Consultorio Persefone, attivo per donne migranti vittime di tratta, violenza o tortura

Uno spazio per donne migranti in condizione di vulnerabilità: consultorio Persefone della Cooperativa Cat

Il consultorio Persefone nasce un anno e mezzo fa per supportare le donne migranti in condizione di grave vulnerabilità che hanno subito trattamenti inumani e degradanti, violenza e che sono state vittime di tratta. Si tratta di una collaborazione tra Azienda USL Toscana Centro, Cat Cooperativa Sociale e Medici per i diritti Umani (MEDU).

Il lavoro è volto a integrare la dimensione sociale, sanitaria e giuridica nell’ottica di un processo che agevoli la fruizione dei servizi offerti dal sistema sanitario nazionale e regionale, integrando i bisogni sanitari e sociali. Il consultorio Persefone si trova al Presidio Piero Palagi, in Via Michelangiolo 41 ed è aperto ogni venerdì dalle 9.30 alle 13.30.

L’equipe di lavoro è composta da due ostetriche del personale Azienda Usl Centro, un’operatrice esperta in materia di tratta, una psicologa e mediatrici linguistico culturali. Ogni anno vengono prese in carico circa 70 donne e attivati 250 interventi.

“Il consultorio Persefone nasce quando la cooperativa Cat e Medici Per i Diritti Umani hanno contattato l’Unità Funzionale Complessa Attività Consultoriali per studiare un ampliamento dei servizi per le donne migranti in situazione di grave vulnerabilità”, spiega Arianna Del Guerra, coordinatrice per Cat del Consultorio Persefone, “i mesi del lockdown non sono stati semplici abbiamo incontrato da remoto le donne che necessitavano di una continuità relazionale e terapeutica”.

Conclude Guerra, “Adesso il numero di donne che accede al consultorio è pari a quello di prima del lockdown ossia una media tre donne ogni apertura”.

 

 

 

 


Firenze, sgombero ex-Pergolino, MEDU: ‘minori non tutelati’

Dall’agosto 2018 MEDU segue il caso di un minore presente nello spazio occupato del Pergolino, sgomberato il 21 febbraio scorso a Firenze.

Secondo Medici per i Diritti Umani (MEDU) “contrariamente a quanto dichiarato alla stampa dall’amministrazione comunale, nel corso dello sgombero” dell’ex Pergolino “e nelle successive operazioni di accoglienza non tutte le situazioni di fragilità sono state adeguatamente tutelate, in particolar modo i minori.
Il bambino seguito dal team della clinica mobile di MEDU, molto piccolo, è affetto da una grave patologia malformativa renale, per la quale è seguito presso la Nefrologia dell’Ospedale Pediatrico Meyer. Ha già subito un intervento chirurgico e due lunghi ricoveri ospedalieri, ed il rischio di nuove complicanze, incluse infezioni gravi, è molto concreto.”

La struttura di “Villa Pepi” gestita dalla Caritas, dove risiedono attualmente le famiglie sgomberate, non avrebbe le condizioni igieniche adatte alla situazione sanitaria del bambino. Gli operatori di MEDU avrebbero rilevato muffa nelle stanze, bagni condivisi in ogni piano, lavori di ristrutturazione in atto in tutto l’edificio (con calcinacci e materiale edile negli spazi comuni) e in particolare accanto alla stanza del bimbo, con polveri e rumori assordanti. Mancherebbero, poi, lavatrici ed una cucina utilizzabile.

“Nel prossimo futuro – continua la nota di MEDU – il bambino potrebbe avere necessità di eseguire terapie domiciliari per l’insufficienza renale, il cui espletamento richiede condizioni abitative adeguate.
Inoltre, come parte della terapia salvavita, deve seguire una dieta speciale per pazienti nefropatici, attualmente portata avanti con difficoltà per le possibilità della struttura di accoglienza, in cui non si dispone di una cucina. La mamma e la nonna si sono subito procurate una piastra elettrica che tengono nella loro stanza, per terra, in condizioni di emergenza. Le condizioni complessive della struttura rendono peraltro la struttura non indicata per nessuno dei minori presenti, ma nel caso specifico di questo bambino, poter disporre di uno spazio protetto rientra tra le necessarie misure salvavita.”

MEDU chiede che il ragazzo, assieme alla famiglia, sia trasferito in una struttura idonea alle sue condizioni.

Migranti: appello per le navi Sea-Watch e Sea-Eye

Appello congiunto di 18 organizzazioni per le navi Sea-Watch e Sea-Eye, da giorni bloccate in mare con a bordo 49 migranti tra cui minori e bambini

Così le organizzazioni per le navi Sea-Watch e Sea-Eye:“Chiediamo con urgenza all’Italia e agli altri Stati membri dell’Unione europea di attivarsi senza ulteriori tentennamenti affinché i 49 migranti da giorni bloccati in mare, tra i quali diversi minori inclusi bambini molto piccoli, possano immediatamente sbarcare in un porto sicuro e ricevere l’assistenza umanitaria a cui hanno diritto e le cure di cui hanno bisogno”.

Questo l’appello congiunto di 18 Organizzazioni – A Buon Diritto Onlus, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, ASGI, CNCA, Centro Astalli, CIR Consiglio Italiano per i Rifugiati, Emergency ONG, Salesiani per il Sociale, INTERSOS, Medici Senza Frontiere, Médecins du Monde Missione Italia, Medici per i Diritti Umani, Save the Children Italia, SenzaConfine, Terre des Hommes – sulla vicenda dei migranti a bordo delle due navi delle Organizzazioni Sea Watch e Sea Eye, ai quali non è ancora stato garantito l’approdo in un porto sicuro.

“Non è possibile attendere oltre – continuano le Organizzazioni – il meteo è in peggioramento ed è semplicemente inaccettabile che bambini, donne e uomini vulnerabili, che hanno già subito privazioni e violenze durante il viaggio, restino per giorni ostaggio delle dispute tra Stati e vedano ingiustamente prolungata la loro sofferenza senza che dall’Europa giunga un richiamo di tutti alle proprie responsabilità”.

MEDU: garantire la salute dei migranti serve anche a noi

Un anno di attività della clinica mobile di Medu a Firenze. La maggior parte delle persone visitate sono titolari di protezione sussidiaria e dello status di rifugiato. Nonostante la regolarità del soggiorno del 92% dei pazienti di MEDU, solo il 39% è iscritto al Servizio Sanitario Nazionale e solo il 20% ha la tessera del Servizio Sanitario Regionale.

Intervista con la portavoce, Serena Leoni

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