Natale, Meyer: doppio tampone per stare insieme ai figli ricoverati

Meyer: un tampone extra per stare insieme, al sicuro, la vigilia e il giorno di Natale. E’ l’iniziativa rivolta alle famiglie dei bambini ricoverati.

La procedura straordinaria, che richiederà un notevole sforzo organizzativo agli operatori sanitari e agli operatori del laboratorio di immunologia dell’ospedale pediatrico fiorentino, permetterà ai genitori di trascorrere insieme ai loro figli e alle loro figlie i giorni di festa.

Dall’inizio dell’emergenza epidemiologica, l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze ha adottato regole molto rigorose per tutelare la salute dei bambini ricoverati e degli operatori della struttura sanitaria. Tra queste, il rispetto delle disposizioni nazionali e regionali che permettono la presenza di un solo accompagnatore, sia per i bambini che si sottopongono a una visita o a un accertamento diagnostico che per quelli che devono affrontare un periodo di degenza più o meno lungo, vietando anche visite di parenti e amici.

“Da sempre, l’ospedale pediatrico fiorentino ha aperto le sue porte ai genitori e ai familiari dei bambini ricoverati nella consapevolezza che la vicinanza degli affetti rappresenta un elemento importante per il benessere dei piccoli. La pandemia, però, ha imposto a tutti nuove abitudini e anche l’ospedale si è adeguato, seppur a malincuore” si legge nella nota diffusa. Ora a Natale il Meyer si organizza per concedere uno “strappo alla regola” che non comprometta la sicurezza di bambini e sanitari.

“Nei giorni di Natale – salvo i casi in cui non sia consigliabile sotto il profilo clinico – le mamme e i papà che vorranno trascorrere insieme il momento della festa, saranno sottoposti a un tampone per verificare la loro negatività al coronavirus. Ottenuto il via libera, potranno accedere all’ospedale e trascorrere qualche ora serena, finalmente tutti di nuovo insieme”, conclude la nota.

L’AOU Meyer fa parte del Servizio sanitario nazionale e in particolare del Sistema sanitario della Regione Toscana. E’ integrata con l’Università degli Studi di Firenze con la quale svolge, in maniera unitaria, funzioni di assistenza, didattica e ricerca. Si caratterizza per le attività di diagnosi, cura e riabilitazione rivolte ai piccoli pazienti sino al raggiungimento della loro maggiore età nel rispetto, comunque, del principio della continuità assistenziale.

Dodicenne salvato al Meyer, primo caso pediatrico in Toscana

Ha rischiato la vita a causa del Covid un ragazzino di 12 anni, ma grazie al team multidisciplinare delle cure intensive del Meyer e’ riuscito a guarire. È stata la prima volta di un caso cosi’ grave trattato dall’ospedale pediatrico fiorentino.

Abitualmente, in effetti, i bambini e gli adolescenti sono colpiti in maniera piu’ lieve dal virus. Il dodicenne e’ arrivato dal pronto soccorso di un altro ospedale con un quadro clinico drammatico: shock con insufficienza renale e un’insufficienza multi-organo che prima ha compromesso la funzionalita’ dei reni, poi del sistema cardiocircolatorio, dei polmoni, dell’apparato digerente. È quello che in termini medici viene definita sindrome di infiammazione multi-sistemica correlata al Covid in eta’ pediatrica. A innescarla la tempesta di citochine, conseguenza molto temuta in eta’ adulta ma che si presenta assai raramente fra bambini e ragazzini. Il ricovero in rianimazione e l’intubazione sono state delle scelte obbligate. Cruciale e’ stato il lavoro degli specialisti pediatrici che, grazie all’appartenenza a reti di professionisti nazionali e internazionali che stanno condividendo le loro conoscenze su un’epidemia che presenta in eta’ pediatrica una casistica molto scarsa, sono riusciti a escogitare una terapia efficace a base di Interleuchina-1, farmaco usato per le malattie auto-immuni, cortisone e immunoglobuline. Dopo 14 giorni il giovanissimo paziente e’ uscito dalla terapia intensiva e a seguito di un periodo di degenza nel reparto di pediatria e’ tornato a casa, finalmente guarito.

Meyer dà il via all’autotampone nasale “Uffa!”

Firenze, il Meyer presenta “Uffa!”, il tampone autosomministrato per la diagnosi di Covid-19, messo a punto nel laboratorio di Immunologia dell’ospedale.

