Toscana: 41% dei medici vuole lasciare la sanità pubblica

E’ quanto emerge dal sondaggio condotto da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, su un campione rappresentativo di medici che lavorano in Toscana

Il verdetto è di quelli che non lasciano spazio a dubbi: il 41% dei medici toscani pensa di lasciare il servizio pubblico: il 23% per andare nel privato, un altro 14% pensa di cambiare del tutto attività. Il 36% dei camici bianchi della toscana  inoltre, afferma che se tornasse indietro non sceglierebbe più di iscriversi a medicina.

Secondo l’indagine l’idea di pagare meglio gli straordinari per tagliare le liste d’attesa, come previsto dalla manovra del Governo, convince solo il 5% dei dottori mentre per il 64% è necessario assumere più personale. Guardando poi alle criticità nei reparti di medicina interna, dal sondaggio emerge che per il 50% dei medici in Toscana il problema resta la carenza di personale medico e infermieristico, soprattutto se rapportato all’intensità di cura medio-alta dei reparti di medicina interna, ancora classificati come reparti a bassa intensità di cura

La scarsa valorizzazione del medico di medicina interna nell’organizzazione del lavoro ospedaliero è invece segnalata dal 45% degli internisti. La scarsa o mancata integrazione tra ospedale e servizi territoriali è indicata dal 5% degli intervistati. L’impiego degli specializzandi a copertura dei vuoti in pianta organica è considerato utile dal 45% dei medici purché, si spiega, svolgano le loro attività affiancati da un tutor; solo il 36% dei medici che lavorano in Toscana, infine,  pensa possano mettere a rischio la qualità dell’assistenza medica.

“Vigilantes armati agli Uffizi? Ci sono dal tempo dei Medici”

Lo ha detto il direttore degli Uffizi Eike Schmidt a proposito delle polemiche nate col sindaco di Firenze Dario Nardella sulla vigilanza armata sotto il Corridoio Vasariano. “Nardella? Se mi chiama gli rispondo”

L’uomo non ci ha abituato alla franchezza ed anche alle immagini (sempre storicamente accurate) di un certo fascino. e così, anche questa volta il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, a proposito delle polemiche nate col sindaco di Firenze Dario Nardella sulla vigilanza armata sotto il Corridoio Vasariano, non si è voluto smentire.

“Sulla sicurezza degli Uffizi è nata, non da queste parti, una polemica del tutto inutile e poco informata. La protezione armata delle opere d’arte e degli edifici esiste dal primo giorno degli Uffizi, già sotto Cosimo I dei Medici: non è una novità e così avviene in tutto il mondo. La proposta che abbiamo sentito da qualche politico locale di sostituire le guardie giurate con i carabinieri è come sostituire tutti gli infermieri con dei medici”.

“Inoltre -ha aggiunto il direttore degli Uffizi-  da circa 200 anni c’è una differenziazione del lavoro delle guardie giurate come le conosciamo adesso, che fanno ronde in modo armato, e le forze di polizia . I carabinieri si dedicano non solo alle ronde ma hanno una competenza molto più vasta e profonda, si occupano di prevenire, intervenire e investigare. Diversa è la professionalità della guardia giurata”.

Schmidt ha precisato che c’è “una carenza nell’organico dei carabinieri, ci vorranno anni per salire al numero necessario”. “Io sarò il primo a proporre di accrescere il numero di carabinieri – ha spiegato il direttore degli Uffizi-  – ma non per fare il lavoro di qualcun altro e quindi non per fare gli infermieri della situazione. Ma per garantire che anche a Firenze le donne di sera possano tornare a casa senza il rischio di essere derubate o addirittura violentate. Questo è il compito delle forze dell’ordine. Ha funzionato e sta funzionando bene la collaborazione delle varie professionalità: solo due mesi fa è stato firmato anche dal sindaco un accordo con la prefettura secondo la quale viene rafforzata” l’intesa “tra le forze dell’ordine e le guardie giurate”. “Se sentirò Nardella per un chiarimento? – ha concluso – Se mi chiama gli rispondo…”.

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