PD, Rossi: “Prodi indica la strada giusta”

“Oggi Prodi, in una bella intervista, ripete piu’ volte che occorre intensificare la lotta all’evasione fiscale se non vogliamo che gli impegni su scuola e sanita’ e investimenti restino vane promesse. Ribadisce inoltre che destra e sinistra esisteranno sempre perche’ non si puo’ eliminare il problema della ingiusta distribuzione della ricchezza e delle diseguaglianze”. Al PD indica la strada di ritrovare la sua anima di sinistra e riformista”. Lo afferma Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.

“Nel complesso Prodi tratteggia con la consueta efficacia e con pragmatismo la risposta politica adeguata che il PD deve dare alla scissione renziana e alle problematiche che pone l’alleanza con il M5S. Diventa, insomma, cruciale marcare con forza un’identita’ del PD come partito di larghi strati popolari – prosegue Rossi – della classe operaia e dei ceti medi produttivi e intellettuali, chiarendo di volere, insieme alla protezione, la crescita della produttivita’, senza cui non c’e’ ricchezza da spartire. Su questa linea il PD potra’ rafforzarsi, ma a condizione che sia unito sul programma e intorno al suo segretario Zingaretti”.

“Dopo il terremoto politico di questa fine estate, avere nel PD un chiarimento su entrambe le questioni si rende necessario. Con l’uscita di Renzi e con la partecipazione a questo governo – aggiunge il governatore di Regione Toscana – il PD non e’ piu’ lo stesso e ha bisogno di una ridefinizione del suo profilo e del suo assetto interno in tempi rapidi. Anche per evitare che la scissione renziana avvenga a rate, raccogliendo di volta in volta gli scontenti e logorando la forza e l’immagine del PD. La nuova fase politica – conclude Rossi -sarà caratterizzata non solo dallo scontro con la destra ma anche da una collaborazione/competizione sia con Il M5stelle e sia con la nuova forza politica di Renzi che solo un PD unito, e con un programma netto e una guida saggia e forte, puo’ sostenere recuperando consensi e crescendo in militanza”.

Firenze, approvato Ordine del Giorno per candidatura alle Olimpiadi 2032

Come si deduce dal comunicato stampa rilasciato ieri sera dal Comune di Firenze, il Consiglio comunale ha approvato un Ordine del Giorno del Partito Democratico che rilancia la candidatura di Firenze e Bologna per le Olimpiadi del 2032.

23 sono i sì a favore dell’Ordine del Giorno che arrivano dal Partito Democratico, Lista Nardella e Movimento 5 Stelle, i 2 no da Sinistra Progetto Comune; Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Gruppo Misto hanno optato per l’astensione, per un totale di 6 non voto.

L’Ordine del Giorno ricorda che Firenze e Bologna sono culle della cultura e della civiltà nel mondo ed eccellenze del made in Italy, esprimenti il meglio in campo alimentare, in quello della moda, della tecnologia e dell’alta formazione universitaria, ricorda che in passato Firenze ha organizzato eventi sportivi internazionali quali, ad esempio, i Mondiali di ciclismo nel 2013 e che i dati che sono emersi nell’organizzazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina prevedono, oltre alla creazione di circa 20.000 posti di lavoro da qui al 2026, un giro di affari stimato di oltre 4 miliardi complessivi a fronte di costi molto più contenuti rispetto al passato, con un aumento pro capite dell’intera cittadinanza.

L’Ordine del Giorno invita il sindaco a proseguire nell’importante percorso nel veder realizzata questa grande opportunità, agendo all’interno dei dettami del programma di mandato.

Hanno commentato il risultato Antonella Bundu e Dmtrij Palagi di Sinistra Progetto Comune: “Durante il Consiglio Comunale di ieri abbiamo assistito, stupiti, al comportamento del Gruppo del Movimento 5 Stelle, che si è astenuto sul programma di mandato di Nardella, coerente nella sostanza con quanto sostenuto dal Partito Democratico in campagna elettorale. Pensavamo di avere degli alleati in Palazzo Vecchio sui temi della tutela del territorio, in particolare rispetto al ‘nuovo’ vecchio progetto per l’aeroporto e al sottoattraversamento per l’Alta Velocità. Invece siamo stati gli unici a votare per un allineamento del Comune di Firenze alla posizione condivisa dai Sindaci di Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Prato, chiedendo di investire invece sul Parco della Piana e sullo sviluppo del Polo Scientifico.

