Biffoni, a Prato nel 2020 “no aumenti tasse e tariffe”

“Il prossimo anno non ci saranno aumenti di tasse e tariffe, con la Tari che negli ultimi anni ha visto un calo significativo grazie al lavoro di recupero dell’evasione dell’operazione Cerbero”. Lo ha annunciato il sindaco di Prato Matteo Biffoni nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno che si è tenuta questa mattina in municipio.

Secondo quanto ha riferito il primo cittadino il 2020 porterà anche la parola fine per l’abbattimento del vecchio ospedale: “Con la sentenza del Consiglio di Stato il prossimo 20 febbraio finalmente sapremo chi si aggiudicherà i lavori. Noi siamo pronti sia sul finanziamento sia sul progetto, quindi a quel punto si potrà procedere”.
Infine una riflessione sul cambiamento dell’immagine della città: “Certamente l’immagine di Prato fuori dal nostro territorio sta cambiando e siamo diventati protagonisti di un dibattito di livello nazionale e internazionale su temi come l’economia circolare e il rinnovamento urbano – ha concluso Biffoni -.
Chi fa analisi anche desuete di Prato stigmatizzandola come una comunità che ha solo problemi di immigrazione non legge i dati e il cambiamento anche sociale degli ultimi dieci anni. I problemi ci sono, vanno affrontati, non sono soddisfatto ancora dei risultati e dobbiamo continuare tutti a lavorare, ma non possiamo dire che niente è cambiato anche nei rapporti con la comunità cinese. Inoltre credo sia una preoccupazione di tutti, di ciascun cittadino di questa città, far conoscere il valore del nostro territorio e della nostra comunità. Valorizzare Prato, senza nasconderne le difficoltà, è un dovere per chiunque ami la propria città”.

Prato: mancano giunti definitivi, chiusa nuova tangenziale

Il tratto di 1.730 metri è costato circa 6 milioni di euro ed era stato inaugurato appena a luglio scorso. Il sindaco  Matteo Biffoni: “Chi ha sbagliato se ne assuma la responsabilità, dato che è evidente che si tratta di una sottovalutazione tecnica”.

Mancano i giunti definitivi e un tratto di tangenziale nel Pratese, inaugurato nel luglio scorso, è già stato chiuso al traffico per motivi di sicurezza. Crepe sono comparse sull’asfalto nei giorni scorsi e le verifiche hanno imposto di proibire il transito sul ponte che unisce Montale alla tangenziale che attraversa la piana di Prato e Pistoia. Il tratto di 1.730 metri è costato circa 6 milioni di euro. Per i tecnici è il ‘Lotto 3 della seconda Tangenziale’.
Oggi il Comune di Prato, che ha eseguito i lavori, finanziati dai Comuni limitrofi, ha deciso l’istallazione dei giunti definitivi per 35mila euro circa di spesa. L’intervento durerà un mese. Ma ora c’è polemica, soprattutto dopo che l’ex direttore dei lavori avrebbe spiegato nei giorni scorsi sui media locali che una delle carenze dell’opera sarebbe proprio la mancanza di giunti definitivi al ponte. Affermazioni che hanno fatto reagire il sindaco di Prato Matteo Biffoni: “Chi ha sbagliato se ne assuma la responsabilità, dato che è evidente che si tratta di una sottovalutazione tecnica”.
“Non è compito del sindaco o degli assessori valutare se un ponte abbia bisogno di giunti o meno, per questo ci sono i tecnici”, ha anche detto Biffoni. “Sono sbalordito – ha aggiunto – dalle dichiarazioni da parte di chi aveva la responsabilità di aprire un ponte a lavori ultimati. Un cantiere si lascia aperto fin quando tutto non è terminato come dovuto e nessuno ha mai fatto pressioni per aprirlo, almeno per quanto ci riguarda”.
Nelle ricostruzioni, risulta che a dichiarare che i lavori erano completati e a chiedere la disponibilità del sindaco per il taglio del nastro, per l’amministrazione, era stato proprio l’ingegnere che dirigeva i lavori. “Ve n’è prova – scrive in una nota il Comune di Prato – in una mail del 17 maggio scorso nella quale il direttore dei lavori proponeva come data per l’inaugurazione il 25 maggio”.

Prato, precipitazioni record: a novembre piovuto quanto primi 6 mesi 2019

E’ una situazione meteo eccezionale quella che in questo autunno sta investendo la città di Prato e gran parte della Toscana.

