L’Italia che resiste: anche a Firenze il 2 febbraio in piazza Santa Croce

Più di 3000 persone a Firenze hanno firmato un atto di disobbedienza civile. Prima assemblea sabato 02 febbraio 2019 al Teatro delle Fiabe in piazza dell’Isolotto. Sabato iniziative al Circolo Arci di San Giusto a Scandicci e soprattutto L’ITALIA CHE RESISTE, catene umane in tutta Italia contro le politiche di Salvini. Concentramento alle 14.00 in piazza Santa Croce.

Intervista di Raffaele Palumbo all’ex procuratore generale di Firenze, Beniamino Deidda

 

Sabato 2 febbraio anche Firenze aderisce all’appello “contro ogni forma di barbarie e di crudeltà”.

Di seguito il manifesto diffuso a livello nazionale.

La Manifestazione del 2 febbraio nasce come reazione spontanea di un gruppo di cittadini impegnati nel sociale davanti al quotidiano sfoggio di barbarie e crudeltà. La nostra aspirazione è quella di far passare il concetto che siamo dei normali cittadini Che sono intenzionati a contrastare politiche di governo che vanno, in modo antistorico, riportando nel nostro paese Razzismo e xenofobia. Perché il 2 febbraio? Perché pochi giorni dopo il giorno della memoria, perché non vogliamo essere come quelli che in tempo di guerra hanno fatto finta di non vedere quello che stava accadendo. Se Vuoi partecipare, Ti chiediamo di recarti sotto l’ufficio del comune della tua città, assieme agli amici che come te vogliono manifestare. Vogliamo manifestare ovunque, non in in unica città, per dimostrare che ovunque ci sono cittadini che dissentono da queste politiche di governo. Ti chiediamo di essere una cellula di un organismo che manifesta assieme. Essendo noi un gruppo di cittadini Non abbiamo la forza di istituzionalizzare o promuovere attraverso pubblicità la nostra iniziativa. Ci affidiamo al tamtam, speriamo nell’organizzazione autonoma di altri gruppi. Questa volta, a differenza di altre manifestazioni, sono benvenute le bandiere che sottolineino l’adesione di associazioni, partiti politici, istituzioni. E l’ora di metterci la faccia e contarci

“L’Italia che Resiste” invade le città, ma attraversa anche ognuno di noi. Il concetto che il movimento vuol fare passare è stato diffuso a livello nazionale. Come si legge nel manifesto, l’intenzione è quella intrapresa da semplici cittadini con l’obbiettivo di contrastare politiche di governo che vanno, in modo antistorico, verso il razzismo e la xenofobia. La manifestazione vuole raggiungere tutte le città per dimostrare che sono ancora in tanti a dissertare tali ideologie. Il movimento, non avendo la forza di istituzionalizzarsi e di promuoversi tramite pubblicità, si affida al tamtam.

 

Vino: Italia si conferma primo produttore al mondo

L’italia grazie a una buona vendemmia 2018 segna la ripresa dopo annata 2017 difficile mantenendo così il posto di primo produttore al mondo, la viticultura italiana ha saputo affrontare con professionalità il bizzarro andamento stagionale “confermando la propria leadership” afferma Ernesto Abbona.

L’Italia si conferma primo produttore al mondo di vino e resta sul trono anche quest’anno grazie a una “buona vendemmia che permetterà al settore vitivinicolo nazionale di riprendersi dopo un anno difficile. La produzione lungo lo Stivale è stimata in 49 milioni di ettolitri, con un incremento del 15% rispetto ai 42,5 milioni dello scorso anno, che riavvicina l’Italia alle medie pre-2017”, l’annata più scarsa del decennio.

E’ quanto emerge dalle previsioni vendemmiali 2018 presentate dall’Osservatorio del Vino di Ismea e Unione Italiana Vini (Uiv) al ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, alla presenza – tra gli altri – del ministro Gian Marco Centinaio. Il Vigneto Italia prevede di mettere a segno, ha commentato il presidente di Unione Italiana Vini, Ernesto Abbona, “una crescita produttiva rilevante che delinea un quadro nel complesso positivo seppur con qualche criticità, in particolare al Sud, influenzato da un’estate segnata dalla piovosità consistente che ha messo in difficoltà i produttori di alcune regioni. La viticoltura italiana, in larga parte, ha comunque saputo affrontare questo bizzarro andamento stagionale con attenzione, tempestività e professionalità, consentendo al nostro Paese di confermare anche quest’anno la propria leadership produttiva a livello mondiale”.

“L’incremento produttivo della campagna in corso è importante”, ha detto Raffaele Borriello, direttore generale dell’Ismea “per le cantine italiane e consentirà di recuperare gli effetti negativi derivati dalla forte riduzione registrata nel 2017, soprattutto sul fronte delle esportazioni. La minore disponibilità di prodotto dell’anno passato, associata ad un aumento consistente dei prezzi, ha determinato infatti nei primi 5 mesi del 2018 una riduzione del 10% dei volumi di vino esportati in tutto il mondo”.

“Di rilievo”, ha aggiunto “il calo di prodotto italiano importato dalla Germania e dal Regno Unito e la conferma, a meno di clamorose sorprese, del sorpasso da parte della Francia nel mercato statunitense. Riteniamo comunque che l’incremento di produzione del 2018 avrà un effetto positivo sulla ripresa delle esportazioni italiane nei mercati internazionali, con la prospettiva”, ha sottolineato il dg di Ismea “di superare la soglia dei 6 miliardi di euro a fine anno”.

Emergenza caldo, in dimunizione bollini rossi

Sembra che l’emergenza caldo si stia attenuando, domani 12 città con bollino rosso a fronte delle 18 di oggi.

