Rufina: minacce, insulti e botte a una 19enne, denunciate due coetanee

Due ragazze di 17 e 18 anni, per mesi, hanno bullizzato una ragazza loro coetanea (19enne), prima con  molestie sui social: prendendola di mira su Facebook e Instagram; poi con insulti, minacce, pedinamenti per strada fino ad aggredirla. Per questo i carabinieri della stazione di Rufina, nel Fiorentino, hanno denunciato le due giovani per atti persecutori, violenza privata e lesioni.

Le due stalker avevano iniziato alla fine di Novembre sui social per poi approfittare di ogni occasione per aggredirla anche fisicamente. Strada, autobus o treno che fosse, per la studentessa diciannovenne queste due ragazze erano diventate un vero e proprio incubo, culminato in un ultimo faccia a faccia a metà luglio quando, incuranti del fatto che la ragazza fosse in compagnia della madre, l’hanno aggredita, bloccandola, tirandole i capelli con insulti, più volte, nonostante i tentativi della madre e di alcuni passanti di frapporsi fra le tre.

L’immediata denuncia dell’episodio ai carabinieri e gli approfondimenti svolti a seguito della delega della procura della repubblica di Firenze (titolare del fascicolo il pm Giacomo Pestelli) hanno portato alla luce questo scenario di vessazioni che andava avanti ormai da mesi: per la diciottenne, il gip del tribunale di Firenze, Maurizio Caivano, ha emesso la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai suoi familiari nonché il divieto assoluto di comunicazione mentre la posizione della minore è al vaglio della competente procura per i minorenni.

Abusò di due minorenni dopo averle drogate, 40enne a giudizio

Un 40enne avrebbe abusato di due ragazzine, minorenni all’epoca dei fatti, dopo aver somministrato loro un mix di metadone e cocaina. L’uomo sarà giudicato il 24 settembre dal gup di Firenze, con rito abbreviato condizionato all’audizione di un testimone. Le accuse contestate sono quelle di violenza sessuale aggravata, cessione di stupefacenti aggravata e minacce aggravate dall’uso di una pistola. I fatti finiti al centro delle indagini, coordinate dal pm Giacomo Pestelli e condotte dai carabinieri, risalgono all’estate del 2016 in provincia di Firenze.

Secondo quanto ricostruito, una delle due adolescenti avrebbe avvicinato l’uomo per avere informazioni sul padre, morto quando lei era ancora piccola, di cui era stato amico in gioventù. Il 40enne, con precedenti per reati relativi alla droga e privo di un’occupazione stabile, sarebbe entrato in confidenza con lei e l’amica, che si sarebbero recate più volte a casa sua per consumare spinelli forniti da lui. Le violenze, che sarebbero andate avanti per 2 giorni, sarebbero avvenute in casa sua.

Da quanto è emerso dale ricostruzioni, pare che al termine di una cena il 40enne avrebbe fatto bere alle ragazze del metadone, spacciandolo per un superalcolico, poi, approfittando del fatto che avevano perso lucidità, avrebbe fatto loro assumere della cocaina. Quindi avrebbe abusato di entrambe. Le due, sempre in uno stato alterato dalle sostanze assunte, avrebbero dormito da lui, e una sarebbe stata costretta a subire atti sessuali anche il giorno successivo. L’uomo avrebbe poi intimato a una delle due di non dire nulla, minacciandola con una pistola, poi rivelatasi una scacciacani e sequestrata dai carabinieri.

Le indagini sui fatti sono partite soltanto nel 2018, dopo che la madre di una delle ragazze, venuta a conoscenza dell’accaduto, ha sporto denuncia. La sera in cui sarebbero avvenute le violenze nella casa del 40enne sarebbe stato presente anche un altro ragazzo coetaneo delle vittime, che avrebbe partecipato alla cena ma poi non avrebbe assistito agli abusi, trovandosi in una stanza diversa. Il 24 settembre il comparirà davanti al gup Federico Zampaoli, per essere giudicato con rito abbreviato condizionato all’audizione del giovane.

