Stragi nazifasciste, ass. Nardini inaugura “Sentiero della Memoria”

Oggi la commemorazione delle stragi di Civitella, Cornia, San Pancrazio e Pian dell’Albero. L’assessora alla memoria della Regione Toscana  Alessandra Nardini ha partecipato alla Marcia “Dalla memoria della guerra all’impegno per la pace” e ha inaugurato il “Sentiero della Memoria”

9 km: questa è la distanza che corre tra  Civitella a San Pancrazio, in provincia di Arezzo. La strada percorsa dalle truppe naziste che uccisero ben 244 persone tra uomini, donne e bambini, partendo dal  comando della Divisione Hermann Göring a San Pancrazio, a Civitella e a Cornia: tre massacri in un solo giorno, che ebbero un apice di efferata e cinica  pianificazione e violenza. Molte  vittime erano in  chiesa, d riunite per celebrare la festività dei santi Pietro e Paolo. Nel giorno della commemorazione dell’eccidio nazista del 29 giugno 1944 di Civitella, Cornia e San Pancrazio, l’assessora della regione Toscana con delega alla Cultura della Memoria Alessandra Nardini ha partecipato alla cerimonia conclusiva della Marcia intitolata “Dalla memoria della guerra all’impegno per la pace”.

All’evento è intervenuto il sindaco di Bucine Nicola Benini e la sindaca di Civitella in Val di Chiana Ginetta Menchetti; erano presenti rappresentanti della provincia di Arezzo e di numerose amministrazioni comunali. L’assessora Nardini ha portato il saluto istituzionale della Regione Toscana.

Nel pomeriggio l’assessora si è recata poi al Poggio alla Croce, tra i comuni di Figline e Incisa Valdarno e Greve in Chianti per l’inaugurazione del Sentiero della Memoria tra Badia Montescalari e Pian dell’Albero accompagnata dalla sindaca Giulia Mugnai e dal sindaco Paolo Sottani. A Pian d’Albero, all’interno di un casolare tuttora esistente, si consumò la strage nazista del 20 giugno 1944 in cui persero la vita 39 persone: giovani partigiani, contadini, e tra loro anche il giovanissimo Aronne Cavicchi.

L’assessora Nardini ha ribadito la necessità di “coltivare la dolorosa memoria della guerra per consolidare la consapevolezza del valore della pace e ricordare gli orrori della dittatura e dell’oppressione per celebrare la democrazia e la libertà, perché non ci può essere vera pace senza la libertà”. Ha poi ricordato come oggi “questi territori sono un laboratorio di pace, di custodia dei valori democratici, anche in nome del prezzo carissimo che hanno pagato, anche per l’incontro diretto e feroce con la brutalità bellica e con le ideologie criminali che hanno ferito e lacerato l’Europa, il nostro Paese e la nostra Regione tra gli anni Venti e gli anni Quaranta del Novecento. Si tratta di ferite profondissime – ha aggiunto – che possono essere parzialmente lenite solo dall’orgoglio di essere stati tra i territori più ferventi e coraggiosi nella Resistenza italiana e nella lotta di Liberazione”.

Nardini si è soffermata sulle tante ragazze e i tanti ragazzi che “hanno sacrificato gli anni migliori e, non di rado, la propria stessa vita per conquistare la libertà e liberarci dall’insopportabile giogo del nazifascismo. Proprio per questo – ha detto l’assessora – oggi ho voluto essere qui, per rappresentare una Regione che non dimentica, che affonda orgogliosamente le proprie radici nei valori della Resistenza e che fa della Memoria le fondamenta su cui costruire il futuro. Stiamo coltivando la memoria del passato affinché il presente e il futuro siano radicalmente diversi, affinché la pace, finalmente, liberi il mondo e gli esseri umani dagli orrori della guerra, di ogni guerra, ovunque si combatta. Ecco perché quelli di oggi non sono solo una marcia per la pace e un sentiero della memoria, ma una marcia e un sentiero per il futuro, l’unico possibile per la sopravvivenza dell’umanità”- ha concluso.

Incendio Bucine: stabilimento Valentino in fiamme, video testimonianza

Un vasto incendio ha colpito da stamani, a Levane (Arezzo), diversi capannoni industriali in un’area all’ingresso del paese. Sul posto, in via Valiani, sono intervenuti i vigili del fuoco oltre ai carabinieri e a personale del 118.

