🎧 “Salviamo Firenze”: spunta un nuovo studentato e anche un catalogo per fondi di investimento

Salviamo Firenze-  Più di 3000 firme raccolte in 12 giorni per la campagna autogestita di raccolta sui quesiti contro la speculazione immobiliare e gli studentati di lusso, che si concluderà questo 18 novembre. La cifra è stata resa nota oggi dal Comitato promotore che ha denunciato la permanenza sul sito del comune di “Firenze città delle opportunità”, un catalogo di immobili pubblici e privati rivolto ai fondi di investimento, e l’apertura di un nuovo studentato legato alla catena Bayoo, accanto al palazzo della regione.

Audio: Massimo Torelli, comitato Salviamo Firenze

“Firenze la città delle opportunità”: questo il nome della campagna di marketing accompagnata da un catalogo di immobili pubblici e privati sul sito del Comune di Firenze, indirizzata ai fondi di investimento. “Abbiamo notato” dichiara Massimo Torelli, tra i promotori dei quesiti referendari del Comitato Salviamo Firenze, “che il Comune ha mantenuto attivo sul suo sito il servizio per i fondi di investimento che vogliono fare affari a Firenze. Considerata la situazione della nostra città e le richieste che dà più parti vengono fatte per bloccare la speculazione, è la dimostrazione che questo Sindaco non ascolta più la città, nonostante le sue dichiarazioni pubbliche in sostegno alle nostre richieste”. Il sito è online dal 2017 e non è aggiornato, ma se ci si rivolge all’indirizzo email indicato si può ricevere “l’upgrade” degli immobili disponibili, spiega Torelli. Sulla pagina “Investire a Firenze”, tra le aree messe a disposizione ci sarebbero proprio quelle che il quesito vuole tutelare, ovvero le “Aree di Riqualificazione per le quali il Regolamento Urbanistico non prevede un cambio di destinazione d’uso”.
 Il Comitato denuncia anche la comparsa di un nuovo studentato: “recentemente a pochi metri dalla Regione Toscana e a 300 metri dal Polo di Novoli ha aperto, nel silenzio generale, un nuovo studentato privato collegato alla catena Beyoo” dichiara Francesca Conti, curatrice dell’e-book edito da perUnaltracittà -Turismo di classe. Studentati di lusso e selezione sociale a Firenze, “il Sindaco e la Giunta ne erano al corrente? E se sì perché fanno finta di non accorgersene?” prosegue. Uno dei tanti studentati di lusso, veri e propri alberghi camuffati che stanno crescendo in città: gli ultimi conteggi danno oltre  2.500 camere disponibili con proiezione a 3.500, con costi che partono dai 900 per una singola da 14mq fino ai 2.000 euro al mese”.
“A Firenze studenti fuori sede, lavoratori e famiglie non riescono a trovare case con affitti abbordabili” aggiunge Francesca Conti “mentre i posti negli studentati pubblici scarseggiano. Dalle prime tende piantate dagli studenti universitari in varie città d’Italia tra cui Firenze, nonostante le promesse del sindaco non è cambiato niente. Ciò che cambia è solo il numero degli studentati privati dai costi elevati che vediamo moltiplicarsi in città. In molti casi è anche del tutto fuorviante chiamarli sudentati, perché come ci ha dimostrato la catena Student hotel, oggi Social Hub, che ha tolto dal nome quello che doveva essere il target di riferimento sarebbe più corretto parlare di hotel.”
Per questo il 28 settembre è partita la ‘grande marcia’ di 50 giorni della Consultazione Cittadina Autogestita Firma&Ferma la speculazione del Comitato Salviamo Firenze, fino al 18 novembre: “una grande campagna di partecipazione cittadina che sta dimostrando tutta la sua forza, considerato che in poco più di due settimane sono già state raccolte oltre tremila firme” dichiarano i promotori “Una prova di democrazia che ha avuto ben pochi precedenti nella nostra città, ” sottolinea Massimo Torelli.
La consultazione, si svolge grazie a decine di banchetti disseminati per la città, e chiede l’immediata eseguibilità delle norme referendaria e denunciare la bolla immobiliare che sta travolgendo: “Chiediamo che il Sindaco la smetta di temporeggiare, rispetti la città e la smetta di fare il banditore del patrimonio pubblico perché se il claim della campagna di marketing è Firenze la città delle opportunità, forse bisognerebbe chiarire che sono opportunità per pochi facoltosi”.

