Moby Prince: Mazzeo, le istituzioni hanno il dovere di chiedere verità

Il presidente del Consiglio regionale lo ha detto alla cerimonia dello svelamento della targa, sotto la quale ha deposto una rosa rossa, in ricordo delle 140 vittime della strage del Moby Prince. La targa è stata collocata nella stanza dell’Armadio della Memoria, nei locali della biblioteca del Consiglio

“Apponendo questa targa vogliamo ribadire che la richiesta di verità e giustizia che Livorno e la Toscana invocano da trent’anni non possono e non deve restare inascoltata. Quella verità e quella giustizia vanno trovate”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, svelando la targa in ricordo delle 140 vittime della strage del Moby Prince, la più grande tragedia della marineria commerciale italiana, avvenuta il 10 aprile del 1991. Sotto la targa, sempre in memoria delle vittime, il presidente ha poi deposto una rosa rossa.

La targa è stata collocata all’interno della stanza della biblioteca del Consiglio regionale in cui è stato allestito l’Armadio della Memoria, un luogo simbolico, dove sono raccolti i documenti relativi a tre stragi che hanno ferito la Toscana: la Moby Prince, appunto, la strage del treno di Viareggio e quella della Costa Concordia. “È un luogo – ha sottolineato Mazzeo – che il Consiglio regionale ha inaugurato nella scorsa legislatura, partendo da  un’intuizione del consigliere Francesco Gazzetti, e che vuole custodire e tramandare la memoria di quei fatti terribili, fatti che non devono ripetersi mai più”.

Con il presidente Mazzeo, alla cerimonia sono intervenuti i vicepresidenti Marco Casucci (Lega) e Stefano Scaramelli (Italia Viva), i segretari dell’Ufficio di presidenza Federica Fratoni (Pd) e Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), i consiglieri Francesco Gazzetti e Gianni Anselmi del Pd e Maurizio Sguanci di Italia Viva e il Portavoce dell’opposizione, Marco Landi (Lega).

“Partecipando alle commemorazioni di Livorno per il trentennale della strage – ha detto ancora il presidente Mazzeo – ho visto negli occhi dei familiari delle vittime la grande richiesta di verità e giustizia su una vicenda che non è mai stata chiarita. Le istituzioni raccolgono e fanno loro questa richiesta, perché hanno il dovere di chiedere sia fatta piena luce. Mi auguro – ha concluso – che prenda presto vita la nuova commissione d’inchiesta parlamentare e che si possa finalmente alzare il velo del mistero sul tragico incidente di trent’anni fa”.

Prima dell’inizio dei lavori del Consiglio regionale, la commemorazione del trentennale della strage è proseguita in aula, con la proiezione di un video d’epoca, messo gratuitamente a disposizione da Telegranducato, e con la proiezione di un videomessaggio del sindaco di Livorno, Luca Salvetti.  Subito dopo, il presidente Mazzeo ha dato lettura del messaggio scritto da Luchino Chessa, presidente Associazione 10 aprile – Familiari vittime Moby Prince, e da Nicola Rosetti, vicepresidente Associazione 140 Familiari vittime Moby Prince, con il quale rinnovano la richiesta di verità e giustizia e ringraziano il Consiglio regionale per il sostegno alla loro battaglia.

Mazzeo ha chiuso la commemorazione rivolgendo ”Un saluto al presidente dell’Associazione 140, Loris Rispoli, che non è potuto essere presente per motivi di salute. Ci auguriamo di rivederlo presto in Consiglio regionale”.

 

Moby Prince, 30 anni dal disastro: parenti, “strage non prescritta speriamo processo”

Sabato 10 aprile, ricorre il 30° anniversario della tragedia del Moby Prince, la più grande sciagura della marineria civile italiana con 140 morti

Per il disastro del Moby Prince “i reati non prescritti sono quelli di strage e la speranza è che” il procuratore di Livorno “trovi elementi tali per continuare le indagini e rinviare a giudizio i presunti colpevoli”: “Il percorso intrapreso è ancora lungo e pieno di ostacoli” e “chi ha omesso, manomesso e agito per intralciare questo percorso, spera che il tempo sia dalla sua parte, ma non sarà così”. Così in una nota congiunta, alla vigilia del trentesimo anniversario della tragedia costata la vita a 140 persone, Luchino e Angelo Chessa, a capo dell’associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince Onlus e Nicola Rosetti, presidente dell’Associazione 140 Familiari vittime Moby Prince.

