e gli operatori del 118 – Claudia Matta, Janeta Mitea e Maurizio Perini – arrivati per prestare soccorso a Magherini che giaceva rantolante e allertati dai carabinieri che avevano chiesto un’ambulanza con un medico per sedare l’ex calciatore che ritenevano pericoloso. In seguito, la Corte di Appello fiorentina, il 19 ottobre 2017, confermò le condanne e accogliendo in parte il reclamo delle parti civili, elevò il risarcimento per i familiari della vittima, tra i quali il figlio.

L’unica “similitudine” tra la morte del giovane Federico Aldrovandi, deceduto a Ferrara il 25
settembre 2005 dopo essere stato arrestato e immobilizzato per strada da agenti della polizia, e la morte di Magherini è che “anche in quell’occasione, dei rappresentanti delle forze dell’ordine furono richiesti di intervenire su strada, come purtroppo sempre più spesso accade nelle nostre città, perché c’era un giovane che dava in escandescenze sotto l’effetto di sostanze stupefacenti”. Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni dell’assoluzione dei tre carabinieri accusati della morte di Magherini.

Per La Cassazione però a Ferrara l’azione dei poliziotti “si sviluppò con modalità violente: Aldrovandi venne aggredito fisicamente dai quattro poliziotti, i quali lo percossero ripetutamente con l’uso di manganelli e calci. Schiacciato a terra il ragazzo, i quattro agenti continuarono a infierire sull’Aldrovandi che si dibatteva: uno lo colpiva con il manganello, altri due lo tenevano schiacciato, mentre un quarto lo continuava a percuotere”.

Magherini: Associazione Cucchi, diffondete video arresto. Avv. famiglia, “Ricorreremo Corte Europea”

“Chiediamo a tutti coloro che stanno organizzando proiezioni del film ‘Sulla mia pelle’ di trasmettere, prima o dopo il film, il video su Riccardo Magherini , e a tutti i singoli di diffonderlo con ogni mezzo”. E’ l’appello lanciato sui social dall’Associazione Stefano Cucchi Onlus all’indomani del pronunciamento dei giudici della Cassazione che hanno assolto “perché il fatto non costituisce reato” i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, quarantenne ex giocatore delle giovanili della Fiorentina, avvenuta durante un arresto la notte tra il 2 e il 3 marzo del 2014, in Borgo San Frediano, nel centro storico di Firenze. Il video in questione è quello diffuso dalla Polizia di Stato con immagini relative alle fasi concitate dell’arresto di Magherini.

Video postato da Luigi Manconi nell’aprile 2014 su you tube

La quarta sezione penale della Cassazione ha assolto Vincenzo Corni, Stefano Castellano e Agostino della Porta i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, avvenuta in Borgo San Frediano, Firenze. Il collegio, presieduto da Patrizia Piccialli, ha disposto l’annullamento senza rinvio della sentenza d’appello perché “il fatto non costituisce reato”.  Nei due processi di merito la causa della morte del 40enne, ex calciatore, era stata individuata nell’intossicazione da stupefacenti associata all”asfissia. Le motivazioni della sentenza della Cassazione faranno luce sul percorso che ha portato i giudici a ritenere che il fatto imputato ai tre militari non è reato. Nella requisitoria il sostituto pg Felicetta Marinelli, aveva sostenuto l’opposto: “Se i carabinieri lo avessero messo in posizione eretta, avrebbero permesso i soccorsi e con elevata probabilità la morte non si sarebbe verificata”: l’ha ripetuto per due volte, ricordando che Magherini “era stato a terra col torace sulla strada, per un quarto d’ora”.

“Riccardo – ha detto l’avvocato Fabio Anselmo, che rappresenta le parti civile nel processo, lo stesso legale che ha seguito i familiari di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi. – non è morto per la cocaina, la cocaina uccide ma lascia tracce, invece il cuore di Riccardo era perfetto. Non è morto per infarto, ma perché gli è stato impedito di respirare”. Secondo la difesa dei tre militari, che su questo ha puntato parte della strategia difensiva, non poteva essere imputata loro un’omissione perché non avevano le conoscenze mediche per riconoscere i segni di una crisi respiratoria.

