Sanità, Rossi su lettera Conte. “Attacco politico. Bilancio in regola”

“Quella del presidente del Consiglio e’ una lettera datata, arrivata agli uffici della Giunta quando il Consiglio regionale della Toscana aveva gia’ assunto, con atti pubblici, tutte le deliberazioni necessarie”. Cosi’ il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, replica al parlamentare di Forza Italia Stefano Mugnai sui conti della sanita’ regionale. Mugnai ieri aveva reso noto l’avvio di una procedura di diffida che lasciava intravedere  lo spettro del commissariamento per la sanità Toscana  a causa del deficit di 200 milioni. Di ‘squallida strumentalizzazione’ parla il governatore.

Che la Sanità entri mani e piedi nella querelle elettorale non è certo una novità. Ad ogni tornata locale o nazionale, il settore che per gran parte impegna la finanze regionali e tocca direttamente il cittadino in servizi e prestazioni essenziali è un piatto ghiotto per orientare il voto. E dunque anche in questo appuntamento di primavera con le urne non poteva mancare la stoccata. In questo caso arriva da Forza Italia.

L’avvio di una procedura di diffida per la mancata copertura delle perdite della sanità Toscana è stata comunicata nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.  La necessità della procedura,  riguarda “la perdita della sanità regionale che al 2018 complessivamente ammonta a 199,443 milioni di euro”, ha reso noto  Stefano Mugnai, vice capogruppo alla Camera e Coordinatore regionale di Forza Italia che paventa “la Toscana rischia il commissariamento”.

“Fa sorridere l’atteggiamento dell’esponente di Fi che lancia il sasso e nasconde il resto della corrispondenza tra la Regione e la presidenza del Consiglio. D’altronde Forza Italia vorrebbe stare al governo con Salvini ma al loro posto ci sono Di Maio e i Cinquestelle. È solo squallida strumentalizzazione” replica Rossi che parla di offensiva della destra contro il governo regionale. “L’onorevole Mugnai ci attacca diffondendo una lettera del primo ministro Conte nella quale chiede spiegazioni sui conti della sanità. Lettera, nella quale si prospetta che possa essere nominato commissario; la quale però – sottolinea il governatore –  è arrivata dopo che il Consiglio regionale aveva già provveduto a finanziare le partite ancora aperte. Si tratta di tredici milioni che abbiamo speso di risorse regionali aggiuntive per garantire maggiori spese per la lotta contro l’epatite c, per assicurare cure oncologiche non previste e trasporti sociosanitari per gli anziani. Inoltre, come è accaduto anche per l’Emilia, si è provveduto al piano di accantonamenti per gli investimenti che abbiamo fatto come Regione sui nuovi ospedali e sulle case della salute. Tutto è avvenuto anche tagliando 30 milioni di ticket che il governo Berlusconi a suo tempo ci aveva imposto. Sono francamente orgoglioso del fatto che mentre i governi tagliavano in sanità, noi in Toscana abbiamo messo più risorse proprie per le cure e per l’edilizia sanitaria”. Rossi conclude affermando che “l’offensiva della destra in Toscana si girerà contro di loro” perché “è una destra misera, cialtrona e incompetente che diffonde fake news e pensa solo ad arraffare i voti”. Il presidente chiede infine che la Regione Toscana sia convocata con urgenza nelle sedi opportune per un esame delle misure adottate.

“L’allarme gridato da Mugnai sembra la speculazione di chi ha nostalgia del Consiglio regionale. Evidentemente, la distanza da Firenze gli impedisce di essere a conoscenza di tutti i passaggi e della realtà delle cose –  interviene così anche  Leonardo Marras, capogruppo Pd in Regione  che aggiunge –  la sanità Toscana oltre ad essere una delle migliori d’Italia è ora in equilibrio; se poi le risorse statali fossero maggiori, ovvio, potrebbe stare ancora meglio”.

Toscana, ok a pdl su appalti pubblici per valorizzare lavoro

Una modifica alla normativa toscana in materia di contratti pubblici con l’obiettivo di valorizzare lavoro e aziende ed evitare che una gara trasformi in una corsa al ribasso.

E’ quanto licenziato oggi a maggioranza dalla commissione affari istituzionali del Consiglio regionale della Toscana, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd). Il testo, spiega una nota, che ora passa all’esame dell’aula per la definitiva approvazione, nasce dall’unione, operata in commissione, tra una proposta legge che vede come primo firmatario il capogruppo Pd Leonardo Marras, e una della Giunta regionale. Il provvedimento prevede, tra l’altro, che per gli appalti di importo superiore a 2milioni di euro venga introdotto il documento unico di regolarità contributiva e congruità dell’incidenza della manodopera (Durc). A tutela della stabilità occupazionale, si inserisce la clausola nel contratto di appalto che obbliga l’appaltatore a fornire informazioni dettagliate sul proprio personale dipendente.

