Vaccino Covid-19, appello delle confessioni religiose

Le Confessioni religiose e le Tradizioni spirituali della Toscana lanciano un appello alla popolazione a favore della vaccinazione contro il Covid

L’invito al vaccino Covid-19 è questo il messaggio emerso con unità di intenti nel corso di una conferenza stampa, alla quale hanno preso parte i vertici istituzionali della Giunta regionale della Toscana, gli assessori Alessandra Nardini (Promozione della cultura della pace ed Educazione alla cittadinanza globale) e Simone Bezzini (Sanità), e i firmatari dell’appello: Don Roberto Pacini incaricato della Conferenza Episcopale Toscana, Sara Cividalli per la Comunità Ebraica di Firenze e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Elzir Izzeddin per la Comunità Islamica di Firenze e l’Unione delle Comunità Islamiche in Italia, Joachim Langeneck per il X Circuito delle Chiese Valdesi e Metodiste, Anna Maria Shinnyo Marradi per il Centro Zen Firenze Shinnyoji, Mauro Bombieri per la Congregazione ltaliana pla Federazione Regionale Islamica della Toscana.

“E’ un appello profondamente sentito, di cui ringrazio per il suo messaggio di fiducia, speranza e solidarietà – fa sapere il presidente Eugenio Giani parlando del vaccino Covid-19.

“E’ una delle prime iniziative del Tavolo per il dialogo con le Confessioni religiose e le Tradizioni spirituali, organismo di recente costituzione presso la Giunta regionale, istituito a fine luglio e reinsediatosi poche settimane fa – commenta l’assessora Nardini, che lo presiede -. Ringrazio le firmatarie e i firmatari per la sensibilità e la collaborazione di cui hanno dato prova con la sottoscrizione di questo importantissimo appello. Mi auguro che le adesioni possano ulteriormente crescere e che questo serva a sensibilizzare la popolazione toscana tutta. Solo se rimarremo uniti e agiremo con senso di responsabilità e prudenza, adottando i corretti comportamenti e decidendo, quando sarà il nostro turno, di vaccinarci, riusciremo a sconfiggere il virus”.

“L’appello sottoscritto è un documento davvero molto importante, che testimonia capacità di dialogo e attenzione profonda e condivisa per il bene della propria comunità. Ringrazio tutti per lo spirito di solidarietà e l’impegno concreto – aggiunge l’assessore Bezzini -. La vaccinazione contro il Covid è uno strumento decisivo per difenderci dal virus, per questo auspichiamo che si superino quanto prima i problemi di fornitura a livello nazionale ed europeo per poter contare su quantità e tempi certi nelle prossime consegne. Questa è una battaglia che possiamo vincere solo se saremo uniti e ognuno farà la sua parte. L’intero sistema sanitario regionale sta lavorando senza sosta e riapriremo le agende delle nuove vaccinazioni in relazione alla disponibilità di dosi. Il nostro obiettivo è vaccinare più persone possibili, per raggiungere l’immunità di gregge e per uscire, insieme e quanto prima, dall’emergenza sanitaria. L’incontro di oggi ci trasmette ancor più fiducia, motivazione e speranza”.

“Dopo questi durissimi mesi di pandemia, la notizia dell’avvio delle vaccinazioni accende finalmente una luce di speranza sul futuro – concordano all’unisono i rappresentanti delle Confessioni religiose e delle Tradizioni spirituali toscane nel loro appello -. In questi giorni, anche in Toscana, è partita la prima fase, indirizzata a specifiche categorie, mentre, nei prossimi mesi e progressivamente, sarà chiamata a vaccinarsi tutta la popolazione. Il vaccino, è bene ricordarlo, non è obbligatorio – proseguono -, ma farlo significa proteggere se stessi e gli altri, in particolare le persone con maggiori fragilità di salute e i più anziani. L’obiettivo è raggiungere l’immunità di gregge, per far sì che i contagi si fermino e ci si possa lasciare alle spalle questo lungo periodo così complicato”.

“Il personale sanitario, così come le ricercatrici e i ricercatori hanno compiuto un lavoro immenso per proteggerci, curarci e per arrivare al vaccino – si legge nel loro appello -. Adesso tocca a noi, alle cittadine e ai cittadini, aiutare a sconfiggere il virus, continuando ad adottare i comportamenti anti-contagio (mascherina, igienizzazione frequente delle mani, distanziamento fisico) e vaccinandoci quando sarà il nostro turno. In questi mesi, la liberazione dell’umanità da questa sofferenza è stata protagonista delle nostre preghiere, Fede e Spiritualità hanno rappresentato un sostegno fondamentale per molti e un conforto prezioso per chi ha affrontato la malattia o un lutto. È fondamentale coltivare con medesima intensità un sentimento di fiducia nella capacità della scienza di debellare questo male”.

Confidiamo pertanto che tutte e tutti ricorrano al vaccino – concludono – non solo per salvaguardare la propria salute, ma anche per dare il proprio piccolo, ma essenziale contributo, alla soluzione di questa crisi sanitaria, sociale ed economica. Mai come adesso uniti possiamo vincere”.

 

Shoah: una suora e una professoressa “Giuste tra le Nazioni”

Due nuove ‘Giuste tra le nazioni’ per la Toscana: sono suor Benedetta Pompignoli e la professoressa Nella Bichi, per quanto fecero per salvare Miranda Servi Cividalli e sua madre Pia Ajò Servi.

Stamani in sinagoga a Firenze la consegna del riconoscimento “Giuste tra le Nazioni”, in memoria, delle medaglie del Memoriale della Shoah di Gerusalemme, lo Yad Vashem, a Raffaele Favilli, nipote di Nella Bichi, e Gigliola Pompignoli, nipote del fratello della religiosa, suora del convento francescano di via dei Serragli a Firenze dove mamma e figlia si nascosero nel ’43.

Tra gli interventi in sinagoga quello di Sara Cividalli, ex presidente della Comunità ebraica fiorentina e attuale Consigliere Ucei, figlia di Miranda e nipote di Pia Ajò Servi e che oggi per la prima volta ha parlato della storia della madre e della nonna, scoperta una decina di anni fa. “È un momento importante della mia vita – ha detto – e io sono nata e vivo grazie a suor Benedetta e a Nella Bichi, due donne eccezionali, speciali che, a rischio della propria vita hanno permesso alla mia mamma di vivere e poi di scegliere di farmi nascere. Madri della mia mamma e mie madri per il loro essere se stesse sempre anche nei momenti più bui, madri per quanto mi hanno regalato e per quanto continuo a scoprire”.

“La storia fa parte del nostro dna – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, tra i presenti alla cerimonia -. Noi non dobbiamo liberarci della storia, ma attingere dal passato per costruire un futuro migliore”. Molte le scuole presenti: proprio ai ragazzi si è rivolto Nardella affermando che le nuove generazioni “hanno la fortuna di non sapere cosa è stata la guerra. Per questo abbiamo bisogno delle testimonianze”. Il sindaco di Firenze ha rivelato poi di “aver scovato negli archivi storici quali fossero i documenti che i funzionari del Comune stilavano negli anni delle persecuzioni razziali”, confessando di “aver sentito una stretta al cuore quando ho trovato stampato tutti i documenti di schedatura dei cittadini fiorentini di razza ebraica”.

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