Sembra leggermente attenuarsi l’emergenza caldo nelle città italiane: domani il bollino rosso per le alte temperature è previsto in 12 comuni, contro i 18 di oggi.
Lo segnala l’ultimo bollettino del ministero della Salute.

Le città che domani saranno contrassegnate dall’emergenza caldo con bollino rosso sono: Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Genova, Milano, Perugia, Pescara, Torino, Trento, Venezia e Verona.

Il livello 3 (bollino rosso) di allerta indica condizioni di emergenza (ondata di calore) con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche. Tanto più prolungata è l’ondata di calore, sottolinea il ministero, tanto maggiori sono gli effetti negativi attesi sulla salute.

Turisti che “salvano” l’estate italiana, spesi 16 miliardi

Sono i turisti quelli che “salvano” l’estate italiana che deve fare i conti con mete come il Marocco e l’Egitto, e il maltempo.

Gli stranieri “salvano” l’estate turistica italiana che quest’anno deve fare i conti con la ripartenza di mete che “erano fuori gioco” (Marocco, Tunisia, Egitto e Turchia) e il maltempo.

E’ di 16 miliardi infatti la spesa degli stranieri in Italia, ben 7 miliardi in più di quella degli italiani all’estero. Un surplus che non si registra in nessun altro settore dell’economia.

Il budget medio degli italiani per la vacanza estiva sarà di 847 euro pro capite e il mese dove si spenderà di più è agosto con una spesa media pari a 910 euro. In generale,rispetto all’estate 2017 sono il 13% in più gli intervistati che dichiarano che spenderanno, per le loro vacanze, un importo maggiore di quello speso l’anno precedente.

Boom anche negli aeroporti: oltre 38 milioni i passeggeri internazionali (2 in più dell’estate 2017). Lo rilevano Confturismo Confcommercio e Istituto Piepoli.

Gli Italiani sono “succubi” delle previsioni e sensibili al maltempo: lo conferma l’indagine realizzata da Confturismo Confcommercio e Istituto Piepoli secondo cui 300 mila connazionali hanno cancellato o spostato una vacanza tra maggio e luglio per il meteo avverso.

A fronte di previsioni iniziali positive che prospettavano incrementi di arrivi e spesa dei turisti sul territorio nazionale, l’estate 2018, fortemente penalizzata dal maltempo a giugno e per buona parte di luglio, registra per ora situazioni molto differenti da zona a zona e comunque non si attendono incrementi rispetto al 2017.

Meridione e Isole, ad esempio, hanno subito frequenti incursioni temporalesche che hanno determinato un numero doppio di giorni piovosi: quest’ultimo dato pone il giugno 2018 al 2/o posto fra i mesi di giugno più piovosi degli ultimi 60 anni al Sud e Isole, alle spalle del giugno del 1976.

Il Sud tiene grazie agli stranieri: se nel 2017 registrava solo il 15% della spesa totale di questa categoria di turisti in Italia, il dato di quest’anno balza al 21%.

Toscana, servizio sanitario regionale: uno dei migliori

Servizio sanitario regionale: Toscana tra le migliori performance, preceduta dalle Provincie di Trento e Bolzano, seguita da Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Veneto. Resta gap Nord-Sud.

Le Province autonome di Trento e Bolzano, seguite da Toscana, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Veneto sono le Regioni italiane dove il Servizio sanitario regionale registra le migliori performance.

Sicilia, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria sono nell’area “critica”. In coda la Sardegna. Emerge dal rapporto ‘Una misura di Performance dei Servizi Sanitari Regionali’ del Centro Studi Crea Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata, presentato oggi. Resta un forte gap Nord-Sud.

Nel ranking dei Servizi Sanitari Regionali (Ssr), in una posizione intermedia si posizionano Valle d’Aosta, Marche, Liguria, Umbria, Piemonte, Lazio, Abruzzo. Resiste il divario Nord Sud e complessivamente, si legge, “livelli maggiori di tutela della Salute si riscontrano nelle Regioni del Nord-Est del Paese”, ovvero laddove sono più sviluppate politiche di integrazione fra Sanità e Sociale.

Nella valutazione condotta dal Crea (Consorzio Per La Ricerca Economica Applicata In Sanità), avanzano rispetto allo scorso anno Trento e Bolzano (dall’area di performance ‘intermedia’ a quella di ‘eccellenze’) e avanza il Friuli (da area critica a area intermedia). Retrocede in coda a tutte invece la Sardegna, il cui servizio sanitario nel 2017 aveva avuto prestazioni nella media.

Il gap tra Regioni in sostanziale equilibrio e Regioni in Piano di Rientro, si legge nel rapporto, “tende a ridursi, proporzionalmente al progressivo superamento delle condizioni di ‘ritardo’ delle Regioni in Piano di rientro”.

Il metodo di valutazione utilizzato è multi-dimensionale ovvero prende in considerazione diverse dimensioni: sociale, esiti, appropriatezza, innovazione e economico finanziaria. Allo stesso tempo è anche multi-prospettiva, ovvero “media” le valutazioni di diversi stakeholder del sistema, ovvero utenti, management aziendale, professioni sanitarie, istituzioni e industria medicale.

Complessivamente i livelli di soddisfazione dei circa 100 esperti del panel rispetto alle performance attuali “sono relativamente scarsi” e “anche i migliori risultati regionali raggiunti, sono infatti ben lontani da una Performance ottimale”.

Di contro, tra professionisti sanitari e management aziendale “prevale il convincimento degli esperti, suffragato peraltro da molte ragioni, di avere fatto “il massimo” con le risorse disponibili”.

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