Una settimana di visite al Memoriale Italiano di Auschwitz per ricordare

Il Comune di Firenze e MUS.E, in collaborazione con ANED (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti), propongono, in occasione della Giornata della Memoria, una settimana straordinaria di visite (da sabato 25 Gennaio a sabato 1 Febbraio) al Memoriale italiano di Auschwitz, visibile dallo scorso maggio a Firenze, presso il centro Ex3.

 “Una settimana di apertura straordinaria del nostro Memoriale – commenta l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi – per ricordare, una volta di più, che non dobbiamo in nessun modo abbassare la guardia contro nazismo, fascismo, xenofobia e antisemitismo. Coltivare la memoria è dovere democratico e civico, perché l’odio non dia nuovi frutti. Proprio di ieri è la notizia che la senatrice Liliana Segre, per limiti di età, sospenderà gli incontri nelle scuole. Siamo certi che il suo impegno e il suo esempio non verranno mai meno e da Firenze, dove le abbiamo conferito la cittadinanza onoraria, le inviamo un abbraccio con la speranza di vederla presto, affinché possa ritirare personalmente l’onorificenza”.

Il Memoriale italiano di Auschwitz, collocato nel 1979 nel Blocco 21 del campo di Auschwitz, è il frutto di una progettazione collettiva e corale: vi contribuirono, fra i tanti, lo studio di architettura di Milano BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti e Rogers), lo scrittore Primo Levi, il pittore Mario “Pupino” Samonà, il regista Nelo Risi ed il compositore Luigi Nono. Questo eccezionale gruppo di intellettuali, in collaborazione con l’Aned, diede vita a una delle prime installazioni multimediali al mondo.

Inaugurata ad Auschwitz nel 1980, l’opera è costituita da una passerella lignea avvolta da una spirale elicoidale, che il pubblico percorre come una lunga galleria. La spirale presenta al suo interno 23 strisce dipinte da Pupino Samonà, sulla traccia del testo di Primo Levi, mentre intorno risuona la musica di Luigi Nono, intitolata ‘Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz’. Al suo ingresso, si trova una targa scritta da Primo Levi, dove si legge: “Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita: da qualunque paese tu venga, tu non sei un estraneo. Fa’ che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile la nostra morte. Per te e per i tuoi figli, le ceneri di Auschwitz valgano di ammonimento: fa che il frutto orrendo dell’odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia nuovo seme, né domani né mai”.

A seguito di un accurato intervento di restauro e di importanti adeguamenti degli spazi, l’opera dal 2019 è visibile a Firenze, grazie a un articolato percorso, che ha visto lavorare fianco a fianco Comune di Firenze, Regione Toscana, Ministero per i Beni e le attività culturali e la stessa Aned, proprietaria dell’opera, con il sostegno decisivo di organizzazioni come la Fondazione CR Firenze, Firenze Fiera, Unicoop Firenze, Studio Belgiojoso, Cooperativa archeologia. K-Array, Tempo Reale.

Al piano terra è inoltre visitabile una mostra sulla storia della memoria della deportazione italiana lungo i decenni, curata da Aned.

Calendario delle visite:
Sabato 25 Gennaio: 9.30, 10.30, 11.30
Domenica 26 Gennaio: 10.30, 11.30, 12.30, 15.30, 16.30, 17.30
Lunedì 27 Gennaio: 9.30, 10.30, 11.30, 15.30, 16.30, 17.30
Martedì 28 Gennaio: 9.30, 10.30, 11.30
Mercoledì 29 Gennaio: 9.30, 10.30, 11.30 – con performance a cura dell’Ass. Donne di Carta
Giovedì 30 Gennaio: 9.30, 10.30, 11.30
Venerdì 31 Gennaio: 9.30, 10.30, 11.30
Visite per adulti, ragazzi e scuole. Ingresso gratuito, su prenotazione

 

Durante l’anno le visite al Memoriale italiano di Auschwitz sono fruibili nei seguenti giorni e orari: il lunedì, il venerdì e il sabato alle ore 9.30, 10.30, 11.30, la domenica alle ore 15.30, 16.30, 17.30.

INFO e PRENOTAZIONI

MUS.E  Tel. +39 055 2768224, info@muse.comune.fi.it

Apre oggi a Palazzo Vecchio la mostra su Cosimo de’ Medici

Fino al 15 marzo 2020 al Museo di Palazzo Vecchio un percorso museale a cura del Comune di Firenze e MUS.E ripercorre, sala dopo sala, la vita della Reggia medicea. Nella sala delle Udienze, inoltre, è possibile ammirare il Collare del Toson d’oro, lo Scettro e la Corona granducale, oggetti simbolo del potere di Cosimo.

 Il 13 dicembre 1569, nella Sala Grande di Palazzo Vecchio, venne data lettura ufficiale della bolla pontificia in cui papa Pio V decretava la nomina di Cosimo a Granduca d’Etruria: esattamente a 450 anni di distanza, oggi prende il via al Museo di Palazzo Vecchio “Nel palazzo di Cosimo. I simboli del potere”: un progetto speciale, che intreccia linguaggi diversi, per evidenziare lo strettissimo legame che Cosimo I de’ Medici ebbe con Palazzo Vecchio, il “suo” palazzo ducale.

