Freya, una femmina di tricheco, è stata soppressa dalle autorità norvegesi, per colpa dei selfie dei turisti

Oslo, le autorità norvegesi hanno soppresso un tricheco che aveva attirato folle di spettatori nel fiordo di Oslo dopo aver concluso che rappresentava un rischio per gli esseri umani. La femmina di tricheco da 600 chilogrammi, conosciuta affettuosamente come Freya, era diventata un’attrazione popolare in Norvegia.

Nelle ultime settimane però, nonostante gli avvertimenti dei funzionari che esortavano a non avvicinarsi a Freya, molte persone addirittura posavano pericolosamente accanto all’enorme mammifero marino per un selfie da condividere sui social.

I trichechi sono specie protetta, e fino al mese scorso i funzionari norvegesi avevano sperato che Freya se ne fosse andata di sua spontanea volontà e che quindi l’eutanasia sarebbe stata l’ultima risorsa.

Ma alla fine la direzione norvegese della pesca ha dichiarato che Freya è stata soppressa domenica mattina “sulla base di una valutazione complessiva della continua minaccia alla sicurezza umana”.

“Attraverso le osservazioni in loco della scorsa settimana, è stato chiarito che il pubblico ha ignorato l’attuale raccomandazione di mantenere una chiara distanza dal tricheco – affermano sempre i norvegesi – Pertanto, la possibilità di potenziali danni alle persone era alta e il benessere degli animali non veniva mantenuto”.

Il capo della direzione, Frank Bakke-Jensen, ha affermato che sono state prese in considerazione altre opzioni, incluso lo spostamento dell’animale altrove. Ma le autorità hanno concluso che non era un’opzione praticabile.

“Siamo consapevoli del fatto che la decisione possa causare una reazione da parte del pubblico, ma sono fermamente convinto che questa sia stata la scelta giusta”, ha detto Bakke-Jensen. “Abbiamo grande riguardo per il benessere degli animali, ma la vita e la sicurezza umana devono avere la precedenza”.

I trichechi dell’Atlantico vivono normalmente nell’Artico. È insolito, ma non rarissimo, che viaggino nel Mar del Nord e nel Mar Baltico. Un altro tricheco, soprannominato Wally, è stato visto l’anno scorso sulle spiagge e persino su un molo di salvataggio in Galles.

Firenze plastic-free, assessora Del Re a Oslo per firmare il patto

?Un patto in cinque punti tra le città europee per ridurre l’utilizzo della plastica monouso, a firmarlo per il Comune di Firenze sarà l’assessora all’Ambiente Cecilia Del Re, che parteciperà il 24 ottobre a Oslo al forum di Eurocities sull’ambiente.

Tema centrale dell’edizione 2019 di Oslo. il ruolo delle città nella riduzione graduale dell’utilizzo della plastica. Obiettivo quello di condividere i piani di azione, confrontare le buone pratiche e sviluppare nuove strategie per coinvolgere la cittadinanza nel cambiamento dei propri stili di vita.

Obiettivo quello di condividere i piani di azione, confrontare le buone pratiche e sviluppare nuove strategie per coinvolgere la cittadinanza nel cambiamento dei propri stili di vita. Al rientro dalla missione istituzionale a Oslo, l’assessore Del Re si confronterà con i giovani della ‘Local Conference of Youth’ in programma al Palagio di Parte Guelfa dal 25 al 27 ottobre e riceverà le proposte che emergeranno dai tavoli di lavoro della tre giorni, in vista dell’adozione del piano plastic-free della città di Firenze da attuare nei prossimi anni.

“E’ importante che la spinta alla riduzione della plastica parta dalle città – ha detto l’assessore Del Re – perché poi anche gli altri livelli di governo possano sostenere queste buone pratiche: è proprio dalle comunità locali che spesso partono piccole e grandi rivoluzioni in grado di sprigionare una forza contagiosa verso gli altri livelli. Un momento di impegno dal valore non solo simbolico, ma anche pratico che si accompagnerà al confronto con le città europee in vista dell’adozione del piano plastic-free della città di Firenze. Siamo già a lavoro per un piano di riduzione della plastica in città – ha spiegato l’assessore -, che stiamo mettendo a punto e che completeremo alla luce delle esperienze delle altre città europee e degli input provenienti dai vari soggetti attivi in città. Raccoglieremo anche le proposte che emergeranno dai giovani della Local Conference sui cambiamenti climatici che si riuniranno a Firenze il prossimo fine settimana”.