Solo nelle ultime 24 ore, si spiega dal Comune di Prato, sono caduti 33,6 mm di pioggia, con un picco alle 11.45 di questa mattina, quando in un solo quarto d’ora sono caduti 11 mm di pioggia.  Complessivamente poi, si legge nella nota “nel solo mese di novembre è piovuto intensamente per 23 giorni su 30 con 323 millimetri d’acqua. Nel 2018 il mese più piovoso fu marzo, ma con “soli” 190 mm di accumulo”.

Le piogge “continue e intense hanno interessato anche altri territori toscani, facendo salire il livello dei fiumi, che faticano ad assorbire le abbandonanti precipitazioni dell’ultimo mese. E’ questa la causa della piena del Bisenzio, che stamani ha raggiunto il primo livello di guardia, e dell’Ombrone che nelle ore precedenti è stato ‘osservato speciale’ per i livelli sempre in crescita fino a una normalizzazione nel pomeriggio”.

La Protezione civile di Prato, precisa il sindaco Matteo Biffoni, “è sempre stata pronta negli interventi richiesti, riuscendo a riaprire in tempo record strade e sottopassi allagati. Il monitoraggio è continuo e il sistema di intervento è funzionato in modo puntuale. Voglio ringraziare” -conclude il primo cittadino-” tutto il personale e tutti i volontari perché in queste settimane hanno mostrato ancora una volta professionalità, impegno e amore per la propria città”.

 

 

 

Cgil Cisl Uil Toscana, politica acceleri su patto sviluppo

Nel luglio scorso è stato firmato da Regione Toscana ed i sindacati CGIL CISL UIL, “Il Patto per lo Sviluppo della Toscana”, uno strumento che dovrebbe dare impulso alla regione per uscire dalla stagnazione che sta mettendo sempre più a rischio il lavoro. Stamane a Firenze un incontro per riflettere sul futuro della Toscana e su quali strumenti introdurre per sbloccare le tante opere infrastrutturali che ancora mancano, per creare le condizioni per un’occupazione di qualità, per dare una scossa sostenendo investimenti pubblici e provati.

In Toscana “la politica si deve dare una mossa” per fare in modo “che cambino le politiche e che la regione possa continuare a crescere”. Lo ha affermato Dalida Angelini, segretario generale della Cgil Toscana, in occasione del convegno organizzato oggi dai sindacati confederali regionali (CGIL CISL UIL) sul Patto per lo sviluppo siglato nei mesi scorsi dalla Regione con le Forze sociali.

Particolare attenzione, nel Patto, è dedicata alle infrastrutture. “Se si riesce a far partire i lavori dove abbiamo già il finanziamento – ha ricordato Riccardo Cerza, segretario generale della Cisl Toscana – sono 8 miliardi di lavori: vuol dire una misura shock per far lavorare subito più di 100.000 persone. Questo è quello che serve alla Toscana: rimettere al centro il lavoro, perché lavoro è coesione sociale, giustizia sociale. Il messaggio importante di oggi è non dividersi, e fare presto, senza aspettare le litanie delle elezioni”.

Per Annalisa Nocentini, segretaria generale della Uil Toscana, questo patto “è una manovra nel vero senso della parola: non è la manovra finanziaria ma è un patto che sicuramente dovrà avere una discussione, e noi ci auguriamo naturalmente che venga onorato, anche perché è un patto di sviluppo che prevede un tempo abbastanza lungo, i prossimi cinque anni, quindi è importante dover proseguire e anche monitorare”.

Sul Patto per lo sviluppo della Toscana, e in particolare sui temi infrastrutturali, “sono particolarmente contento che in questa regione ci sia una unità di vedute tra la giunta regionale e le forze sociali tutte, dai sindacati che hanno promosso questa iniziativa ma anche alle associazioni datoriali”. Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Toscana, che oggi ha partecipato a un convegno sul tema organizzato da Cgil, Cisl e Uil regionali.

“Spero che dopo queste nostre sollecitazioni – ha spiegato – il governo nazionale, nel quale abbiamo già avuto rapporti con la nuova ministra delle Infrastrutture, e anche tramite il presidente del Consiglio con cui sto cercando di avere un incontro, ci convochi e ci dia chiarezza su questi punti fondamentali: se l’avremo penso che ai cittadini della Toscana presenteremo un’idea di sviluppo ambientalmente compatibile che è necessaria per continuare a governare questa regione”.