I parenti, scrivono, pur distanti a causa delle restrizioni legate alla pandemia, “sono uniti in un abbraccio virtuale con tutti coloro che condividono il dolore, ma anche il percorso della ricerca della verità e della giustizia. Da alcuni anni la sensibilità intorno alla storia del Moby Prince è in costante aumento e interessa anche le autorità istituzionali e il mondo politico. A questo riguardo i familiari delle vittime ringraziano infinitamente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha manifestato la sua vicinanza”, e le istituzioni “sono sempre più vicine ai familiari delle vittime e questo è percepibile dalla 5 proposte di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta che dovrà proseguire l’ottimo lavoro della precedente”. I familiari” hanno richiesto pubblicamente una commissione bicamerale, “ma in ogni caso plaudono alla unificazione dei tre testi di commissione monocamerale presente alla Camera. La speranza è che venga votata quanto prima” e possa iniziare il suo lavoro, “supportando la Procura di Livorno “che nel più totale riserbo sta procedendo senza esitazione”.

I familiari ricordano poi “Loris Rispoli, presidente dell’Associazione 140 familiari vittime Moby Prince, un esempio civile, un combattente senza tregua, che sta in questi mesi combattendo per un problema di salute e che speriamo poter rivedere in trincea come ha sempre fatto per questi trent’anni”.

Anche il presidente Mattarella ha ricordato il disastro. “Sulle responsabilità dell’incidente e sulle circostanze che l’hanno determinato è inderogabile ogni impegno diretto a far intera luce. L’impegno che negli anni ha distinto le associazioni dei familiari rappresenta un valore civico e concorre a perseguire un bene comune”.

Tante le iniziative in corso a Livorno. Sono partite ieri sera con l’accensione di  una luce rossa avvolgerà l’Amedeo Modigliani Forum di Livorno. Alle 15 si terrà una cerimonia nella sala consiliare con la presenza del governatore Giani e poi alle 17 deposizione del cuscino di rose donato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della corona di alloro alla lapide che riporta i nomi delle 140 vittime del tragedia del 10 aprile 1991.

La lettura dei nomi delle 140 vittime che negli anni passati veniva declamata da Loris Rispoli, presidente dell’Associazione “140 Familiari delle Vittime del Moby Prince” e che quest’anno non sarà presente per motivi di salute, sarà effettuata da un gruppo di persone che rappresentano la città dal punto di vista istituzionale, culturale, spettacolare, associativo e del volontariato, giornalistico, studentesco, sportivo, oltre ad un gruppo di familiari delle vittime. Dopo la lettura si terrà il lancio di 30 rose rosse in mare, in ricordo degli anni trascorsi da una delle più profonde ferite subite da Livorno. Infine, alle 18.50 un concerto nel Teatro Goldoni, vuoto, trasmesso su Granducato Tv.

Sul balcone della facciata di Palazzo Granducale, sede della Provincia, sarà appeso uno striscione per ricordare l’anniversario dell’incidente e l’Ente sarà presente alle cerimonie di commemorazione con il proprio gonfalone. “Sono passati 30 anni dalla tragedia del Moby Prince, ma ancora non è stata accertata la verità sulle cause dell’incidente e sul perché 140 persone persero la vita in attesa dei soccorsi. Alle cerimonie di commemorazione della tragedia, che anche quest’anno si svolgeranno in forma ridotta a causa della pandemia, non potranno essere presenti i familiari delle vittime, ai quali esprimo vicinanza e sostegno in questo giorno di doloroso ricorso”.

