Immobiliare, Firenze seconda solo a Milano

Firenze, secondo un’analisi del 2° osservatorio immobiliare di Nomisma 2018, “Il mercato residenziale fiorentino presenta da alcuni semestri un aumento della domanda sia per la locazione sia per la compravendita”.

“Firenze – continua il rapporto – rimane una delle città più attrattive per il settore immobiliare nazionale, con un’alta propensione all’acquisto per investimento (23% del totale delle compravendite”.

Il comparto residenziale fiorentino fa registrare i migliori risultati del panel nazionale seconda solo a Milano. Il comparto registra buoni risultati soprattutto dal lato locazione, con canoni che mostrano valori positivi sia su base semestrale si su base annuale (la variazione media annuale è pari allo 0,9% e sfiora il 2% in centro e periferia).

I prezzi, al contrario, non si posizionano ancora stabilmente in territorio positivo: la variazione media semestrale è pari a -0,1% per le abitazioni usate e a -0,2%per le nuove-ristrutturate.

I tempi di vendita delle abitazioni usate calano di circa un mese su base annua e si assestano nelle zone di pregio e in centro sui 4 mesi. Diminuiscono anche i tempi di locazione, assestati intorno ai 2 mesi in tutte le localizzazioni urbane. Lo sconto medio applicato sul prezzo richiesto è mediamente stabile e varia tra l’8% delle zone di pregio al 17% delle zone di periferia.

Per quanto riguarda le previsioni per il secondo semestre 2018, il mercato immobiliare residenziale gode di aspettative ottimistiche con attese di aumento dei contratti di compravendita e locazione e di incremento di prezzi e canoni.

Sempre secondo l’analisi della società di studi economici Nomisma, il mercato non residenziale di Firenze chiude il primo semestre 2018 con indicatori che nel complesso non consentono di delineare una netta tendenza verso la ripresa delle quotazioni.

La variazione dei prezzi degli uffici – che due semestri fa sembrava puntare stabilmente al punto di svolta ciclico, per poi tornare a crescere – ha registrato un lieve rimbalzo negativo su base semestrale, pur presentando una flessione (-1,3%) inferiore a quella del primo semestre 2017 (-1,7%).

Un segnale congiunturale positivo può essere letto tuttavia nel leggero aumento su base semestrale delle quotazioni nella periferia terziaria (+0,4%). Sul mercato della locazione, la flessione annuale dei canoni varia in modo sostanziale in base alla localizzazione. In periferia, la quotazione aumenta leggermente (0,4%), mentre in semicentro e centro i valori scendono addirittura di 2,3 punti percentuali. I tempi di vendita sono stabili, intorno ai 7 mesi in centro, semicentro e periferia terziaria; si allungano a 10 mesi nelle zone periferiche. Stabili anche i tempi medi di locazione, ridotti nella periferia terziaria a 4 mesi e mediamente pari a 5 mesi nel resto della città.

Nel comparto dei negozi, invece, il trend da tempo consolidato di calo delle quotazioni sembra prossimo all’attesa inversione ciclica: nel primo semestre 2018, infatti, i prezzi hanno presentato flessioni medie minime (semestrale -0,4% e annuale -0,6%), mentre i canoni nelle zone semicentrali hanno raggiunto risultati positivi.

Rimangono sostanzialmente stabili i tempi medi di vendita (5 mesi in centro e 11 mesi in periferia) e di locazione su base annua (2,7 mesi in centro).

Il Milan travolge la Fiorentina 5-1, ricordato Astori

Milano, finisce nel peggiore dei modi, con un crollo all’ultima giornata, il campionato della Fiorentina, che aveva iniziato bene la partita, andando a rete per prima, al 20′ del primo tempo, con Simeone.

Nel primo tempo infatti, Simeone aveva portato in vantaggio la Fiorentina, ma Calhanoglu e Cutrone rimontavano e portavano in vantaggio per il Milan prima della fine del tempo.

Nella ripresa il Milan dilagava con Kalinic, ancora Cutrone e Bonaventura, il Milan finisce il campionato 6° posto a + 4 dall’Atalanta, mentre La Fiorentina chiude a 57 punti.

Prima della partita, con un lungo applauso era stato ricordato a San Siro, Davide Astori, il capitano viola, cresciuto nelle giovanili rossonere, tragicamente morto il 4 marzo scorso.

“Davide Astori sempre nei nostri cuori, ciao Davide”, ha detto lo speaker dello stadio, dove era presente fra gli altri anche il nuovo ct della Nazionale, Roberto Mancini, in tribuna assieme al team manager azzurro, Gabriele Oriali.

