Primarie: si profila un asse Saccardi/Del Re

Dalle colonne della Nazione la vicepresidente della Regione Toscana lancia l’idea di primarie ‘alternative’ e dice; ce perdo do una mano a lei. Del Re risponde: ‘la proposta di Saccardi ricrea uno spazio di partecipazione nel centrosinistra’

Ricordate la foto che le ritraeva insieme di spalle con la maglia della Fiorentina? Beh, forse dietro quella foto c’era una strategia di medio lungo termine. almeno così sembra a leggere oggi le dichiarazioni di Cecilia del Re dopo che dalle colonne della Nazione (e, noi maligni, immaginiamo non senza averne prima parlato…) Saccardi lancia una assist alla voglia di primarie dell’ex assessora: ” a me piacerebbe che fosse raccolto il suo appello a fare comunque le primarie” afferma Saccardi. Che aggiunge “prendiamo il regolamento del 2009 e portiamo la gente a votare. Cecilia è un’amica e la sua vicenda rappresenta più di mille parole quello che è accaduto a Firenze. A lei dico: facciamole noi le primarie, creiamo noi un’alternativa riformista. Recuperiamo valori e programmi che portarono al cambiamento di Firenze”.

Alla domanda se Del Re accetterebbe,  Saccardi chiosa “lo spero. Io sono pronta a correre. Ma se facciamo le primarie e perdo do una mano a lei. Questo Pd ha perso la sua anima. Facciamo noi quello che il Pd ha sempre fatto e che questa classe dirigente fiorentina così pavida ha paura di fare”.

“Ringrazio Stefania Saccardi non solo per le sue parole nei miei confronti, ma anche perché ha ascoltato il desiderio di partecipazione che c’è in città, in vista delle elezioni di giugno 2024. Un desiderio che le primarie hanno sempre raccolto e catalizzato e che il Partito democratico locale ha preferito non ascoltare” risponde oggi con un comunicato Ceilia Del Re. Che ancora si definisce “esponente del Partito democratico di Firenze”.

“Il PD ha forzato la mano su tempi e modalità della discussione interna per arrivare ad una candidatura forzatamente unitaria, che presupponeva un programma e una coalizione chiari. E invece non c’è ancora chiarezza su nessuno dei 2 punti.I socialisti hanno poi detto di non aver ancora sottoscritto nulla. Volt nel suo comunicato si è dichiarata in realtà a favore delle primarie, mentre Sinistra Italiana e Azione hanno posizioni contrapposte su temi cruciali come la multiutility e l’aeroporto. Questioni su cui il PD non ha ancora una posizione definita. Mi pare, insomma, ci sia grande confusione nel centro sinistra e questo è rischioso. Nel recente passato, anche in Toscana, dove non c’è stata chiarezza sui temi ed è mancato l’ascolto, il centrodestra ha vinto” aggiunge ancora Del Re, riprendendo critiche espresse da Saccardi nell’intervista.

Poi Del re conclude “la proposta di Saccardi ricrea uno spazio di partecipazione nel centrosinistra. La ringrazio per il coraggio e la voglia di confrontarsi con i cittadini e con me su temi della città che ci vedono anche su posizioni non allineate tra noi. Mi sarebbe piaciuto vedere questa disponibilità anche da chi poi è stata investita dal PD, ma ne ricordiamo il silenzio assordante in attesa che l’accordo tra i dirigenti del PD portasse i suoi frutti. Ciò detto, valuteremo in questi giorni i prossimi passi”.

PD, Del Re: “Funaro candidata senza programma, frutto di prove muscolari”

Così Cecilia Del Re, esponente del Partito democratico di Firenze all’indomani dell’Assemblea cittadina che ha detto no alle primarie ed ha incoronato Sara Funaro candidata Dem alle prossime amministrative

“Ieri il Partito democratico fiorentino ha rinnegato un suo principio fondativo, dopo aver due anni fa dimezzato i numeri dei membri dell’assemblea ed essere arrivati al voto di ieri dopo forzature di ogni tipo” lo ha dichiarato Cecilia Del Re all’indomani del voto dell’Assemblea cittadina del PD.

“Ci stanno guardando un po’ da tutta Italia, perché la posta in gioco non è solo Firenze ma è l’identità del PD.” ha sottolineato Del Re. Che ha aggiunto ” Paolo Mieli, a Radio24, stamani ha definito una “vergogna” ciò che è stato deciso a Firenze, e il suo sdegno è stato preceduto e accompagnato da molti altri dissensi, in primis da quelli del popolo delle primarie. Che in città è maggioranza, perché i cittadini e le cittadine vogliono scegliere, partecipare”.

Secondo Del Re “bastava che la candidata investita si fosse messa a disposizione per scrivere una pagina democratica di partecipazione, ed anche per una pagina femminista, che da questa storia esce indebolita”.

