Reati fiscali e bancarotta fraudolenta: distrazione per 2milioni di euro, 3 arresti

Nella mattinata odierna, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 3 persone (1 in carcere e 2 ai domiciliari) residenti nelle province di Firenze e Pistoia, indagate per reati fiscali e bancarotta fraudolenta per distrazione per circa 2 milioni di euro.

L’esecuzione dell’ordinanza per i reati commessi è stata disposta dal Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale di Firenze – dott. Maurizio Caivano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Capo dott. Giuseppe Creazzo.

Contestualmente alle misure cautelari personali si è proceduto anche al sequestro preventivo di un immobile di pregio, sito in Firenze, del valore di circa 2 milioni di euro nonché all’esecuzione di diverse perquisizioni locali.

Il provvedimento giudiziario emesso dall’A.G. fiorentina è stato eseguito dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Firenze a conclusione delle indagini, coordinate dal Procuratore Aggiunto – dott. Luca Turco – e dal Sostituto Procuratore – dott.ssa Christine Von Borries -, che hanno accertato la distrazione di circa 2 milioni di euro ed il successivo fallimento, nel 2016, di una società per azioni (con sede in Pontassieve ed operante nel settore dell’installazione di impianti elettrici e lavori generali di costruzioni edifici) operata da un imprenditore fiorentino, dalla sua compagna di origine slovacca e dal loro commercialista di fiducia, in danno dei soggetti creditori dell’impresa e dell’Erario.

Gli accertamenti svolti hanno messo in luce che il denaro sottratto alle casse della società è stato utilizzato per fini privati, avendo avuto “cura” di occultarlo, ponendo in essere le seguenti diverse azioni fraudolente:

* € 740.000, attraverso l’annotazione in contabilità di fatture false emesse, dal 2011 al 2015, da altre 3 società (2 Slovacche – “S. s.r.o.” e “A. a F.V.” – ed 1 italiana – “G. S.r.l.”) amministrate di fatto dallo stesso imprenditore fiorentino;

* € 200.000, simulando l’acquisto, da parte della società fallita, di una casa colonica in territorio Slovacco di proprietà della compagna dell’imprenditore;

* € 980.000, a mezzo di artifizi contabili.

I provvedimenti cautelari eseguiti stamani dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Firenze, sono stati emessi sulla base degli approfondimenti investigativi avviati nell’ambito di una attività di servizio che aveva portato, alla fine del 2016, all’arresto in flagranza di reato di un funzionario pubblico per i reati di corruzione e del legale rappresentante di un’impresa edile fiorentina in relazione al pagamento di una tangente e, nel febbraio scorso, all’esecuzione di una ulteriore ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 6 soggetti (5 imprenditori e 1 funzionario del Provveditorato Interregionale OO.PP. – sede di Firenze), indagati, tra l’atro, per reati di corruzione.

Droga: maxi operazione a Livorno, arresti e denunce

Sequestrati oltre 5 kg di sostanze stupefacenti, denunciate 28 persone e altre 12 arrestate in flagranza di reato Livorno.

Arresti per spaccio di droga nel centro cittadino di Livorno: i militari della Guardia di Finanza del capoluogo toscano hanno eseguito stamani 7 misure cautelari in carcere. Nell’ambito della stessa operazione le Fiamme Gialle hanno condotto 12 arresti in flagranza di reato e hanno denunciato 28 persone. Sequestrati oltre cinque chili di sostanze stupefacenti e durante le indagini sono state accertate oltre 720 cessioni di droga.

 

