Fiesoli scarcerato per problemi di salute, interrogazione parlamentare di FdI

Firenze, Rodolfo Fiesoli, il fondatore della comunità il Forteto condannato in via definitiva a 15 anni di carcere per violenza sessuale, è stato posto agli arresti domiciliari in quanto “le condizioni di salute sono incompatibili con la detenzione in carcere”.

Per questo il tribunale di sorveglianza di Venezia ha disposto il trasferimento di Fiesoli in una rsa nel padovano. Assistito dagli avvocati Lorenzo Zilletti e Annamaria Alborghetti.

“La scarcerazione di Rodolfo Fiesoli, il capo della comunità ‘Il Forteto’ condannato poco più di tre anni fa a 14 anni e 10 mesi di reclusione, dimostra che c’è ancora molto da fare per la ricerca delle responsabilità su questa triste vicenda. Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere di conoscere le motivazioni espresse sulla decisione dal Tribunale di sorveglianza di Venezia”. Lo affermano i deputati di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, Francesco Michelotti e Chiara La Porta.

“Per questi motivi – aggiungono – abbiamo già chiesto la calendarizzazione della proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia per istituire una nuova Commissione d’inchiesta parlamentare sul caso. Lo Stato – concludono Donzelli, Michelotti e La Porta – non può lasciare sole le vittime, da parte nostra metteremo in campo ogni sforzo”.

La condanna definitiva per Rodolfo Fiesoli, allora di 78 anni, il ‘profeta’ e fondatore della comunità Il Forteto per minori disagiati a Vicchio del Mugello, in provincia di Firenze, al centro di una vicenda di maltrattamenti e abusi, era arrivata nel novembre del 2019.

Donna uccisa a Cuneo: fermato visse in comunità del Forteto 

Francesco Borgheresi, fermato per l’omicidio di una donna a Cuneo ieri sera, è nato nel 1978 e fino all’età di 20 anni è vissuto nella comunità ‘Il Forteto’ di Vicchio, in provincia di Firenze, al centro di processi per violenze sessuali e maltrattamenti conclusi con numerose condanne. E’ quanto evidenzia l’Associazione vittime del Forteto, precisando che Borgheresi non era uno dei bambini affidati, dal tribunale di Firenze, alla comunità di Rodolfo Fiesoli, detto il Profeta, bensì figlio di soci fondatori della comunità.

“Dolore, tragedia nella tragedia e ancora dolore – commenta l’Associazione delle vittime – Francesco Borgheresi è nato al Forteto da una socia fondatrice di quella che, per 40 anni, è stata considerata una comunità taumaturgica per minori e disabili. In ottemperanza al dogma ‘fortetiano’ del rifiuto della famiglia di origine, non è stato cresciuto dalla madre ma affidato da Fiesoli a una madre ‘funzionale'”.
Nel processo del Forteto Borgheresi è stato testimone dell’accusa e ha contribuito a ricostruire parte delle vicende avvenute nella comunità. Lì ha vissuto fino al 1998, prima di essere mandato a fare il servizio civile, che lui interruppe per intraprendere la carriera militare. Sul Forteto, che è stato commissariato, è stata di recente insediata una commissione parlamentare d’inchiesta che dovrà far luce sugli oltre 40 anni di attività della comunità. Inoltre, la madre ‘funzionale’ di Borgheresi “Daniela Tardani – ricostruiscono ancora le vittime del Forteto – è stata condannata nel processo a 6 anni e 4 mesi di reclusione, in quanto accompagnava uno degli affidati nella camera di Fiesoli per fargli ‘togliere la materialità'”. Era questa l’espressione, emersa nel processo, che veniva usata da Fiesoli per motivare le pratiche sessuali su giovani e minori maschi nella comunità. Fiesoli è stato condannato per abusi sessuali, anche su minori, e maltrattamenti a 14 anni e 10 mesi in Cassazione e sta scontando la pena definitiva nel carcere di Padova. “Non basta il commissariamento” del Forteto, afferma l’associazione delle vittime, un gruppo di ex bambini della comunità dalle cui denunce, fatte da adulti, è scaturito il processo.
“Non basta istituire commissioni d’inchiesta regionali e parlamentari, non bastano le sentenze, i progetti assistenziali, i convegni, le scuse delle istituzioni, gli attestati alle vittime, non basta riconoscere di avere sbagliato. Quando si crea un corto circuito, occorre ripararlo – spiegano – Se si vuole evitare che accadano ancora fatti come quello di ieri, il Forteto deve essere chiuso per sempre, cancellato il nome legato a quelle orrende nefandezze e le vittime devono essere assistite adeguatamente e risarcite. Non bastano le scuse, serve chiudere, assistere le vittime e risarcire il danno provocato”.