“Anche sulle Olimpiadi – hanno continuato – registriamo di essere l’unica voce di opposizione. Inizieremo a interrogare l’amministrazione per capire come intende muoversi per garantire quella ‘sostenibilità’ dichiarata in questi giorni, per un evento rilevante e di grande impatto. Ricordiamo come ci sia ancora una soluzione per il nuovo stadio, come ancora si stia discutendo (per alta velocità e aeroporto) di progetti ormai superati dalla storia, come la realizzazione del PalaWanny sia slittata, rispuntando ieri come ennesimo annuncio di Nardella…”.

“Continueremo a portare avanti la nostra puntuale opposizione, sperando – concludono Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – che le grandi intese tra centrodestra, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sul territorio locale diventino chiare a tutta la cittadinanza”.

Regionali: Toscana,  capogruppo M5s “non faremo alleanze”

“Ricordiamo che il M5S è un movimento post ideologico. Riteniamo che sono superati gli schemi di ‘destra’ e ‘sinistra’ e pensiamo che i veri protagonisti della politica debbano essere i temi, le scelte, i programmi. In merito all’appuntamento delle Regionali del 2020” in Toscana “il Movimento 5 Stelle non farà alleanze con nessun partito”. Lo ha scritto, su Fb il capogruppo Movimento 5 Stelle in Regione Toscana, Giacomo Giannarelli, sul nuovo governo Pd-M5s e sulle ripercussioni in Toscana dove si vota per le Regionali nel 2020.

“Offriamo una grande possibilità ai Toscani, forti dell’esperienza di questi cinque anni di legislatura. Con noi al governo regionale al primo posto c’è il lavoro”, scrive ancora Giannarelli, capogruppo M5s in Regione Toscana, precisando che “sulle principali questioni infrastrutturali”, “la nostra posizione rimane invariata: alcune opere sono ferme indipendentemente dalla volontà della politica, altre sono in una fase puramente tecnica/autorizzativa a ed altre in attesa di sentenze europee”. “Con una costante presenza – afferma ancora – sul territorio a fianco di imprese, cittadini, comitati, ordini professionali e associazioni di categoria, a testa alta, orgogliosamente, possiamo dire di essere gli unici interlocutori credibili per gli interessi dei Toscani”.

M5S: da Bibbona Grillo dà il benservito a Salvini

Con un vertice ristretto nella villa di Marina di Bibbona,  Beppe Grillo detta la linea al Movimento, allontanando  ulteriormente il Movimento dalla Lega di Matteo Salvini.

Grillo riunisce lo stato maggiore pentastellato a Marina Di Bibbina, nella sua villa estiva. Come ai bei tempi, intorno al tavolo tutte  le anime del Movimento: quella di governo, rappresentata oltre che dal vicepremier Di Maio, dai capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva; quella ortodossa, che ha in Roberto Fico il suo volto; e quella della vecchia guardia, rappresentata da Alessandro Di Battista e Paola Taverna. Al centro della discussione naturalmente gli ultimi sviluppi della vicenda politica nazionale e le possibili vie d0’uscita per il Movimento. In particolare a tenere banco è il tema che riguarda il rapporto con i Democratici: se insomma andare a vedere le carte del Pd o meno.

Per  Di Maio, non sarà semplice convincere tutti i suoi parlamentari: tra di loro c’è chi professa ancora prudenza, come Stefano Buffagni, o chi in maniera ironica, come Gianluigi Paragone, su Facebook osserva come il Movimento, solo per il fatto che ci sia un’ipotesi di trattativa con il Pd, si sia trasformato da “rospo a Principe”. Il tema, tuttavia, è che, agli occhi di Di Maio, Salvini non è più un interlocutore credibile. Certo, il cambio di alleato fa inevitabilmente piombare l’ala ortodossa in prima fila e, in questo delicato gioco di equilibri interni Di Maio, domani in assemblea, sarà chiamato a trovare la quadra. Con un punto, sul quale ormai i dubbi sono ben pochi: l’attuale squadra di governo del M5S, a prescindere se ci sia un’alleanza con il Pd o un esecutivo di scopo a breve è termine, è destinata a decadere.