Referendum, Nardella: “È clamorosa sconfitta della Lega”

Lo ha detto il primo cittadino di Firenze, commentando i dati sulla bassa affluenza del referendum sulla giustizia del 12 giugno 2022.

In attesa che arrivi l’esito dei risultati delle elezioni Comunali, il sindaco di Firenze Dario Nardella si è espresso sull’esito del referendum sulla giustizia che ha chiamato gli italiani al voto nella giornata di ieri, domenica 12 giugno 2022. Secondo, lui, in particolare, la bassa affluenza che si è registrata ai seggi è una sconfitta per chi ha promosso i quesiti referendari, ovvero la Lega di Matteo Salvini.

“E’ una clamorosa sconfitta della Lega – ha detto Nardella -, ho sentito che Salvini, sicuro di andare al Governo, farà la riforma che non è riuscito a fare con il referendum. Se i numeri con cui lui pensa di vincere sono gli stessi con cui gli italiani sono andati a votare i suoi referendum auguri a Salvini”.

“Dal 1997 il referendum abrogativo non raggiunge più il quorum – ha aggiunto Nardella – è sotto gli occhi di tutti il problema di un istituto referendario previsto dalla Costituzione, ma che non funziona più anche perché, a mio avviso, è stato calato troppo in scelte tecnicistiche che i cittadini non hanno la possibilità e il tempo di valutare. Mi chiedo se il referendum fosse stato su eutanasia e cannabis se non ci sarebbe stata ben altra affluenza”.

Per Dario Nardella il problema “è che molte forze politiche, come ha fatto la Lega, usano il referendum per mettere una bandierina e non per lo scopo per cui è stato pensato. Credo che la politica debba fare un uso ben diverso di questo istituto, a mio avviso ci vorrebbe una riforma radicale di questo strumento di democrazia diretta che secondo me continua ad essere utile, ma deve essere usato nel modo giusto”, ha concluso il sindaco di Firenze.

Referendum: affluenza a chiusura dei seggi al 17,56% (dati di 5.206 su 7.903 comuni)

Referendum. L’affluenza alle ore 23, alla chiusura dei seggi, per i referendum sulla giustizia sale al 17,56%, quando sono arrivati i dati di 5.206 su 7.903 comuni (quesito 1). Lo si rileva dal sito del ministero dell’Interno.

Quando sono noti i dati relativi a circa un terzo degli 818 comuni gestiti dal Viminale, l’affluenza alle urne alla chiusura dei seggi va collocandosi intorno al 54,35% (era stato del 59,06% alle precedenti omologhe, ma si era votato in due giorni).

