Just Eat arriva a Livorno, con 30 assunzioni a contratto subordinato

Uno dei colossi del delivery sbarca a Livorno, sull’onda dei risultati positivi dell’azienda che vanta una crescita del 34% in termini di numero di ristoranti che hanno scelto il digital food delivery con Just Eat.

Just Eat fa parte di Just Eat Takeaway.com ed è uno dei leader mondiali nel mercato della consegna di cibo a domicilio. Estenderà anche a Livorno il proprio modello di ‘delivery etico’ incentrato sull’assunzione dei rider con contratto di lavoro subordinato, sono previste 30 assunzioni. Proprio a Livorno sono stati assunto 20 rider inquadrati come lavoratori dipendenti, che si vanno a sommare agli oltre 130 già operanti sul territorio regionale. In una nota si spiega che ai dipendenti viene applicato il Ccnl del settore Logistica, trasporto merci e spedizioni grazie all’accordo raggiunto nel marzo 2021 da Just eat e le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit-Cisl e Uil.

Livorno si è mostrata così una delle città del Centro Italia con più potenziale, ha infatti registrato una crescita del 34% in termini di numero di ristorante che hanno scelto il digital foot delivery con Just Eat. Sono stati registrati circa 200 ristoranti partner attivi in città nel 2022, che si sommano ai 1480 attivi in tutti i capoluoghi di provincia.

“Con Livorno, sono 27 le città italiane nelle quali abbiamo portato il nostro modello di delivery etico e siamo molto orgogliosi di continuare ad implementarlo su tutto il territorio nazionale. Dopo l’apertura dell’hub a Firenze a febbraio, aggiungiamo questo importante traguardo in Toscana che dimostra il nostro investimento sul territorio e sulle persone, in quanto da un lato ci consente di tutelare ulteriormente i nostri lavoratori, dall’altro di offrire un servizio completo e di valore sia per i ristoranti partner che per i nostri consumatori”, dichiara Daniele Contini, country manager di Just Eat Italia.

Riders fiorentini di Just Eat in sciopero per “migliori condizioni contrattuali e di lavoro”

Firenze, sciopero dei riders di Just Eat questa sera per “rivendicare migliori condizioni contrattuali e di lavoro” e l’applicazione del contratto nazionale Ccnl logistica e trasporti. Lo rende noto il coordinamento provinciale Firenze e Prato Si Cobas.

I riders si riuniranno poi in piazza Indipendenza. “Noi lavoriamo sotto contratto con Justeat takeaway.com, ma siamo anche i rider di Deliveroo, Glovo, Ubereats, e il motivo è molto semplice – si legge in una nota di Sì Cobas -: la paga e le condizioni contrattuali che ci fornisce l’azienda di cui siamo dipendenti non sono sufficienti ad arrivare a fine mese e garantire la serenità per pagare l’affitto, le bollette, la benzina, per chi ha una famiglia e dei figli.

Questo porta necessariamente a dover trovare un altro lavoro e spesso lavorare sempre come rider ma per le altre piattaforme. Il risultato è un monte di ore elevato, mal distribuito nell’arco delle giornate che non concede tempo per la famiglia e per la propria vita privata”.

“Oggi ci fermiamo perché nelle ultime settimane l’azienda non ha mai risposto alle nostre richieste e alle nostre esigenze seppur importanti o urgenti – spiegano i rider attraverso il sindacato -: in particolare denunciamo che un collega ha sua moglie che sta per partorire e alla richiesta all’azienda di orari consoni alle sue esigenze gli è stato risposto dopo 14 giorni che era impossibile per motivi operativi. Ma non è l’unico ad avere questo tipo di problemi: l’azienda fornisce ormai da due mesi gli orari in ritardo, ci fa programmare la disponibilità del doppio delle ore previste del nostro contratto e poi non le rispetta, ci fa contratti da 10 ore e ce ne fa lavorare anche il doppio o di più quando ne ha bisogno, senza considerare la richiesta di tanti di aumentare le ore contrattuali”.

I lavoratori rivendicano “l’applicazione del nostro contratto, il Ccnl logistica e trasporti”, e “ci dissociamo e diffidiamo dall’accordo integrativo aziendale siglato tra l’azienda Justeat takeaway.com e i sindacati Cgil-Cisl-Uil che riteniamo che peggiori le nostre condizioni contrattuali e di lavoro e che classifichi il mestiere del rider come un ‘lavoretto'”.