Forteto: Cassazione, definitiva condanna a Fiesoli

È definitiva la condanna per Rodolfo Fiesoli, 78 anni, il ‘profeta’ e fondatore della comunità Il Forteto per minori disagiati a Vicchio del Mugello, in provincia di Firenze, al centro di una vicenda di maltrattamenti e abusi.

Dovrà espiare 13 anni, 10 mesi e 2 giorni di reclusione Rodolfo Fiesoli, il ‘guru’ della comunità Il Forteto del Mugello. Questa la pena residua che Fiesoli dovrà scontare nel carcere di Padova, dove si trova recluso, come è stata calcolata nell’ordine di esecuzione per la carcerazione firmato dal procuratore generale di Firenze Marcello Viola. Ieri la Cassazione ha condannato Fiesoli in via definitiva a una pena di 14 anni e 10 mesi di carcere a cui vanno sottratti i periodi di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari a cui è stato già sottoposto, per un totale di 11 mesi e 28 giorni. Ieri sera dopo il pronunciamento della Suprema Corte Fiesoli, difeso dagli avvocati Lorenzo Zilletti e Oliviero Mazza, si è costituito al comando provinciale dei carabinieri di Padova, dove ha atteso l’emissione dell’ordine di carcerazione. Prima di entrare nel carcere di Padova ha dato mandato ai suoi legali di fare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo

L’uomo, che fino a ieri si trovava nella residenza sanitaria per anziani Sanatrix di Aulla (Massa Carrara), era irreperibile da ieri mattina ma in serata  si è consegnato ai carabinieri di Padova, città nella quale si è recato accompagnato dalla moglie perché è nel carcere della città veneta che avrebbe voluto scontare a pena. In un primo momento Fiesoli si era diretto nel carcere di Padova ma il personale non ha ammesso la sua richiesta di costituirsi perchè ancora non era disponibile l’ordine di esecuzione della Procura generale. Quindi il carcere di Padova lo ha indirizzato verso il comando generale di carabinieri. Per molti anni ‘Il Forteto’ è stata considerata una delle principali comunità di recupero per minori provenienti da famiglie disagiate, che vi venivano inviati dal tribunale dei Minori di Firenze in progetti di assistenza. Ma diverse volte, nel corso del tempo, il Forteto è finito al centro di vicende giudiziarie, anche con condanne: nonostante tutto ha sempre proseguito la sua attività. Dopo la sentenza di oggi è definitiva anche la condanna a 6 anni e quattro mesi per Daniela Tardani, una delle madri affidatarie che in queste ore sta aspettando l’ordine di esecuzione del suo arresto in carcere dentro la caserma dei carabinieri di Borgo San Lorenzo (Firenze). Il caso del ‘Forteto’ era approdato in Cassazione il 22 dicembre 2017, in quella occasione la Suprema Corte aveva confermato la responsabilità penale di Fiesoli, rinviando ad un appello bis per la rivalutazione di un singolo capo di imputazione. Dopo quella sentenza, il ‘guru’ venne arrestato, ma poi rilasciato perché la condanna non era ancora definitiva. Immediate le reazioni del mondo politico: “Sono stata la promotrice della commissione d’inchiesta sui fatti del Forteto, affinché le responsabilità di ciò che è accaduto nella comunità toscana possano essere accertate anche da una indagine parlamentare – ha commentato la senatrice M5s Laura Bottici – Continueremo il nostro lavoro alla ricerca della verità e della giustizia: lo dobbiamo a tutte le giovani vittime e alle loro famiglie”. Sulla stessa scia la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria: “La giustizia ha fatto il suo corso, ora spetta alla politica fare altrettanto. Va insediata quanto prima la Commissione parlamentare di inchiesta che ha il dovere di fare luce su tutti i responsabili che hanno permesso per così tanti anni ignobili violenze ai danni dei più deboli”.

