Scansano: appelli a prefettura per salvare migrante che si sdraia all’incrocio

La sindaca di Scansano Maria Bice Ginesi ha fatto un appello alle altre istituzioni per risolvere la questione, i residenti hanno avviato una raccolta di firme destinata a sollecitare un intervento della magistratura

Un giovane immigrato da qualche tempo esce dal centro di accoglienza di Scansano  all’improvviso e va a piazzarsi sull’asfalto, al bivio di località Montorgiali, snodo viario critico anche a causa delle curve che riducono la visibilità. Il traffico si ferma per scansarlo, le auto frenano all’improvviso per non investirlo.  Un pericolo per lui, un giovane migrante, e per gli abitanti di alcuni paesi della Maremma.

Per questo la sindaca di Scansano Maria Bice Ginesi ha fatto un appello alle altre istituzioni per risolvere la questione, i residenti hanno avviato una raccolta di firme destinata a sollecitare un intervento della magistratura.

La sindaca Ginesi chiede che venga aiutato il suo Comune a tutelare sia l’incolumità personale di questo uomo sia i conducenti dei veicoli. “Come sindaco di Scansano  mi sono attivata immediatamente – ha spiegato Maria Bice Ginesi (Pd) – appena venuta a conoscenza dei fatti, ossia a dicembre 2023, dandone notizia a prefettura, Coeso che gestisce i servizi sociali del Comune, unità di Psichiatria della Asl Sud Est e alla cooperativa che gestisce il centro di accoglienza e ovviamente alle forze dell’ordine”, “sono state prese alcune misure, che non hanno dato nessun risultato nell’evidenza dei fatti”.

Per Ginesi “il ragazzo ha bisogno di assistenza in una struttura in grado di curarlo e seguirlo, ma non spetta, ovviamente né a me né all’amministrazione di Scansano, una valutazione che dovrà essere fatta dal servizio sanitario competente. I servizi sociali si stanno attivando per avviare un inserimento lavorativo, seguito appunto dai servizi sociali, pensando che un’occupazione possa aiutarlo a superare le sue difficoltà”.

Sulla petizione spedita alla procura di Grosseto e il cui testo è disponibile nei negozi di Scansano la sindaca Ginesi chiarisce che “l’iniziativa non è del Comune, questa amministrazione non sa neppure da chi è stata proposta, ma è il sintomo di un disagio diffuso nella cittadinanza, che condividiamo, mantenendo il nostro impegno verso le autorità e gli enti preposti, per una celere soluzione”.

Geotermia, sindaca di Scansano: “Continueremo a batterci per impedire questo scempio”

Firenze, la sindaca di Scansano, in provincia di Grosseto, Maria Bice Ginesi, sintetizza la riunione in videoconferenza con gli assessori regionali ad attività produttive e ambiente Leonardo Marras e Monia Monni.

“Certo, è importante che abbiano ribadito che le Aree non idonee saranno rispettate e che da noi le centrali non saranno costruite – dice la la sindaca di Scansano – Ma resta l’assurdo dei permessi di ricerca rilasciati, altrettanto devastanti e dannosi per il nostro territorio. E dunque la guardia resta alta, continueremo a batterci per impedire questo scempio”.

L’antefatto, si spiega dal Comune di Scarlino, “è un duro documento approvato qualche settimana fa da tutto il Consiglio Comunale di Scansano, per sollecitare chiarimenti sull’iter dei permessi di ricerca e le intenzioni della Regione circa lo sfruttamento della geotermia in Maremma. La discussione nell’ultima riunione della Conferenza dei servizi, oggetto il permesso di ricerca rilasciato a Magliano in Toscana, ha infatti confermato le preoccupazioni circa l’interpretazione della legge a tutela della Aree non idonee: non un divieto assoluto a realizzare le centrali secondo i proponenti ma solo una maggior difficoltà per ottenere i permessi, aggirabile secondo loro con progetti che superino la Via. Teoria che poggia anche su una analoga interpretazione sostenuta dall’avvocato della Regione nell’opposizione ai ricorsi presentati da Comune, imprenditori e cittadini delle zone interessate”.

“Lo abbiamo detto e lo ribadiamo – le parole di Marras come riporta il Comune, – per la Regione nelle Ani il divieto è tassativo e sarà rispettato”. Linea confermata anche da Monni. Gli assessori, si riferisce ancora, hanno però chiarito che “altro discorso va fatto per i permessi di ricerca che non può essere impedita”.

“Ancora una volta – commenta Ginesi – ci dicono che le centrali non si faranno. La nostra preoccupazione però è intatta. Concedere i permessi di ricerca è assurdo e illogico. Ogni pozzo costa circa 12 milioni di euro. E nei progetti è scritto chiaramente che si tratta di prove di produzione in vista di un successivo sfruttamento. A Scansano sono stati rilasciati due permessi, contro i quali abbiamo presentato ricorso. Uniamo le nostre forze a quelle di Magliano, dove è stato concesso un altro permesso. Il no a questo scempio è unanime, i cittadini sono compatti e decisi a difendere la nostra terra”.

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