“Guido e Andrea Magherini. Una famiglia distrutta. Quel video terribile che documenta la morte di Riccardo. Due condanne pronunciate dai Giudici di primo e secondo grado improvvisamente annullate dalla Cassazione. È un momento difficilissimo ma se vogliamo essere vicini ed aiutarli non abbandoniamo la strada della civile indignazione. Quel che posso dire è che la vicenda giudiziaria non è da considerarsi chiusa. Afferma l’avvocato Fabio Anselmo,  ai mic di popolare

“Non immaginavamo un esito del genere e siamo vicini alla famiglia Magherini, che per quattro anni e mezzo ha atteso invano giustizia e la cui sofferenza non può, da oggi, che prolungarsi”. Così Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, commenta la sentenza con cui la Corte di cassazione ha annullato le già lievi condanne ad alcuni mesi di carcere che erano state comminate dalla Corte d’appello a tre carabinieri per cooperazione nell’omicidio colposo di Riccardo Magherini, morto a Firenze nel marzo 2014, stabilendo che il loro comportamento non ha costituito reato. “Pur astenendoci da ogni valutazione sulla sentenza della Corte di cassazione – prosegue – non conoscendone le motivazioni, continuiamo a ritenere che nei confronti di Riccardo Magherini siano state utilizzate procedure d”arresto che non abbiano avuto come priorità la salvaguardia della vita umana”.

“Ho qualche bene, e venderò tutto per dare giustizia a Riccardo”. Così, parlando a Lady Radio, Guido Magherini, padre di Riccardo, all’indomani della sentenza di assoluzione in Cassazione per i tre carabinieri, accusati dell’omicidio colposo del figlio quarantenne.
“Oggi è una giornataccia – ha detto Guido Magherini – ci dobbiamo ancora riprendere, perché a tutto potevamo pensare fuorché ad una assoluzione così piena dei carabinieri. Vogliamo conoscere al più presto le motivazioni. Avrò bisogno di un paio di giorni per ricaricarmi e poi andremo avanti”.
“Noi famiglia Magherini, che abbiamo qualche bene, finiremo tutto per dimostrare che Riccardo è stato ucciso. Oltre non posso dire, perché altrimenti mi arresterebbero”, ha detto ancora il padre di Riccardo che ha poi parlato della solidarietà ricevuta in queste ore: “Una delle cose più belle è che tutta la città è con noi, la gente è con noi e questo ci dà una grande forza per andare avanti”.

Processo Magherini: Cassazione assolve i tre carabinieri

La quarta sezione penale della Cassazione ha assolto i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morta di Riccardo Magherini, avvenuta il 3 marzo 2014 a Firenze. Il collegio ha disposto l’annullamento della sentenza d’appello perché “il fatto non costituisce reato”.

Riccardo Magherini, quarantenne ex calciatore della giovanili della Fiorentina, morì durante un arresto da parte dei carabinieri la notte tra il 2 e il 3 marzo del 2014, in Borgo San Frediano.
MAGHERINII tre carabinieri bloccarono Magherini mentre, sotto l’effetto di cocaina e in preda ad allucinazioni, convinto di essere inseguito da qualcuno che voleva ucciderlo, invocava aiuto in Borgo San Frediano, nel cuore del suo quartiere.

“Se i carabinieri lo avessero messo in posizione eretta, avrebbero permesso i soccorsi e con elevata probabilità la morte non avrebbero permesso i soccorsi e con elevata probabilità la morte non si sarebbe verificata”, ha ripetuto per due volte durante la requisitoria il sostituto procuratore generale.
I giudici della Cassazione hanno anche respinto il ricorso dei familiari di Magherini, rappresentati dall’avvocato Fabio Anselmo, che chiedeva l’annullamento della sentenza e un nuovo processo a carico dei tre militari con l’imputazione di omicidio preterintenzionale, che
contemplasse l’evento morte “come conseguenza del reato di percosse”.

Magherini quella sera era uscito a cena in un ristorante, poi aveva iniziato a vagare per le strade del quartiere gridando che gli avevano rubato portafoglio e cellulare. Era quindi
entrato in una pizzeria dove aveva continuato a dare in escandescenze. Tornato in strada, era stato bloccato dai carabinieri e ammanettato a terra, a pancia in giù e a torso nudo, per almeno un quarto d’ora. All’arrivo di un’ambulanza senza medico a bordo, l’ex calciatore fu
trasportato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Maria Nuova, dove alle 2.45 ne venne constatato il decesso. Il sostituto procuratore generale della Cassazione, Felicetta
Marinelli, aveva chiesto la conferma delle condanne inflitte in appello ai tre militari: Vincenzo Corni, 8 mesi, e Stefano Castellano e Agostino della Porta, 7 mesi ciascuno.

Processo Magherini: pg Cassazione,confermare condanna tre carabinieri

Confermare la condanna per omicidio colposo e rigettare anche il ricorso dei familiari. Lo ha chiesto il sostituto pg della Cassazione Felicetta Marinelli

Confermare la condanna per omicidio colposo dei tre carabinieri per la morte di Riccardo Magherini. Lo ha chiesto il sostituto pg della Cassazione Felicetta Marinelli, nella sua requisitoria davanti alla quarta sezione penale, chiamata a giudicare sulla sentenza della corte d’appello di Firenze del 19 ottobre dello scorso anno per la morte del quarantenne ex calciatore, in strada a Firenze, durante un controllo la notte del 3 marzo 2014. Magherini sarebbero deceduto, secondo quanto accertato dalle sentenze di merito, in seguito allo stress respiratorio dovuto all’assunzione di cocaina e alla posizione prona i cui era stato tenuto.

