Controradio News ore 7.25 – 11 maggio 2023

Controradio News: ultim’ora, aggiornamenti, cronaca ed eventi in Toscana nella sintesi mattutina. Per iniziare la giornata ‘preparati’

Controradio News – La comunità islamica di Firenze “ha presentato un’offerta per l’acquisto della ex filiale di banca Intesa Sanpaolo in via Martiri del Popolo”, a pochi metri da piazza dei Ciompi, dove si trova l’attuale moschea che è sotto sfratto. È quanto ha dichiarato l’Imam di Firenze Izzedin Elzir. Sull’immobile è in atto una procedura pubblica di vendita e i termini scadevano eri e il valore è di 1,25 milioni di euro.

Controradio News – Obbligo di soggiorno a Firenze e confisca di un immobile, questa la misura di prevenzione personale e patrimoniale adottata dal tribunale di Firenze nei confronti di Luigi Cuomo, ritenuto dalla procura distrettuale antimafia, insieme al fratello Michele, al vertice dell’omonimo clan e titolare del ristorante fiorentino Pizza Cozze e Babà, il locale colpito da un attentato esplosivo il 23 febbraio 2021 ordito, secondo la procura, dal clan rivale dei Piedimonte. I Cuomo e i Piedimonte sono considerati dagli inquirenti raggruppamenti camorristici di Nocera Inferiore (Salerno) in ‘guerra’.

Controradio News – Nuovo processo per Luigi Dagostino, il re degli outlet. Il gip del tribunale di Firenze, Agnese di Girolamo ha rinviato a giudizio l’imprenditore pugliese per una serie di appropriazioni indebite ai danni dello storico caffè Rivoire. Insieme a lui sono imputati la figlia e una ex dipendente. Il processo si aprirà il prossimo 6 novembre al tribunale di Firenze. La procura contesta  di essersi appropriati, “senza autorizzazione e senza darne conto nelle scritture contabili”, di oltre 620 mila euro, tra il 2018 e il 2019.

Controradio News – Prima le avrebbe fatto bere superalcolici e poi, insieme a un altro giovane uomo, avrebbe abusato di lei all’interno di un locale  di Montecatini Terme (Pistoia). E’ quanto ricostruito dalla polizia che ha arrestato due giovani uomini, età sui 30 anni, di nazionalità italiana e residenti in Valdinievole: violenza sessuale di gruppo l’accusa contestata, vittima una ventenne.

Controradio News – Momi El Hawi, ristoratore fiorentino tra i fondatori del movimento IoApro, finito a giudizio con l’accusa di aver rimosso più volte i sigilli al suo ristorante durante il lockdown, tenendo aperto il locale nonostante le norme anti Covid, è stato assolto dal tribunale di Firenze. Lo rende noto lo stesso El Hawi sui social. “Il giudice del tribunale ordinario mi assolve in formula piena”, scrive l’imprenditore, “dopo due anni neri per la storia dei diritti umani, portiamo a casa una grande vittoria. Ho rimosso 10 volte i sigilli alla mia attività, perché sicuro di stare rispettando le regole della Costituzione ma soprattutto del buonsenso”.

Dpcm: 31 a cena, chiuso 5 giorni locale Tito a Firenze, promotore di #ioapro

Nuovo intervento delle forze dell’ordine a Firenze, ieri sera, nel ristorante Tito di via Baracca, di proprietà di Momi El Hawi, uno degli organizzatori della protesta #Ioapro1501 contro le limitazioni anti-Covid dei Dpcm.

Foto Controradio

Il ristoratore da due mesi non chiude i suoi tre ristoranti a dispetto delle inevitabili multe. Era stato sanzionato anche il 15 gennaio scorso, nella serata clou della contestazione, per aver tenuto aperto a cena violando le norme del Dpcm anti-Covid. Questa volta la polizia, intervenuta su una segnalazione, ha trovato il locale aperto con all’interno 31 persone che stavano mangiando sedute ai tavoli. Per questo è scattata la chiusura del locale per cinque giorni.

El Hawi è stato sanzionato con una multa da 400 euro. Secondo quanto appreso, tutti gli avventori sono stati identificati e saranno multati nei prossimi giorni.
“Siamo un centinaio a Firenze, mentre in Toscana siamo circa un migliaio, e in Italia non si contano, siamo decine di migliaia”. Lo ha detto Momi El Hawi, che il 15 gennaio scorso  ha aperto per cena i suoi tre ristoranti di Firenze, e nel ristorante Tito di via Baracca ha ricevuto la visita dei carabinieri che gli hanno elevato la nona negli ultimi due mesi. “Va bene così, loro devono eseguire il loro lavoro come anch’io voglio fare il mio”, ha spiegato ai cronisti El Hawi, spiegando che “non siamo negazionisti, stiamo facendo queste aperture per dare un messaggio al popolo, di rialzarsi: è l’ora di svegliarsi, tutti, e vedo che lo stanno facendo”.
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