Covid: attese 27.500 dosi vaccino in Toscana,si parte con rsa

Vaccino anti-covid in Toscana: partenza in anticipo con avvio delle somministrazioni mercoledì 30 dicembre

Partirà in anticipo la campagna vaccinale di massa contro il Covid in Toscana: l’avvio delle somministrazioni è in programma per mercoledì 30 dicembre anziché per il 4 gennaio come precedentemente annunciato. Lo riporta la stampa locale.

“Aspettiamo la comunicazione ufficiale per l’arrivo delle dosi – conferma stamani Carlo Tomassini, coordinatore sanitario dell’unità di crisi regionale – domani ne dovrebbero arrivare 27.500 per partire con la vaccinazione il giorno successivo”.

I destinatari delle 27.500 dosi saranno gli ospiti e i lavoratori della rsa della Toscana. “Poi il primo gennaio – aggiunge Tomassini – si partirà con la vaccinazione all’interno dei presidi ospedalieri, medici, infermieri e operatori socio sanitari saranno vaccinati per tre giorni su chiamata partendo dai reparti più esposti a rischio, i reparti Covid. Dal 4 gennaio sarà attiva l’agenda di prenotazione per tutti gli altri sanitari”. La campagna andrà avanti grazie all’arrivo di dosi con cadenza settimanale.

Il 27 dicembre sono arrivati i primi vaccini in Toscana, con 620 dosi in attesa della vera somministrazione che porterà in quel mese 16420 dosi per coloro che sono in prima linea e per gli anziani nelle RSA e poi, si continuerà, man mano che arriveranno le indicazioni del Governo, raggiungendo oltre 3 milioni di persone in Toscana.

Un’infermiera anticovid dell’ospedale fiorentino di Careggi, Simona Bausi, 50 anni, la prima vaccinata contro il Coronavirus in Toscana.

Infermiera antiCovid prima vaccinata Toscana

E’ un’infermiera anticovid dell’ospedale fiorentino di Careggi, Simona Bausi, 50 anni, la prima vaccinata contro il Coronavirus in Toscana.

“Tanto orgoglio e tanta speranza che ci si faccia a uscire da questo periodo buio – ha detto -. Vaccinarsi mi sembra la cosa da fare in questo momento. C’è un po’ di ansia, ma soprattutto speranza per questo vaccino. Spero di fare un ‘vagone’ di anticorpi'”.

“Siamo tutti felici di essere qua oggi e di essere i primi a vaccinarsi – ha aggiunto -. Soprattutto per i sanitarsi vaccinarsi dovrebbe essere praticamente obbligatorio. Rischiare di essere dei vettori di infezione per noi che lavoriamo con le persone malate è pesante e poi vogliamo essere da sprone per tutti gli altri. La fiducia nella scienza c’è ed è tanta, e sono certa che andrà bene”.

Claudia Alivernini, 29 anni, infermiera dello Spallanzani di Roma e volontaria nelle Uscar per curare a casa i pazienti fragili, e’ invece la prima vaccinata d’Italia contro il Covid-19. “Un simbolo importante – sottolinea in una nota Fnopi – per la professione infermieristica che e’ anche la prima come numero di contagi (oltre 50mila da inizio pandemia e sono aumentati, in media, di 300 al giorno) e per vicinanza agli ammalati per i quali rappresenta spesso l’unico contatto con il mondo esterno. Gli infermieri, assieme ai medici, sono i primi in tutto il Paese ad aver ricevuto il vaccino.

Anche Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini degli infermieri (FNOPI, oltre 454mila iscritti) e direttrice sociosanitario dell’ASST Nord Milano e’ tra questi in Lombardia, dove la scelta e’ di vaccinare per primi tutti i presidenti degli ordini degli infermieri e dei medici e alcuni personaggi rappresentativi della lotta a Covid-19″.

“Per un infermiere – ha commentato Mangiacavalli, dopo aver ricevuto il vaccino – e’ un dovere verso i cittadini, verso i colleghi e anche verso la scienza in cui crediamo. La professione infermieristica aderisce ai principi dell’etica professionale che guida scienza e coscienza degli infermieri in scelte che rispondono al principio inderogabile di tutela della salute delle persone e riconosce il valore delle evidenze scientifiche come base del suo agire professionale”.

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