Per la procura generale vanno rigettati i ricorsi della difesa dei carabinieri Vincenzo Corni condannato a 8 mesi, e Stefano Castellano e Agostino della Porta, condannati a 7 mesi ciascuno. E va rigettato anche il ricorso dei familiari di Magherini, rappresentati dall’avvocato Fabio Anselmo, che chiede l’omicidio preterintenzionale. In aula sono presenti parenti e amici di Magherini e Ilaria Cucchi.

“Se i carabinieri lo avessero messo in posizione eretta” e non tenuto prono “avrebbero permesso i soccorsi, e con elevata probabilità la morte non si sarebbe verificata”: esiste quindi il nesso di causa “tra condotta omissiva ed evento morte”. È quanto ha sottolineato il sostituto pg della Cassazione, Felicetta Marinelli, nell’udienza davanti alla quarta sezione penale nel processo a tre carabinieri per la morte di Riccardo Magherini, 40enne ex calciatore, per strada a Firenze durante un controllo nel 2014.

“Il decesso di Magherini – ha premesso il pg – è stato determinato dall’elevato tasso di cocaina, da asfissia e dallo stress”, stress, ha ripetuto, “dovuto all’assunzione di cocaina e al tentativo di liberarsi dalla posizione prona in cui lo tenevano i carabinieri”. “È pacifico – ha aggiunto – che i carabinieri erano ben consapevoli dell’alterazione psico-fisica e se l’avessero liberato dalla posizione prona quando aveva dato i primi segnali di calma e manifestato affanno”, l’uomo “avrebbe potuto essere soccorso e con elevata probabilità di salvarsi”. I carabinieri, ha anche evidenziato il pg, “avevano una posizione di garanzia perché lo stavano arrestando e avevano l’obbligo di tutelarlo”.

Secondo la procura generale, che ha chiesto di rigettare anche il ricorso in tal senso presentato dai familiari di Magherini, si è trattato di un “reato chiaramente colposo” e non di “omicidio preterintenzionale”: i colpi e i calci contestati dall’avvocato Fabio Anselmo, che rappresenta le parti civili, in ogni caso “non hanno avuto rilevanza nella morte.

“Riteniamo che i carabinieri non avessero elementi per capire quello che stava accadendo a Magherini a causa dello stupefacente. Magherini è morto per una serie di concause, tra cui anche la sofferenza per la posizione prona, ma era necessario bloccarlo, e i carabinieri non potevano capire se era il momento di metterlo a sedere”. Lo ha detto l’avvocato Francesco Maresca, difensore di due dei tre carabinieri condannati a Firenze per omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, al termine dell’udienza in Cassazione.

Uno dei punti su cui il legale ha fondato il suo ricorso è che ai militari non possa essere imputata un’omissione perché non hanno le conoscenze mediche per riconoscere i segni di una crisi respiratoria. Uno dei suoi assistiti, Agostino della Porta era presente in aula. “Spera nell’annullamento” della condanna, ha affermato l’avvocato. I tre carabinieri, ha riferito il legale, sono in servizio ma trasferiti in altra sede per motivi di opportunità. L’udienza si è conclusa intorno alle 15, la presidente della quarta sezione, Patrizia Piccialli, ha congedato la corte annunciando “una lunga camera di consiglio”.

Spero sia l’ultima udienza e che sia fatta giustizia per Riccardo e per suo figlio. Vogliamo che il suo nome sia rivalutato. Hanno fatto di tutto per farlo apparire come un delinquente”. Queste le parole di Guido Magherini, padre di Riccardo, al termine dell’udienza in Cassazione per la morte del figlio, a Firenze durante un controllo da parte dei Carabinieri, per la quale tre militari sono sotto processo.


Guido Magherini, ex calciatore, era presente in aula assieme all’altro suo figlio, Andrea, e a diversi parenti e amici. In aula anche Ilaria Cucchi. Appuntato con una spilla sul bavero della giacca o stampato sulla maglietta, hanno indossato lo stemma creato per Riccardo, ‘I love Riky’. “Ci rassicurano le conclusioni del pg”, che ha chiesto la conferma delle condanne, ha commentato l’avvocato della famiglia, Fabio Anselmo. “Riccardo – ha precisato – non è morto per la cocaina, la cocaina uccide ma lascia tracce, invece il cuore di Riccardo era perfetto. Non è morto per infarto, ma perché gli è stato impedito di respirare”

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