Sono introdotti criteri premianti per la valutazione dell’offerta, tra questi la sostenibilità ambientale, misure di agevolazione per la partecipazione delle micro e piccole imprese, e per l’inserimento di lavoratori con disabilità, o con oltre ventiquattro mesi di anzianità di disoccupazione o in cassa integrazione. Il testo cerca poi di incoraggiare la suddivisione in lotti degli appalti di forniture e servizi, al fine di favorire la partecipazione di micro, piccole e medie imprese. Nel corso della votazione in commissione sono stati approvati tre emendamenti, a firma Marras, con i quali si introducono, tra l’altro, principi per l’esecuzione degli appalti e concessioni, promuovendo la stabilità occupazionale, l’uniformità dei trattamenti contrattuali e il mantenimento dei diritti acquisiti dai lavoratori.

Toscana, regionalismo differenziato: no a forme di autonomia che prevedano modifiche della Costituzione

No a forme di autonomia legislativa che comportino modifiche della Costituzione. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza una risoluzione presentata da Tommaso Fattori e Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra), Serena Spinelli (Art.1-Mdp) e Monica Pecori (gruppo misto-Tpt). L’atto è stato approvato a maggioranza con il voto favorevole di Partito democratico, Art.1-Mdp, Sì-Toscana a sinistra e gruppo misto-Tpt, il voto contrario di Lega e Forza Italia, l’astensione del Movimento 5 stelle.

Il dibattito sul regionalismo si è concentrato, nella seduta di questa mattina, anche su una mozione della Lega, respinta dal  Consiglio Regionale della Toscana. La risoluzione impegna la Giunta ad attivarsi perché “non sia attuata nessuna forma di autonomia legislativa che va a modificare la Costituzione, minando i principi di uguaglianza, unità ed equità”. Nell’atto si chiede, di perseguire il “dettato costituzionale”, che prevede il coinvolgimento del Parlamento “nel processo della definizione dei termini delle eventuali intese” e non prevede, al contrario, “improprie procedure di delegazione legislativa che demandano al Governo e alle regioni e poi a commissioni paritetiche di natura tecnica”. la Giunta toscana dovrà attivarsi “nelle opportune sedi di confronto interistituzionale” anche per fare in modo che “si porti a compimento la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni in modo da garantire l’uniformità dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale”.

La mozione presentata dalla Lega, a firma dei consiglieri Marco Casucci, Elisa Montemagni, Jacopo Alberti e Roberto Biasci, intendeva invece impegnare il presidente della Giunta regionale ad applicare gli indirizzi politici deliberati dal Consiglio regionale con riferimento alle risoluzioni “sull’avvio delle procedure finalizzate all’attribuzione di condizioni particolari di autonomia” e sulle “proposte di regionalismo differenziato per la Toscana”. Si chiedeva poi di “riferire al Consiglio sulle azioni volte a garantire alla Toscana più autonomia e al presidente Rossi di limitare le esternazioni pubbliche sui provvedimenti in corso attivati da altre Regioni e finalizzati al raggiungimento di una maggiore autonomia legislativa su specifiche materie concordate sia con gli enti locali che con il Governo nazionale”.

Illustrando la mozione Marco Casucci (Lega) ha ribadito “il centralismo impedisce la piena attuazione delle autonomie e uccide sul nascere i meccanismi di autogoverno dei Comuni, dei territori e delle Regioni” e “non sono in discussione i valori della Nazione”.

“Siamo contro il regionalismo differenziato – ha detto Sarti – che avrebbe effetti devastanti su tutto il Paese sia sul fronte della salute che del territorio e dell’istruzione”. “Dobbiamo chiedere alla Giunta di fermare questa iniziativa”. Ricordando la risoluzione, Sarti chiede l’impegno alla Giunta “di portare a compimento la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni in modo di garantire l’uniformità dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale”.

Anche Spinelli ha ribadito la sua contrarietà alla mozione. “Chiedono anche che le risorse che dovrebbero essere stanziate siano definite non sulla base delle necessità territoriali, dell’anzianità, della maggiore disabilità, di aree disagiate o periferiche ma sulla base di un gettito fiscale, praticamente i diritti si misurano sulla base della ricchezza che produciamo, una cosa terribile”.

“No a qualsiasi proposta di regionalismo – ha detto Pecori – soprattutto che parta dalla Toscana e quindi sicuramente no alla proposta della Lega. Dobbiamo pensare all’etica e alla morale”.

