Alluvione in Toscana: 37 milioni per famiglie e imprese

Alluvione in Toscana  – Attivare misure finanziarie “urgenti e straordinarie” per fronteggiare l’emergenza derivante dall’alluvione del 2 novembre 2023 sul territorio regionale con uno stanziamento straordinari di 12 milioni a favore delle imprese e 25 milioni per le famiglie. E’ quanto prevede la proposta di legge approvata all’unanimità dal Consiglio regionale.

Approvati anche due emendamenti. Il primo, del capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli, impegna la Giunta ad attivarsi affinché le misure previste dalla legge possano applicarsi al complesso dei territori interessati nelle province di Firenze, Prato, Lucca, Livorno, Massa Carrara e Pistoia. Il secondo, primo firmatario Marco Casucci (Lega) invita la Giunta ad attivarsi per destinare ristori a territori colpiti nelle province escluse, come ad esempio quella di Arezzo.

La presidente della commissione sviluppo economico e rurale, Ilaria Bugetti (Pd), ha spiegato che “in sostanza, andiamo a stanziare 12 milioni a favore delle imprese e 25 milioni alle famiglie. Un contributo che è stato innalzato rispetto agli originali 15milioni grazie ai 10milioni stanziati con la manovra appena approvata”.

Per quanto riguarda le imprese, ha spiegato Bugetti, una parte dei ristori andranno ad abbattere i costi dei finanziamenti e l’altra parte all’acquisto di beni danneggiati o, nel caso del commercio ambulante, a ristorare i mancati mercati suoi suoli pubblici a causa dell’alluvione. Per quanto riguarda le famiglie, Bugetti ha spiegato che con un emendamento è stata innalzata la quota, portandola da 2.500 a 3mila euro”. Tutto questo, ha concluso, “nell’attesa che arrivino i fondi dal Governo per porre rimedio ai danni che si stimano intorno ai 2,1 miliardi”.

Ferrovie: prima fermata Frecciarossa a Terontola nell’Aretino

Prima fermata, stamani, di un treno Frecciarossa nella stazione di Terontola (Arezzo), sulla linea Av Roma-Firenze, sbocco dell’utenza ferroviaria delle popolose zone della val di Chiana, in Toscana, e del lago Trasimeno, in Umbria.

“Pochi minuti ma molto importanti per tutto il territori”, il commento unanime degli amministratori umbri e toscani all’inaugurazione della fermata.
Un Frecciarossa ha sostato alle ore 5.54 a Terontola e poi è ripartito esattamente alle 5.56 diretto a Milano e Torino.
“Ringrazio tutti coloro che si sono impegnati affinché questo potesse accadere, in particolare le Regioni Toscana e Umbria, le amministrazioni della Val di Chiana e del Trasimeno”, ha detto il governatore della Toscana Eugenio Giani, presente all’evento.
Per il sindaco di Cortona Luciano Meoni “si tratta di una grande opportunità per Cortona (lo snodo ferroviario di Terontola ne è frazione, ndr) e tutta la Valdichiana, sia per il settore lavorativo sia per il comparto turistico una volta che torneremo alla normalità”.
Il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Casucci, cortonese, ha salutato il treno con “entusiasmo per una grande opportunità. La fermata arriva grazie al gran lavoro di tutti”. Gli amministratori indossavano la fascia tricolore e sulla pensilina c’è stato un taglio del nastro nella breve sosta in stazione, quindi il treno è ripartito verso Nord.

La stazione di Terontola non fu aperta insieme alle altre stazioni della linea nel 1866. Infatti la ferrovia Firenze-Roma non era come la conosciamo ora: il collegamento tra la capitale e Firenze non passava da Orvieto e Chiusi ma da OrteTerniFoligno e Perugia, con un percorso che oggi si articola in due linee ferroviarie: Terontola-Foligno e parte della Falconara-Roma.

In data 11 novembre 1875 venne aperta all’esercizio la linea Cortona (oggi stazione di Camucia-Cortona)-Chiusi.

Si sentiva il bisogno di creare una stazione che unisse le due linee, perché la stazione di Cortona era troppo lontana quindi si decise di aprire una nuova stazione.