Nel dettaglio, i cinque punti del piano europeo riguardano l’impegno a: sviluppare strategie per ridurre significativamente l’inquinamento da plastica nelle città; ridurre l’uso della plastica monouso, a partire dalle attività comunali; aumentare la consapevolezza da parte dei cittadini dei problemi causati dai rifiuti in plastica; aumentare la raccolta differenziata e il riciclo; coinvolgere le imprese e gli stakeholders locali nell’adozione di comportamenti virtuosi e sostenibili.

La direttiva europea 904 del 2019 impone agli Stati membri di adottare entro luglio 2021 misure per ridurre sensibilmente l’utilizzo di prodotti di plastica monouso. La città di Firenze già da tempo ha avviato iniziative per la riduzione dell’utilizzo di plastica non necessaria, a partire dall’installazione da parte di Publiacqua dei fontanelli di alta qualità. I fontanelli installati a Firenze sono 22, con oltre 12milioni di litri d’acqua erogati nel 2018: ciò significa oltre 8milioni di bottiglie di plastica da 1,5 litri non prodotte, non trasportate e non smaltite e quindi in circa 286 tonnellate di plastica e oltre 1.700 tonnellate di Co2 non immesse nell’ambiente. Anche Toscana Aeroporti ha avviato un piano per rendere lo scalo di Firenze plastic-free attraverso lo stop alla vendita di plastica, il riutilizzo dell’acqua delle bottigliette e la raccolta differenziata, l’installazione di fontanelle.

La ‘Local Conference of Youth’ rappresenta la versione nazionale della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, che riunisce le istanze di giovani da tutto il mondo sul tema del cambiamento climatico con l’obiettivo di elaborare proposte da portare alla Conferenza del prossimo dicembre in Cile e dare vita a un terreno comune di confronto tra associazioni, gruppi e singoli cittadini per una visione condivisa sul futuro del pianeta.

Gimmy Tranquillo ha intervistato l’assessora all’Innovazione Cecilia Del Re:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/10/191022_00_RIDURRE-PLASTICA.mp3?_=1

Malattia misteriosa sta uccidendo i cani in Norvegia

Oslo, le autorità norvegesi non sono state ancora in grado di rilevare la causa di una malattia misteriosa, che si stima abbia ucciso dozzine di cani negli ultimi giorni nel paese scandinavo.

L’autorità norvegese per la sicurezza alimentare, ha dichiarato di essere stata informata di altri sei casi di cani contagiati dalla malattia misteriosa, di cui due già morti, tutti soffrivano degli stessi sintomi: di vomito e diarrea sanguinolenta.

Si tratta di una malattia che ha conseguenze “Molto gravi per un cane. Ma non sappiamo ancora se si tratti di una malattia contagiosa o se sia solo una serie di casi individuali”, ha detto il portavoce dell’agenzia Ole-Herman Tronerud all’emittente pubblica NRK.

Secondo un rapporto di Sputnik International, i veterinari di Oslo dicono di aver registrato dozzine di cani che hanno sviluppato improvvisi sintomi che includono appunto vomito di sangue e diarrea sanguinolenta.

La malattia, ancora da identificare, si sviluppa molto rapidamente tanto che in alcuni casi, i cani muoiono durante il trasporto dal veterinario.

La maggior parte dei casi è stata segnalata nella ed intorno alla capitale Oslo, ma anche nelle città di Bergen e Trondheim e nel comune settentrionale del Nordland.

Il Norwegian Veterinary Institute ha dichiarato di aver rilevato nelle autopsie, due batteri non specificati, ma di non essere stato in grado di chiarire se questi fossero stati la causa dell’epidemia.

“Avere cani sani e fantastici che muoiono così rapidamente è naturalmente grave. È una situazione molto particolare in cui non sono mai stato coinvolto prima”, ha detto venerdì il direttore dell’emergenza e della sicurezza dell’istituto, Jorun Jarp.

L’autorità norvegese per la sicurezza degli animali e degli alimenti, sta lavorando a stretto contatto con l’istituto veterinario statale, il Veterinarian College e gli ospedali per animali per scoprire le cause dell’epidemia.

Un veterinario, Sasja Rygg ha detto, sempre all’emittente nazionale norvegese NRK, di essere a conoscenza di almeno 20 cani morti per l’epidemia e di molti altri animali contagiati.

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