“Questa spaccatura racconta di due diverse visioni di partito – prosegue Del Re -: uno aperto, plurale e pronto a fare della partecipazione il valore fondante. L’altro teso a proteggere le proprie posizioni e interessi. Lontano dai cittadini, come ha detto anche Graziano Cioni, che di cittadini e consenso popolare dal basso se ne intendeva.

Così non è stato, e anche ogni dialogo per la vera unità del partito è sempre stata frustrata. È stato frustrato ogni ascolto di questa voce, e di quella dei 1500 cittadini, associazioni e movimenti che una sera di metà novembre hanno deciso di andare ad ascoltare cosa avevano da dire degli esponenti del PD. La spaccatura che oggi vediamo non è solo nei numeri dell’assemblea, rischia di essere ben più profonda nella comunità politica che vede nel Pd un punto di riferimento, e si sente spaesata come dai tanti messaggi che mi stanno arrivando”

“Va da sé che ci sono anche visioni diverse di città. Funaro punta sulla continuità, noi chiediamo quelle innovazioni discontinue che partono dal basso e che abbiamo contribuito a raccontare lo scorso 15 novembre: ma anche lì nessuno ha ascoltato, e l’attenzione è andata su altri aspetti. Una candidata senza programma e con un voto spaccato non è una bella partenza. Ma è frutto delle forzature di tempi, prove muscolari e mancanze di dialogo di un partito teso a guardare molto su stesso, e poco a quello che c’è fuori” conclude Del Re.

Renzi “a Firenze il Pd rinnega le primarie”. E lancia Saccardi

“Sabato racconteremo con Stefania Saccardi perché noi la pensiamo in un altro modo” dice l’ex Rottamatore. Gli fa eco l’ex vicepresidente del Senato On.Di Giorgi, ora nella direzione nazionale di Italia Viva,  che sottolinea “con  ‘no’ a primarie Pd sceglie  strada chiusura autoreferenziale

La scelta di non fare le primarie e di lanciare subito in lizza Sara Funaro non è piaciuta ad italia viva. ”A Firenze il Pd rinnega le primarie. E sceglie la candidatura alleandosi con la sinistra radicale: sarà interessante leggere il programma sull’aeroporto, sullo stadio, sui servizi pubblici. Sabato con Stefania sacrari racconteremo con perché noi la pensiamo in un altro modo. Ma proprio in un altro modo. Abbiamo scelto di fare la conferenza stampa in un luogo di libertà: le Murate. Ci vediamo sabato, inizia una sfida fantastica” scrive su X il leader di Iv Matteo Renzi.

Gli fa eco l’ex vicepresidente del Senato On. Rosa Maria Di Giorgi, ora nella direzione nazionale di Italia Viva, che in un comunicato sottolinea “il Pd dice no alle primarie e decide di scegliere il candidato sindaco con una consultazione interna, In contraddizione assoluta con i principi statutari del Pd. Una chiusura che mai si era vista in città e che forse non avremmo immaginato in questa forma”

“ A maggio avevo chiesto le primarie – prosegue Di Giorgi-  ma ci fu un’alzata di scudi sproporzionata contro di me. Guai a interferire in un percorso già tracciato e che infatti si è concluso ieri sera sul nome predefinito da mesi e mesi. Ho capito subito che non c’era alcuna intenzione di cambiare ciò che era stato deciso da pochi. I dirigenti Pd me lo dissero chiaramente. Ho sperato che cambiassero idea, vista la richiesta diffusa di primarie in città o cmq di un percorso condiviso dalla coalizione. Nelle settimane successive, dalle fila di Italia Viva, ho seguito il cammino di Cecilia Del Re nella sua richiesta legittima. Niente da fare. Hanno scelto un candidato in solitudine” .

“Adesso cambierà il quadro politico. Si è scelto di non percorrere un cammino di partecipazione, di democrazia e di apertura alla città e alle idee di tutti. Una paura ossessiva delle primarie, ma non solo, anche la paura di aprire a un candidato condiviso dalla coalizione. La tempesta perfetta. Davvero un’occasione persa per il centrosinistra” conclude Di Giorgi

Parrini (PD): ‘Per statuto dem non fare primarie è eccezione’

Lo ha dichiarato il senatore Pd Dario Parrini, a margine di una conferenza stampa a Palazzo Vecchio, a proposito della possibilità che l’assemblea del Pd a Firenze, in programma il 4 dicembre, decida di non fare le primarie per il candidato sindaco.

