Fattori (SI-Tosc): Pd e M5S votino nostra proposta legge elettorale su proporzionale puro

I consiglieri regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti hanno depositato una proposta di legge elettorale regionale di tipo proporzionale, in sostituzione del cosiddetto ‘Toscanellum’ attualmente in vigore. La legge entrerebbe in funzione per il prossimo rinnovo del Consiglio regionale e per l’elezione del presidente della Giunta.

Alla legge elettorale  vera e propri , che delinea un sistema proporzionale puro per l’elezione dell’Assemblea legislativa regionale, è affiancata una proposta di legge di modifica statutaria. Tale proposta prevede l’elezione indiretta del presidente della Regione da parte del Parlamento regionale, riaffermando la centralità dell’assemblea elettiva, similmente a quanto avviene a livello nazionale.”Sfidiamo Pd eM5S che a livello nazionale stanno discutendo di una legge esattamente come quella che noi proponiamo in Toscana, a votare il nostro documento” dice Tommaso Fattori ,presidente gruppo Sì Toscana a Sinistra.

La proposta di Sì Toscana a sinistra introduce anche la mozione di sfiducia costruttiva, a garanzia della stabilità del governo regionale. “E’ tempo di scelte nette – sottolineano i due consiglieri -, siamo da sempre coerentemente proporzionalisti e ci auguriamo che oggi siano in molti a vedere il rischio di meccanismi elettorali maggioritari che consegnano la maggioranza dei seggi a chi è minoranza nella società. I sistemi elettorali devono essere valutati indipendentemente dalle contingenze ma è evidente che se c’è un voto utile contro la Lega di Salvini è proprio quello a favore di una legge elettorale proporzionale che rappresenti le forze politiche secondo il loro reale peso nella società. Sarà inutile – concludono i due consiglieri – piangere poi sul latte versato”.

Sanità: Saccardi, chiesto Asl coprire turnover del personale

“Abbiamo dato indicazione a tutte le aziende sanitarie di coprire il turnover sempre, anche a seguito di quota 100, e di sostituire i primariati ovvero le unità operative complesse e se ciò non avviene non dipende dalla nostra volontà, ma dalla indisponibilità di graduatorie per quei profili professionali”.

Lo ha detto l’assessore toscano al diritto alla Salute, Stefania Saccardi, rispondendo in Consiglio regionale ad un’interrogazione di Sì Toscana a sinistra presentata insieme a Monica Pecori (Gruppo misto), in merito alla carenza di personale sanitario nelle Asl della Toscana necessario per coprire il turnover.

“Sappiamo che il tema del personale è un tema su cui ci dobbiamo spendere il massimo possibile – ha aggiunto Saccardi – per questo abbiamo dato indicazioni in questo senso stando però dentro i limiti imposti della normativa nazionale sui limiti di spesa relativi alle assunzioni di personale”.

Paolo Sarti (Sì Toscana a sinistra) si è detto “soddisfatto della risposta dell’assessore, ma non per la situazione dell’Asl Nord ovest” in cui, ha aggiunto, “si rincorre l’emergenza: delle sale operatorie aperte ne lavora tre nel pomeriggio e si allungano le file di attesa. I 70 assunti tra infermieri e Oss sono un’inezia”.

Regionali, Sì Toscana: si voti con proporzionale puro

Sì Toscana a sinistra ha richiesto che “la Toscana voti con proporzionale puro”. I consiglieri regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti hanno depositato una proposta di legge elettorale regionale di tipo proporzionale, in sostituzione del cosiddetto ‘Toscanellum’ attualmente in vigore. La legge entrerebbe in funzione per il prossimo rinnovo del Consiglio regionale e per l’elezione del presidente della Giunta.

Alla legge elettorale  vera e propria, si legge in una nota del Consiglio della toscana, che delinea un sistema proporzionale puro per l’elezione dell’Assemblea legislativa regionale, è affiancata una proposta di legge di modifica statutaria. Tale proposta prevede l’elezione indiretta del presidente della Regione da parte del Parlamento regionale, riaffermando la centralità dell’assemblea elettiva, similmente a quanto avviene a livello nazionale.