Così la presidente della Provincia di Livorno Marida Bessi, in occasione del 30mo anniversario della tragedia del Moby Prince. “Desidero, inoltre – aggiunge Bessi in una nota – , inviare un affettuoso abbraccio ed augurio di pronta guarigione al presidente del comitato dei familiari, Loris Rispoli, da sempre animatore delle tante iniziative promosse con coraggio e determinazione per chiedere giustizia. La Provincia, sarà sempre al loro fianco perché lo Stato mantenga la dovuta attenzione su questa assurda tragedia e faccia ogni sforzo per dare ai responsabili del disastro un nome e cognome”.

🎧 Moby Prince. 30 anni di misteri

Moby Prince. A 30 anni dalla più grande tragedia della marina civile italiana, restano ancora molti misteri da chiarire. Via libera alla nuova Commissione parlamentare d’inchiesta monocamerale.

Sono passati 30 anni. Era il 10 aprile 1991. Alle ore 22.25 il traghetto Moby Prince in partenza da Livorno e diretto ad Olbia lancia il May Day. Era appena partito. Poi l’inspiegabile cambio di rotta e la collisione con la petroliera Agip Abruzzo. Alla fine si conteranno 140 morti. La più grave tragedia della marina civile italiana. Una strage. E trent’anni persi.

A breve partiranno i lavori della seconda Commissione parlamentare d’inchiesta per cercare finalmente di capire cosa accadde davvero quello notte. Insieme alla Commissione c’è poi il lavoro della Procura di Livorno e del procuratore Ettore Squillace Greco, proprio per cercare di recuperare i 30 anni persi e dare ai familiari e a tutti i cittadini italiani la verità su quel fatto. Sapremo, forse. Per il momento sappiamo che – contrariamente a quanto sostenuto in passato – non è stata colpa della nebbia né di distrazioni.

Il comandante Ugo Chessa era espertissimo e meticoloso. La perizia della procura sostenne che erano tutti morti nella prima mezz’ora. Oggi sappiamo che non affatto così, anzi. Ci furono ore di agonia. Sappiamo che c’erano almeno due bettoline in circolazione quella notte che non fecero ritorno al porto. E che tutte le energie vennero inizialmente spese per la petroliera Agip Abruzzo e non per la Moby Prince.

Sappiamo che le analisi della scientifica trovarono tracce di esplosivo (nitrato di ammonio e tritolo) a prua. Sappiamo che quella notte al porto di Livorno c’era un affollamento di navi Usa di ritorno dalla Golfo Persico per la guerra con l’Iraq. E sappiamo dalle foto dell’Agenzia spaziale europea che la petroliera Agip Abruzzo era in una zona vietata. Non doveva essere lì. Infine sappiamo pure che il giorno dopo, l’11 aprile 1991, a Genova affondò la petroliera cipriota Haven, in seguito ad una esplosione a bordo. Restano sul tappeto mille domande. E mille ipotesi, compresa quella della criminalità organizzata.

Sabato 10 aprile 2021 alle 12.00 ci sarà la messa in Cattedrale celebrata del vescovo Giusti, alle 17:00 saranno lanciate in mare 30 rose e saranno letti i nomi delle vittime, alle 18:30 il Sindaco di Livorno Luca Salvetti consegnerà la Livornina d’oro all’associazione 140 – familiari delle vittime del Moby Prince al teatro Goldoni e a seguire il Requiem KV626 di Mozart. Per la prima volta senza lo storico Presidente dell’associazione Loris Rispoli ricoverato da settimane all’ospedale di Pontedera.

🎧 Moby Prince: discussione su nuova Commissione d’inchiesta, Romano “Riaprire il cantiere della verità”

Moby Prince: oggi la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati avvierà la discussione delle due proposte che puntano a istituire la seconda Commissione d’inchiesta sulla strage  di cui ricorrerà il trentesimo anniversario il prossimo 10 aprile: la prima proposta è del Pd, a firma degli on. Andrea Romano e Andrea Frailis; la seconda è della Lega, a firma dell’on.  Manfredi Potenti.