La nuova stazione di Terontola aperta insieme alla nuova linea per Chiusi (in data 11 novembre 1875) si trovava a costituire la cerniera della grande dorsale italiana.

Nell’ordine di servizio numero 41 dell’undici novembre 1875, che testimonia l’apertura della stazione di Terontola, possiamo leggere:

Nel 1939 mutò la propria denominazione da “Terontola” a “Cortona-Terontola”, e nel 1948 ridivenne “Terontola”. Successivamente acquisì la denominazione attuale.

Emergenza Covid: no a interruzione del servizio di guardia medica notturna

Lo chiede un ordine del giorno, presentato da Marco Stella (Forza Italia) e sottoscritto da Stefano Scaramelli (Italia Viva), e approvato all’unanimità. Approvati altri ordini del giorno di Forza Italia e di Fratelli d’ItaliaMarco Stella

Il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato da Marco Stella (Forza Italia) e collegato alla comunicazione del presidente della Regione, Eugenio Giani, per chiedere la sospensione dell’ordinanza dello stesso presidente Giani, con la quale si prevede, tra le altre cose, l’interruzione del servizio di guardia medica nelle ore notturne, nella fascia dalle 24 alle 8. “Su questo punto, dopo le rassicurazioni del presidente Giani in aula, è necessario fare chiarezza, perché molti territori, soprattutto quelli periferici, sono preoccupati”. A sostegno, annunciando di sottoscrive l’atto di indirizzo, si è dichiarato il vicepresidente del Consiglio regionale, Stefano Scaramelli (Italia Viva). Favorevole anche la consigliera Elisa Tozzi (Lega). Il capogruppo del Pd, Vincenzo Ceccarelli, ha precisato che l’ordinanza non si può sospendere, “perché tratta anche altre materie sanitarie, ma sul punto si può chiedere un’integrazione, per evitare la penalizzazione delle aree più disagiate”. I consiglieri Stella, Scaramelli e il vicepresidente del Consiglio, Marco Casucci (Lega), hanno però sottolineato la necessità che il servizio non venga interrotto a nessun cittadino. Dopo una sospensione sulla discussione, durante la quale i capogruppo hanno trovato una sintesi, l’atto è stato votato all’unanimità.

Votati all’unanimità anche altri quattro ordini del giorno, sempre collegati alla comunicazione del presidente Giani, e anche questi presentati da Marco Stella (FI), ma con emendamenti del gruppo Pd. In particolare, si invita il presidente della Giunta a rendere disponibile nelle farmacie una quantità significativa di vaccino antinfluenzale e a convocare entro sessanta giorni un tavolo con le categorie economiche, parlamentari toscani e consiglieri regionali per valutare la possibilità di proporre al legislatore nazionale provvedimenti di agevolazione e semplificazione burocratica, come le zone economiche speciali. Il presidente è impegnato anche ad intervenire sul governo nazionale per snellire le procedure di cassa integrazione, per renderle più adeguate alle esigenze dei lavoratori trovando le necessarie risorse finanziarie, anche usando gli strumenti europei dedicati, estendendola a categorie finora escluse. Un impegno particolare dovrà infine essere assicurato ai malati oncologici, perché non vengano interrotti gli screening e siano comunque garantiti anche nell’emergenza i livelli essenziali di assistenza.

Il consiglio, inoltre, ha approvato a maggioranza anche un ordine del giorno, presentato da Francesco Torselli (FdI) e poi emendato, per utilizzare la rete delle farmacie, pubbliche e private, in modo che queste possano utilizzare appositi spazi per garantire le attività di screening e l’effettuazione dei tamponi rapidi.

Respinti i due ordini del giorno presentati da Irene Galletti (M5S).

Accoglienza: Scaramelli, nuova legge bisogni essenziali per chi dimora in Toscana

“Un atto che riguarda la persona e la sua dignità e che rimarca i diritti inviolabili dell’essere umano, soprattutto di chi ha estremo bisogno”. Così il presidente della commissione regionale Sanità, Stefano Scaramelli (Pd) ha sintetizzato in Aula il cuore della proposta di legge regionale “Disposizioni per la tutela dei bisogni essenziali della persona umana”. In aula Lega con magliette ‘prima i toscani’.