Firenze: arrestato 20enne violentatore seriale

Uno studente 20nne di origini cinesi è stato arrestato a Firenze dalla squadra mobile della polizia con l’accusa di violenza sessuale aggravata.

La manette sono scattate a seguito di una misura di custodia cautelare in carcere disposta dal gip Sara Farini su richiesta del pm Giacomo Pestelli. Per l’accusa avrebbe abusato in poche settimane di tre connazionali conosciute attraverso una chat di incontri.
Il 20enne, studente presso una scuola di arte di Firenze, sarebbe l’autore tra l’altro della violenza sessuale denunciata il 19 maggio scorso alla polizia da una sua connazionale di 21 anni.

I due si sarebbero conosciuti su una chat di incontri, e dopo alcuni giorni lei avrebbe accettato di andare a cena a casa sua. La ragazza dopo mangiato avrebbe bevuto fino a sentirsi male, e lui ne avrebbe approfittato per abusare di lei. La giovane sarebbe riuscita poi a liberarsi e a scappare colpendolo in testa con una bottiglia di vetro vuota. Bottiglie di alcolici, e alcuni oggetti personali della vittima, sono stati trovati nell’abitazione dalla polizia, nel corso della perquisizione eseguita immediatamente dopo la denuncia.

La ragazza avrebbe inoltre usato la stessa chat di incontri per informare alcune amiche e connazionali della violenza subita. Tra queste, un’altra coetanea, e compagna di studi del 20enne, che dopo aver letto il messaggio sulla chat avrebbe deciso di farsi avanti, denunciando anche lei di aver subito abusi da parte della stessa persona, in due distinte occasioni.

Il 10 maggio scorso inoltre l’uomo avrebbe aggredito sempre a casa sua un’altra ragazza conosciuta tramite la stessa chat, tentando abusi e costringendola a scappare.

Scandicci: sequestrò figlia 8 anni, padre tornato in libertà

Il 45enne di Scandicci (Firenze) il 9 maggio scorso era stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di sequestro di persona. L’accusato si era barricato in casa con la figlia di otto anni rifiutando di consegnarla alla madre, come invece era stato stabilito dal giudice. Il gip di Firenze non ha convalidato l’arresto e ne ha disposto l’immediata liberazione.

A quanto risulta, il giudice avrebbe motivato la decisione per il fatto che, nell’occasione la bambina non si era mostrata contraria, né esplicitamente nè implicitamente, a restare nella casa del padre. Il pm Giacomo Pestelli ha presentato ricorso in Cassazione contro la non convalida dell’arresto, e ha presentato appello al tribuna del riesame contro la mancata applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.
Al momento il tribunale civile pare aver disposto in via d’urgenza per la bambina l’affidamento temporaneo esclusivo alla madre. La donna e la piccola si trovano adesso in una località protetta.

Alla base della vicenda risulta una causa di divorzio in corso tra i genitori della bambina, l’italiano di 45 anni e una straniera. Giorni prima dell’accaduto c’era stata un’udienza in tribunale per trattare la causa in cui il giudice stabilì l’affidamento ai servizi sociali della bambina e tempi di permanenza, alternati, della bimba nelle case del padre e della madre. Durante il processo, l’uomo – che non avrebbe accettato la decisione del tribunale – avrebbe polemizzato col giudice e, nella concitazione, avrebbe perfino accusato un malore.
Sempre secondo una ricostruzione, quando la donna si sarebbe recata alla scuola frequentata dalla figlia avrebbe scoperto che la piccola era assente perché ammalata. Avrebbe quindi contattato l’ex marito per avere chiarimenti e questo gli avrebbe replicato che la bambina doveva restare con lui. Sono stati chiamati i carabinieri e l’uomo si è barricato in casa con la figlia e la madre, fino a che la vicenda è stata risolta nelle ore successive.

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