“Non è accettabile che i familiari delle 140 vittime e  gli italiani non sappiano chi erano i responsabili di quella notte, dopo 30 anni”, afferma il  deputato del Pd Andrea Romano e membro della Commissione Trasporti di Montecitorio ai microfoni di Raffaele Palumbo.

“La calendarizzazione delle due proposte è un passo decisivo verso la riapertura di quel ‘cantiere della verità’ che era stato prematuramente interrotto nella scorsa legislatura,
dopo il lavoro eccellente ma comunque parziale della prima Commissione d’Inchiesta promossa dal Senato”. “Questa volta chiediamo – prosegue – che sia la Camera dei
Deputati a varare la seconda Commissione d’Inchiesta, che riprenda i suoi lavori dal punto a cui era arrivato il Senato e che arrivi finalmente ad accertare tutta la verità sugli eventi
della notte del 10 aprile 1991. Trent’anni dopo, le 140 vittime della strage, i loro familiari e la coscienza civile della nazione chiedono che le istituzioni non si fermino più e che ogni passo sia fatto per arrivare al traguardo della verità. In Parlamento faremo la nostra parte #iosono141”.

I familiari delle vittime del Moby Prince, il traghetto entrato in collisione con la petroliera Agip Abruzzo il 10 aprile del 1991, hanno scritto 10 giorni fa ai capigruppo di Camera e Senato proprio per chiedere una nuova commissione di inchiesta.  “Avremmo voluto commemorare in presenza questo anniversario ma la pandemia non ce lo permetterà. Più di questo, tuttavia, coltiviamo il desiderio di arrivare a questo anniversario con maggiori certezze sull’impegno del Parlamento nell’accertare la verità su questa vicenda che segna le nostre vite da trenta lunghi anni”, scrivono Luchino Chessa, presidente Associazione 10 aprile-Familiari Vittime Moby Prince Onlus e Nicola Rossetti, vicepresidente Associazione 140.

La sentenza della sezione Civile del Tribunale di Firenze del 2 novembre scorso, lo ricordiamo, ha rigettato la loro istanza contro i Ministeri dei Trasporti e della Difesa. Il coro di protesta sollevato dai familiari delle vittime aveva trovato sponda in un congruo numero di senatori e deputati sensibili alla vicenda, portando ad alcune interrogazioni parlamentari e  proposte di legge per l’istituzione di una nuova commissione parlamentare di inchiesta capace di proseguire il lavoro fatto da quella presente nella precedente legislatura e guidata dal senatore Silvio Lai.
Perché tanti sono i punti ancora da chiarire per una strage che non ha ancora trovato i responsabili.
“Molto c’è ancora da fare – sottolineano i familiari – anche alla luce di nuovi scenari emersi. Traffico di armi, criminalità organizzata, coinvolgimento della Marina Militare richiedono nuovi accertamenti e nuove indagini, che possono supportare il lavoro della Procura di Livorno impegnata in una inchiesta delicata da ormai tre anni”.Oggi la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati avvierà la discussione delle due proposte che puntano a istituire la seconda Commissione d’inchiesta sulla strage del Moby Prince:  un passo dunque importante nella ricerca della verità  e come auspicano  i familiari delle vittime “Il 10 aprile è prossimo a venire e sarebbe bellissimo per noi familiari avere un segnale di unità di tutti coloro che in parlamento vogliono la verità e la giustizia per la strage del Moby Prince”.”Il nostro pensiero poi – scrive su Facebook Stefano di Bartolomeo, presidente Associazione lavoratori mutilati e invalidi da lavoro di Livorno – sarà rivolto con l’augurio di una pronta guarigione al nostro Capitano Loris Rispoli che possa tornare presto al nostro fianco, perché la strada da percorrere è ancora lunga e noi come lui non molliamo”. Rispoli, presidente associazione 140, è stato colto da malore il 16 febbraio scorso.

