NurSind, crescono i pazienti positivi, “bisogna avere il coraggio di riaprire i reparti Covid”

Firenze, Giampaolo Giannoni, coordinatore toscano del NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, rilevando come sia “di nuovo critica la situazione ospedaliera” lancia l’appello per la riapertura dei ‘reparti Covid’.

Tornano a crescere, anche in ospedale, i numeri dei positivi al Covid – dice il coordinatore NurSind – e le ‘bolle’, ovvero quelle stanze singole pensate per tenere in isolamento i pazienti positivi, non reggono più”.

“Da qualche giorno – spiega – ci troviamo davanti a una nuova crescita dei contagi in ambito ospedaliero. E la soluzione pensata a livello regionale, vale a dire l’allestimento di ‘bolle’ dove isolare i positivi al Covid, si è dimostrata inadeguata. Nei reparti ci si è così trovati costretti ad allestire in fretta e furia nuove stanze a più letti per ospitare i pazienti positivi”.

Per il NurSind toscano, di fronte a questa quinta ondata di contagi, “bisogna avere il coraggio di riaprire i reparti Covid”. “E’ ormai evidente che le ‘bolle’ non bastano – osserva Giannoni -. Certo, questo è impensabile con il personale attuale, ma la Regione ha facoltà di deliberare assunzioni, anche temporanee, che vadano a sopperire questa ‘tempesta perfetta’ che unisce una nuova ondata Covid, le tradizionali difficoltà estive e la carenza di personale cronica nei nostri ospedali”.

In merito ai contagi dei sanitari, aggiunge poi, “dal momento che non sono stati ripristinati i percorsi di vestizione e svestizione separati e il personale lavora a stretto contatto, il rischio sta tornando elevatissimo. Dopo due anni di pandemia e in piena estate una situazione del genere non è concepibile: gli infermieri si trovano già molto stretti, con turni spesso ai limiti. Il rischio è di ritrovarci per l’ennesima volta, in trincea, con sospensione delle ferie e personale richiamato in servizio. Ma gli infermieri, così come il resto del personale sanitario, sono stanchi: non si può pensare di spostare, ridurre o revocare le ferie estive”.

Toscana, la denuncia del Nursind: “Mancano 5000 infermieri”

La denuncia arriva da Giampaolo Giannoni, coordinatore regionale Nursind. Mancano infermieri per l’assistenza domiciliare e sul servizio di emergenza del 118.

“Due anni di stato di emergenza e una pandemia tuttora in corso non hanno cambiato niente: la Regione Toscana continua a non fornire alcuna risposta sulla carenza di personale infermieristico. Mancano 5mila infermieri in Toscana e non abbiamo nessuna certezza nemmeno sui contratti in scadenza a fine aprile”. Così Giampaolo Giannoni, coordinatore regionale Nursind, sindacato autonomo delle professioni infermieristiche, da domani alle prese con le elezioni delle Rsu in Toscana e nelle altre regioni. Giannoni parla di “carenze gravissime sull’assistenza domiciliare. Sull’infermiere di famiglia e sul servizio di emergenza urgenza del 118. In questo caso si aggiunge la carenza dei medici, ad aggravare la situazione”.

“Nei reparti ospedalieri il bilancio non è migliore, con colleghi costretti a continui rientri per coprire le lacune e ferie non fruite che si accumulano da almeno 2 anni. Ad oggi – prosegue – non abbiamo notizie dalle Aziende sanitarie locali né sulla stabilizzazione dei contratti a tempo determinato né sulle assunzioni con contratto interinale. Una situazione impensabile: con l’approssimarsi della programmazione delle ferie estive, gli infermieri non hanno certezze nemmeno sul turn over. I pensionamenti che avvengono in questo periodo, infatti, non sono reintegrati. Si sta profilando un contesto drammatico con una pandemia ancora in corso: i contagi non si arrestano per decreto”.

Per il Nursind toscano “servono risposte e servono subito, prima di entrare nella prossima emergenza”, per questo “chiediamo la convocazione urgente in Regione e l’apertura di un tavolo tecnico così come promesso in prefettura all’indomani della proclamazione dello stato di agitazione”.