Distrutta anche gran parte dello stabilimento “Valentino”, compreso il reparto produttivo. Le operazioni di spegnimento hanno  visto impegnati, uomini del comando di Arezzo e dei distaccamenti di Montevarchi, Cortona, Bibbiena e Pratovecchio. In supporto al personale dei vigili del fuoco di Arezzo anche uomini e mezzi provenienti dal Comando di Firenze e dai distaccamenti di Figline Valdarno e Firenze Ovest.

Le fiamme, sviluppatesi poco dopo la mezzanotte nel capannone, per cause ancora da accertare da parte dei vigili del fuoco e dei carabinieri di San Giovanni Valdarno, hanno distrutto l’azienda e il materiale in pelle, nonché i macchinari contenuti all’interno. Data l’ora, non c’erano dipendenti all’interno della struttura, e nessuna persona è rimasta coinvolta. L’incendio ha attaccato anche tre fabbriche vicine ma è stato bloccato da 15 squadre dei vigili del fuoco, prima che le fiamme interessassero una ditta con forni per la galvanica. Sul posto per tutto il giorno i vigili del fuoco per bonificare la zona che è stata
posta sotto sequestro. Nessuna ipotesi è stata formulata circa la causa. Spetterà ai
tecnici dei vigili del fuoco espletare tutte le perizie del caso che poi saranno analizzate insieme ai carabinieri. L’azienda era stata aperta tre anni fa nella zona industriale di Levane, nella parte compresa nel comune di Bucine e da lavoro a 160 dipendenti
per i quali sono state aperte subito le procedure per la cassa integrazione.

“Avrebbe potuto essere un disastro ancora peggiore, se i vigili del fuoco non fossero riusciti a contenere l’incendio ed evitare che si estendesse alle fabbriche vicine”. Cosi il sindaco di Bucine (Arezzo) Nicola Benini, rimasto tutta la notte a visionare l’andamento dell’incendio che ha  distrutto lo stabilimento Valentino shoes di Levane.

La video testimonianza di una dipendente

Covid, Bucine (AR): tutti guariti ospiti Rsa. Ebbe 12 morti

Oltre ai morti della Rsa di Bucine, la procura aretina indaga anche sui decessi nella casa di riposo di Montevarchi con l’ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo.

Sono adesso tutti guariti gli anziani ospiti, che erano risultati positivi al Covid-19,
della Rsa di Bucine, struttura che ha avuto 12 morti e che è tra quelle coinvolte nell’inchiesta della procura di Arezzo. La guarigione di tutti viene resa nota dal sindaco Nicola Benini.
“La Asl – scrive – ci ha dato comunicazione che gli ultimi tre degenti della Residenza positivi sono guariti, quindi ad oggi nessun degente risulta positivo al Covid-19. Da domani lavoriamo per il ritorno alla normalità della nostra Rsa”. Nella struttura il contagio era partito dal piano zero che ospitava i malati di Alzheimer, poi era arrivato ad interessare anche alcuni
operatori sanitari tanto che la Asl aveva preso la gestione della struttura. Oltre ai morti della Rsa di Bucine, la procura aretina indaga anche sui decessi nella casa di riposo di
Montevarchi con l’ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo.

Coronavirus: 30 casi positivi in Rsa nell’Aretino

Trenta casi positivi al Covid 19 alla Rsa Fabbri Bicoli di Bucine, in provincia di Arezzo: tra i contagiati ci sono 22 degenti e 8 operatori. Lo rende noto il sindaco Nicola Benini.

“Già da sabato sera – spiega in una nota il primo cittadino – ho avuto contatti con la dirigenza Asl, il prefetto e la Protezione civile ed ho chiesto che venissero messe in atto tutte le misure necessarie per tutelare sia i degenti che il personale dell’intera struttura, che è articolata su 3 piani per complessivi 83 ospiti, ed evitare che il contagio si estendesse
agli altri 2 piani. Ho chiesto alla Cooperativa Giovani Valdarno, che gestisce la struttura, di attivare immediatamente tutte le misure necessarie per contenere il contagio. Già ieri
pomeriggio ho avuto assicurazione dalla Asl che verrà effettuato il tampone a tutti gli altri degenti e a tutto il personale che opera nella struttura”.
“Purtroppo questa pandemia – conclude il sindaco – sta stravolgendo la vita quotidiana della comunità e della Rsa Fabbri Bicoli che è parte importante della storia di questo comune ed è risorsa essenziale per tutto il Valdarno. Un grazie infinito a tutti gli operatori che, pur in condizioni difficilissime, continuano ad assistere con dedizione e professionalità i nostri anziani”.

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