“Non fare le primarie per lo statuto del Pd è l’eccezione, non la regola. Mi auguro che non ci siano strappi e che ci sia il coinvolgimento di tutte le persone che hanno consenso in città”. Lo ha dichiarato il senatore Pd Dario Parrini, a margine di una conferenza stampa a Palazzo Vecchio, a proposito della possibilità che l’assemblea del Pd a Firenze, in programma il 4 dicembre, decida di non fare le primarie per il candidato sindaco

Proprio per questo, sottolinea Parrini “i nostro statuto prevede che, quando una percentuale importante dell’assemblea del livello territoriale di riferimento decide di usare un altro metodo, lo si possa fare ma  questo quorum è molto elevato”.

“Ci attende una battaglia molto significativa, c’è bisogno di un Pd unito e di una coalizione di centrosinistra molto larga – ha aggiunto ancora Parrini-. Poi massimo rispetto per il percorso che il Pd cittadino sta facendo”. Tornando alle primarie, ha aggiunto, “io sono d’accordo con lo statuto del Pd, ho sempre ritenuto le primarie un elemento molto importante della vita del Pd, fanno parte del dna del Pd. Non sono un dogma ma non vanno nemmeno demonizzate, in molti casi contribuiscano a dare una larga investitura ai candidati”.

Quanto alla questione delle alluvioni in Toscana, Parrini, tra i firmatari di un emendamento per i ristori, ha sottolineato: “col Governo sono arrabbiato. Le risposte che stiamo ricevendo fino a questo momento sono prese in giro, cioè nemmeno un euro e uno spostamento delle scadenze per versamento tributi e contributi di alcuni giorni: noi diciamo alle imprese e alle popolazioni colpite dall’alluvione che non succede niente se pagano una tassa il 20 dicembre anziché il 2 novembre. Provate a raccontarlo a una persona che magari ha avuto danni per decine di migliaia di euro”. “Noi abbiamo presentato un emendamento, sottoscritto da me come primo firmatario al Senato, per elencare tutti i fabbisogni esistenti – ha concluso -. Abbiamo avuto danni per 3 miliardi”.

Politica, Di Giorgi (PD): Chi ha paura delle primarie?

L’ex  vicepresidente del Senato  Rosa Maria Di Giorgi:” La stagione che si apre ha bisogno di credibilità, competenza, onestà e dedizione. Usiamo al meglio le nostre risorse, non chiudiamo a riccio il partito e non pieghiamo uno dei nostri tratti distintivi, ossia le primarie, agli interessi o ai capricci di dirigenti più o meno qualificati.

“Leggo che vari dirigenti del Pd fiorentino, anche ad alto livello, definiscono “fantasiose” le candidature in campo per  sindaco di Firenze, relegano le primarie che da più parti si chiedono a un esercizio inutile, e addirittura  parlano di primarie  “anarchiche”. Insomma un insieme di termini sprezzanti che poco hanno a che fare con la storia del Pd e con le recenti primarie che, molto partecipate, hanno visto la vittoria di Ely Schlein. Ci si chiede che cosa stia succedendo nel partito alla vigilia di un appuntamento così importante come le amministrative dell’anno prossimo. Vogliamo tornare alle segrete stanze?” lo scrive l’ex vicepresidente del Senato  Rosa Maria Di Giorgi.

“Vogliamo evitare una prova di democrazia che altri partiti ci invidiavano? Abbiamo nostalgia di metodi che in molti ritenevamo ormai superati? Insomma chi ha paura delle primarie? Chi è che teme la discussione aperta sul futuro della città, sui programmi, sulle alleanze? ” chiede ancora Di Giorgi. Che aggiunge “le primarie servono a dare identità ai progetti e alle persone che hanno idee sulla città e che vogliono proporle agli elettori in una competizione leale e franca che dia spazio a movimenti e associazioni, a tutti coloro che credono che la nostra città possa svilupparsi, essere sempre più vivibile e piena di energia”.
“Per questo mesi fa ho rotto gli indugi e ho chiesto un confronto aperto e schietto al mio partito per la scelta del candidato, mettendomi per prima a disposizione, come altri a seguire, per questo percorso. Alla luce del sole, senza stanze segrete, senza accordi fra correnti ed equilibrismi che non sono più comprensibili per i cittadini” sottolinea l’ex vicepresidente del Senato. Che conclude “la stagione che si apre ha bisogno di credibilità, competenza, onestà e dedizione. Usiamo al meglio le nostre risorse, non chiudiamo a riccio il partito e non pieghiamo uno dei nostri tratti distintivi, ossia le primarie, agli interessi o ai capricci di dirigenti più o meno qualificati”.

La Schlein nei circoli toscani: “Il PD non sia il partito degli eletti e delle correnti”

Toscana, nella giornata di ieri, domenica 18 dicembre, la candidata alla segreteria nazionale del Partito Democratico Elly Schlein ha fatto tappa tra i circoli toscani in vista delle primarie.