Firenze, nuovo accordo per riders Just Eat: kit pronto soccorso in caso di caduta e aree ristoro

Firenze – Maggiori tutele e diritti per i riders di Just Eat. Lo rende noto la Cgil che in una nota, spiega l’accordo raggiunto. Iniziato anche iniziato un confronto sui protocolli da seguire in caso di meteo avverso a causa delle alte temperature.

I riders di Just Eat a Firenze avranno la possibilità di medicarsi prontamente in caso di cadute o infortuni di lieve entità, potranno avere delle scontistiche in attività convenzionate, spazi dove potersi riposare al coperto, e avranno modo di accedere ai servizi igienici e ricaricare i propri device. Inoltre, un lavoratore, per la prima volta in Italia, parteciperà al corso di formazione obbligatorio per chi ricopre il ruolo di Rls. Infine, è iniziato un confronto sui protocolli da seguire in caso di meteo avverso a causa delle alte temperature.

Sono questi alcuni dei risultati di un accordo siglato tra Filt Cgil e Just Eat a Firenze. “Questi buoni risultati segnano un passo avanti nelle condizioni di lavoro dei rider – sottolineano in una nota Monia Rialti e Stefano Gorelli di Filt Cgil Firenze – e stanno a dimostrare che un corretto rapporto di relazioni industriali, basato sul rispetto delle parti e votato al costante confronto, nonostante le molte criticità ancora presenti sia normative che economiche, sia la strada maestra da seguire per migliorare le condizioni dei lavoratori mantenendo il modello adottato sostenibile, con tutele e diritti impensabili nei modelli delle altre piattaforme”.

Per la prima volta in Italia un rider di Just Eat potrà partecipare al corso di formazione obbligatoria prevista per gli Rls rendendolo un punto fermo nelle nomine che dovranno essere fatte sul territorio nazionale. Per il sindacato si tratta di un passo importante nel riconoscimento di tali figure poiché anticipa la conclusione di una trattativa che, a livello nazionale, sta subendo una impasse causata da alcune divergenze interpretative sull’applicazione delle norme in vigore

Coronavirus: giudice Firenze, Just Eat dia protezioni a rider

Il tribunale di Firenze ha accolto il ricorso di un rider di Just Eat,  disponendo che la piattaforma di consegna del cibo gli dia mascherine, guanti e gel disinfettante contro il contagio da coronavirus.

Il lavoratore, che è delegato sindacale Nidil-Cgil di Firenze, ha presentato ricorso con l’assistenza legale della Cgil. In una nota il sindacato riferisce che, alla richiesta del rider e poche ore prima del provvedimento del Tribunale, la società “si è limitata a distribuire una mascherina monouso senza cellophane protettivo ad alcuni lavoratori”.
Per il Nidil di Firenze, è “una sentenza importante e pionieristica che riconosce i diritti di questi lavoratori e obbliga la piattaforma a tutelare la loro sicurezza sul lavoro, anche e soprattutto in tempo di emergenza coronavirus. Chiediamo ora, quindi, che tutte le piattaforme dotino i propri riders degli adeguati dispositivi di protezione individuale”.

“E’ giunto il momento che queste imprese si misurino con noi per assicurare diritti e tutele ai lavoratori”. Lo ha affermato Tania Scacchetti, segretaria confederale nazionale della Cgil, commentando la decisione del Tribunale di Firenze. Il provvedimento è “un risultato dall’alto valore sociale – sostiene Scacchetti – il primo provvedimento giudiziale che estende la disciplina antinfortunistica ai lavoratori delle piattaforme del food delivery. Un risultato frutto della vasta campagna avviata dalle categorie della Cgil, Nidil, Filcams e Filt, fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19”. Per la sindacalista “i riders stanno dando una prova di grande senso di responsabilità”, mentre la vicenda di Parigi “la dice lunga su come le multinazionali del food delivery, che stanno facendo affari d’oro mentre una larga fetta delle imprese italiane è ferma e non sa se e quando riaprirà, siano ancora distanti dall’aver chiaro cosa significhi il concetto di ‘responsabilità sociale dell’impresa’”.

Just Eat tiene a precisare quanto segue:

Da sempre, e in tutti i mercati in cui Just Eat opera, la sicurezza e la salute di clienti, ristoranti e rider è di primaria importanza. Stiamo affrontando un momento di grande emergenza e in continua evoluzione per tutti, per far fronte al quale abbiamo introdotto tempestivamente, e fin dall’inizio, una serie di misure precauzionali a tutela dei clienti, ristoranti e dei rider che consegnano con noi.