Nel realizzare questo kit, che ha già superato con successo la prima fase dello studio, al Meyer si è perseguito un duplice obiettivo: limitare il tampone al solo naso, a tutto vantaggio del comfort dei pazienti (pensiamo, ad esempio, a un bambino piccolo che deve ripeterlo periodicamente) e fare in modo che potesse essere autosomministrato, senza l’impiego di personale sanitario.

Studi recenti*, infatti, hanno dimostrato che in questo modo la procedura di esecuzione del tampone può essere significativamente snellita, con la medesima efficacia. Lo studio “Uffa!”, approvato con parere del Comitato Etico Pediatrico Regionale del 01.10.2020 è stato avviato il 6 ottobre 2020 e si è appena conclusa la prima fase.

Come funziona. L’idea è nata con l’intento iniziale di trovare un sistema efficiente, rapido e attendibile per testare gli operatori sanitari del Meyer e quindi, a cascata, proteggere i piccoli pazienti che loro assistono. Il kit “Uffa!” è semplicissimo da usare e completamente indolore: basta inserire il bastoncino con la punta di cotone prima in una narice e poi nell’altra, poi chiuderlo in una provetta che verrà successivamente analizzata.

Questa metodologia è davvero poco fastidiosa, perché il tampone viene inserito solo nella narice senza andare in profondità. Molti studi hanno dimostrato che se una persona è positiva, il virus è presente nel suo naso.  La garanzia di essere riusciti a farlo bene? Nella macchina che analizza i tamponi è presente un controllo interno, che è in grado di dimostrare se la metodica è stata ben eseguita.

Lo studio. In questa prima fase è stato proposto l’arruolamento nello studio e quindi l’esecuzione dell’auto-tampone agli operatori (sanitari e non) che si sono sottoposti – come di routine al Meyer in questi mesi – al prelievo del sangue per la sorveglianza test anticorpi Sars-Cov-2 (il “sierologico”). Il Meyer ha realizzato un tutorial e istruzioni scritte per guidarli nella corretta esecuzione. Dal 06/10/2020 al 09/11/2020 sono stati effettuati 803 tamponi autosomministrati da operatori Meyer.

Nello stesso periodo sono stati effettuati, sia su operatori che su pazienti, 1016 tamponi rino-faringei “classici” ad opera di operatori sanitari. Nessun tampone è risultato non valido, né nel gruppo autosomministrato, né nel gruppo eseguito dagli operatori. Nell’ambito dei tamponi autosomministrati sono stati evidenziati 10 tamponi positivi (10/803, incidenza 1.25%). I 10 tamponi effettuati erano relativi a 8 soggetti asintomatici e due sintomatici. Nessuno è risultato falso positivo.

Nell’ambito dei tamponi somministrati da operatori ne sono stati evidenziati 12 positivi (12/1016, incidenza 1.18%). I valori del controllo interno (CT) dei campioni analizzati, sia autosomministrati che somministrati da operatori sono compresi tra 16 e 38, entrambi i gruppi hanno una media di 23. Questo ha provato che i tamponi autosomministrati sono adeguati quanto quelli effettuati da operatori sanitari. I primi risultati dimostrano dunque la completa sovrapponibilità delle due metodiche di somministrazione e la sostanziale equivalenza dal punto di vista diagnostico.

Le prospettive. “Da lunedì prossimo “Uffa!” diventerà pratica corrente e strutturata dell’ospedale Meyer e verrà utilizzato come test di screening periodico su tutti gli operatori (circa 1500) – annuncia il direttore generale del Meyer, Alberto Zanobini – Proteggere gli operatori per noi significa proteggere i bambini. Ma gli scenari che l’autosomministrazione del tampone può aprire dal punto di vista dell’impatto sull’organizzazione sanitaria sono imprevedibili. Potrebbe essere una fondamentale soluzione al problema del sovraffollamento dei centri tamponi, siano essi nelle strutture sanitarie o nei drive-through. Siamo contenti di aver dato, come Meyer, un input alla ricerca in questa direzione”.

Prossimi step. “Riteniamo opportuno continuare lo studio includendo anche i bambini positivi ricoverati nel reparto Covid del Meyer: saranno anche i genitori a fare loro il tampone per i controlli periodici durante il loro ricovero. I dati preliminari sono molto buoni e possiamo ragionevolmente aspettarci che non ci sarà nessuna differenza tra l’adeguatezza dei tamponi eseguiti dai genitori e quelli effettuati dagli operatori.

