Funaro, Giani: “creiamo ‘ponti’ con Italia Viva. Saccardi validissima collega”

Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani rispondendo, a margine di un evento, a chi gli chiedeva se un’eventuale candidatura di Stefania Saccardi per Iv a sindaco di Firenze comporterebbe la sua uscita dalla Giunta regionale

“Stefania Saccardi per me è una validissima collega di giunta, è la mia vicepresidente, lavoriamo molto bene, e proprio ieri abbiamo approvato una delibera di 7 milioni per gli imprenditori agricoli colpiti dall’alluvione.  Io quindi cercherei di creare ponti, non di ipotizzare soluzioni drastiche”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

“Io non affretterei le cose”, se Matteo Renzi ha convocato una conferenza stampa per sabato prossimo “è perché probabilmente ci sono i margini per poter discutere e affrontare le questioni” ha commentato Giani . Che ha poi ribadito di ritenere “strategica l’alleanza che vede le componenti di sinistra con Italia viva e Azione in una vasta coalizione di centrosinistra. Italia viva a Firenze e in Toscana deve avere un riconoscimento particolare perché qui è ben consolidata e la stessa presenza di Renzi rende autorevolezza a questo partito, conseguentemente spero si possa trovare una sintesi”. “Del resto non dimentichiamo – ha concluso – che Sara Funaro ha iniziato a fare politica proprio presentandosi nel Comune di Firenze nella lista Renzi“.

“Il clima ieri” all’assemblea del Pd di Firenze “è stato bello, con un dibattito franco ed una larghissima maggioranza per Sara Funaro e quindi quando ci sono queste espressioni devo dire che il Partito democratico trova un’energia che lo può portare, coinvolgendo tutti, sia quelli che erano d’accordo sia chi non lo era, ad avere un ruolo importante per rinnovare un governo della città che il centrosinistra vive in tutte le elezioni da quando nel 1995 si votò alle elezione diretta per il sindaco” ha  sottolineato  Giani .

che ha concluso “io credo che Italia Viva sia una componente essenziale, almeno nella mia visione del centrosinistra, e quindi dalle parole di Matteo Renzi cercheremo di capire come costruire un’alleanza che sia un’alleanza di centrosinistra che a pieno titolo coinvolga il Pd, Italia Viva e le altre forze che caratterizzano il centrosinistra nella proposta di governo a livello quantomeno regionale dove io mi sento parte con Iv, e stimo il lavoro che Stefania Saccardi sta facendo come vicepresidente regionale”.

Renzi “a Firenze il Pd rinnega le primarie”. E lancia Saccardi

“Sabato racconteremo con Stefania Saccardi perché noi la pensiamo in un altro modo” dice l’ex Rottamatore. Gli fa eco l’ex vicepresidente del Senato On.Di Giorgi, ora nella direzione nazionale di Italia Viva,  che sottolinea “con  ‘no’ a primarie Pd sceglie  strada chiusura autoreferenziale

La scelta di non fare le primarie e di lanciare subito in lizza Sara Funaro non è piaciuta ad italia viva. ”A Firenze il Pd rinnega le primarie. E sceglie la candidatura alleandosi con la sinistra radicale: sarà interessante leggere il programma sull’aeroporto, sullo stadio, sui servizi pubblici. Sabato con Stefania sacrari racconteremo con perché noi la pensiamo in un altro modo. Ma proprio in un altro modo. Abbiamo scelto di fare la conferenza stampa in un luogo di libertà: le Murate. Ci vediamo sabato, inizia una sfida fantastica” scrive su X il leader di Iv Matteo Renzi.

Gli fa eco l’ex vicepresidente del Senato On. Rosa Maria Di Giorgi, ora nella direzione nazionale di Italia Viva, che in un comunicato sottolinea “il Pd dice no alle primarie e decide di scegliere il candidato sindaco con una consultazione interna, In contraddizione assoluta con i principi statutari del Pd. Una chiusura che mai si era vista in città e che forse non avremmo immaginato in questa forma”

“ A maggio avevo chiesto le primarie – prosegue Di Giorgi-  ma ci fu un’alzata di scudi sproporzionata contro di me. Guai a interferire in un percorso già tracciato e che infatti si è concluso ieri sera sul nome predefinito da mesi e mesi. Ho capito subito che non c’era alcuna intenzione di cambiare ciò che era stato deciso da pochi. I dirigenti Pd me lo dissero chiaramente. Ho sperato che cambiassero idea, vista la richiesta diffusa di primarie in città o cmq di un percorso condiviso dalla coalizione. Nelle settimane successive, dalle fila di Italia Viva, ho seguito il cammino di Cecilia Del Re nella sua richiesta legittima. Niente da fare. Hanno scelto un candidato in solitudine” .