Dalida Angelini, segretario generale di CGIL Toscana, e Matteo Biffoni, sindaco di Prato, sono intervenuti ai microfoni di Gimmy Tranquillo.

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Rossi: alleanza Pd-M5s non funziona e non è argine contro Salvini

“L’alleanza all’ultimo momento fra Movimento 5 Stelle e Pd non funziona neanche per costruire un argine contro questo dilagare di Salvini”. Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, commentando il voto in Umbria.

“Non mi pare – ha aggiunto – che ci sia all’ordine del giorno, per quel che io penso, lo dico con grande rispetto per gli amici e compagni che la pensano diversamente da me, l’idea di un’alleanza strategica con il Movimento 5 Stelle”. Lo ha affermato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, parlando a margine di un convegno sul Patto per lo sviluppo regionale organizzato dai sindacati oggi a Firenze.

“Conviene perdere da soli – ha proseguito Rossi, a margine di un convegno sul Patto per lo sviluppo della Toscana – perché tra noi e Movimento 5 Stelle ci sono differenze di valori nella concezione politica e nelle proposte concrete tali che una sconfitta, che in democrazia è sempre possibile, conviene averla sulla base però della visione della sinistra. Come abbiamo visto il Movimento 5 Stelle è un movimento che esprime una protesta che, quando poi diventa governo o si propone di diventare governo, o non ce la fa o curva a destra, e alimenta quindi le forze di destra”.

Per il presidente della Toscana Enrico Rossi “il declino dell’Umbria, che è una regione economicamente, invece, viva, operosa, è legato al fatto che è una zona interna, e cioè che mancano infrastrutture, che mancano strade, mancano treni, manca il digitale, mancano situazioni di connessione, mancano investimenti per la sicurezza e per l’ambiente, tutte questioni di carattere nazionale”. “Io – ricorda – una volta avevo proposto che si affrontasse il tema di questo vecchio dormiente che è l’Appennino, e ripropongo che il Pd faccia lo stesso, che affronti il tema nelle aree interne, tema che riguarda anche la Toscana”.

Per il Pd nazionale “abbiamo bisogno di un congresso per tesi dove si discute, dove i personalismi si mettono da parte, perché un leader, un segretario eletto ce l’abbiamo”. “Ridefiniamo la nostra linea – ha spiegato Rossi – il nostro profilo politico e culturale, i nostri valori fondamentali di riferimento, le classi sociali di riferimento che dobbiamo avere, che a mio parere sono ovviamente la classe lavoratrice, gli imprenditori che che sono impegnati, i poveri, i giovani che fra l’altro si stanno mobilitando in tutto il mondo e anche da noi. Quindi una base sociale possiamo averla, e su questa noi dobbiamo scommettere con idee nuove ma che affondano le proprie ragioni nel passato, affondano le proprie radici anche nella grande storia della sinistra europea e italiana. Nel momento in cui rinunciamo a questa storia ci condanniamo a perdere”.

“C’è una destra statalista, aggressiva, che legge bene i problemi ma non trova le soluzioni, e questi mesi di governo lo hanno statuito e certificato: ma non possiamo neanche abbandonarci all’idea che in un’alleanza col M5s si risolva il tema del posizionamento del Pd”. Lo ha affermato Matteo Biffoni, sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana, presente al convegno insieme a Enrico Rossi.

Il dato dell’Umbria, ha detto Biffoni, “in parte era atteso, non in queste proporzioni. In Umbria noi avevamo già perso Perugia, Terni, Assisi. Un segnale di malessere verso il governo di centrosinistra era già arrivato dai comuni. Pensavamo tutti quanti, eravamo consapevoli, che sarebbe stata un’impresa molto ardua. Quando ti arrestano un assessore regionale ed un segretario regionale del partito oggettivamente le condizioni sono complesse: però i numeri della sconfitta, la proporzione della sconfitta, è oggettivamente qualcosa che fa riflettere”.

“Ha senso continuare con questo Governo se le scelte finali della finanziaria faranno l’interesse del Paese. Non mi fa paura discutere – ha spiegato Biffoni – con gli alleati e con tutti quelli che fanno parte di una coalizione si discute, ci si confronta, ci si arrabbia, ci si manda a quel paese, e poi dopo si riprende un caffè insieme. L’importante è che le scelte finali siano quelle giuste. Io voglio vedere l’esito di questa manovra”.

