Keu, Linares: “In Toscana non c’è radicamento stabile della mafia”. Bigalli: “Ma se si indaga sul ciclo dei rifiuti esce altro materiale”

In corso a Firenze un convegno organizzato dalla Cgil Toscana sul caso Keu e sulla presenza della mafia nella nostra Regione. Tanti gli ospiti presenti, tra cui personalità del mondo politico e della società civile.

Secondo il direttore del Servizio Centrale Anticrimine Giuseppe Linares “non si può parlare di un radicamento stabile” della mafia “ma i sistemi criminali complessi sfruttano le opportunità ed è compito delle istituzioni centrali e locali, in raccordo con la magistratura, tenere sempre gli occhi aperti”. Prosegue a margine dell’iniziativa Keu. “L’importante è che il malato sia sempre disponibile a farsi curare – ha aggiunto -. Ammettere che ci sia il pericolo di una connessione tra i settori produttivi ed elementi legati a una criminalità organizzata non è disdicevole. Occorre che vi sia una collaborazione interistituzionale e che la polizia giudiziaria, con la procura della Repubblica o la magistratura e in stretto contatto con le autorità di pubblica sicurezza, monitorino costantemente la situazione”.

“Abbiamo la netta impressione che non ci sia solo l’inchiesta sul Keu, quella andrà avanti ma probabilmente, se si monitorano diversi cicli di rifiuti, si troverà altro materiale e altri problemi”, ha aggiunto don Andrea Bigalli, referente di Libera per la Toscana e presidente dell’Osservatorio toscano della legalità, parlando a margine dell’iniziativa di Cgil Toscana ‘La vicenda Keu-Fare Comunità contro le mafie in Toscana’, in corso a Firenze. Don Andrea Bigalli ha fatto riferimento “all’area di Lucca per le cartiere, a quella di Arezzo per l’industria dell’oreficeria, tutte realtà in cui magari qualche imprenditore si è servito di prestazioni di smaltimento rifiuti a prezzi sospetti”.

Il segretario generale Cgil Toscana Rossano Rossi ha detto che “la vicenda sul Keu segna in maniera indelebile una situazione che già in parte sapevamo ma che ora non possiamo più negare. Noi ci siamo costituiti tra le parti civili e siamo convinti di una cosa: tali situazioni non si devono più ripetere. Questo può accadere con un ruolo più forte della politica che invece in questa vicenda ha segnato una debolezza”.

L’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni ha sottolineato che è in atto un “lavoro delicato e complesso insieme ad Arpat e in collaborazione con la magistratura”, il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza ha parlato dell’inchiesta sul Keu come “uno spartiacque. È una ferita aperta per la storia della nostra regione, anche per l’atteggiamento della filiera di menefreghismo rispetto al tema dell’ambiente”.

 

🎧 Caso Keu, l’assessore Ciuoffo: “La Regione farà di tutto per aiutare la magistratura”

Nei giorni scorsi la notizia dell’arrivo dei primi avvisi di garanzia sul caso Keu, oggi la promessa che la Regione Toscana farà di tutto per agevolare “il lavoro della magistratura”. Lo ha detto l’assessore alla legalità Stefano Ciuoffo, intervenuto a margine del convegno sui beni confiscati alla mafia andato in scena questa mattina a Palazzo Strozzi Sacrati.

“La vicenda Keu – ha detto Ciouffo – non ha niente a che vedere con il discorso dei beni confiscati. I primi avvisi di garanzia sono arrivati nei giorni scorsi e la Regione Toscana non fa che mettere a disposizione tutto ciò che è necessario per fare chiarezza su quanto accaduto”. Della questione ha parlato anche il Governatore Eugenio Giani, intervenuto anch’egli a margine del convegno durante il quale si è parlato della questione legata alla confisca dei beni alla criminalità organizzata. “Per evitare che si ripeta – ha aggiunto il presidente della Regione Toscana – occorre fare tanta prevenzione”.

Sugli esiti dell’inchiesta su smaltimento dei rifiuti delle concerie e su imprese ritenute vicine alla ‘ndrangheta in Toscana, fatti per cui la Dda di Firenze ha notificato nei giorni scorsi 38 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, il presidente Giani ha poi commentato: “La magistratura ha svolto un ruolo importante e devo dire di grande spessore e profondità”.

“Gli esiti delle indagini preliminari dell’operazione Keu di Santa Croce sull’Arno (Pisa) ci sembrano molto inquietanti e confermano quanto dichiarato a suo tempo da Libera Toscana tramite i propri coordinamenti di Pisa e del Valdarno. Siamo di fronte a una pericolosa triangolazione fra una parte delle grandi reti produttive e aziendali, il mondo politico e le organizzazioni criminali e non possiamo restare a guardare”, aveva invece affermato nei giorni scorsi don Andrea Bigalli, referente di Libera per la Toscana, commentando in una nota la conclusione delle indagini della magistratura sulla vicenda Keu.