Stupratore seriale di escort arrestato a Pisa

Pisa, un uomo di 51 anni, è stato arrestato a Pisa, dove è stato rintracciato in un albergo nella zona della stazione ferroviaria, da dove sembrerebbe che sarebbe dovuto ripartire giovedì in aereo per raggiungere Mosca.

L’uomo, un italiano, è accusato di aver violentato e rapinato numerose escort in varie città italiane,  ed è stato arrestato dagli agenti del Commissariato Centro della Questura di Milano, in base a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del capoluogo lombardo.

L’uomo, secondo gli investigatori, aveva un comportamento ‘seriale’  ed è accusato di violenza sessuale aggravata e rapina.

Sono tre i casi accertati a Milano ma altri venti stupri sono al vaglio degli investigatori nella vicenda del violentatore seriale arrestato dagli agenti della Polizia di Stato di Milano. L’uomo è un 51enne italiano senza lavoro e con diversi precedenti per reati contro il patrimonio.

Gli episodi sono avvenuti in diverse città d’Italia: l’arrestato si spostava nelle città delle escort che sceglieva. Il modus operandi era sempre uguale: prendeva appuntamento con la sua vittima, in qualche modo riusciva a somministrare un cocktail di farmaci e le violentava quando erano in stato confusionale.

A quel punto portava via i contanti che trovava in casa. Gli agenti del commissariato Centro hanno iniziato le indagini nel 2016 dopo la denuncia arrivata da una escort brasiliana. La donna, confrontandosi con altre, ha scoperto di non essere l’unica vittima del maniaco. Grazie alle telecamere installate nel suo palazzo è stato possibile recuperare l’immagine dell’uomo, individuato nei mesi successivi e considerato autore di una lunga serie di episodi.

Morta la nipote di Giacomo Puccini

Milano, Simonetta Puccini, nipote del maestro Giacomo, è deceduta nel tardo pomeriggio di ieri al Policlinico di Milano.

La donna si occupava del museo e della casa a Torre del Lago di Puccini. Il funerale è fissato per mercoledì 20 dicembre nella chiesa di Don Bosco a Viareggio (Lucca).

La Camera ardente è stata allestita nel Policlinico di Milano, via Pace 9. “Simonetta – si legge in una nota della Fondazione – ha dedicato la sua vita con passione e devozione al ricordo, alla tutela e alla valorizzazione dell’immagine del nonno e dei luoghi da lui amati”.

La donna nel 1996 è diventata proprietaria dell’attuale Villa Museo Puccini, situata a Torre del Lago, una frazione di Viareggio in provincia di Lucca, sulle rive del Lago di Massaciuccoli.

“Nel gennaio 2005 – riprende la nota – ha istituito la Fondazione che prende il suo nome per perseguire al meglio gli obiettivi prefissati come ad esempio i diversi restauri che hanno ridato alla villa l’aspetto di una casa ancora abitata. Il 2012 ha visto il compimento di importanti restauri come il rifacimento del tetto e il ripristino della facciata riportata all’antico colore e nel 2016 è stata inaugurata la camera del maestro aperta al pubblico. Un percorso faticoso e difficile voluto con anima e cuore da Simonetta che trova continuamente un positivo riscontro da parte delle migliaia di visitatori, entusiasti e partecipi, che ogni anno visitano la villa”.

Il Sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro: “Donna appassionata, di immensa cultura, instancabile testimone della grandezza del maestro, con lei se ne va un pezzo di storia della nostra città. A nome mio e di tutta l’amministrazione comunale, porgo le più sentite condoglianze”.

Cordoglio anche da parte delle forze politiche della città di Viareggio. “La morte di Simonetta Puccini, nipote del maestro Giacomo Puccini, colpisce profondamente tutta la nostra comunità ed in particolare quella di Torre del Lago (Viareggio) dove ha sempre rappresentato un punto di riferimento e lavorato quotidianamente alla conservazione della memoria del grande compositore anche attraverso la cura della Villa sul Lago cara a noi tutti”, l’ha ricordata l’avvocato Massimiliano Baldini, capogruppo del Movimento dei cittadini per Viareggio e Torre del Lago Puccini.

Anche il comitato comunale di Viareggio di Forza Italia si unisce al dolore della comunità di Torre del Lago per la scomparsa di Simonetta Puccini, infaticabile custode della Casa Museo sul piazzale Belvedere: “Ringraziamo di cuore Simonetta per la sua forza, l’impegno e la passione con cui ogni giorno ha custodito e tenuto viva la memoria del grande Giacomo Puccini – si legge in una nota – ma soprattutto, per averla condivisa senza indugio con un Paese intero, nelle piccole e grandi occasioni, con amore e semplicità. Di questo le saremo eternamente grati”.