Secondo il sindaco di Prato, l’operato del governo così come la nuova legge di bilancio sarà positivo se “non solo anestetizza l’aumento dell’Iva, che sarebbero stati 700-800 euro a famiglia, per tutti, ricchi e poveri”, ma anche se “ricomincia a mettere i soldi tra le amministrazioni locali per far ripartire i lavori, se dà una mano a far ripartire l’economia”.

“Le elezioni regionali in Umbria ci hanno consegnato un risultato in gran parte previsto, con la vittoria della destra sovranista – comunica l’on. Di Giorgi -. Il Pd tiene, nonostante gli errori del passato, che già avevano consegnato le principali città della Regione alla destra, le inchieste nel campo della sanità,  e le recenti scissioni. Cede invece il Movimento 5 Stelle che probabilmente paga alcune ambiguità di troppo anche riguardo alla linea politica del Governo Conte”.

“Alla luce di questo risultati – prosegue -, il centrosinistra deve dire  basta alle polemiche che minano ogni giorno l’azione dell’esecutivo, e cominciare a lavorare seriamente sui territori per una proposta riformista di sviluppo nel segno della coesione sociale e dell’attenzione verso i ceti che hanno maggiormente sofferto gli effetti di questa perdurante crisi economica. Anche in Toscana bisogna avere il coraggio di scelte nette, che dimostrino nei fatti un cambio di passo, a partire dalle candidature, pur rivendicando i risultati del nostro buongoverno”.

“Chi intendesse – conclude Di Giorgi – invece proseguire con i veti, le polemiche, i distinguo e i trabocchetti, si assumerebbe una gravissima responsabilità storica, offrendo alle destre un’occasione unica per vincere anche nella nostra Regione.

L’intervista di Gimmy Tranquillo al governatore della regione Toscana, Enrico Rossi.

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/10/191028_04_-VOTO-UMBRO_ROSSI.mp3?_=2

Regione e Anci Toscana chiedono mobilitazione nazionale per Kurdistan

Firenze, con una lettera, indirizzata ai colleghi del livello nazionale, cioè al presidente della Conferenza delle Ranciegioni, Stefano Bonaccini e a quello di Anci Nazionale, il sindaco di Bari Antonio Decaro, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e Matteo Biffoni presidente di Anci, chiedono che le Regioni e l’Anci organizzino una giornata nazionale di mobilitazione in favore del Kurdistan siriano.

“Siamo molto preoccupati – scrivono i due amministratori toscani – per le notizie che continuano a giungere dal nord della Siria. L’offensiva delle forze armate turche decisa unilateralmente dal presidente Erdogan contro le popolazioni del Kurdistan siriano sta provocando gravi ripercussioni sul piano umanitario sociale e politico ed infligge ai civili sofferenze peggiori di quelle già causate da un conflitto che dura da anni e vanifica i risultati raggiunti in particolare grazie al sacrificio dell’esercito popolare curdo nella lotta contro il terrorismo islamista. Mette anche in pericolo un’esperienza di convivenza laica e democratica, come quella del Rojava, fondata su un’idea di giuastizia sociale e di tutela dei diritti delle donne e dell’ambiente”.

Nella lettera si ricorda poi che il presidente Rossi ha incontrato pochi giorni fa il padre di Lorenzo Orsetti, il combattente italiano nell’esercito curdo, ucciso dall’Isis. In quell’occasione la Regione ha annunciato che invierà aiuti umanitari e sanitari nel Rojava, invitando nel contempo le istituzioni locali a mobilitarsi per esprimere il proprio dissenso nei confronti dell’operazione militare condotta dalla Turchia.

“In questi giorni – prosegue la lettera firmata da Rossi e Biffoni – tanti cittadini hanno partecipato a manifestazioni di solidarietà con il popolo curdo chiedendo alla comunità internazionale, all’Unione europea e ai suoi Stati membri di adoperarsi per la cessazione dell’offensiva. A questa partecipazione si sono uniti molti consigli comunali e regionali. Ciò dimostra come la questione curda e i valori di solidarietà ed uguaglianza che essa esprime hanno scosso la coscienza civile e e la sensibilità di tante persone nel nostro Paese”.

È per tutte queste ragioni che il presidente della Regione Toscana e quello di Anci Toscana chiedono che adesso si dia luogo ad una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale.

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