 

In occasione del trentesimo anniversario l’associazione culturale Effetto Collaterale lancia “Documenta 30”, iniziativa diffusa e partecipata dedicata alla memoria della strage e delle sue 140 vittime. Dal 9 al 18 aprile l’associazione realizzerà a Livorno, in quattro diversi spazi della città e in collaborazione con il Coordinamento “Io sono 141” e le associazioni Thisintegra, ExtraFactory e Uovo alla Pop, una serie di installazioni fotografiche e audiovisive, laboratori, letture e mostre.

Moby Prince: famiglie vittime, trattati da questuanti

Lettera a Capo Stato: ‘Attendiamo verità e giustizia”

“Siamo entrati nelle aule di tribunali certi che quella frase ‘la legge è uguale per tutti’ non avesse solo un valore simbolico ma reale, invece siamo stati trattati non da vittime ma da questuanti”. Lo scrivono in una lettera indirizzata al Capo dello Stato, ai Presidenti di Senato e Camera e al ministro della Giustizia, Loris Rispoli, Luchino e Angelo Chessa, presidenti delle due associazioni ‘140’ e ’10 Aprile’ che riuniscono i familiari delle vittime del Moby Prince. “Pochi giorni fa – ricordano – abbiamo ricevuto l’ennesimo schiaffo giudiziario. Il magistrato fiorentino a cui è stata affidata” la “causa civile, anche su richiesta dell’avvocatura di Stato ci ha risposto: ‘No è tutto prescritto’.Il giudice non tiene in nessuna considerazione la conclusioni e il lavoro della Commissione di inchiesta del Senato, anzi solleva molti dubbi sul ruolo della politica che non può sostituirsi alla magistratura”. “Sono passati 30 anni da quella tragica notte in cui 140 persone, uomini donne e bambini sono stati lasciati lentamente a bruciare e soffocare, senza che nessuno prestasse ne’ organizzasse soccorso”: “Chiediamo con dolore ma con dignità – scrivono ancora nella lettera – che ci vengano date delle risposte, non possiamo più tollerare i silenzi di trent’anni, il muro di omertà che si è frapposto fra noi e la Verità deve finalmente cadere. Voi siete la massima espressione di questo Paese e della sua classe politica. Spetta a voi verificare e correggere quegli errori di cui sono piene indagini e sentenze, siete e dovete essere la voce critica di un Paese che non può continuare a vedere morire i propri figli nel silenzio e nell’indifferenza. Noi siamo e saremo qui, in attesa di una verità e di una giustizia, che troppo abbiamo atteso, che hanno messo troppo a scriversi ed agire, ma continuiamo a credere nelle Istituzioni e vi chiediamo di mettere fine a questo dolore”.

Moby Prince: Frailis-Romano,nuova comm.inchiesta per far luce

 Una proposta di legge che istituisca una nuova commissione parlamentare d’inchiesta

“La tragedia del Moby Prince, che provocò 140 morti la sera del 10 aprile 1991, non ha finito di svelare i suoi misteri. La recente sentenza del tribunale di Firenze è solo l’ultimo anello di una catena che nel tempo ha causato continue sofferenze ai familiari delle vittime. La commissione parlamentare d’inchiesta della passata legislatura ha svolto un lavoro importantissimo nell’escludere alcuni elementi che negli anni immediatamente successivi alla tragedia hanno di fatto ostacolato le indagini, come ad esempio la presenza della nebbia nella rada di Livorno la sera della tragedia. Quel lavoro va però proseguito e approfondito, ecco perché ci facciamo promotori di una proposta di legge che istituisca una nuova commissione parlamentare d’inchiesta, capace di squarciare il velo che ancora avvolge molti aspetti della vicenda e chieda la non più rinviabile riapertura dell’inchiesta della magistratura. Ma abbia anche riguardo delle legittime aspettative dei familiari delle vittime. Su questa proposta di legge auspichiamo ci possa essere il più ampio consenso di tutte le forze politiche”. Lo dichiarano in una nota i deputati dem Andrea Frailis e Andrea Romano.

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