Ciò che è stato emanato è un decreto cautelare concesso “inaudita altera parte”, cioè, in assenza di contraddittorio e, quindi, senza aver prima ascoltato le ragioni di Just Eat. Ciò significa che si tratta di un provvedimento per sua natura provvisorio, che potrà essere oggetto di conferma, modifica o revoca successivamente, dopo aver ascoltato le ragioni di Just Eat. Peraltro, anche tale provvedimento di conferma, modifica o revoca del decreto cautelare sarà per sua natura provvisorio e potrà essere impugnato, salva in ogni caso la decisione che il Tribunale di Firenze assumerà, questa volta sì con sentenza, alla fine del giudizio di merito, al momento nemmeno iniziato.

Ci teniamo a precisare comunque la totale correttezza del nostro operato, e chiariamo che il provvedimento del Tribunale di Firenze non ha impatti sull’operatività quotidiana di Just Eat. A tal proposito, nella situazione di attuale emergenza, in linea con il nostro approccio responsabile e a prescindere dalla normativa legale e contrattuale applicabile, ci siamo infatti immediatamente attivati, fin dall’inizio dell’emergenza, per acquistare e distribuire mascherine e guanti monouso, che sono in continua consegna ai rider. Stiamo già lavorando inoltre, per mettere a disposizione gel e prodotti disinfettanti.

Sempre per il medesimo senso di responsabilità sociale, abbiamo inoltre messo a disposizione un supporto economico per aiutare i rider in caso di contagio da COVID-19 o necessità di autoisolamento.

Sono attivi poi anche una serie di misure precauzionali per la sicurezza non solo dei rider ma di tutto lo svolgimento delle consegne a domicilio: la modalità di consegna CONTACTLESS, senza contatti; le modifiche sull’app rider con costanti informative comportamentali relative alla prevenzione nei confronti del virus; indicazioni costanti sul divieto di assembramenti e un documento di linee guida specifiche per l’attività di food delivery, realizzato insieme a Fipe e AssoDelivery.

Ci teniamo pertanto a ribadire che continueremo a lavorare e a fare tutto il possibile per garantire un servizio utile e sicuro per tutti, rider, ristoranti e clienti finali.

 

CGIL: “Just Eat lascia a piedi 100 riders a Firenze”

Firenze, “Just Eat lascia a piedi i suoi ciclofattorini-riders (100 a Firenze) per seguire la totale deregolamentazione delle altre piattaforme – si legge in un comunicato della Nidil Cgil Firenze che annuncia mobilitazione – Il Parlamento intervenga per impedire questa ulteriore regressione”.

“Ai ciclofattorini/riders fiorentini è stato comunicato che la piattaforma Just Eat interromperà dal 1° gennaio 2020 i rapporti commerciali con le società Food Pony e PonyU, che attualmente forniscono alla piattaforma i ciclofattorini/riders assunti con contratti di collaborazione coordinata e continuativa (i così detti cococo). Si tratta, secondo le nostre stime – continua il comunicato della Cgil – di un centinaio di riders solo a Firenze (oltre un migliaio in tutta Italia). Da quello che sappiano Just Eat sta formando una propria flotta di riders scegliendo il modello delle altre piattaforme: la collaborazione autonoma occasionale senza contributi previdenziali e assicurativi, e con un sistema di pagamento variabile a cottimo”.

“Oltre il danno, la beffa: nei colloqui di lavoro avvenuti in questi giorni con gli aspiranti candidati, Just Eat ha escluso i rider che avevano precedentemente un contratto con Food Pony e PonyU. Quindi lasceranno a piedi tutti i riders che in questi anni hanno lavorato per loro. Se queste informazioni vengono confermate, si tratterebbe di un licenziamento di massa – specifica la Cgil -come l’anno scorso ha fatto Foodora, con l’esplicito obiettivo di deregolamentare ulteriormente questo lavoro, togliendo le tutele del contratto di collaborazione coordinata e continuativa, e quindi di aggirare la sentenza del Tribunale di Torino che ha imposto per questi contratti di applicare la disciplina del lavoro dipendente”.

“Non staremo a guardare – dichiara infine Nidil Cgil Firenze -, annunciamo la mobilitazione dei lavoratori e chiediamo al Parlamento di intervenire nella conversione del decreto sui rider per assicurare a tutti l’applicazione della sentenza di Torino, garantire diritti e tutele, impedire la paga a cottimo e l’abuso del lavoro autonomo occasionale”.

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