29 arresti fallimenti e frode fisco, interrogatori garanzia a Firenze

Commercialista si è avvalso di non rispondere, altri no. Interrogatori nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Firenze: 29 arresti per una presunta associazione per delinquere

Iniziati gli interrogatori di garanzia delle 29 arresti nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Firenze su una presunta associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali e fallimentari. Davanti al gip Gianluca Mancuso sono comparsi, tra gli altri, i professionisti di uno studio di consulenza di Sesto Fiorentino – tra cui un commercialista, una consulente del lavoro e alcuni collaboratori -, tutti destinatari delle custodia cautelare in carcere.

Il commercialista, un 46/enne residente nell’Aretino, si è avvalso della facoltà di non rispondere. La scelta di non parlare, spiega il suo difensore, avvocato Saverio Agostini, è stata fatta nell’attesa di visionare gli atti delle indagini.

Ha risposto invece alla domande del gip la consulente del lavoro, una 45enne di Sesto Fiorentino (Firenze), difesa dagli avvocati Federico Bagattini, Paola Pasquinuzzi e Sandro Traversi. Un collaboratore dello studio, un 69enne di Firenze difeso dall’avvocato Michele Ducci, ha deciso di rendere alcune dichiarazioni spontanee per chiarire la sua posizione. Si è invece avvalsa della facoltà di non rispondere un’altra collaboratrice, difesa dall’avvocato Francesco Maresca.

Degli arrestati, sia cittadini italiani, sia cinesi, 24 sono ai domiciliari e cinque in carcere.

Identificato a Firenze autore più grande cyberattacco finanziario in Italia

Identificato dalla Polizia Postale l’autore del “più grande cyberattacco finanziario in Italia, uno dei più grandi mai realizzati nel mondo nel settore delle cryptovalute”: si tratta di un fiorentino di 34 anni responsabile di un “buco” pari a 120 milioni di euro sulla piattaforma informatica hackerata “BITGRAIL”.

L’uomo identificato avrebbe truffato con questa modalità 230 mila risparmiatori e per questo sarebbe accusato  di frode informatica, auto riciclaggio e bancarotta fraudolenta. La polizia postale italiana pone così “una pietra miliare a livello mondiale nel settore delle indagini sulle cryptovalute, con un’indagine unica nel suo genere ad alto impatto tecnologico”.

L’uomo identificato è amministratore unico di una società italiana che gestisce una piattaforma di scambio di cryptovalute (exchange),ed è ritenuto responsabile oltre che della frode informatica di 120 milioni di euro, di bancarotta fraudolenta e di auto riciclaggio. Nei suoi confronti  gli investigatori della Polizia Postale di Firenze e della Sezione financial cybercrime del Servizio centrale della Polizia Postale, con l’ausilio del personale della Guardia di finanza della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Firenze, stanno eseguendo la misura cautelare del divieto di esercitare attività d’impresa e di ricoprire uffici direttivi di imprese, emessa dal giudice per le indagini preliminari Gianluca Mancuso.

“Per la prima volta in Italia e in Europa si sono documentate condotte fraudolente e distrattive in danno di investitori, poste in essere integralmente su piattaforme informatiche e l’impiego di monete virtuali” sottolinea la Polizia Postale, spiegando che l’attività si inquadra in una più ampia strategia finalizzata al contrasto alla criminalità economica ed in particolare degli illeciti arricchimenti attraverso l’utilizzo indebito di piattaforme online e di strumenti informatici sviluppata dalla Procura della Repubblica di Firenze, diretta da Giuseppe Creazzo, che ha affidato l’indagine ai procuratori aggiunti Luca Tescaroli e Gabriele Mazzotta e ai sostituti  Sandro Cutrignelli e Fabio Di Vizio.

L’uomo accusato di aver causato un ‘buco’ da 120 milioni di euro corrispondenti in criptovalute a 230.000 clienti nel mondo impegnati in operazioni coi cosiddetti bitcoin, nel febbraio 2018 denunciò il furto dell’ingente somma, da criptovaluta, denominata Nano Xrp, ma i suoi racconti contraddittori e contrastanti convinsero la procura di Firenze che sia lui sia suoi collaboratori fossero coinvolti nella ‘sparizione’ informatica del denaro.