La proposta di legge illustrata che modifica la normativa regionale già in vigore per l’accoglienza, l’integrazione e la cura dei cittadini stranieri in Toscana riguarda, come riporta Scaramelli: “6mila 700 persone presenti nei centri di accoglienza straordinaria (Cas) e 3mila che potrebbero essere coinvolte dall’impossibilità di concedere permessi di carattere umanitario”.

L’atto, presentato dalla Giunta regionale nei mesi scorsi a seguito del decreto sicurezza dell’ottobre 2018, ha l’obiettivo di garantire i bisogni essenziali delle persone, fornendo a tutti tutela sanitaria, alimentazione e ricovero. Anche nel caso di coloro che, a seguito dell’entrata in vigore del decreto del governo nazionale, rischiano di rimanere senza assistenza, cercando di colmare il vuoto tra la perdita di status di cittadini stranieri e l’effettivo rimpatrio.

“Un lavoro attento e puntuale” – ha detto Scaramelli – ringraziando la Giunta regionale “per il percorso di condivisione e di ascolto con i soggetti del terzo settore, del mondo no-profit” che ci “ha visto fare un ragionamento preciso sullo stato dell’immigrazione anche rispetto al bisogno delle persone in quanto tali”.

L’obiettivo è rendere possibile quella rete di interventi, già attivi in Toscana, che a seguito dell’approvazione del decreto sicurezza andrebbe incontro al rischio di violazione di norme. In particolare, si vuole garantire alle persone prive del permesso di soggiorno, ma che dimorano nella nostra regione, l’accesso alle cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o comunque essenziali, anche di carattere continuativo; le prestazioni socio-assistenziali, compreso l’accesso a sistemazioni temporanee di accoglienza; per i minori, l’accesso all’istruzione obbligatoria e ai servizi per l’infanzia.

“Con questo provvedimento la Toscana vuole garantire a tutti – ha commentato Scaramelli – i diritti fondamentali, senza strumentalizzazioni, e vuole mettere in grado i Comuni e il terzo settore di agire in questo senso”. Scaramelli ha poi ricordato alcuni numeri “sono 6mila 700 le persone presenti nei centri di accoglienza straordinaria (Cas) e l’impossibilità di concedere permessi di carattere umanitario ne coinvolgerà circa 3mila che potrebbero trovarsi da un giorno all’altro fuori regola rispetto alle norme nazionali. È per tutelare tutti i cittadini toscani che dobbiamo assistere anche quelle 3mila persone presenti sul nostro territorio, generando sicurezza sanitaria, sociale, assistenziale”.

“Con questa norma – conclude Scaramelli – la Toscana non vuole sfidare il Governo, ma lavorarci insieme e ribadisce la sua tradizione di terra di inclusione e di aiuto verso l’altro con la consapevolezza che l’altro non è mai un’insidia o un problema ma una persona che va aiutata e questo è un dovere istituzionale”.

Sei consiglieri regionali toscani della Lega si sono presentati stamani nell’aula dell’Assemblea regionale indossando magliette con la scritta ‘prima i Toscani’. Sono Roberto Salvini, Jacopo Alberti, Luciana Bartolini, Roberto Biasci, Marco Casucci e Elisa Montemagni.
L’atto, contestato dai consiglieri della Lega e discusso in Aula oggi, è stato presentato dalla Giunta regionale nei mesi scorsi a seguito del decreto Sicurezza voluto del ministro Matteo Salvini.

consiglieri lega
Foto tratta da Facebook

I consiglieri della Lega che protestano oggi, già in commissione avevano espresso voto contrario. Con riferimento alla stessa pdl, ieri i consiglieri di Fi Maurizio Marchetti e Marco Stella hanno presentato un ordine del giorno collegato per chiedere alla Giunta di ‘predisporre e sottoporre al Consiglio regionale entro il termine di 30 giorni una proposta di legge che attribuisca ai cittadini toscani pari garanzie di accesso a servizi e prestazioni rispetto a quelle assicurate alla platea di stranieri presenti nel territorio toscano’

Toscana , Lega ‘indignata’ per accuse Fi a Ceccardi dopo ballottaggi”

Lo affermano i consiglieri regionali della Lega Elisa Montemagni (capogruppo), Luciana Bartolini e Marco Casucci replicando al coordinatore toscano di Fi Stefano Mugnai intervenuto ieri dopo l’esito delle amministrative in Toscana.