Nei 28 comuni toscani dove si vota per le amministrative oggi alle 19 complessivamente l’affluenza è stata del 36,79 contro il 38,92 delle precedente consultazione. E’ quanto si legge sul sito del ministero dell’Interno. In particolare in provincia di Arezzo a Monte San Savino affluenza del 39,11 (precedente 43,34), a Montemignaio, unico in aumento rispetto al voto precedente, con 51,22 (52,12); a Rignano sull’Arno, unico comune del Fiorentino dove si vota, affluenza del 38,90 (42,94); nel Grossetano a Campagnatico 48,95 (48,12), a Manciano 50,19 (49,21) e a Pitigliano 51,07 (51,83); in provincia di Livorno a Campo nell’Elba affluenza del 38,13 (46,11), a Marciana Marina 35,39 (49,35), a Porto Azzurro del 55,16 (55,35), a Sassetta 50,55 (52,45); a Lucca città 33,01 (33,34) e in provincia a Bagni di Lucca 29,23 (32,81), a Camaiore 37,44 (42,80), a Forte dei Marmi 48,01 (50,72) e a Porcari 42,54 (45,90); in provincia di Massa Carrara ad Aulla 41,75 (47,53), a Carrara 34,12 (39,76), a Mulazzo 44,61 (41,09) e a Zeri 30,19 (40,18); in provincia di Pisa a Bientina 35,93 (30,67) e a Riparbella 38,63 (47,32); a Pistoia città 38,00 (37,94) e in provincia a Marliana 46,56 (47,29), a Quarrata 33,16 (35,25), a San Marcello Piteglio 33,78 (37,69) e a Serravalle Pistoiese 40,66 (32,55); infine in provincia di Siena a Montalcino 35,43 (44,16) e a Sarteano 42,11 (44,90)

Livorno, ‘Oltre l’Inceneritore’, Sorgente: “Mia posizione chiara: sì a economia circolare”

“Il comitato “Oltre l’inceneritore” ha proposto al Comune un Referendum propositivo per la costruzione di nuovi impianti di gestione e trattamento dei rifiuti come possibile alternativa all’incenerimento. La trovo un’ottima notizia della quale sono contenta per almeno due motivi” così Stella Sorgente, vicesindaca di Livorno e candidata a sindaco per le prossime amministrative, in un post facebook.

“Il primo è di metodo – sottolinea Sorgente -. Grazie ai nuovi poteri di democrazia diretta introdotti nello Statuto del Comune di Livorno durante il nostro mandato, i cittadini hanno potuto presentare un referendum propositivo e il risultato di questo referendum vincolerà l’amministrazione a riguardo. Ricordiamo tutti cosa fu il referendum sull’Ospedale del 2013 e oggi una beffa di quel tipo, grazie alla nostra amministrazione, non potrebbe ripetersi”.
“Il secondo motivo per cui sono contenta di questo referendum è nel merito del quesito. Con molta chiarezza il Comitato Promotore indica proprio nella conversione all’economia circolare la strada per superare gli inceneritori. Questa è esattamente la mia posizione a riguardo: il nostro è un sì all’economia circolare, sì agli impianti di trattamento dei rifiuti, sì ai posti di lavoro in più e ad un miglioramento fondamentale dell’ambiente nei quartieri nord cittadini” puntualizza la candidata sindaca di Livorno.
“Per fare tutto questo dobbiamo trovare risorse – il solo impianto di trattamento meccanico biologico costa 15 milioni di euro – ma insieme ad alcuni esperti del settore che sono già nella nostra squadra sappiamo bene dove e come reperirle – sottolinea Stella Sorgente – e una parte importante viene proprio dalla valorizzazione dei rifiuti: con la creazione di nuove attività di trattamento dei rifiuti li trasformiamo in risorse, cosa che l’incenerimento non permette”.
“Questo referendum apre una fase di dibattito importante, sul quale sarà interessante misurare la posizione degli altri candidati – conclude la candidata sindaca di Livorno -. Per parte mia io ho già le idee molto chiare: sì all’economia circolare, no ad un modello di gestione dei rifiuti livornesi che include l’inceneritore”.

Livorno: referendum propositivo e abrogativo introdotto in Statuto

Il referendum propositivo e abrogativo entra nello Statuto del Comune di Livorno, dopo che il consiglio comunale, nell’ultima seduta, ha approvato all’unanimità alcune modifiche statutarie.

I referendum propositivi e consultivi saranno aperti anche ai sedicenni e non prevedono quorum. In caso di referendum abrogativo il nuovo Statuto prevede invece un quorum inversamente proporzionale alle firme raccolte: da 4mila a 5mila servirà il 40% dei votanti alle ultime elezioni comunali per validare la consultazione, il 30% da 5.001 a 6mila firme, il 20% da 6.001 a 9mila, fino alla riproposizione dell’opzione no quorum oltre le 9mila sottoscrizioni raccolte.