Avere un tampone solo nasale e somministrato da babbo o mamma anziché da un operatore sarà altrettanto valido ma sicuramente molto meno invasivo per i bambini”, spiega la professoressa Chiara Azzari, responsabile del Laboratorio di Immunologia. “Se le analisi finali confermeranno questi primi risultati, considereremo raggiunti i nostri obiettivi: il tampone nasale autosomministrato potrà essere considerato una valida alternativa al tampone rinofaringeo somministrato dall’operatore, sia negli operatori sia nei bambini”, conclude.

Coronavirus: drive-throught al vecchio ospedalino Meyer

Un nuovo drive-through è in funzione da oggi nella vecchia sede dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, in via Luca Giordano.

Si tratta di una postazione mobile dove, su richiesta del pediatra previo appuntamento tramite portale regionale, le famiglie possono portare i bambini e le bambine a fare il tampone.
La nuova postazione, istituita grazie a un accordo con la Regione Toscana e gestita dal personale Meyer, amplia “La possibilità di risposta alle numerosissime richieste quotidiane di tamponi pediatrici: il drive-through consentirà di eseguire per adesso circa 70 tamponi al giorno”.
Intanto, all’ospedale Meyer, dal 26 ottobre è operativa anche una nuova macchina per i test antigenici rapidi che consente di processare fino a 380 tamponi al giorno prelevati dai drive through pediatrici della Asl Toscana Centro, con tempi di lavorazione molto rapidi, di circa 40 minuti. Per consentirne l’utilizzo a pieno ritmo, anche durante la notte, al Meyer sono entrati in servizio ulteriori tre biologi dedicati alla diagnostica Covid: “In questo modo i tempi vengono ottimizzati ed è stato potenziato ancora un laboratorio di importanza strategica, al servizio dell’ospedale e del territorio”.

Meyer, bimba 11 mesi positiva Covid operata di tumore

Firenze, un intervento di chirurgia complessa per rimuovere un tumore è stato portato a termine con successo nei giorni scorsi nell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze su una bambina di undici mesi, risultata positiva al Coronavirus.

Per asportare la grande massa che si era formata sul rene della piccola, si spiega dal pediatrico fiorentino, medici e infermieri dell’equipe coordinata da Lorenzo Masieri, responsabile di urologia pediatrica del Meyer e associato all’ Università di Firenze, hanno utilizzato tutti i dispositivi di protezione necessari per operare in sicurezza ed evitare di essere contagiati.

Ora la bimba dovrà affrontare i controlli per monitorare l’andamento della patologia, ma “l’intervento è felicemente riuscito. La piccola sta bene e ha potuto fare ritorno a casa”. Alla bimba il tumore era stato scoperto a marzo. Presa in cura dagli specialisti della oncoematologia del pediatrico fiorentino aveva cominciato la chemioterapia per ridurre le dimensioni della massa in vista dell’intervento. Durante il ciclo di cure è stato scoperto che era positiva.

“Come capita a molti suoi coetanei – si spiega dal Meyer – era asintomatica”. L’operazione non poteva essere rimandata e così i medici hanno deciso di procedere ugualmente seguendo le procedure aziendali per il percorso Covid: sono entrati nella sala operatoria dedicata schermati da tute, maschere e guanti e ne sono usciti controllandosi a vicenda per minimizzare le possibilità di errore nel delicato processo di vestizione e svestizione. Sia prima, che dopo l’intervento, la piccola è stata seguita da un team multispecialistico di infettivologi, pediatri e oncoematologi negli spazi che il Meyer ha dedicato ai pazienti Covid.

Carabinieri, donati al Meyer 20mila euro vendite calendario

Firenze, donato all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze il ricavato delle vendite del calendario planning dell’Arma dei Carabinieri.

Questa mattina il comandante della legione carabinieri Toscana, generale dei Carabinieri Massimo Masciulli, ha consegnato un assegno da 20mila euro al direttore generale dell’azienda ospedaliera pediatrica Alberto Zanobini.

“Il gesto – spiegano dall’Arma – vuole essere un segno tangibile di vicinanza e solidarietà al personale sanitario particolarmente esposto in questo periodo di emergenza”.

Il planning da tavolo è uno dei prodotti editoriali dell’Arma, insieme al calendario storico, all’agenda storica e al calendarietto da tavolo. Il loro acquisto può essere effettuato solo da carabinieri, che ne fanno dono ad amici e conoscenti. Il planning di quest’anno è dedicato alla banda musicale dell’Arma nel centenario della sua istituzione.

Exit mobile version