“Siamo rimasti piuttosto perplessi ed indignati dalle ripetute e gratuite accuse dell’onorevole Stefano Mugnai di Forza Italia che non perde occasione per attaccare frontalmente Susanna Ceccardi, nostra coordinatrice toscana e parlamentare europea”. Lo affermano i consiglieri regionali della Lega Elisa Montemagni (capogruppo), Luciana Bartolini e Marco Casucci replicando al coordinatore toscano di Fi Stefano Mugnai intervenuto ieri dopo l’esito delle amministrative in Toscana.
“All’esponente forzista ricordiamo che il nostro partito ha visto eleggere ben 135 nuovi consiglieri comunali – sottolineano in una nota -, mentre per decenza non menzioniamo i numeri fatti registrare, complessivamente, dal partito berlusconiano”.

Per gli esponenti leghisti, “prima di gettare, ingiustamente, la croce addosso a qualcuno è doveroso fare un serio ed approfondito esame di coscienza, ricordando, ad esempio, le ripetute, interminabili e poco costruttive riunioni (le lungaggini non sono certo da ascriversi a noi) tenutesi a Firenze per decidere i candidati sindaco del capoluogo regionale, di Prato e Livorno”. Inoltre, osservano ancora, “la matematica non è, anche in politica, un’opinione e dati alla mano, anche in Toscana, ribadiamo come la Lega si confermi di gran lunga la forza trainante e di riferimento di tutto il centrodestra”.

“Dall’onorevole Mugnai – concludono i rappresentanti del Carroccio – vorremmo sapere se le sue recenti esternazioni anti-Lega siano dovute ad una certa fibrillazione in merito alle regionali del 2020; stia tranquillo, poiché, come ha più volte ribadito la stessa Susanna Ceccardi, lei non si autocandiderà, a meno che non si trovi un’unità d’intenti fra gli alleati ed i nostri militanti”.

Toscana, regionalismo differenziato: no a forme di autonomia che prevedano modifiche della Costituzione

No a forme di autonomia legislativa che comportino modifiche della Costituzione. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza una risoluzione presentata da Tommaso Fattori e Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra), Serena Spinelli (Art.1-Mdp) e Monica Pecori (gruppo misto-Tpt). L’atto è stato approvato a maggioranza con il voto favorevole di Partito democratico, Art.1-Mdp, Sì-Toscana a sinistra e gruppo misto-Tpt, il voto contrario di Lega e Forza Italia, l’astensione del Movimento 5 stelle.

Il dibattito sul regionalismo si è concentrato, nella seduta di questa mattina, anche su una mozione della Lega, respinta dal  Consiglio Regionale della Toscana. La risoluzione impegna la Giunta ad attivarsi perché “non sia attuata nessuna forma di autonomia legislativa che va a modificare la Costituzione, minando i principi di uguaglianza, unità ed equità”. Nell’atto si chiede, di perseguire il “dettato costituzionale”, che prevede il coinvolgimento del Parlamento “nel processo della definizione dei termini delle eventuali intese” e non prevede, al contrario, “improprie procedure di delegazione legislativa che demandano al Governo e alle regioni e poi a commissioni paritetiche di natura tecnica”. la Giunta toscana dovrà attivarsi “nelle opportune sedi di confronto interistituzionale” anche per fare in modo che “si porti a compimento la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni in modo da garantire l’uniformità dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale”.

