Sollicciano: necessita di interventi strutturali

Sollicciano necessita di interventi strutturali, questo è quello che risulta dal sindacato Uil-Pa che segnala nuovi distacchi di cemento armato, “Pensare che una struttura dello Stato possa procurare dei danni fisici a chi privato della libertà”, dice Mautone “è una cosa del tutto anomala e poco consona in uno stato di diritto”.

Dopo il muro di cinta, nei giorni scorsi, nel carcere di Sollicciano a Firenze si sono verificati dei distacchi di “pezzi di cemento armato” dai pilastrini dei balconcini delle sezioni detentive che cadendo hanno invaso i locali dei passeggi sottostanti ove circola personale e detenuti.

E’ quanto denuncia in una nota Antonio Mautone, segretario generale territoriale Uil PA polizia penitenziaria di Firenze che ricorda come anche in passato era stato denunciato dal sindacato “lo stato di totale abbandono e le problematiche strutturali in cui versava e versa l’istituto fiorentino”.

“Pensare che una struttura dello Stato possa procurare dei danni fisici a chi privato della libertà è costretto a risiedervi e agli operatori di polizia che prestano la loro attività lavorativa è una cosa del tutto anomala e poco consona in uno stato di diritto”, aggiunge Mautone.

La Uil Pa ha chiesto all’amministrazione “di correre subito ai ripari non solo interdicendo l’intera area in cui potrebbero verificarsi ulteriori crolli ma programmando opere di ristrutturazioni immediate” anche se, conclude il segretario “siamo sempre più convinti che una struttura come quella fiorentina con problemi strutturali gravi deve essere abbattuta e riedificata ex novo, seguendo gli standard europei dando così dignità alle persone che in carcere lavorano e a quelli che devono espiare una pena.13:46:36

Galluzzo: furto e danni auto, arrestato grazie a tatuaggio

Dopo settimane di scorribande, i carabinieri fermano e arrestano l’autore di danneggiamenti e furti compiuti sulle auto parcheggiate al Galluzzo, sobborgo di Firenze sulla via Cassia.

A partire da metà giugno, in zona Galluzzo, si sono registrati numerosi episodi riguardanti il danneggiamento di autovetture parcheggiate in strada da dove, dopo aver infranto i vetri, l’autore portava via ogni oggetto presente, anche se di modestissimo valore.

Già da alcuni giorni identificato, i carabinieri poi hanno bloccato Leonardo Messerini, 47enne pluripregiudicato originario di Firenze, senza fissa dimora. Lo hanno riconosciuto e bloccato ieri pomeriggio a San Casciano in Val di Pesa.

Gli episodi si verificano di giorno e di notte e sono stati denunciati presso la locale stazione dei carabinieri, hanno determinato l’intensificazione dei servizi per il controllo del territorio da parte delle pattuglie dell’Arma e un aumento dell’attenzione dei cittadini del posto.

In più occasioni la popolazione è riuscita a filmare col cellulare il ladro in azione.

La successiva acquisizione ed analisi dei filmati ha permesso agli investigatori di identificare con assoluta certezza il responsabile dei furti, anche grazie ad un vistoso tatuaggio sul braccio destro, e di mettersi sulle sue tracce.

Ieri mattina i militari della Stazione di Firenze Galluzzo hanno rintracciato, in una strada della località Chiesanuova del Comune di San Casciano Val di Pesa, lo scooter utilizzato da Messerini per compiere i suoi numerosi furti, ripreso in uno dei video consegnati dai cittadini ai carabinieri.

Mentre i militari effettuavano un servizio di appostamento nei pressi del ciclomotore, in attesa che l’utilizzatore tornasse a riprenderlo, a metà pomeriggio il ricercato veniva fermato dai colleghi della stazione Carabinieri di San Casciano, anch’essi impegnati nelle ricerche, che l’avevano riconosciuto e fermato mentre percorreva a piedi una strada.

Ora Messerini è a Sollicciano, mentre lo scooter usato nei colpi, è risultato provento di furto: era stato rubato a giugno nella zona di Porta al Prato a Firenze, ora è stato recuperato e restituito al legittimo proprietario

Scarperia: due arresti per traffico di eroina

Due arresti per traffico di eroina, trasportavano 21 ovuli nell’intestino, fermati alla stazione di Scarperia da forze militari.

Due uomini di origine nigeriana, trasportavano 21 ovuli termosaldati di eroina per un totale di 239 grammi, nell’intestino: sono stati arrestati dai carabinieri della stazione di Scarperia nel corso di un servizio di controllo nel comune di Scarperia e San Piero (Firenze), in corrispondenza della fermata dell’autobus proveniente da Firenze.