Elisabetta Meucci (Pd) ha sottolineato l’importanza dell’argomento “ritenuto dalla Toscana degno di essere approfondito” e ha confermato i contenuti della risoluzione del settembre 2018 con cui il Pd “ha manifestato la necessità di avviare il percorso che porta verso l’attuazione dell’art. 116, quella richiesta di autonomia speciale in alcune materie che consentono alla Regione di legiferare su settori importanti, valorizzando le specificità del nostro territorio”. Meucci ha ribadito il “Pd vuole arrivare ad un’autonomia differenziata ma che non incrini i principi costituzionali”.

“Il Movimento 5 Stelle – ha detto Giacomo Giannarelli – è a favore dell’autonomia regionale solo se è solidale e cooperativa, agendo sempre nel contesto costituzionale”. Il consigliere regionale ha aggiunto “questo tema non è la priorità della Regione Toscana, delle nostre imprese, del mondo del volontariato, dei cittadini.”

Elisa Montemagni (Lega) ha sottolineato l’importanza del tema. “Avvicinare le competenze ai cittadini – ha detto la capogruppo – significa gestire meglio e trovare soluzioni sul territorio”. “Il regionalismo differenziato è previsto dalla Costituzione” e “deve rappresentare una spinta per la Regione”.

Un “regionalista convinto” si è definito Fattori. “Però un conto è il regionalismo – ha detto – un conto è la silenziosa secessione delle aree ricche del Paese. Serve un regionalismo virtuoso, intelligente e solidale che riduca gli squilibri territoriali”.

Leonardo Marras (Pd) ha ricordato l’approccio della Toscana al dibattito sul regionalismo differenziato con il duplice l’obbiettivo di “evitare il rischio che la differenziazione producesse diseguaglianze” e che “l’autonomia potesse alleggerire lo Stato dal punto di vista dell’intervento solidale a cui è chiamato”. “Con la ricetta del regionalismo fai da te – ha concluso il capogruppo – si rischiano storture e approssimazioni pericolose, le riflessioni, invece che chiedono al Parlamento di occuparsene sono giuste. La risoluzione rispetta il percorso fatto in Consiglio regionale”.

Delusione da Marco Casucci “si sta perdendo una grande occasione – ha detto – così si resta al palo”.

Lega Toscana paga inserzione, ‘case popolari prima a italiani’

Firenze, “Assegnare le case popolari prima agli italiani è possibile, applicando il modello di Cascina e Arezzo”, si legge in un’inserzione a pagamento uscita domenica su Il Tirreno, a firma dei consiglieri regionali della Lega in Toscana.

Nell’inserzione due foto di campanelli: da una parte ‘La Toscana sinistra – Case popolari: prima gli stranieri’ con sette cognomi stranieri (tutti scritti a mano) e uno italiano, accanto ‘La nostra Toscana – Case popolari: prima gli italiani’ con sette cognomi italiani e uno straniero’.

Il messaggio pubblicitario, con l’invito a seguire l’attività del gruppo consiliare su facebook ‘LegaToscanaSalvini’, è firmato da tutti i consiglieri toscani: Elisa Montemagni, Jacopo Alberti, Luciana Bartolini, Roberto Biasci, Marco Casucci, Roberto Salvini.

La stessa pubblicità era già uscita nei giorni scorsi anche su La Nazione e fa parte di una campagna, con diversi messaggi su vari temi, spiegano dalla Lega, che vedrà uscite anche su il Corriere Fiorentino. Una campagna “pianificata” da tempo che, di fatto, apre la campagna elettorale in vista delle amministrative in Toscana e delle elezioni europee di fine maggio

La reazione di Leonardo Marras, capogruppo Pd Regione Toscana che commenta l’avviso a pagamento del gruppo della Lega: “Un messaggio gravissimo, fortemente xenofobo, intriso non solo di pregiudizi e disprezzo dell’altro, ma anche di falsità, per di più finanziato con risorse pubbliche. Chi incita all’odio con la menzogna non merita di rappresentare nessuno – prosegue Marras -. La Lega in Toscana è un partito in franchising che raccoglie gli scarti delle esperienze fatte nei partiti precedenti di ultradestra. Ora per dimostrarsi più leghisti dei leghisti ecco che finiscono per dimostrarsi più razzisti dei razzisti”.

“E non è questione di buona educazione, si tratta di rispetto delle regole e chi non le rispetta deve pagare. Segnaleremo quindi alla Corte dei conti come spendono i soldi dei cittadini toscani i consiglieri del gruppo Lega Nord. E con questo vogliamo dire un grande basta alla politica che solletica gli istinti più bassi, incita alla violenza, crea sbagliate e controproducenti gerarchie tra cittadini. Lavorare per il bene della Toscana, per noi, è tutt’altro e siamo fieri e orgogliosi di essere diversi”, conclude il capogruppo del Pd.