Da qui, i malumori di un Movimento nel quale correnti e ambizioni entrano spesso in conflitto. Non è escluso che domani Di Maio tornerà a vedere alcuni big del Movimento prima dell’assemblea prevista alle 14:30. E, nello schema di Grillo e del capo politico, i ruoli chiave nel M5S al momento restano inalterati: con Di Maio leader, Di Battista (tradizionalmente scettici nei confronti del Pd) battitore libero, e un mega rimpasto al governo che potrebbe vedere gli ortodossi in pole.

Governo, Rossi: “Pd rischia farsi incastrare gioco trasformismo”

“Il Pd avrebbe potuto già dare battaglia in campo aperto e chiedere le elezioni con forza e mettere sotto accusa con motivata durezza Lega e M5Stelle. Invece corre il rischio di farsi incastrare nel gioco delle congetture sulle maggioranze politiche, delle giravolte spregiudicate e, in definitiva, del trasformismo”.

Lo scrive su Facebook il presidente della Toscana Enrico Rossi, intervenendo nuovamente sulla crisi di governo. “Salvini non rompe, non ritira i ministri e non chiede le dimissioni di Conte – continua – Propone al M5Stelle di votare la riduzione dei parlamentari e poi andare al voto. Il capogruppo grillino replica chiedendo il ritiro della mozione di sfiducia. Siamo al gioco di chi resta col cerino. Tutto rinviato di una settimana. Intanto l’ipotesi di un governo Pd e M5Stelle sta oscurando il vero tema politico che é il totale fallimento del populismo e del sovranismo illiberale al governo”.

E conclude: “Colpisce che dal dibattito di ieri in Senato siano assenti totalmente i problemi del Paese, dei cittadini, dei lavoratori, dei migranti che muoiono in mare, della scuola, della sanità. L’immagine é di un mero gioco di potere, di degrado ulteriore della politica. Il Pd si distingua, faccia opposizione ai sovranisti illiberali della Lega e ai populisti del M5Stelle”.

Rossi: “Il Governo ha fallito. Pd prepari campagna efficace”

“Il populismo al Governo ha fallito. Si torna al voto, dopo 14 mesi. Gonfio di consenso e, forse, consapevole di non poter mantenere nella legge di bilancio le promesse fatte agli italiani, dopo qualche indecisione, ieri sera, un Salvini ingrugnato ha deciso di staccare la spina, nonostante i cinque stelle avessero già piegato la testa al rimpasto. Ma la crisi, come è giusto, si rappresenterà in modo trasparente in Parlamento. La Lega dovrà assumersi le sue responsabilità e non potrà decidere da sola i tempi del voto. Ciò che rende Salvini malmostoso”.

Sceglie di affidarsi a Facebook il presidente della Toscana, Enrico Rossi, per esprimere il suo punto di vista sulla crisi di governo che si è manifestata in queste ore. “Anche il voto, dopo la più breve legislatura repubblicana, è meglio piuttosto che questo clima malato e opaco, di degrado della politica, di conflitto continuo interno alla maggioranza di governo che altera la dialettica democratica e il funzionamento delle istituzioni”.

“Il voto, però, – prosegue – non dovrà essere pagato dagli italiani con l’aumento degli interessi sul debito, con l’esercizio provvisorio di bilancio o con l’automatico aumento dell’Iva. Chi ha fatto il danno dovrà togliere le castagne dal fuoco. Anche per evitare che ci sia un’altra campagna elettorale fatta di illusioni e false promesse”. Per Rossi “sbaglia chi, anche a sinistra, ingenuamente, ipotizza intese tra Pd e M5stelle. Sarebbe un ribaltone che finirebbe per potenziare ancora di più il demone di Salvini, rendendo il Pd succube del populismo pentastellato” quindi “il Pd si prepari ad una campagna elettorale lanciando pochi e efficaci messaggi: sanità, scuola, investimenti, lotta alla precarietà del lavoro, ambiente e economia circolare, lotta all’evasione fiscale. Sei punti, non di più, da proporre con lucidità e semplicità e da ripetere dovunque e sempre con le stesse parole, con determinazione, senso di unità e responsabilità dei gruppi dirigenti”.

“Infine, il Pd si presenti come il partito antifascista, impegnato nella difesa della Costituzione e della democrazia, antirazzista e europeista, avversario e alternativo alle avventure della destra leghista di tendenza fascistoide e autoritaria, nemica dell’Europa e amica di Putin”.

“Quanto al M5stelle, sarà facile mostrare come in poco tempo si sia ridotto ad essere un’appendice servile di questa destra estrema e nera” conclude il presidente della Regione Toscana.

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