L’atteggiamento dei due ha subito insospettito i militari e l’elevata ed ingiustificata quantità di denaro che avevano al seguito, oltre 1000 euro, ha fatto ritenere ai carabinieri necessario effettuare accertamenti più approfonditi.

Attraverso gli esami radiografici, effettuati presso l’ospedale di Borgo San Lorenzo, è stato possibile infatti accertare che i due uomini stavano trasportando, nel loro intestino, 21 ovuli termosaldati contenenti eroina. I due sono stati arrestati e trasportati nel carcere di Sollicciano.

Firenze: chiama vittima furto e chiede riscatto

Firenze, dopo aver subito un furto, la vittima viene contattata da una 41enne fiorentina per chiedere il riscatto del mezzo. La donna è stata arrestata dai carabinieri per il reato di ricettazione.

Le indagini dei militari sono partite dopo la denuncia da parte della vittima, la quale il 29 giugno scorso aveva subito il furto di uno scooter Yamaha T-Max, in piazza dell’Isolotto a Firenze ed era stata poi contattata telefonicamente da una donna, la quale aveva riferito di conoscere gli autori del gesto ed il luogo dove il mezzo era stato portato, richiedendo però in cambio la consegna di 200 euro per la restituzione.

I carabinieri, in abiti borghesi, hanno predisposto un servizio di osservazione nei pressi del luogo in cui era stato fissato l’incontro intervenendo nel momento in cui la 41enne ha preso in mano i soldi e quindi si è concretizzato l’ingiusto profitto frutto dell’estorsione.

Il denaro è stato restituito all’avente diritto e lo scooter è stato recuperato mentre la donna è stata portata nel carcere di Sollicciano.

Terrorismo: scarcerato da Sollicciano, espulso

Risultava “vicino” all’attentatore di Berlino Anis Amri, scarcerato qualche giorno fa da Sollicciano (Firenze), è stato rimpatriato in Tunisia.

Un 28enne originario del Marocco, nato a Tunisi, ritenuto contiguo ad ambienti dell’estremismo islamico, è stato espulso con accompagnamento alla frontiera. Lo fa sapere il Viminale.
Detenuto per reati comuni, l’uomo è stato sottoposto al monitoraggio durante la permanenza in carcere per reati comuni in quanto risultava “vicino” all’attentatore di Berlino Anis Amri, conosciuto in una precedente detenzione.
Scarcerato qualche giorno fa da Sollicciano (Firenze), è stato rimpatriato in Tunisia. Si tratta della 57esima espulsione di quest’anno nei confronti di soggetti contigui ad ambienti dell’estremismo islamico; la 294esima dal 2015.
L’uomo si sarebbe radicalizzato in carcere, dove si trovava detenuto per reati di droga. Secondo quanto appreso, nel corso della detenzione avrebbe espresso esultanza in occasioni di alcuni episodi di terrorismo, e per questo era stato sottoposto a monitoraggio. Irregolare in Italia, una volta scarcerato per lui è scattata l’espulsione.
Si sono conosciuti nel carcere di Ragusa Anis Amri, l’attentatore di Berlino, e il 28enne marocchino espulso dall’Italia poiché ritenuto contiguo ad ambienti dell’estremismo islamico. All’epoca della loro convivenza in cella, secondo quanto appreso, Amri non era ancora radicalizzato.
Il marocchino è stato espulso a seguito di un provvedimento disposto dal gip di Firenze nel corso di un’udienza preliminare. In sede di patteggiamento a un anno di reclusione per reati di droga, il giudice ha disposto nei confronti del 28enne la sostituzione della pena detentiva con l’espulsione

Firenze: detenuto si suicida, era in degenza per problemi psichici

Un detenuto si è suicidato, ieri pomeriggio, nel carcere fiorentino di Sollicciano, impiccandosi alla finestra del bagno della sua cella. Ne dà notizia il segretario toscano del Sappe Pasquale Salemme.

L’uomo, di origine marocchina, era in attesa di giudizio e, riporta il sindacato in una nota, si trovava nel reparto degenza per problemi psichici. L’intervento degli agenti di polizia penitenziaria, che hanno prestato anche i primi soccorsi, spiega Salemme, è stato “immediato ed ha consentito l’invio del detenuto” al pronto soccorso dell’ospedale cittadino.

“Purtroppo, tale tempestività non ha permesso di salvare la vita all’uomo che è deceduto in ospedale”. “Questo nuovo drammatico suicidio di un altro detenuto – afferma Donato Capece, segretario nazionale del Sappe – evidenzia come i problemi sociali e umani permangono nei penitenziari, lasciando isolato il personale di polizia penitenziaria a gestire queste situazioni di emergenza. Il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri”.

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