La proposta di Sì Toscana a sinistra introduce anche la mozione di sfiducia costruttiva, a garanzia della stabilità del governo regionale. “E’ tempo di scelte nette – sottolineano i due consiglieri -, siamo da sempre coerentemente proporzionalisti e ci auguriamo che oggi siano in molti a vedere il rischio di meccanismi elettorali maggioritari che consegnano la maggioranza dei seggi a chi è minoranza nella società. I sistemi elettorali devono essere valutati indipendentemente dalle contingenze ma è evidente che se c’è un voto utile contro la Lega di Salvini è proprio quello a favore di una legge elettorale proporzionale che rappresenti le forze politiche secondo il loro reale peso nella società. Sarà inutile – concludono i due consiglieri – piangere poi sul latte versato”.

Rom: Consiglio Regionale approva mozione integrazione

La Giunta della Regione Toscana si impegni a “istituire una cabina di regia regionale sulle politiche di gestione e integrazione delle comunità rom presenti sul territorio toscano, coinvolgendo prefetture e Comuni interessati, perché venga favorita l’inclusione sociale e garantito il rispetto dei doveri, della legalità e della dignità umana, a partire dall’accesso a educazione e istruzione per i minori”.

Lo prevede una mozione approvata a maggioranza dal Consiglio regionale, prima firmataria Alessandra Nardini (Pd), che ha registrato il voto contrario di Lega e Forza Italia. Il testo è stato sottoscritto anche da Andrea Pieroni (Pd), Serena Spinelli (capogruppo Mdp) e Paolo Sarti (Sì Toscana a sinistra).

Secondo Nardini, il problema dovrebbe essere gestito con una serie di soggetti interessati tra cui “il garante per l’infanzia, l’ufficio scolastico regionale e i servizi socio-sanitari, le parti sociali, i soggetti del terzo settore e gli ulteriori soggetti potenzialmente interessati”.
Nardini ha infine ricordato che “la Regione Toscana da sempre si è contraddistinta per aver perseguito un modello di società solidale, nella quale si garantiscono pari dignità, diritti e doveri a tutti i cittadini”.

La mozione, illustrata in aula da Nardini, parte dallo sgombero del campo nomadi di Navacchio, nel comune di Cascina (Pisa), il 17 dicembre 2018, che ha interessato circa 40 rom, di cui 25 minori. “Non mancarono ovviamente le foto gioiose della sindaca leghista Ceccardi sulle macerie, accanto alla ruspa – ha detto Nardini – in una grottesca manifestazione di propaganda sotto le quali rimanevano intatte le criticità”. La decisione di sgombero, si legge nella mozione, non fu concordata con gli enti locali.

La mozione ha stimolato un lungo dibattito in aula. Monica Pecori (Gruppo misto), ha chiesto di sottoscrivere la mozione di cui condivide i valori, mentre non condivide “assolutamente le ruspe e la cultura della ricerca del nemico”. Jacopo Alberti (Lega) ha chiesto innanzitutto come mai la mozione non fosse rinviata in commissione, visto il riferimento nel titolo “alle famiglie e i minori sgomberati dal Comune di Cascina”, ovvero a “una questione prettamente locale e non di interesse regionale”. Per Tommaso Fattori (capogruppo Sì Toscana a sinistra) il testo di riferisce a questioni “relative alla Regione Toscana nel suo insieme”, e quindi “propone una soluzione di tipo generale”. “La mozione è da discutersi in aula e chiedo di poterla firmare”, ha concluso.

La capogruppo della Lega Elisa Montemagni ha detto di poter “essere d’accordo sulla cabina di regia, ma non sulla strumentalizzazione di temi che sono delicati”. A Cascina (Pisa), “ci sono campi che sono stati sgomberati perché ci sono bambini che non possono stare nello sporco”. Per Antonio Mazzeo (Pd) “non si può spostare persone di qualunque genere, colore e razza, da una parte all’altra solo per continuare a fare slogan e campagna elettorale continua”. Serena Spinelli (capogruppo Mdp) ha affermato che “difendere queste popolazioni non porta consenso, è una battaglia che si fa sulla valutazione etica e morale. Ritornare a occuparsi” di questi temi “in maniera non strumentale, ma mettendo al centro i diritti delle persone, è una cosa importante”. Giacomo Giannarelli (capogruppo M5s), ha proposto di togliere il riferimento al caso specifico di Cascina dal titolo della mozione, soluzione accettata da Nardini. La mozione è stata così votata.

Vietare taser in strutture sanitarie toscane, approvata la mozione

Il Consiglio Regionale della Toscana approva una mozione contro l’utilizzo della pistola elettrica negli ospedali. Sarti e Fattori: “non accadrà più che sia utilizzata nelle strutture sanitarie”. La Giunta s’impegna a trovare delle alternative. 