Aeroporto Firenze: Toninelli, “Tanti 150 miln, Salvini non conosce dossier”

La nuova pista per l’aeroporto di Firenze Peretola, ‘sponsorizzata’ dallo stesso vicepremier Matteo Salvini? “E’ sempre bello dire ‘costruiamo una cosa nuova’, è suggestivo, ma servono 150 milioni, con i soldi dei cittadini la facciamo solo se serve”. Lo dice il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, in un’intervista all’Adnkronos.

Su Peretola “è in corso un’analisi costi benefici. E’ un aeroporto collegato con Pisa, perché il piano nazionale fatto dall’allora ministro Delrio considera Pisa e Firenze come unico aeroporto”, quindi gli “investimenti devono essere fatti in maniera collegata. Sono aeroporti molto remunerativi, a gestione privata, ovvero con un concessionari privato, e in cui lo Stato per questa nuova pista dovrebbe spendere 150 milioni di euro. Sono tanti soldini – rimarca Toninelli – voglio vederci chiaro perché dobbiamo impegnare tanti soldi, quindi aspetto i risultati dell’analisi costi-benefici, e penso che Salvini non conosca molto bene il dossier”. “L’aeroporto di Firenze Peretola ha una pista di 1.700 metri, perché lo vogliono rifare? – spiega il ministro – per fare una pista di 2 km che, dicono, aumenterebbe il numero dei passeggeri. Ma il London city airport, cioè l’aeroporto cittadino interno di Londra, ha una pista di 1.500 metri e fa il doppio dei passeggeri di Firenze. Quindi bisogna guardarle bene le cose, prima di mettere soldi pubblici in mano ai privati”.

“Ci fa piacere che il ministro Salvini sia intervenuto a sostegno del progetto di sviluppo
dell’aeroporto di Peretola, smentendo e azzerando di fatto il gruppo dirigente del suo partito in Toscana”. Lo afferma, in una nota, il capogruppo in Regione del Partito democratico, Leonardo Marras. “Ora, pero’- aggiunge-, gli chiediamo uno sforzo ulteriore, perche’ le partite che riguardano le infrastrutture nella nostra regione sono tante e tutte importanti: dalle terze
corsie autostradali al completamento Tav, dal porto di Livorno al corridoio Tirrenico”.
Pertanto, avverte, “chiediamo al vicepremier di smentire anche il ministro Toninelli, che di fatto si e’ messo di traverso su tutte le grandi opere, mettendo in discussione anni di lavoro e
di investimenti in Toscana. Tutte decisioni prese e inspiegabilmente sospese o messe in discussione. Coraggio Salvini, un altro piccolo sforzo”.

Uccide ladro: Consiglio Toscana, no a contributo per Pacini

Polemica in Consiglio regionale per un ordine del giorno, respinto, presentato dalla Lega che chiedeva alla Regione di stanziare 10mila euro per contribuire alle eventuali spese legali di Fredy Pacini, l’imprenditore di Monte San Savino (Arezzo) che ha ucciso un ladro entrato nella sua officina.

Il documento, presentato in Consiglio Regionale, è a firma dei consiglieri del Carroccio Elisa Montemagni (capogruppo), Jacopo Alberti e Marco Casucci e collegato alla seconda variazione al bilancio 2018-20 della Regione Toscana.

“Invito i colleghi della Lega a ritirare l’atto, non è in questi termini che si deve affrontare la questione”, ha detto il capogruppo M5s Giacomo Giannarelli intervenendo nel dibattito.
“E’ una questione – ha detto Giannarelli – da analizzare sotto tanti punti di vista ma non ideologici”.

In Toscana, ha proseguito il capogruppo M5s, c’è un problema di sicurezza, e “non è con le armi, con la polizia privata o il peperoncino che si danno risposte, ma neppure con le politiche di sinistra o con la retorica”. Per Tommaso Fattori (capogruppo Sì Toscana a sinistra), “è incredibile che nel giorno della Festa della Toscana, che celebra l’abolizione della pena di morte, si presenti un ordine del giorno che è un inno alla pena di morte senza processo per chi commette un furto”.

Il capogruppo del Pd Leonardo Marras ha osservato che “lo Stato di diritto non può essere violentato e la giustizia farà il suo corso; la Regione non può assumere una decisione del genere”.

“Pacini è stato lasciato solo finora, non vediamo cosa ci sia di male a chiedere che la Regione possa pagare le spese legali – ha detto in conclusione Casucci (Lega) -. Non ritiriamo l’ordine del giorno e respingiamo al mittente queste continue accuse di barbarie politica; siamo pronti a confrontarci ma non a prendere lezioni da nessuno.

Exit mobile version