Crollo Genova, prof.Casagli: “messa in sicurezza territorio opera non più rimandabile”

“Non sappiamo che peso abbia avuto il disseto idrogeologico nel crollo del Ponte Morandi e del viadotto Polcevera, quello che è certo”, dice Casagli, professore all’università di Firenze “è che la messa in sicurezza del nostro territorio non è più rinunciabile”.

Sul crollo del ponte Morandi interviene il prof.Nicola Casagli, docente di geologia applicata presso il dipartimento di di Scienze della Terra all’Università di Firenze: “Genova è una città compleassa dal punto di vista geografico, geologico, e della quantità di infrastrutture accumulatesi nel tempo”.

“Il ponte era un’opera un po’azzardata”, continua Casagli, “con un utilizzo del cemento precompresso anomalo, che non è più stato seguito negli anni successivi”.

“Il rapporto con il territorio di Genova è complesso” sottolinea il docente, “è un concentrato di rischi idrogeologici, non voglio dire che vi siano relazioni tra questi e il crollo del ponte, saranno le indagini ad appurarlo, ma è un punto da considerare”.

“L’italia è un paese costruito negli anni 60 e abbandonato alla fine degli anni 90, è urgente un grosso piano di messa in sicurezza, non credo che si possa pensare uno sviluppo attraverso grandi opere, il futuro deve essere sulla manutenzione, la messa in sicurezza e la valorizzazione dell’esistente” conclude Casagli.

 

Trovate l’intervista completa qui: https://www.controradio.it/podcast/crollo-genova-prof-casagli-messa-in-sicurezza-territorio-opera-non-piu-rimandabile/

 

 

Crollo Genova, prof.Borri: “il problema riguarda tutta l’Europa”

“Il crollo del ponte Morandi pone il tema della manutenzione di tutte le infrastrutture realizzate in Europa durante il boom degli anni 60/70, con materiali molto meno resistenti di quelli attuali” dice il docente di ingegneria civile dell’università di Firenze. “In Italia manca la cultura della manutenzione”.

Riguardo al crollo del Ponte Morandi interviene il professore Borri docente di ingegneria civile a Firenze: “quando ci si chiede se fosse una tragedia prevedibile, va considerato che non esiste niente di prevedibile nello scibile umano, la tecnologia utilizzata per questi ponti è stata brevettata dal professore Morandi, però con l’evolvere della tecnologia le opere vanno aggiornate.”

“La sicurezza evolve parallelamente alla tecnologia” continua il docente, “non si può pensare che un collaudo valga per 50 anni. Quello che doveva essere fatto era una manutenzione del ponte dopo aver preso coscienza del metodo utilizzato per la costruzione.”

“Tutte le opere che sono state costruite vanno revisionate” sottolinea il professore, “è necessaria una cultura della qualità e del monitoraggio permanente in Italia.”

Guardando al futuro “Va demolita la struttura e ricostruita, il punto sarebbe decidere se ricostruirlo nello stesso luogo o meno, vista l’urbanizzazione forsennata di Genova sarà difficile trovare un’alternativa a quel tracciato” conclude Borri.

Trovate l’intervista completa qui : https://www.controradio.it/podcast/crollo-genova-prof-borri-il-problema-riguarda-tutta-leuropa/

Crollo Genova: tra le vittime anche 32enne fiorentino

Tra le vittime del crollo del ponte Morandi a Genova c’è un fiorentino. E’ quanto si apprende dal sindaco di Firenze Dario Nardella che su twitter scrive: “Firenze si stringe al dolore della famiglia del ragazzo fiorentino che ha perso la vita nel tragico crollo del viadotto a Genova e ai cari di tutte le altre vittime”.

Dal profilo fb della vittima

Da quanto appreso il fiorentino morto nel crollo del ponte dell’autostrada a Genova sarebbe Alberto Fanfani, 32 anni. Il giovane lavorava come medico anestesista all’ospedale Cisanello di Pisa e ieri, si trovava con la sua auto sul viadotto dell’autostrada A10.

Intanto si aggrava il bilancio delle vittime del crollo. “Durante le operazioni di soccorso
nella notte sono stati ritrovati i corpi senza vita di altre 5 persone, il numero risulta essere di 36 vittime al momento”, ha confermato all’Adnkronos il direttore del 118 di Genova, Francesco Bermano. Tutti sono stati trasferiti presso l”obitorio dell”ospedale
San Martino di Genova. Ancora in corso l’identificazione.

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