“Adesso cambierà il quadro politico. Si è scelto di non percorrere un cammino di partecipazione, di democrazia e di apertura alla città e alle idee di tutti. Una paura ossessiva delle primarie, ma non solo, anche la paura di aprire a un candidato condiviso dalla coalizione. La tempesta perfetta. Davvero un’occasione persa per il centrosinistra” conclude Di Giorgi

Firenze, Sinistra: “alle amministrative col PD? Ad oggi non ci sono le condizioni”

Lo ha dichiarato il consigliere di Sinistra Progetto Comune a Palazzo Vecchio Dmitrij Palagi, in una conferenza stampa delle prospettive della Sinistra per le Comunali del 2024 a Firenze.

” A Firenze poi l’effetto Schlein non esiste, c’è solo nell’opinione pubblica come elemento di speranza, ma qui la stagione Renzi-Nardella non è finita sul tema delle politiche della città. È finita magari sui rapporti personali ma su aeroporto, multiutility non ci sono elementi di discontinuità”. Lo ha dichiarato il consigliere di Sinistra Progetto Comune a Palazzo Vecchio Dmitrij Palagi, in una conferenza stampa delle prospettive della Sinistra per le Comunali del 2024 affremando che “ad oggi non vediamo le condizioni per un’alleanza col Pd, siamo a disposizione delle realtà che vogliono costruire un’alternativa a Nardella e a Renzi”.

“Ad oggi il Pd è incompatibile con la nostra idea di sinistra – ha affermato Palagi -. Tutto può essere in politica, ma sarebbe incredibile un cambio di Nardella dopo nove anni e mezzo”. Sulle elezioni e un eventuale ballottaggio “non vedo perché non ci potremmo essere noi. La Lega non è in grado di rappresentare un’alternativa seria, di Fdi non abbiamo capito la visione della politica della città, il Pd subisce Iv”. Dall’analisi non viene citato il M5s anche perché, ultimamente, l’asse tra Palagi, la capogruppo Antonella Bundu e il capogruppo del M5s in Comune Roberto De Blasi è forte: “Rispettiamo i dibattiti interni del M5s, da parte nostra non ci sono elementi pregiudiziali ma non c’è stata alcuna interlocuzione ufficiale col M5s”, ha tenuto a precisare Palagi.

Tra i presenti la presidente di Firenze Città aperta Chiara Giunti, l’ex consigliere del Quartiere 1 a Firenze e esponente di Potere al Popolo Giorgio Ridolfi, la portavoce di Firenze Possibile Bianca Galmarini, il segretario provinciale di Rifondazione Firenze Lorenzo Palandri e Grazia Turchi di Sinistra Italiana. Secondo Giunti e Galmarini “Firenze è sempre più invivibile”, per Ridolfi il lavoro in questi anni di Sinistra Progetto Comune è stato “un faro a livello di coerenza nella politica”. Anche Palandri ha sottolineato la capacità della Sinistra “di essere coerenti”. “Siamo molto critici col Pd, non vediamo segni di cambiamento in città”, il commento di Turchi. Le varie parti della Sinistra hanno sottoscritto anche un documento che punta su temi come pace, vivibilità, transizione ecologica, lotta a razzismo e fascismo e accoglienza ai migranti.

Fondazione Open: accolto il ricorso di Renzi contro i pm di Firenze

La Corte Costituzionale accoglie il ricorso di Matteo Renzi, presidente di Italia Viva, in merito all’inchiesta sulla Fondazione Open: “Il comportamento dei pm fiorentini è stato incostituzionale, perché i messaggi incriminati sono corrispondenza”

La Procura di Firenze non poteva acquisire, senza preventiva autorizzazione del Senato, messaggi di posta elettronica e whatsapp di Matteo Renzi, in quanto parlamentare,  o a lui diretti, conservati in dispositivi elettronici appartenenti a terzi, oggetto di provvedimenti di sequestro nell’ambito di un procedimento penale a carico dello stesso parlamentare e di terzi.

Con queste motivazioni, la Consulta  ha accolto il conflitto di attribuzione proposto dal Senato nei confronti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, in cui si contestava la legittimità dell’acquisizione di corrispondenza del sen. Renzi. Secondo il Senato tale comportamento sarebbe stato  in violazione dell’art. 68, terzo comma, Cost. Con sentenza n.170 del 2023 (red. Franco Modugno)

La Corte ha dichiarato che tali messaggi “sono stati ritenuti riconducibili alla nozione di “corrispondenza”, costituzionalmente rilevante e la cui tutela non si esaurisce, come invece sostenuto dalla Procura, con la ricezione del messaggio da parte del destinatario, ma perdura fin tanto che esso conservi carattere di attualità e interesse per gli interlocutori”. La Corte non ha invece accolto il ricorso nella parte in cui veniva contestata l’acquisizione da parte della Procura, senza autorizzazione, dell’estratto del conto corrente personale del senatore Renzi, in quanto non era stato spedito dalla banca al parlamentare, ma allegato a segnalazioni di operazioni bancarie provenienti da uffici della Banca d’Italia. (ANSA).