La mozione, presentata dai consiglieri Paolo Sarti e Tommaso Fattori di Sì-Toscana a Sinistra, stabilisce anche che siano destinate maggiori risorse finanziarie e più personale al settore della salute mentale. “Grazie all’approvazione del nostro atto – hanno spiegato Sarti e Fattori – non accadrà più che la pistola elettrica sia utilizzata nelle strutture sanitarie. La nostra iniziativa è motivata da un caso, gravissimo, che ha riguardato un paziente all’interno del reparto psichiatrico a Ponte a Niccheri. E’ particolarmente inammissibile – affermano i consiglieri – che un paziente psichiatrico, già ricoverato in una struttura specializzata che lo dovrebbe curare e tutelare, sia sottoposto alla tortura della pistola laser”.

Sarti e Fattori hanno definito il teser ” uno strumento altamente pericoloso e potenzialmente mortale. Semmai – hanno poi precisato – è necessario destinare maggiori risorse finanziarie e più personale al settore della salute mentale. E’ infatti evidente che il personale sanitario è in affanno a causa delle croniche carenze di organico e spesso anche per la mancanza di direttive chiare, oltre che di strumenti e spazi idonei”.

Sanità, Sarti: “Piano liste d’attesa è esternalizzazione mascherata del servizio sanitario”

“Le motivazioni e gli obiettivi sono nobili: ridurre le liste d’attesa, mettere un freno alle prestazioni intramoenia, far tornare i conti della sanità toscana. Ma, al momento, il dato di fatto è uno solo: siamo davanti ad una esternalizzazione mascherata delle prestazioni sanitarie senza precedenti”. Così il consigliere regionale di Sì-Toscana a Sinistra, Paolo Sarti, commenta il piano regionale di governo delle liste di attesa 2019-2021, che prevede l’affidamento  diretto di visite e esami a strutture private allo scopo di ridurre le liste di attesa.

“Quando un Comune – osserva Sarti – affida la gestione dei propri asili a cooperative private, giustamente, si parla di esternalizzazione, se non direttamente di privatizzazione del servizio. E qui siamo di fronte allo stesso fenomeno. Poiché il servizio pubblico è in affanno e non riesce a contenere le liste d’attesa, allora tanto vale regalare grandi pacchetti di visite e prestazioni alle cliniche private: temiamo che sia questa la vera ratio del piano che, va ricordato, non nasce a Firenze, ma a livello nazionale, dalla Conferenza Stato – Regioni. Come forza di sinistra, siamo da sempre favorevoli ad una riduzione delle prestazioni in intramoenia, ma, naturalmente, questo processo sarebbe dovuto avvenire a favore delle strutture e degli operatori del servizio sanitario pubblico. Invece qui, prescrivendo una cura che sembra essere peggiore del male, si dice ai cittadini: ‘ok, noi non ce la facciamo a visitarvi, allora andate direttamente alla clinica privata e paghiamo noi.’ Dimenticando che quel ‘noi’ non è un ente privato dal nome Regione Toscana, ma lo stesso contribuente che si trova così a pagare tre volte: il ticket per la singola prestazione, le convenzioni tra pubblico e privato e la differenza di prezzo per la singola prestazione rispetto alla tariffa del privato”.

“Anche la nostra Regione, accogliendo a braccia aperte ed entusiasmo ingiustificato questa che è pur sempre una riforma giallo-verde, si appresta ad introdurre il modello di sanità che, nel nord Italia, ha fatto la fortuna delle cliniche private molto più che dei cittadini. Vedremo, nei prossimi mesi, se davvero le liste di attesa si ridurranno, e questo, nel breve periodo potrebbe anche accadere. Ma la nostra preoccupazione è di lungo raggio: con questi provvedimenti, si continua ad indebolire il servizio pubblico e a foraggiare quello privato, accentuando quella spirale che ci ha portati proprio in questa situazione, nella quale 4 milioni di italiani rinunciano alle cure, anche per la lunghezza delle liste d’attesa. Del resto – conclude Sarti – la logica che aveva portato, nei decenni scorsi, ad introdurre il regime di intramoenia è la stessa che oggi ne impone un limite, soltanto per arrivare a quel salto nel buio che si chiama appunto con un nome ben preciso: esternalizzazione”.

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