La maxi operazione della guardia di finanza livornese, scaturita da un’indagine diretta dalla procura di Livorno (pm Sabrina Carmazzi) e iniziata a marzo 2017, ha consentito di intercettare e scardinare una fiorente attività di spaccio nel centro della città toscana. Circa 40 finanzieri, con la collaborazione di unità cinofile, hanno eseguito fin dalle prime ore del mattino un”ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Livorno nei confronti di sette persone tra i 26 ed i 50 anni, tutte di nazionalità tunisina, per traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini hanno portato anche a quindici perquisizioni, nelle province di Livorno, Pisa e Bologna, nei luoghi riconducibili agli arrestati e nei confronti di altre 11 persone, che secondo i finanzieri sono coinvolte nei traffici illeciti. La complessa attività antidroga, condotta dalle fiamme gialle anche attraverso indagini tecniche, ha consentito, oltre all”esecuzione delle sette misure cautelari, di arrestare in flagranza 12 persone, sempre per spaccio di droga, e di sequestrare oltre cinque chili di sostanze stupefacenti (principalmente hashish, eroina, cocaina e marijuana) e contanti per oltre 15 mila euro, insieme a due autovetture utilizzate per l”attività illecita. I finanzieri hanno inoltre monitorato 720 cessioni di dosi destinate al consumo personale che hanno permesso agli spacciatori di introitare proventi illeciti per circa 200 mila euro. Sempre nel corso dell’operazione sono stati denunciati complessivamente in 28 (tredici italiani, dieci tunisini, due albanesi, due nigeriani ed un domenicano), che secondo le fiamme gialle operavano, solitamente, tra il tardo pomeriggio e le prime ore della notte, principalmente a Livorno. Nel contempo, sono state segnalate alla prefettura anche 12 persone (tra i 25 ed i 40 anni) come consumatori di sostanze stupefacenti.

Livorno, scoperte false residenze e affitti in nero

Tra Livorno e provincia, il comando provinciale della guardia di finanza ha scoperto centinaia di casi di “false residenze” e “affitti in nero”, oltre a “contratti di comodato fittizi” e compravendite di immobili con corrispettivi dichiarati inferiori a quelli effettivi.

Le irregolarità emerse dalle fiamme gialle, nell’ambito di controlli per contrastare l’evasione fiscale nel settore immobiliare, nel livornese, sono a carico di 445 persone: 235 seconde case dichiarate come prime, 209 affitti in nero anche attraverso fittizi contratti di comodato d’uso, compravendite con valori dichiarati difformi rispetto a quelli effettivi.
Tra le residenze fittizie individuate anche una villa a Castiglioncello con 16 vani e relative pertinenze.
L’operazione si è svolta in stretta collaborazione con le amministrazioni comunali dell’intero territorio della provincia di Livorno: soltanto ai fini Imu è stata segnalata una base imponibile sottratta a tassazione, determinata mediante il valore catastale delle unità immobiliari falsamente dichiarate come prime case, pari ad oltre 24 milioni di euro.
Alle ore 10.30 è indetta una conferenza stampa presso i locali del comando provinciale della guardia di finanza, a Livorno.

Pisa: pellegrino spagnolo rapina parafarmacia, arrestato

Il turista, bloccato da un finanziere ha dato in escandescenza, malmenando gli agenti ed il personale della reception di un l’albergo della zona prima di essere definitivamente immobilizzato ed arrestato.

In pellegrinaggio in Italia ruba alcune medicine in una parafarmacia di Pisa e picchia il titolare del negozio che tenta di fermarlo. Per questo un turista spagnolo, 44 anni, è stato arrestato stamani dagli agenti della polfer insieme a un finanziere fuori servizio, subito dopo avere cercato di rubare i farmaci appena richiesti. L’episodio è avvenuto alla stazione ferroviaria. Secondo quanto ricostruito dai poliziotti, lo spagnolo ha richiesto alcune medicine da banco e appena le ha ricevute si è allontanato senza pagarle malmenando il titolare che ha cercato di fermarlo.
Alla scena ha assistito anche un finanziere che ha tentato di bloccarlo senza riuscirvi e lo ha poi inseguito all’esterno della stazione, dove il turista è stato fermato dai poliziotti mentre cercava di salire su un taxi. Lo spagnolo ha continuato però a dare in escandescenza, malmenando gli agenti e il personale della reception di un l’albergo della zona prima di essere definitivamente immobilizzato e arrestato. Ora è in carcere.

Droga: viaggia con 48 ovuli cocaina, sessantenne arrestata 

I finanzieri hanno trovato, dopo un controllo radiologico, una donna sessantenne, di origini dominicane, in arrivo da Barcellona all’Aeroporto di Pisa, che aveva ingerito 48 ovuli di cocaina per un totale di 600 grammi di droga.