Già dalla prima udienza del processo sul presunto uso della Fondazione Open come cassaforte del suo movimento politico, il senatore Matteo Renzi si espresse con furore contro la “persecuzione”attuata dai magistrati di Firenze ai danni della sua persona: “uno scandalo assoluto”.

Il processo ha permesso di chiarire questioni fondamentali, in particolare quelle legate all’importanza del sistema del libero mandato elettivo, al concetto di ‘corrispondenza’ e, in generale quelli che nella retorica forense viene definito conflitto interorganico, cioè quello che si ingaggia tra articolazioni organizzative appartenenti al medesimo soggetto, lo Stato, appunto, e riguardano comportamenti,azioni, omissioni o atti lesivi delle attribuzioni costituzionalmente previste.

Il ricorso di Renzi, in questo senso, ha avuto in funzione della cosiddetta garanzia relativa alla corrispondenza, che copre la messaggistica istantanea dei parlamentari per tutto il tempo in cui essa conserva una propria attualità, forzando, quindi, il declassamento immediato di tali messaggi. Tale situazione, ha affermato la Corte Costituzionale, “avrebbe scardinato l’equilibrio tra i poteri”.

Stefano Ceccanti, Professore ordinario di Diritto Pubblico Comparato Università Roma La Sapienza, ha proposto un interessante parallelismo: “La sentenza e le sue motivazioni di oggi sono pertanto di un’importanza comparabile a quelle con cui la medesima Corte diede ragione al ricorso del Quirinale contro la procura di Palermo a proposito dell’utilizzabilità di alcune telefonate del Presidente Napolitano, menomando le prerogative della Presidenza della Repubblica. Come allora per il Capo dello Stato così oggi per i parlamentari la Corte difende l’equilibrio tra i poteri, li difende doverosamente, come essa recita testualmente da “condizionamenti e pressioni sulla libera esplicazione” della propria attività”.

A riguardo si è espresso anche Francesco Bonifazi, deputato di Italia Viva, che su Twitter ha commentato: “Oggi la Consulta ha stabilito che il comportamento dei pm fiorentini è stato incostituzionale, perché messaggi whatsapp ed e-mail sono corrispondenza, come era chiaro ed evidente”. Ma nonostante ciò, aggiunge, “la fiducia nella giustizia non deve mai venir meno, anche quando, come nel caso della assurda inchiesta di Open, viene messa a dura prova”.

Sulla stessa onda anche Ivan Scalfarotto, senatore di Azione-Italia viva, che ha commentato: “La decisione della Corte costituzionale che ha dato ragione a Matteo Renzi e al Senato della Repubblica stabilendo che la posta elettronica e i messaggi Whatsapp di un parlamentare sono corrispondenza esattamente come le lettere cartacee si limita a certificare un’ovvietà. Siamo in questo secolo: la posta elettronica è posta, non ci voleva certo la Corte costituzionale per stabilirlo”. E nota, inoltre: “Quello che fa specie è che i pm di Firenze potessero pensare in buona fede il contrario, e dice molto del metodo seguito in questa indagine. Per fortuna, in questo nostro Paese esistono ancora il diritto e il buon senso”

 

 

 

 

 

 

 

 

Stragi ’93, Renzi: procura Firenze ‘imbarazzante’, insegue fantasma Berlusconi

La procura di Firenze ” insegue la visibilità mediatica dei processi politici ma nel frattempo decide di non sgomberare un hotel abusivamente occupato da cui scompare una bambina di cinque anni” questa l’accusa del leader di Italia Viva su Twitter

Parole che faranno molto discutere. Secondo il leader di Italia viva, ex presidente del consiglio, sex segretario del Pd -tra le altre cose- Matteo Renzi, “la Procura di Firenze guidata da Luca Turco sostiene che le stragi di mafia del 1993 fossero finalizzare a sostenere Silvio Berlusconi. Siamo oltre il ridicolo”

Secondo Renzi, la procura di Firenze ” insegue la visibilità mediatica dei processi politici ma nel frattempo decide di non sgomberare un hotel abusivamente occupato da cui scompare una bambina di cinque anni”. il leader di IV aggiunge “lo stesso ufficio che anziché occuparsi dei reati commessi a Firenze nel 2023 sogna di riscrivere la storia di trent’anni fa”.

