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Viadotto E45: pm ha firmato provvedimento, riapre
Il procuratore di Arezzo Roberto Rossi ha firmato il provvedimento di riapertura della E45 chiusa dal 16 gennaio per un paventato rischio di collasso del viadotto Puleto, tra le province di Arezzo e Forlì Cesena.
Giorgianni su Etruria: primo atto di giustizia fatto
Il gup del tribunale di Arezzo ieri sera ha accolto tutte le richieste dell’accusa e, nel processo per il filone della bancarotta dell’ex Banca Etruria, ha condannato con rito abbreviato, a 5 anni l’ex presidente Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale Luca Bronchi, e persino a due anni e 6 mesi l’ex vicepresidente Alfredo Berni e un anno e 6 mesi l’ex consigliere Rossano Soldini.
Viadotto E45: slitta decisione su possibile riapertura
Slitta la decisione su una possibile riapertura del viadotto chiuso sulla E45, nell’Aretina. La relazione dei consulenti della procura, Antonio Turco e Fabio Canè, non è ancora nelle mani del procuratore di Arezzo Roberto Rossi che dunque non è in grado di procedere verso alcuna direzione.
Dopo le iniziative dei sindaci durante il fine settimana salgono le pressioni per la riapertura del viadotto Puleto dell’E45, ma la procura tuttavia attende l’esito degli incroci sui dati forniti dai tecnici Anas in una relazione depositata in cancelleria ormai da alcuni giorni.
Le valutazioni sul tappeto riguardano possibili soluzioni circa la fruibilità della E45 almeno a corsie alternate o a velocità molto ridotte. La decisione sulla eventuale riapertura del tratto di E45, sotto sequestro tra Valsavignone e Canili, potrebbe essere presa entro poco ma servono tutti i dati utili disponibili. Dalla procura si sottolinea che ovviamente sarà la sicurezza il primo requisito da rispettare.
Cedimento su E45: sequestro viadotto per rischio collasso
Disposti dal gip il sequestro e la chiusura del viadotto Puleto dell’E45, nei pressi di Valsavignone, in provincia di Arezzo, al confine fra Toscana e Romagna.
Il provvedimento di chiusura del viadotto è stato richiesto dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi nell’ambito dell’inchiesta sul cedimento di una piazzola della stessa E45 avvenuto l’11 febbraio scorso: secondo una commissione di tecnici incaricata dal pm, il viadotto sarebbe a rischio collasso. Il sequestro è stato notificato stamani dai Cc ed è in corso di esecuzione.
L’esito dell’accertamento tecnico disposto dalla procura di Arezzo sul viadotto Puleto dell’E45 ha portato ad “accertare una situazione critica sotto molti aspetti, situazione che a detta consulenti poteva comportare un rischio collasso dell’intera struttura. Sulla base di questa informativa abbiamo chiesto al gip un sequestro preventivo del viadotto”. Lo ha detto il procuratore capo di Arezzo Roberto Rossi.
“Ci rendiamo assolutamente conto del gravissimo disagio che questo provvedimento comporterà a cittadini e automobilisti – ha aggiunto -, non di meno abbiamo ritenuto che esigenze di tutela della sicurezza e dell’incolumità dovessero prevalere su ogni altra considerazione”. “Confidiamo – ha concluso Rossi – che la situazione possa essere ricondotta in termini di sicurezza quanto prima”, che quindi “quanto prima possa essere riattivata la circolazione su quel tratto di strada”, ma “questo ovviamente non dipende da questo ufficio”.