Keu in Toscana: a Peccioli al via bonifica terreni azienda agricola

Peccioli – Sono partite nei giorni scorsi e si concluderanno entro l’estate le attività di messa in sicurezza e bonifica dal Keu di alcuni terreni a Peccioli (Pisa), di proprietà di un’azienda agricola.

Il Comune di Peccioli in prima linea per lotta al Keu. Il materiale che nel 2021 ha portato ad un importante inchiesta in Toscana, in particolare nella zona di Empoli e Santa Croce sull’Arno. In questi mesi, infatti, nei terreni di un’azienda nei pressi di Peccioli è stato utilizzato materiale inquinante derivato dallo scarto della concia e delle pelli. La bonifica dei terreni interessati duerà fino all’estate inoltrata. La notizia è stata riportata dall’amministrazione comunale di Peccioli. L’indagine Keu, spiega il Comune in una nota, “nei mesi scorsi ha dimostrato come anche a Peccioli, nei terreni dell’azienda ‘I Lecci’, fosse stato utilizzato, per la realizzazione di scuderie e attrezzature connesse, materiale riciclato con alte concentrazioni di sostanze pericolose, tra queste in particolare il cromo. Una situazione di emergenza che ha portato il Comune a effettuare ulteriori indagini sul terreno” e “che, fortunatamente, non hanno evidenziato segni evidenti di contaminazioni”.

Questo tuttavia “non ha frenato l’Amministrazione comunale nel voler mettere in atto, nel più breve tempo possibile, una serie di attività finalizzate a impedire qualunque tipo di rischio concreto di contaminazione ambientale”. “Siamo voluti intervenire il più rapidamente possibile per arrivare alla risoluzione delle problematiche ambientali emerse – spiega il sindaco Renzo Macelloni – e, già nell’ottobre 2021, la società agricola I Lecci ha presentato una proposta di interventi di confinamento permanente dei cumuli di terra realizzati con l’utilizzo di materiali di riporto potenzialmente inquinanti. Il Comune ha provveduto immediatamente a inoltrare la proposta ad Arpat e alla Regione Toscana, con la richiesta di esprimere una valutazione del progetto presentato”.

Macelloni sottolinea che “come richiesto da Comune, Arpat e Regione Toscana, l’azienda ha inviato ai vari enti il piano di caratterizzazione” che “è stato approvato, con prescrizioni, nella conferenza di servizi indetta dal Comune il 28 aprile. La società agricola dunque, sulla base delle indicazioni del Comune, ha avviato le procedure per sviluppare l’ipotesi progettuale per la bonifica e messa in sicurezza permanente del sito”.

‘Ndrangheta in Toscana: incontro assessora Monni-sindaci su siti Keu

Assessora Monni su siti interessati da inquinamento da Keu: ‘Confronto su piano controlli realizzato con Arpat’

E’ proseguito oggi, con un incontro in videoconferenza tra l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni ed i sindaci di alcuni dei Comuni interessati, il confronto sul piano di controlli realizzato in collaborazione con Arpat sulla vicenda Keu. Hanno partecipato i sindaci dei Comuni di Empoli e Montaione nel Fiorentino, Peccioli, Pisa, Pontedera, Crespina Lorenzana nel Pisano, e Bucine in provincia di Arezzo.

“Una riunione con i sindaci e le amministrazioni locali – spiega Monni in una nota -, realizzata grazie al supporto di Arpat, per condividere con trasparenza e puntualità tutte le informazioni e le attività che stiamo portando avanti. Abbiamo illustrato nel dettaglio le peculiari situazioni di ciascun sito e condiviso i contenuti dell’intervento finanziario aggiuntivo che la Regione ha messo in campo per supportare la complessiva attività di Arpat”.

Nell’ultima seduta la Giunta regionale ha approvato una delibera che mette a disposizione 72mila euro in favore dell’Agenzia per le attività di indagine e monitoraggio dei pozzi ad uso domestico. “Le risorse serviranno per coprire le ulteriori analisi tecniche da effettuare nei siti che richiedono un supplemento di approfondimento – aggiuge Monni – e per il monitoraggio dei pozzi lungo la Sr 429 nell’Empolese per tutto l’anno, come proposto dalla stessa Arpat, oltre che per la modellazione idrogeologica. Nei prossimi giorni inoltre convocheremo una riunione specifica con il Comune di Empoli per approfondire gli esiti delle analisi effettuate nell’ambito dell’attività d’indagine della procura di Firenze, e che sono stati diffusi a seguito di nulla osta della stessa”. “Dobbiamo conciliare attenzione e celerità – conclude l’assessore -, e non è certamente facile quando ci troviamo davanti a procedimenti così complessi. Ma, ribadisco, tutta la nostra attività è finalizzata ad assicurare la massima tutela della salute e dell’ambiente”.