La donna, sessantenne, era appena sbarcata all’aeroporto di Pisa con un volo proveniente da Barcellona e quando i finanzieri hanno cominciato a rivolgerle domande di routine sui motivi della sua presenza in Italia ha tradito un evidente nervosismo che ha indotto gli investigatori ad approfondire i controlli. Così è stata smascherata una sessantenne dominicana che aveva ingerito 48 ovuli contenenti complessivamente 600 grammi di cocaina.
Quando la donna ha manifestato la tensione per le domande sulle ragioni del suo viaggio, i finanzieri si sono insospettiti e hanno disposto un controllo radiologico alla passeggera presso l’ospedale di Cisanello che rivelato la presenza dei corpi estranei nell’addome. Sono ora in corso le indagini per appurare il luogo di destinazione finale dello stupefacente, anche se gli elementi raccolti finita fanno ritenere che la cocaina fosse destinata al mercato locale. Dall’inizio dell’anno la guardia di finanza ha sequestrati a Pisa quasi tre chili di stupefacente tra marijuana, eroina, cocaina e hashish e denunciato 11 persone.

Appalti pubblici: cinque arresti per soldi riciclati da organizzazione a Lucca legata a Casalesi

Lavori pubblici per milioni di euro mai eseguiti, con i soldi degli appalti che venivano riciclati in aziende toscane e campane. È l’accusa nei confronti di un’organizzazione contigua al clan dei Casalesi con base a Lucca sgominata dalla Guardia di Finanza, che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Firenze nei confronti di cinque soggetti.

Cinque misure cautelari personali, 50 perquisizioni e sequestri di beni, nei confronti di imprenditori, contigui al clan dei Casalesi, aziende e relativi prestanome, nonché un funzionario pubblico. E’ il bilancio dell’operazione ”Ghost tender” che la Guardia di Finanza di Lucca ha effettuato oggi, in Toscana e in Campania dopo aver scoperto un giro di appalti, corruzione e riciclaggio ad opera di un’associazione criminale con base a Lucca. L’inchiesta su appalti, corruzione e riciclaggio ha portato alla luce milioni di euro di lavori pubblici mai eseguiti da una serie di aziende e riciclati in imprese toscane e campane. L’operazione  è stata condotta sotto il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, in stretto collegamento investigativo con la direzione distrettuale antimafia di Napoli e la procura della Repubblica di Napoli Nord, la quale, nell’ambito di un distinto contesto di indagini, ha coordinato l’esecuzione di 34 misure cautelari personali. Le investigazioni hanno evidenziato un gruppo criminale, con base in Provincia di Lucca, che ruotava intorno a tre  imprenditori edili residenti rispettivamente  a Lucca, Caserta e Montecarlo (LU), i quali, utilizzando società con sede in Toscana e Campania, molte delle quali “apri e chiudi” ed intestate a prestanome, attraverso turbative d’asta attuate con “accordi di cartello”, si sono aggiudicate oltre 50 commesse della ASL 3 di Napoli Sud, per lavori di somma urgenza e “cottimi fiduciari”, banditi per importi al di sotto di valori soglia oltre i quali sarebbe stato necessario imbastire formale gara di appalto. In questo modo, l’invito a partecipare veniva sistematicamente effettuato ad imprese, riconducibili al sodalizio, le quali, a turno, risultavano aggiudicatarie dei lavori. Questi ultimi, pur risultando falsamente attestati come avvenuti, di fatto in gran parte non venivano eseguiti.  I soldi venivano riciclati in attività immobiliari come l’acquisto, la ristrutturazione o la costruzione di edifici da parte di società del gruppo con sede in Provincia di Lucca e Grosseto. Una parte dei profitti veniva inoltre trasferita e, all’occorrenza, monetizzata attraverso pagamenti di forniture fittizie ad una società. Ad alcuni tra i soggetti oggi arrestati è stata contestata l’aggravante di aver agevolato la cosca mafiosa dei casalesi “fazione Michele Zagaria”, notoriamente radicata nel casertano  e con ramificazioni in Toscana, nel Lazio e in Emilia Romagna, da sempre caratterizzata per il suo particolare attivismo nel mondo imprenditoriale e nel settore degli appalti pubblici.

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