Ogni anno si potrà tenere una sola consultazione referendaria comunale, con un massimo di tre quesiti ospitati, e la data del voto non potrà coincidere con elezioni di qualsiasi ordine e grado o referendum nazionali. Resteranno esclusi da referendum lo Statuto, il bilancio, i provvedimenti su tributi e tariffe, gli atti di nomina o revoca dei rappresentanti comunali in enti, aziende o istituzioni e gli atti vincolati dalla normativa vigente.

I cittadini potranno quindi sottoporre una proposta al consiglio comunale, oppure abrogare un atto approvato da quest’ultimo o dalla Giunta, passando da una consultazione popolare che nel caso del referendum propositivo sarà ritenuta valida a prescindere dal numero dei votanti. Le modifiche statutarie prevedono novità anche sul referendum consultivo, istituto già presente nello Statuto: non sarà più previsto alcun quorum per l’efficacia del voto e l’indizione avverrà anche su proposta della Giunta, dopo il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri comunali.

“Da Livorno arriva un’ottima notizia: il referendum propositivo a zero quorum e quello abrogativo entrano nello Statuto comunale grazie al voto unanime di tutto il consiglio comunale. Si tratta di una decisione importante che aumenterà gli spazi di democrazia e di partecipazione dei livornesi, che avranno così a disposizione uno strumento efficace e innovativo, quale il referendum propositivo, per incidere concretamente nella vita politica della loro città”. Lo afferma il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro.

“È la dimostrazione che in Italia i cittadini hanno bisogno di più democrazia – sottolinea Fraccaro in una nota – e di un maggior coinvolgimento nei processi decisionali che li riguardano da vicino. Per questo, come Governo del cambiamento, ci siamo impegnati ad introdurre nel nostro ordinamento tutti quegli istituti di democrazia diretta che possano facilitare la partecipazione popolare.”

Toscana: Domenica 11, cinque referendum per fusione in 10 comuni

I comuni interessati sono: Asciano e Rapolano in provincia di Siena, Ortignano Raggiolo e Bibbiena nell’aretino, Montepulciano e Torrita di Siena ancora nel senese, Dicomano e San Godenzo nella parte di Mugello che guarda la Valdisieve e infine, in provincia ancora di Firenze, Barberino Valdelsa e Tavarnelle, fino al 1893, per seicento anni, un comune unico, poi separati e più di recente tornati a collaborare all’interno della stessa Unione comunale.

Cinque referendum consultivi per dieci Comuni che hanno scelto di fondersi, a due a due. I cinque referendum si svolgeranno in tutti e dieci i comuni domenica 11 novembre 2018 e la mattina di lunedì 12.

Dal 2012 ce ne sono già stati altri ventisei: l’ultimo lo scorso maggio a Villa e Castiglione di Garfagnana, con un risultato divergente nei due territori.

Sei anni fa la Toscana contava 287 Comuni, che già in proporzione erano assai di meno che in altre regioni, effetto anche delle riforme settecentesche del granduca Pietro Leopoldo. All’inizio di quest’anno se ne contavano 274, tredici in meno come i sì che fino al 2017 hanno prevalso in tredici referendum su venticinque.

Ci sono Comuni che sono passati da gestioni associate di servizi e unioni, altri si sono fusi senza tappe intermedie. La Regione ogni volta ha incentivato la scelta con 500 mila euro l’anno (per cinque anni) di contributi straordinari, 250 mila euro per ogni vecchio comune. A queste risorse utili per dare fiato a progetti rimasti troppo a lungo nel cassetto o per tamponare tagli sui trasferimenti statali si sono sommate deroghe sulla spesa in bilancio e contributi statali straordinari, per dieci anni, pari al 50 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010, fino ad un massimo di 2 milioni per ciascun beneficiario.

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