La segretaria del Partito Democratico di Viareggio, in una nota, si unisce “al cordoglio unanime della città per la scomparsa di Simonetta Puccini, nipote del maestro illustre che ancora fa risuonare le sue arie liriche nel mondo intero. La signora Simonetta, divenuta proprietaria della casa-mausoleo del nonno Giacomo nel 1996, ha svolto un’attività instancabile per il restauro e la valorizzazione della villa, fino nel promuovere nel 2005 una fondazione stessa per meglio mettere in atto i suoi propositi. Si è giunti così ad importanti restauri dell’esterno e dell’interno della casa, fino all’apertura al pubblico nel 2016 anche della camera del maestro al primo piano. Ha vissuto veramente nella memoria del nonno e si è trasferita di fatto da Milano a Viareggio dove si terranno anche i suoi funerali, proprio per assolvere al suo compito di coltivare la memoria. Il Partito democratico di Viareggio porge dunque le sue condoglianze alla famiglia e si auspica che le istituzioni pubbliche, insieme alle fondazioni che si onorano del nome di Giacomo Puccini, proseguano nel solco della signora Simonetta, nella valorizzazione dell’arte e della memoria del grande compositore che riposa proprio sulle sponde del lago di Massaciuccoli”.

‘Memoria’ di James Nachtwey a Milano

James Nachtwey, classe 1948, è un fotografo di guerra. Anzi è IL fotografo di guerra par excellence. E’ americano, e quindi forse la migliore descrizione del lavoro che fa la da il suo titolo in inglese: war reporter.

Da quarant’anni. Una professione che logora mentalmente e fisicamente (e infatti Nachtwey è rimasto ferito in vario modo varie volte in vari teatri di guerra), e che suscita interrogativi problematici: serve a qualcosa fotografare le guerre? E documentare l’orrore di cui sono capaci gli uomini è mai servito a fermarne o a evitarne una? No, purtroppo.

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Ma lui non mostra segni di usura. E una mostra a Palazzo Reale a Milano racconta con forza la passione che lo ha spinto a seguire combattimenti e atrocità ovunque nel mondo, e che tuttora lo anima. Passione e convincimento che lui riassume in una frase: “Volevo fare il fotografo per fare il fotografo di guerra. Ero spinto dalla consapevolezza che una immagine che rivelasse la vera faccia della guerra fosse quasi per definizione stessa una fotografia contro la guerra.

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D’altra parte è necessario che l’orrore venga raccontato e documentato. Perchè il tempo passa, la gente dimentica, e se è vero che la vita deve andare avanti, sarebbe anche meglio che revisionismi convenienti non avessero la strada spianata dall’indifferenza e dall’infingardaggine generale. Il punto centrale è proprio questo: che valore ha la memoria? E’ probabilmente la madre di tutte le domande del nostro tempo, ed è esattamente l’alveo nel quale si inserisce il suo lavoro, già ben esplorato da un documentario agghiacciante del 2001, War Photographer di Christian Frei.

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Nachtwey anzi sembra un predestinato a vivere tra gli incubi: per puro caso si trovò a essere testimone anche degli attacchi dell’11 settembre al World Trade Center.

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Oggi è considerato il più grande fotografo di guerra vivente, e anzi viene definito l’erede di Robert Capa, l’intrepido fotografo della guerra civile spagnola, del D Day nel 1944, e di altri momenti topici fino a quando non saltò su una mina nel 1952.  Nonostante abbia vinto i premi più importanti, fatto parte e addirittura fondato agenzie fotografiche mitiche e vissuto avventure che sarebbero bastate e avanzate a un comune mortale, Nachwey non demorde e continua a credere nel valore di documentare quello che succede, con la speranza di “creare immagini così potenti da vincere la diluizione e assuefazione creata dai mass media, per scuotere fuori dall’indifferrenza le persone , per protestare, e con la forza di quella protesta, convincere anche altri a farsi sentire“.

Margherita Abbozzo

La mostra rimane aperta dal 1 dicembre 2017 al 4 marzo 2018 presso il Palazzo Reale di Milano, prima di altre sedi internazionali.

Credits: Tutte le immagini  James Nachtwey Works: © Trustees of Dartmouth College.

1. Protesters throwing petrol bombs during clashes between the Israeli troops and the local Palestinian population. Occupied Territories, West Bank, 2000.

2. A mother standing by her child. Sudan, Darfur, 2003.

3. A man carries his child across a river attempting to cross into Macedonia. Scores of refugees, including elderly, disabled, and families with children set out to make the dangerous trek. Macedonia, 2016

4. A bedroom became a battlefield as a Croatian militiaman shot at his Muslim neighbours. Bosnia-Herzegovina, Mostar, 1993

5. The south tower of the World Trade Center collapsing following the attacks. For months after the September 11 attacks, rescue workers continued to work in thick dust, clearing the site, which came to be known as Ground Zero. USA, New York, 2001.

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