Forteto: Fiesoli assolto al processo bis

La corte di appello di Firenze ha assolto Rodolfo Fiesoli, fondatore della comunità il Forteto in Mugello (Firenze) in un processo per abusi sessuali su un minore ospite della struttura riformando nettamente la sentenza del primo grado che lo aveva condannato a 8 anni.

Fiesoli, difeso dall’avvocato Lorenzo Zilletti, è stato assolto perché ‘il fatto non sussiste’. Il processo nasce da una denuncia di un giovane che , minorenne, nei primi anni 2000 frequentava il Forteto il pomeriggio e, talvolta, vi pernottava su indicazione degli assistenti sociali.

Nella denuncia il giovane, che come gli altri minori del Forteto proveniva da una famiglia disagiata, accusava Fiesoli di averne abusato sessualmente. Questo ha portato a un nuovo processo contro il ‘guru’ del Mugello, successivo a quello principale per maltrattamenti e violenza sessuale che ha portato a condanne, a vario titolo, di Fiesoli (che ha avuto 14 anni e 10 mesi) e dei suoi stretti collaboratori.

Forteto: associazione vittime, via soci condannati è obiettivo commissario

“Il principale obiettivo del mandato conferito dal ministero dello Sviluppo Economico” al commissario per la cooperativa Il Forteto Jacopo Marzetti è “quello di sciogliere la setta attraverso l’esclusione ‘di tutti i soci coinvolti nel procedimento penale'”.

Lo scrive, in una nota, l’Associazione vittime del Forteto dopo aver letto la Gazzetta ufficiale dove è stato pubblicato il decreto di nomina. Secondo l’Associazione, di cui fanno parte alcune delle vittime di Rodolfo Fiesoli, il ‘guru’ della comunità che accoglieva ragazzi e ragazze in difficoltà condannato per violenza e maltrattamenti, “dovranno di conseguenza essere esclusi, non solo i soci che sono stati condannati penalmente insieme a quelli che hanno beneficiato della prescrizione e che sono stati condannati in solido con la cooperativa a pagare alle parti civili pesanti somme a titolo di provvisionale, ma anche quelli che hanno testimoniato nel corso del recente processo descrivendo il Forteto, per usare parole del Tribunale, ‘un’oasi felice di tranquillità, libertà e pace'”.

In pratica, secondo quanto spiegato nella nota, degli attuali circa 50 soci lavoratori della cooperativa, “con i criteri indicati dal ministero ne verrebbero esclusi almeno la metà: tra quelli che rimarrebbero 9 sono parti civili e soci dissenzienti e 4 disabili. In pratica, dopo 40 anni, verrebbe annientato il braccio economico della setta!!! – continua l’Associazione delle vittime -. Finalmente si tiene conto delle sentenze passate in giudicato e, in tal senso, non possiamo che ringraziare il ministero dello Sviluppo economico per quanto sta facendo”  contro quelle “persone rimaste fedeli al Fiesoli” che hanno reso “deposizioni testimoniali dolosamente false e reticenti, nascondendo la realtà e offrendo ricostruzioni fantasiose e distorte degli accadimenti”, conclude la nota.