In seguito alla chiusura del viadotto Puleto sulla E45, posto sotto sequestro preventivo, nel comune di Pieve Santo Stefano (Arezzo), non essendo presente una viabilità locale nel tratto di valico interdetto la viabilità alternativa per le lunghe percorrenze sulla direttrice Orte-Cesena è costituita dalle autostrade A1 e A14. Sulla E45 l’ultima uscita utile per chi viaggia in direzione sud è allo svincolo di Verghereto mentre per chi viaggia in direzione nord è allo svincolo di Valsavignone. Lo rende noto l’Anas spiegando, in una nota, che i percorsi alternativi sono stati individuati di concerto con tutti gli enti competenti riuniti presso la prefettura di Arezzo. Anas ricorda che per i veicoli in transito sulla E45 in direzione Cesena l’autostrada A1 è raggiungibile da Perugia tramite il raccordo Perugia-Bettolle in direzione Firenze e da Sansepolcro (Arezzo) tramite la Ss73 con uscita allo svincolo di Sansepolcro sud in direzione Arezzo. L’autostrada A14 è raggiungibile da Perugia tramite la direttrice Perugia-Ancona con uscita allo svincolo ‘Ancona-Valfabbrica’ e da Umbertide con uscita allo svincolo Gubbio-Umbertide. In alternativa è inoltre possibile uscire allo svincolo di Umbertide-Gubbio e proseguire verso Fano. Il traffico che proviene da Orte può inoltre percorrere la statale 675 fino a Terni, proseguire sulla Flaminia fino a Foligno e raggiungere la A14 tramite la direttrice Foligno-Civitanova Marche
Morì cadendo da balcone, difensore: “Vanneschi innocente, no prove tentata violenza”
L’udienza è stata aggiornata al 14 dicembre: dopo le repliche il collegio si riunirà per la sentenza
Tentata violenza sessuale e morte in conseguenza di altro reato le accuse per i quali il pm Roberto Rossi ha chiesto sette anni per ciascuno degli imputati. L’assoluzione perchè il fatto non sussiste la richiesta dell’avvocato difensore Buricchi, per Vanneschi.
“Un ragazzo buono, che ad ogni accenno di rissa si allontanava, che fa volontariato, può costruire una versione così machiavellica, concordandola al momento con l’amico, mentre Martina cade, pensando anche a rimettere tutto a posto in camera?”. Questo uno dei passaggi dell’arringa, oggi in tribunale ad Arezzo, dell’avvocato Stefano Buricchi, difensore di Luca Vanneschi, il 27enne imputato con Alessandro Albertoni per la morte di Martina Rossi, la studentessa genovese deceduta il 3 agosto 2011 precipitando dal balcone di un hotel a Palma di Maiorca.
“Nei casi di suicidio accaduti negli ultimi anni come per esempio quello di Rossi di Mps non c’è mai stato un testimone ma qui invece c’è la cameriera Francesca Puga che ha visto Martina cadere ed ha riferito che la giovane non ha urlato nel precipitare, che era sola, che nessuno la inseguiva e che Martina secondo lei si lasciò cadere volontariamente” ha sostenuto Buricchi aggiungendo: “Il racconto dei ragazzi trova riscontri precisi in tutte le circostanze ma soprattutto durante le indagini non sono mai state trovate tracce di violenza sessuale. Ne del resto dalle foto si evince confusione o disordine in camera, particolare che contrasta con un tentativo di violenza. Quanto alla testimonianza dei turisti danesi – ha aggiunto – non è perfettamente lucida dal momento che sia lui che la figlia furono svegliati da un urlo ma non fecero nulla.”
“Riferirono che c’erano persone che strillavano giù a terra ma che pensavano si trattasse di ubriachi. Dalla camera di fianco non hanno mai sentito nulla”. “Non propendo per il suicidio” di Martina, ha detto ancora, “ma perché escluderlo. Non mi sento insomma di escluderlo”.
Questo processo non ci ha dato risposte. Per questo chiedo l’assoluzione anche sulla base dell’insufficienza di prove”. Così ha concluso la sua arringa l’avvocato Tiberio Baroni, difensore di Alessandro Albertoni, imputato insieme a Luca Vanneschi.
“Questo processo vive su una pressione mediatica eccessiva da sempre e ciò non giova alla chiarezza del caso. Tutti i nostri testimoni hanno avuto un travaglio mediatico eccessivo”, le parole di Baroni durante l’arringa, durata tre ore. Il legale ha anche mostrato in aula, durante la sua arringa, il video di un’emittente che a suo avviso avrebbe influenzato i testimoni (lo stesso avvocato ha presentato un esposto sul video).
Successivamente il legale ha insistito sulla mancanza di tracce di dna provata da tutti i consulenti, insistendo poi sull’impossibilita da parte dei due giovani di organizzare in quatto secondi una versione alternativa all’accaduto. Baroni ha poi posto l’accento sulla sparizione di dati dal cellulare di Martina e di altro materiale che sarebbe stato aperto durante il passaggio tra Genova ad Arezzo. “In un caso quel materiale l’ho visto in tv”.