“Mai vista una Procura più delegittimata e squalificata: inseguono il fantasma di Berlusconi e non toccano il racket delle occupazioni abusive. Ma non si rendono conto che sta diventando imbarazzante prima che incredibile?” scrive su Twitter Renzi.

ieri, secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, gli investigatori della Dia di Firenze e di Milano, proprio su mandato della procura di Firenze,  hanno  perquisito mercoledì l’abitazione di Marcello Dell’Utri  nell’ambito dell’inchiesta sui mandanti di quelle  stragi del 1993.

Secondo la procura di Firenze Dell’Utri, riporta il quotidiano, avrebbe istigato e sollecitato il boss Graviano “ad organizzare e attuare la campagna stragista e, comunque, a proseguirla, al fine di contribuire a creare le condizioni per l’affermazione di Forza Italia, fondata da Silvio Berlusconi, al quale ha fattivamente contribuito Dell’Utri, nel quadro di un accordo, consistito nello scambio tra l’effettuazione, prima, da parte di Cosa nostra, di stragi, e poi, a seguito del favorevole risultato elettorale ottenuto da Berlusconi”.

il tutto, sostengono le fonti della procura di Firenze “a fronte della promessa da parte di Dell’Utri, che era il tramite di Berlusconi, di indirizzare la politica legislativa del Governo verso provvedimenti favorevoli a Cosa nostra in tema di trattamento carcerario, collaboratori di giustizia e sequestro di patrimoni, ricevendo altresì da Cosa nostra l’appoggio elettorale in occasione delle elezioni politiche del marzo 1994”.

Renzi in Palazzo Vecchio su stadio, “Nardella faccia accordo con Meloni”

Renzi in Palazzo Vecchio sullo stadio – Molte cose già sentite esattamente tre mesi fa nella conferenza stampa del “Dario fermati con lo stadio, stai andando a sbattere”,  ma il fatto che vengano ripetute all’indomani dell’ennessima doccia fredda per la Giunta Nardella e questa volta non in un dehors in piazza della Signoria ma dentro la ‘casa dei fiorentini’, ha un significato politico ancora maggiore e per quanto Renzi ribadisca come non ci siano ‘secondi fini elettorali in vista degli equilibri per le amministrative’, il peso del ritorno del leader di Iv in Palazzo Vecchio nella sua veste di senatore e “cittadino che paga le tasse a Firenze” con un gruppo consiliare adesso presente dopo il passaggio della ex consigliera speciale Mimma Dardano nelle sue fila, fa assumere alla presenza e alle parole di Matteo Renzi ora un valore che va ben oltre lo stadio Franchi.

“È evidente che se si continua così si va alla Corte dei Conti, è ovvio perché si stanno buttando via soldi del contribuente”. È quanto dichiara il senatore e leader di Italia viva, Matteo Renzi, parlando durante una conferenza stampa della vicenda dello stadio Franchi di Firenze pochi giorni dopo il flop della gara d’appalto, alla quale nessuna impresa si è fatta avanti. L’amministrazione comunale ha dichiarato la propria intenzione di andare avanti, aprendo una procedura che passa anzitutto dall’affidamento diretto della progettazione dell’intervento di ristrutturazione dell’impianto ad Arup. Una scelta fortemente stigmatizzata da Renzi, così come la scelta del Comune di fare causa allo Stato per aver ritirato i fondi legati al Pnrr.

“Fare causa allo Stato significa impelagare il Comune di Firenze in una conflittualità dalla quale non è detto che ne esca vincitore, i danni li pagano i cittadini e comunque è un danno che si crea in ragione del fatto che la causa fra Comune e Stato è una follia. Non c’è bisogno di fare causa, c’è bisogno di fare un accordo”. Renzi auspica infatti un accordo quanto prima, già a luglio, fra il sindaco Dario Nardella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per recuperare le risorse del Pnrr bloccate dall’Europa. “Si prendano i denari dello Stato e si mettano sulle cose che servono a Firenze- aggiunge- i 90 milioni immaginati sappiamo che non saranno mai spesi perché lo stadio non si farà mai, è il segreto di Pulcinella. Non sta in piedi non dal punto di vista architettonico, ma dal punto di vista economico”.

Renzi boccia la strategia del sindaco di tirare dritto sulla procedura di assegnazione del progetto, dopo il flop dell’appalto: “Continuare a dire vado ad affidamento diretto, dare ad Arup altri soldi per fare un progetto esecutivo e fare la variazione di bilancio e mettere soldi per il Padovani, quando questo progetto non starà mai in piedi, è una follia giuridica”.

“Mi sembra che in questa citta’ a volte si sia smarrito il senso dell’amministrazione. Che il Pnrr – sottolinea Renzi – per lo stadio in Ue non passasse era noto, quindi e’ veramente tempo perso. Volete un modello che funziona? C’e’ il Viola Park a Bagno a Ripoli che sara’ inaugurato a settembre”.

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