Forteto: Mise ha commissariato cooperativa

Il commissariamento del Forteto è arrivato: è Jacopo Marzetti, 36 anni, avvocato attualmente garante per infanzia e l’adolescenza della Regione Lazio. L’annuncio twittato dal Ministro Bonafede arriva dopo mesi e mesi di richieste, appelli, sollecitazioni bipartisan, dai sindacati e Confcooperative per fare luce sui rapporti tra la comunità capeggiata da Rodolfo Fiesoli e l’azienda mugellana, dando  a quest’ultima nuove prospettive gestionali e produttive. 

E’ una figura di una sensibilità importante e dalla necessaria esperienza. Sicuramente una persona adatta ad affrontare un compito così delicato”, ha detto Andrea Quartini, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle. La nomina  di Marzetti è stata decisa dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ieri aveva disposto il commissariamento della cooperativa.

“Il Forteto è stato finalmente commissariato”. Inizia così la breve comunicazione serale del Ministro della Giustizia  che però ha un valore enorme dopo mesi ed anni di richieste a gran voce affinché le sorti della cooperativa potessero avere una cesura definitiva rispetto ad una commistione che per troppo tempo ha legato l’immagine e la gestione del Forteto al  guru della comunità, condannato per maltrattamenti e violenze sessuali.

“Il Governo ha fatto in pieno il suo dovere, quello che i precedenti governi non hanno avuto il coraggio di fare”. Così, su twitter, Bonafede annuncia il commissariamento della cooperativa dove lavorano molti degli ospiti della realtà creata da Rodolfo Fiesoli.

“Era un atto dovuto.  Si tratta di un passo verso la giustizia in quella che è una delle pagine più vergognose e oscure della storia recente della nostra regione”, ha commentato il consigliere regionale di M5S Andrea Quartini.

“Finalmente il Forteto è tolto dalle mani dei fedelissimi di Fiesoli, una decisione che sarebbe dovuta arrivare molti anni fa. Ci auguriamo che venga nominato un commissario che garantisca l’indipendenza e abbia la forza necessaria per rompere in maniera drastica e senza esitazioni con il passato”. Ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli che insieme a Bambagioni del Pd, ad Alberti della Lega e allo stesso Quartini aveva rivolto un appello a fine novembre a Di Maio dopo il tentativo dell’attuale dirigenza di espellere due soci lavoratori che hanno contribuito in maniera determinante a dare il via alle indagini che hanno portato alla luce il sistema di illegalità e violenze emerso e sancito anche dalla Corte di cassazione.

Il Ministero per lo sviluppo economico nei prossimi giorni nominerà così un commissario per la cooperativa di Vicchio. “A parte la triste corsa a metterci sopra il cappello… era l’ora”. Lo scrive su facebook il deputato Fi, che ha presieduto la prima commissione di inchiesta sul Forteto del Consiglio regionale della Toscana, Stefano Mugnai. 

Un commissariamento chiesto in questi anni non solo dalla commissione d’inchiesta regionale sul Forteto e da numerosi esponenti politici e sindacati, ma anche, di recente, dalla relazione presentata da Confcooperative a conclusione dell’ispezione 2017 che avrebbe contestato alla coop una mancata discontinuità nei rapporti con la comunità del Forteto.

“Finalmente giustizia è fatta su una delle pagine più brutte della Toscana. Finalmente le vittime del Forteto dopo tante sofferenze hanno avuto giustizia. Il ministro Di Maio è riuscito là dove altri hanno fatto orecchie da mercante. L’augurio è che il commissario sappia rilanciare un’azienda importante per la Toscana”. Così Paolo Bambagioni, consigliere regionale del Pd e già presidente della seconda commissione d’inchiesta, destinatario nelle settimane scorse di una querela da parte della cooperativa per dichiarazioni relative alla mancata discontinuità ai vertici della cooperativa. L’udienza, in calendario il 18 dicembre scorso, è stata rinviata al 5 febbraio prossimo.

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