🎧 Nursind: “troppe anomalie, Regione controlli concorso assunzioni infermieri”

“Risposte palesemente sbagliate nel test, domande extra e altre anomalie: ci sono le basi per numerosi ricorsi” questa la denuncia di Giampaolo Giannoni, segretario regionale Nursind, sindacato autonomo delle professioni infermieristiche

Non bastassero le difficoltà nella gestione del piano vaccinale, le denunce dei medici sui reparti pieni, ora la Regione Toscana deve fare i conti anche con  le difficoltà nell’assunzione di personale. Risposte palesemente sbagliate rispetto ai testi di riferimento, domande extra, errori grammaticali: la Regione Toscana verifichi attentamente sullo svolgimento del concorso Estar per l’assunzione di infermieri che si è svolto al Centro Affari di Arezzo nelle scorse settimane”. E’ quanto chiede Giampaolo Giannoni, segretario regionale Nursind, sindacato autonomo delle professioni infermieristiche, in una missiva inviata al Presidente Eugenio Giani e al Direttore Generale di Estar Monica Piovi.

“Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da parte dei partecipanti al concorso – spiega Giannoni – a partire dalla presenza di due ulteriori domande rispetto al test originale, che doveva contenerne trenta. Ma ci sono state segnalate anche risposte errate rispetto ai testi presi a riferimento e addirittura errori grammaticali evidenti”.

“Non è la prima volta che un concorso indetto da Estar per gli infermieri presta il fianco alle polemiche. E’ comprensibile che un numero elevato di partecipanti non aiuti l’impianto organizzativo, ma non è comprensibile – aggiunge il segretario Nursind – che si continui a incorrere negli stessi errori”.

“Ancora una volta non possiamo fare a meno di chiederci: chi formula le domande del quiz? Chi prepara questo tipo di concorsi? A chi è affidata la gestione dell’organizzazione? Come Nursind Toscana chiediamo che si faccia luce sull’accaduto: stando alle numerose segnalazioni ricevute, ci sarebbero le basi per numerosi ricorsi”.

“Questo tipo di leggerezze si pagano a caro prezzo: una controversia bloccherebbe la formazione della graduatoria, a danno dei partecipanti, ma anche e soprattutto del Servizio Sanitario Regionale. Con una pandemia in corso e un’endemica carenza di personale, il sistema sanitario non può permettersi di attendere ancora”.

Vaccino: Nursind, in Toscana esclusi 118, Usca e infermieri famiglia

La denuncia di Nursind Toscana, “Preoccupati dall’escalation di ritardi nella vaccinazione dei sanitari, situazione paradossale: si stanno dimenticando categorie altamente a rischio.

“In Toscana esclusi dalla prima tranche di vaccini gli operatori sanitari che operano sul territorio, tra cui i professionisti del 118, gli infermieri di famiglia e di comunità, coloro che lavorano nelle Rsa e nelle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziali chiamate proprio a prestare assistenza ai malati Covid a domicilio. In pratica si stanno dimenticando le categorie altamente a rischio”. A lanciare l’allarme è il sindacato autonomo degli infermieri Nursind, spiegando di aver già segnalato la questione alla Regione Toscana.

“E’ una situazione paradossale e ingiusta – afferma in una nota Giampaolo Giannoni, segretario toscano del sindacato -: la piattaforma regionale attraverso la quale gli operatori sanitari possono prenotare il vaccino di fatto dà la priorità a chi lavora in ospedale, indipendentemente dal reparto, e impedisce a chi opera sul territorio, in prima linea contro il Covid, di accedere alla prenotazione.
Auspichiamo una soluzione in tempi rapidi, siamo molto preoccupati dall’escalation di ritardi nella vaccinazione degli operatori sanitari”.
“Alcune aziende stanno cercando di sopperire a tale situazione attraverso prenotazioni interne – aggiunge Salvatore Sequino, coordinatore Nursind Toscana Centro – ma riescono a soddisfare solo parzialmente le richieste.
E’ necessario modificare subito il sistema per rendere accessibile il vaccino a tutti gli operatori sanitari, nonché aumentare le sedute di vaccinazione e valorizzare il personale addetto alle vaccinazioni, impegnato in un vero tour de force”.
Per Sequino, “ancora una volta come categoria professionale ci sentiamo messi in coda nonostante il ruolo giocato dagli infermieri nel contrasto alla pandemia”.

Nursind, oltre 500 casi Covid nel personale sanitario in ottobre

Firenze, “Oltre 500 operatori del sistema sanitario toscano contagiati dal Covid19 nel solo mese di ottobre, focolai inimmaginabili nelle Rsa e carenza di personale: serve subito un piano d’azione, la Regione ci ascolti”. A lanciare l’appello è Giampaolo Giannoni, segretario Nursind Toscana, il sindacato autonomo delle professioni infermieristiche, alla luce di “dati allarmanti, che parlano di oltre 170 operatori positivi solo nella Asl Toscana Centro”.