La mozione presentata dalla Lega, a firma dei consiglieri Marco Casucci, Elisa Montemagni, Jacopo Alberti e Roberto Biasci, intendeva invece impegnare il presidente della Giunta regionale ad applicare gli indirizzi politici deliberati dal Consiglio regionale con riferimento alle risoluzioni “sull’avvio delle procedure finalizzate all’attribuzione di condizioni particolari di autonomia” e sulle “proposte di regionalismo differenziato per la Toscana”. Si chiedeva poi di “riferire al Consiglio sulle azioni volte a garantire alla Toscana più autonomia e al presidente Rossi di limitare le esternazioni pubbliche sui provvedimenti in corso attivati da altre Regioni e finalizzati al raggiungimento di una maggiore autonomia legislativa su specifiche materie concordate sia con gli enti locali che con il Governo nazionale”.

Illustrando la mozione Marco Casucci (Lega) ha ribadito “il centralismo impedisce la piena attuazione delle autonomie e uccide sul nascere i meccanismi di autogoverno dei Comuni, dei territori e delle Regioni” e “non sono in discussione i valori della Nazione”.

“Siamo contro il regionalismo differenziato – ha detto Sarti – che avrebbe effetti devastanti su tutto il Paese sia sul fronte della salute che del territorio e dell’istruzione”. “Dobbiamo chiedere alla Giunta di fermare questa iniziativa”. Ricordando la risoluzione, Sarti chiede l’impegno alla Giunta “di portare a compimento la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni in modo di garantire l’uniformità dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale”.

Anche Spinelli ha ribadito la sua contrarietà alla mozione. “Chiedono anche che le risorse che dovrebbero essere stanziate siano definite non sulla base delle necessità territoriali, dell’anzianità, della maggiore disabilità, di aree disagiate o periferiche ma sulla base di un gettito fiscale, praticamente i diritti si misurano sulla base della ricchezza che produciamo, una cosa terribile”.

“No a qualsiasi proposta di regionalismo – ha detto Pecori – soprattutto che parta dalla Toscana e quindi sicuramente no alla proposta della Lega. Dobbiamo pensare all’etica e alla morale”.

Elisabetta Meucci (Pd) ha sottolineato l’importanza dell’argomento “ritenuto dalla Toscana degno di essere approfondito” e ha confermato i contenuti della risoluzione del settembre 2018 con cui il Pd “ha manifestato la necessità di avviare il percorso che porta verso l’attuazione dell’art. 116, quella richiesta di autonomia speciale in alcune materie che consentono alla Regione di legiferare su settori importanti, valorizzando le specificità del nostro territorio”. Meucci ha ribadito il “Pd vuole arrivare ad un’autonomia differenziata ma che non incrini i principi costituzionali”.

“Il Movimento 5 Stelle – ha detto Giacomo Giannarelli – è a favore dell’autonomia regionale solo se è solidale e cooperativa, agendo sempre nel contesto costituzionale”. Il consigliere regionale ha aggiunto “questo tema non è la priorità della Regione Toscana, delle nostre imprese, del mondo del volontariato, dei cittadini.”

Elisa Montemagni (Lega) ha sottolineato l’importanza del tema. “Avvicinare le competenze ai cittadini – ha detto la capogruppo – significa gestire meglio e trovare soluzioni sul territorio”. “Il regionalismo differenziato è previsto dalla Costituzione” e “deve rappresentare una spinta per la Regione”.

Un “regionalista convinto” si è definito Fattori. “Però un conto è il regionalismo – ha detto – un conto è la silenziosa secessione delle aree ricche del Paese. Serve un regionalismo virtuoso, intelligente e solidale che riduca gli squilibri territoriali”.

Leonardo Marras (Pd) ha ricordato l’approccio della Toscana al dibattito sul regionalismo differenziato con il duplice l’obbiettivo di “evitare il rischio che la differenziazione producesse diseguaglianze” e che “l’autonomia potesse alleggerire lo Stato dal punto di vista dell’intervento solidale a cui è chiamato”. “Con la ricetta del regionalismo fai da te – ha concluso il capogruppo – si rischiano storture e approssimazioni pericolose, le riflessioni, invece che chiedono al Parlamento di occuparsene sono giuste. La risoluzione rispetta il percorso fatto in Consiglio regionale”.

Delusione da Marco Casucci “si sta perdendo una grande occasione – ha detto – così si resta al palo”.

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