‘Ndrangheta in Toscana: sindaca S.Croce lascia coordinamento distretto cuoio

La sindaca Giulia Deidda indagata rinuncia per ora a tavolo distretto del Cuoio

Il sindaco di Santa Croce sull’Arno (Pisa), Giulia Deidda, ha annunciato che non ricoprirà per il momento il ruolo di coordinatrice del Comitato d’area del Distretto Industriale del Comprensorio del Cuoio. Lo spiega una nota congiunta dei Comuni del territorio spiegando che la scelta è stata maturata “a seguito dell’indagine giudiziaria che l’ha interessata” essendo infatti indagata, assieme ad altre figure del tessuto imprenditoriale locale, nell’inchiesta della Dda di Firenze legata allo smaltimento illecito di scarti conciari, in cui è stato riscontrato anche il coinvolgimento di persone e aziende legate alle cosche della ‘ndrangheta.

“Una decisione condivisa anche con gli altri sindaci che il tavolo di Distretto ha accolto oggi in via ufficiale”, si legge nel comunicato nel quale si indica che i primi cittadini del territorio si alterneranno in questo ruolo, iniziando da Simone Giglioli di San Miniato (Pisa), località più popolosa tra quelle rappresentate. Il comune di Santa Croce sull’Arno continuerà a essere rappresentato al tavolo del distretto dal vicesindaco Marco Baldacci.

Intanto continua l’inchiesta legata allo smaltimento del Keu: un materiale derivante dal trattamento termico dei fanghi di depurazione prodotti dal depuratore Aquarno, nel quale vengono convogliati i reflui delle aziende conciarie di Santa Croce; le miscele di Keu, con altri materiali inerti, venivano qualificate come sottoprodotto e commercializzate dall’impresa di Lerose, come materiale per vari impieghi; a seguito di alcune indagini tecnico-analitiche il materiale è risultato un rifiuto speciale.

Le famiglie residenti nella zona si sono costitute nell’assemblea permanente no keue hanno indetto un’assemblea pubblica a Santa Croce sabato mattina.

🎧 Commissione inchiesta Toscana mafie, presidente Meini (Lega)

De Robertis (Pd) vicepresidente e Sguanci (IV) vicepresidente segretario della commissione di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata in Toscana che si è insediata questo pomeriggio

E’ Elena Meini, consigliere regionale della Lega la presidente della commissione di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata in Toscana; Lucia De Robertis (Pd) vicepresidente e Maurizio Sguanci (Iv) vicepresidente segretario. La commissione, che si è insediata oggi con la nomina dell’ufficio di presidenza, è composta da un rappresentante per ogni gruppo consiliare: ne fanno parte anche Alessandro Capecchi (Fdi), Irene Galletti (M5s) e Marco Stella (Fi). “Mi aspetto sicuramente di partire con chiarezza sull’inchiesta che ha travolto la nostra regione – ha detto Meini – però non ci fermeremo lì perché lo abbiamo visto purtroppo, in Toscana la mafia c’è e compito dei consiglieri regionali deve essere quello che si applichino e si studino le nuove norme affinché tutto ciò non si ripeta dal punto di vista ambientale e sociale”.

De Robertis si augura “di riuscire ad ascoltare tanti soggetti e di capire se la normativa regionale riesce a mettere davvero in sicurezza la Toscana dalle infiltrazioni mafiose, per lo meno quello che può fare rispetto alla capacità che la Regione ha di normare, per evitare che chi vuole fare della Toscana una terra dove tutto si può fare ha sbagliato regione”. Per Sguanci “in un momento di così grande difficoltà economica per le cosche mafiose è più facile penetrare nel tessuto produttivo, cercheremo di capire quali sono le criticità in modo da poterle prevenire”.

Per il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo “sul tema della mafia tutti i soggetti politici hanno voglia di alzare un muro in Toscana. Io so quello che voglio mettere in campo io nei prossimi mesi, penso, alla modifica del regolamento d’aula del Consiglio regionale” e al “sistema di digitalizzazione per fare in modo che tutti sappiamo quando e come viene presentato un emendamento”.

La commissione è composta da sei membri, uno per gruppo e l’obiettivo è quello di verificare “se vi siano pratiche da eliminare, cambiare per sviluppare gli anticorpi necessari a eliminare l’insorgere del virus mafioso”.

Voto contrario del Movimento 5 stelle che ha sottolineato come la presidente della Commissione, Elena Meini avrebbe preso dei contributi dalla concerie durante la campagna elettorale.

Sentiamo la replica della presidente della commissione Elena Meini, (Lega) presidente e la vice presidente Lucia De Robertis (Pd)

 

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