“Nonostante la richiesta di un incontro urgente – prosegue il segretario del Nursind – la Regione non ci ha ancora ricevuti. Il personale infermieristico è allo stremo, viene impiegato per gestire le Rsa togliendo risorse importanti al sistema territoriale, mentre la figura dell’infermiere di famiglia e comunità non ha ancora le risorse per partire. Ci chiediamo come sia possibile in una situazione del genere potenziare le USCA, le unità speciali di continuità assistenziale chiamate ad assistere i malati Covid a domicilio. In questo modo vanno in crisi anche l’assistenza ai malati terminali, le cure palliative e tutta la sanità territoriale in generale”.

“Nei reparti ospedalieri Covid la situazione è insostenibile: non è pensabile operare per 11 ore con tute e scafandri, con personale spostato continuamente da un servizio all’altro in base alle priorità. Sempre più spesso ci arrivano richieste di aiuto dal punto di vista psicologico. Avevamo chiesto screening a tappeto per il personale sanitario, ad oggi anche questo appello rimane inascoltato”.

“Anche i percorsi Covid risultano inadeguati in alcune aziende – sottolinea il segretario di Nursind Toscana – nonostante abbiano avuto tre mesi per organizzarsi. Nelle cliniche chirurgiche di Careggi, ad esempio, si sono attivate degenze Covid senza avere la diagnostica, il che costringe a continui trasporti per effettuare gli esami”.

“Si parla di posti letto pronti per la rianimazione, ma senza personale per attivarli: ci sembra paradossale. Stiamo ricorrendo a liberi professionisti, ma serve subito un nuovo bando per le assunzioni, così come è necessario stabilizzare il personale in servizio che ha i requisiti. Senza contare l’umiliazione per gli infermieri di non vedersi riconosciuta neanche l’indennità per le malattie infettive, mentre ai medici di base vengono conferiti ulteriori indennizzi per effettuare i tamponi”, incalza.

“Rinnoviamo al Presidente Eugenio Giani e all’assessore alla Salute Simone Bezzini la richiesta di un incontro urgente: gli infermieri – conclude Giannoni – sono al centro del sistema sanitario, non è pensabile escluderli dalle fasi decisionali in un momento come questo”.

Flashmob infermieri a Firenze, Nursind “Ci chiamano eroi ma ci hanno dimenticati”

Quaranta paia di scarpe per non dimenticare gli infermieri che hanno perso la vita a causa del Coronavirus, 300 colleghi in piedi, a debita distanza gli uni dagli altri, per ricordare anche le mancate promesse di Governo e Regione Toscana nei confronti della categoria: questa mattina il sindacato autonomo degli infermieri Nursind ha dato vita a un flashmob in piazza Duomo a Firenze, di fronte alla sede della Giunta regionale.

Al centro della manifestazione, organizzata rispettando tutti i criteri di sicurezza per la prevenzione del contagio, il ricordo dei 40 infermieri scomparsi in Italia negli ultimi mesi e la rivendicazione dei diritti dei lavoratori. “Ci hanno chiamati eroi – dichiara Giampaolo Giannoni, segretario Nursind Toscana – e ci hanno già dimenticati”.

“A febbraio il Governo ci aveva promesso un aumento di stipendio, diventato un bonus di circa 100 euro ad aprile, per poi scomparire del tutto nel passaggio dalla bozza al Decreto Rilancio”, sottolinea Giannoni.

“La Regione Toscana ha direttamente dimenticato i colleghi che si sono ammalati di Coronavirus sul lavoro – aggiunge il segretario di Nursind Toscana – riconoscendo una premialità unicamente a chi poteva timbrare il cartellino ed escludendo chi era in malattia. Abbiamo già avuto modo di denunciare i criteri iniqui e finanche irrispettosi con cui la Regione Toscana ha stabilito la premialità per il settore sanitario, senza neanche ascoltare la nostra posizione come sindacato rappresentativo delle professioni infermieristiche. Ma vale la pena sottolineare che in nessuna guerra si lasciano indietro i feriti: in questa battaglia è stato fatto”.

Il flashmob in piazza Duomo a Firenze segue la manifestazione organizzata dal Nursind a Torino e sarà replicato nelle prossime settimane in altre città d’Italia, a partire da Milano e Roma, per diffondere un messaggio a livello nazionale. “Quello di non dimenticare – dichiara Giannoni – non dimenticare i sacrifici fatti e i provvedimenti dovuti a una professione che non solo in questa emergenza ha dato molto a questo Paese”.

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