L’iniziativa rientra nelle Celebrazioni per il Cinquecentenario dalla nascita di Cosimo I e Caterina de’ Medici, promosse da un Comitato organizzatore costituito da oltre venti istituzioni culturali cittadine e coordinato dal Comune di Firenze.
“Nel palazzo di Cosimo. I simboli del potere”, che proseguirà fino al 15 marzo 2020, si potranno scoprire abitudini, significati e ruoli della vita della Reggia medicea, grazie a una serie di totem che raccontano la storia e la vita quotidiana di Cosimo I nel Palazzo.

Nominato Duca di Firenze nel 1537, Cosimo I stabilì la propria residenza nel palazzo del governo cittadino e nel maggio 1540 vi si trasferì con tutta la corte: a lui si devono importanti interventi di rinnovamento e ampliamento dell’edificio, coordinati, dal 1555 in poi, dall’architetto di corte Giorgio Vasari e realizzati grazie a una ben strutturata Fabbrica Medicea. Se la Sala Grande era il cuore di questa imponente architettura politica, teatro dei principali eventi e scenario ideale per accogliere personalità illustri, le sale che oggi compongono il percorso museale coniugavano efficacemente, nella seconda metà del XVI secolo, finalità propagandistiche e bisogni pratici: agli appartamenti ducali si affiancavano quelli per gli ospiti, alle sale di pubblica visibilità, quelle di guardaroba medicea.

Oltre al percorso in palazzo, nella sala delle Udienze saranno presentati tre importanti simboli del potere di Cosimo: il Collare del Toson d’oro, lo Scettro e la Corona granducale, tre preziosi manufatti che vengono proposti al grande pubblico in via straordinaria, grazie all’eccellenza dell’artigianato artistico fiorentino. Il maestro orafo Paolo Penko, dopo un accurato lavoro sulle fonti scritte e iconografiche, ha realizzato opere che non hanno eguali: non si tratta di riproduzioni (non esistono, infatti, originali analoghi), ma di vere creazioni artigianali, eseguite sulla base di una ricerca filologica complessa e grazie a un’altissima abilità tecnica.

Tutti e tre gli oggetti vengono presentati su cuscini di velluto di pura seta, realizzati manualmente su antichi telai Jacquard e adagiati su un centro-tavola in velluto cesellato operato con motivo cinquecentesco, in virtù della collaborazione con la Fondazione Arte della Seta Lisio, altra grande eccellenza fiorentina.

Il Collare del Toson d’oro, conferito a Cosimo da Carlo V nel 1546, è stato realizzato così come rappresentato nel ritratto del Duca appartenente alla collezione Castello Odescalchi di Bracciano (1551): è composto di 25 acciarini intrecciati, alternati a elementi che simulano le pietre focaie circondate da fiamme; il pendente riproduce il Tosone, legato alla leggenda del Vello d’oro.

Lo Scettro Granducale è stato eseguito in conformità con il grande dipinto su lavagna di Jacopo Ligozzi (1590 circa), raffigurante proprio l’incoronazione granducale di Cosimo, avvenuta a Roma nel marzo 1570, e con i ritratti di Cosimo Granduca, quali i dipinti di Giovan Battista Naldini (Gallerie degli Uffizi, 1585) e di Ludovico Cardi detto il Cigoli (Palazzo Medici Riccardi, 1603).

La Corona Granducale, prezioso esemplare di arte orafa, riproduce invece il disegno presente nella Bolla Papale di Pio V del 24 agosto 1569, custodita presso l’Archivio di Stato di Firenze: è composta da 19 punte, alternate in argento e oro con pietre ed elementi decorativi; al centro fiorisce il Giglio fiorentino, smaltato in rosso con lumeggiature dorate. Sotto si trovano un astragalo con perline e un fregio di dentelli con perle e ovuli smaltati, mentre nella fascia centrale è riportata la seguente scritta, cesellata e incisa a bulino: “Pius V. Pont. Max. ob eximiam dilectionem ac catholicae religionis zelum praecipuumque iustitiae studim donavit” (Pio V Sommo Pontefice donò per l’eccezionale devozione e per lo zelo nei confronti della religione cattolica e per il particolarissimo amore della giustizia). Al centro della fascia spicca un cammeo in calcedonio sardonice, sul quale è intagliata la personificazione del fiume Arno. Inferiormente, vi è una modanatura con smeraldi e ioliti in castoni, distanziati da perle.

Un artigianato artistico che questa iniziativa ha inteso valorizzare in tutta la sua sapienza e in assoluta continuità con le eccellenze artigiane che circondavano Cosimo I a metà Cinquecento, quando pittori, scultori, intagliatori, stuccatori, orafi e tessitori lavoravano all’unisono concorrendo, ciascuno con il proprio linguaggio, a celebrare la sua figura, grazie alla meraviglia che l’arte può generare.

L’iniziativa “Nel palazzo di Cosimo. I simboli del potere” è a cura di Carlo Francini, Responsabile dell’Ufficio UNESCO del Comune di Firenze e di Valentina Zucchi, Responsabile Mediazione MUS.E, con catalogo Edifir.

“Nel palazzo di Cosimo. I simboli del potere”
Museo di Palazzo Vecchio
13/12/2019 – 15/03/2020

Per informazioni e prenotazioni: Tel. 055-2768224, Mail info@muse.comune.fi.it www.500cosimocaterina.it www.musefirenze.it

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