In un’iniziativa a Pisa la Schlein è intervenuta affermando “Vinceremo il congresso anche in Toscana perché siamo in tantissime e tantissimi a Pisa, come stamani a Livorno, e costruiremo un partito che metterà al centro il lavoro di qualità contro la precarietà che significa troppo spesso sfruttamento e che contrasti le diseguaglianze. Lavoro di qualità, lotta alle diseguaglianze e clima – ha aggiunto – sono i tre assi della nostra campagna perché chi pensa di scindere diritti civili e diritti sociali non vuole costruire un Paese migliore”.

La Schlein, davanti alla platea pisana di oltre 200 persone, ha poi continuato “Il PD non sia il partito degli eletti e delle correnti ma dia maggiore ascolto alla base e ai suoi militanti. Se vogliamo tornare a vincere le elezioni politiche – ha aggiunto in un passaggio molto applaudito – il PD deve ascoltare di più i suoi amministratori che sono a contatto diretto con le persone. Per questo ho scelto di candidarmi ma dobbiamo rinnovare il partito tutti insieme convincendo gli iscritti ma anche coloro che in questo momento preferiscono stare un passo di lato e non essere impegnati direttamente. Dobbiamo e possiamo convincerli a farlo di nuovo”.

Emily Schlein nella sede di Vie Nuove a Firenze

Il tour toscano ha fatto tappa anche a Firenze, dove la Schlein è stata accolta da più di 300 persone nello storico circolo PD di Vie Nuove.  Tra i presenti anche il deputato Emiliano Fossi, gli assessori regionali Stefano Ciuoffo, Monia Monni e Alessandra Nardini, e gli assessori comunali fiorentini Andrea Giorgio e Cosimo Guccione. “Il fatto che ci sia la sala piena – ha detto – vuol dire che c’è tanta voglia di partecipare, anche oltre i soliti schemi. È una bella premessa, perché penso che anche in Toscana ci sia voglia di ricostruire una sinistra vincente, e ci sono le migliori premesse per vincere anche in questa regione”. La candidata aveva già fatto tappa a Livorno e Pisa, e in serata è stata a Monteriggioni, in provincia di Siena.

“Devo dire che il giro della Toscana di oggi – ha spiegato – ci ha dato delle emozioni molto forti, straordinarie, perché è stato partecipatissimo sia a Livorno dove siamo stati questa mattina, sia a Pisa dove c’era la sala piena. A Livorno addirittura non riuscivano a stare tutti nella sala, quindi abbiamo dovuto alzare il volume per poter far sentire anche le persone fuori. Questo è segno di un grande entusiasmo, è segno di una grande voglia di partecipare a questa ricostruzione”.

Sul rischio di un’ipotetica scissione nel Partito Democratico dopo l’esito delle primarie, la Schlein ha risposto: “Io non penso che ci sia questo rischio, perché penso che saremo tutti impegnati nella stessa direzione. Ci si può dividere – ha detto – sulla visione del futuro delle prospettive per questo nuovo PD, ma rimanere senz’altro uniti nel fare crescere questa comunità“.

Schlein ha inoltre aperto alla possibilità di lavorare dopo le primarie insieme al sindaco di Firenze Dario Nardella, col quale era stato ipotizzato un ticket per la segreteria, prima della scelta di appoggiare invece Stefano Bonaccini. “Assolutamente sì – ha spiegato – le ipotesi le ho viste anch’io sui giornali. Invece io ho scoperto in Dario Nardella un interlocutore molto prezioso: al di là delle scelte fatte, questo dialogo proseguirà. Ci siamo confrontati su cosa pensiamo che debba essere il nuovo Partito Democratico, e siamo d’accordo su una cosa: cioè che bisogna tenere insieme questa grande comunità vitale, e riuscire anche poi però a dare un profilo chiaro a questo partito”.

La candidata ha continuato “C’è una sorta di ricongiungimento familiare in atto, perché stamattina sono venuti tanti che si erano allontanati in questi anni, e che oggi hanno voglia di nuovo di partecipare: ma anche tanti mondi fuori che non erano mai entrati in una sede di partito. Questo è esattamente il ponte che vogliamo costruire con questa campagna – ha spiegato -, per far emergere le energie migliori che sono nel Partito Democratico, ma anche ricongiungerle con quelle fuori, con i saperi e le competenze che vengono dalla società civile, dal mondo associativo. Questo sta succedendo, e devo dire che ne sono molto grata”.

La ricostruzione del PD, secondo Schlein, “deve essere basata su tre punti cardinali, che sono il contrasto a ogni forma di diseguaglianza, perché il paese soffre, soprattutto dopo una crisi economica e la pandemia; la questione del lavoro, e come contrastiamo la precarietà che purtroppo dilaga in questo paese, e come riusciamo anche attraverso gli investimenti del Pnrr ad aprire una stagione nuova che sani le piaghe strutturali del mercato del lavoro; e il terzo grande tema è quello del clima, di come affrontiamo la conversione ecologica necessaria”.

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