E’ stato quindi scoperto che già dal giugno 2017 avvenivano illecite sottrazioni di criptovaluta dalla piattaforma gestita dal 34enne fiorentino, tali da procurare ad hackers – che devono ancora essere individuati, le indagini proseguono – un ingiusto profitto per 120 milioni di euro di valuta corrispondente. Inoltre gli investigatori della Gdf, con l’Uif della Banca d’Italia, hanno trovato che tre giorni prima della denuncia del maxi-furto di criptodenaro il 34enne aveva trasferito su un conto personale a Malta, tenuto presso la società digital currency exchanger The Rock Trading, 230 criptomonete bitcoin Btc pari a un valore di 1,7 mln di euro. Monete riconducibili ai clienti della piattaforma di scambio.Tale denaro il 34enne avrebbe in parte convertito in moneta legale per un valore corrispondente di 514.690 euro, in parte avrebbe provato a ‘svuotare’ il conto.

L’intervento della procura di Firenze ha fatto sequestrare non solo questo conto a Malta, ma tutti i conti dell’indagato, fino al controvalore di 120 milioni di euro, valore dell’esposizione debitoria. Il gip di Firenze Gianluca Mancuso ha disposto per il 34enne la misura del divieto dell’esercizio dell’attività di impresa, e di ricoprire incarichi direttivi nelle imprese. Per il gip ci sono gravi indizi di colpevolezza’ a carico dell’indagato il  quale, dotato di capacità tecniche non comuni, potrebbe reiterare i reati di frode informatica, bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio di cui è accusato.

Turista morto in S. Croce, a processo vertici dell’Opera

Vanno tutti a processo i quattro indagati nell’inchiesta per la morte del turista spagnolo Daniel Testor colpito da un frammento di pietra staccatosi dal soffitto della basilica di Santa Croce a Firenze il 19 ottobre 2017.

Il gup Gianluca Mancuso ha disposto il rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio colposo per il presidente dell’Opera di Santa Croce Irene Sanesi, per Stefania Fuscagni che l’aveva preceduta nell’incarico, per il segretario generale dell’Opera Giuseppe De Micheli e per il tecnico responsabile geometra Marco Pancani. Prima udienza il prossimo 7 aprile.

L’Opera di Santa Croce di Firenze commenta con una nota la decisione del giudice dell’udienza preliminare Gianluca Mancuso: “Ben venga l’accertamento della verità anche attraverso il dibattimento. Rispettiamo la decisione oggi assunta dal Gup, che era per certi versi attesa, ma con tutta serenità riteniamo di non poterla condividere”.

L’Opera di Santa Croce, ancora una volta, mette in evidenza “la sua condotta di diligenza nella cura del complesso monumentale. È la concretezza dei fatti e delle cifre a dimostrare quanta attenzione l’Opera abbia prestato alla manutenzione ordinaria e straordinaria”, si afferma nello stesso testo.

“Siamo certi – prosegue l’Opera – che il confronto dibattimentale metterà in evidenza ancor maggiore questa azione di cura e diligenza. Negli ultimi 15 anni sono stati posti costantemente in essere interventi diffusi che hanno visto un impegno economico complessivo di oltre 23,5 milioni di euro – ricorda l’Opera di Santa Croce – Si è agito in particolare sulle coperture, sugli elementi architettonici, sulla struttura muraria, sulle bifore e sul campanile, interessato da indagini specifiche che hanno portato alla realizzazione di una speciale struttura antivibrazioni”.

Santa Croce, turista morto: udienza preliminare omicidio colposo

Ha avuto inizio l’udienza preliminare per la morte di Daniel Testor davanti al gup di Firenze Gianluca Mancuso. Il turista è deceduto il 19 ottobre 2017 dopo esser stato colpito da un frammento di pietra che si staccò dal soffitto della basilica di Santa Croce. L’udienza preliminare proseguirà il 20 dicembre.

Per la morte dell’uomo sono imputati di omicidio colposo il presidente dell’Opera di Santa Croce Irene Sanesi, Stefania Fuscagni che l’ha preceduta nell’incarico, il segretario generale Giuseppe De Micheli e il tecnico responsabile, il geometra Marco Pancani. La famiglia del turista non si costituirà parte civile essendo stata già risarcita dall’Opera di Santa Croce. Questa mattina il pm Benedetta Foti ha motivato davanti al gup la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati.

“Le conclusioni assunte oggi dal pubblico ministero non hanno destato sorprese. L’udienza preliminare consentirà di illustrare in modo approfondito l’attenzione e la diligenza prestate dall’Opera di Santa Croce nei numerosi interventi di cura e manutenzione del complesso monumentale. Essi sono stati eseguiti negli ultimi quindici anni con un impegno economico complessivo di oltre 23,5 milioni di euro”, ha commentato l’Opera di Santa Croce.

“L’Opera è un’istituzione secolare che oggi come nel passato ha come primario obiettivo la tutela e la valorizzazione del patrimonio rappresentato dal complesso architettonico di Santa Croce. E’ importante che il procedimento possa contribuire a ricostruire nella massima trasparenza l’oggettività dei fatti”, si legge nella nota.

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