Acqua in Toscana: Federconsumatori, blocco tariffe fino al 2031

In attesa di capire come si realizzerà il ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico, “fino al 2031 si blocchino le tariffe in tutta la regione, e se ne valuti il loro contenimento quando nel 2021 scadranno i termini degli oneri di concessione”. E’ quanto chiede Federconsumatori Toscana, che oggi ha organizzato a Firenze un convegno sul tema.

L’associazione chiede che “si lavori per una maggiore qualità”, perché “gli standard sono bassi per tutti i gestori indistintamente; si mantengano gli investimenti necessari; si blocchino le distribuzioni degli utili; si tenga aperto e si allarghi il perimetro del confronto nella costruzione e gestione di questo processo con le istanze dei cittadini e delle loro rappresentanze”.
Federconsumatori ribadisce quindi l’intenzione “di monitorare gli accadimenti”, e la richiesta di “condividere le scelte che volta per volta verranno compiute da Comuni, Autorità Idrica, Regione Toscana”.
“L’ipotesi contenuta nella legge Daga, di un possibile ritorno a gestioni in economia a livello comunale” del servizio idrico integrato “tramite aziende speciali, non è una risposta ai bisogni e alle esigenze dei cittadini”, perché “rischia di riprodurre i guasti di analoghe esperienze passate”. Afferma sempre Federconsumatori Toscana.
Per Fulvio Farnesi di Federconsumatori, “follia sarebbe quella di prevedere, come pare previsto nella legge in discussione in Parlamento, una unica scadenza per tutte le concessioni al 2020, con costi per il pubblico insostenibili. Un percorso più lungo, con costi commisurati alla fine delle concessioni, renderebbe il percorso credibile e possibile”. L’associazione si dice dunque favorevole “a una operazione che riporti in house l’attività del servizio idrico, ma senza ripercorrere esperienze di disseminate gestioni in economia a livello locale che non avrebbero la capacità di raggiungere adeguati livelli di efficienza, qualità ed economicità che contemporaneamente i cittadini si aspettano”.

Crisi: per il 70% dei toscani, tenore di vita peggiorato in 5 anni

E’ questo il quadro che emerge dall’indagine di Federconsumatori Toscana “Cambiamento dei consumi e stili di vita nella crisi”. L’indagine (condotta da novembre 2017 a gennaio 2018 ed effettuata tramite la compilazione di questionari online – inviati da Caaf Cgil – oppure a penna su foglio ai gazebo presso 20 centri Unicoop Firenze) ha coinvolto circa 15mila cittadini toscani di tutte le province

Per il 70%dei cittadini toscani  il tenore di vita è peggiorato negli ultimi 5 anni. In particolare, il 40% ha cambiato di “molto” i consumi rinunciando o rinviando l’acquisto di beni o servizi (56%) oppure acquistando prodotti di minor costo (48%), soprattutto in campo alimentare (cala il consumo di carne rossa, pesce, dolciumi e alcol; il 67% ha ridotto le spese per ristoranti e pizzeria); il 48% ha ridotto di “molto” le spese sulla cultura (libri, cinema, teatro), il 64% le ha ridotte sul fronte vacanze-divertimenti; il 75% preferisce recarsi alla grande distribuzione piuttosto che ai negozi tradizionali; il 29% deve rinunciare “molto” alla spese sanitarie (o le rinvia); per il 46% le proprie condizioni economiche in futuro peggioreranno; il 37% (maggioranza relativa) condivide “abbastanza” l’affermazione “la crisi è un’occasione per ridurre sprechi e stimolare comportamenti meno consumistici e più consapevoli”, e per il 51% ciò è già successo “in parte” nella propria famiglia.

E’ questo il quadro che emerge dall’indagine di Federconsumatori Toscana “Cambiamento dei consumi e stili di vita nella crisi”. L’indagine (condotta da novembre 2017 a gennaio 2018 ed effettuata tramite la compilazione di questionari online – inviati da Caaf Cgil – oppure a penna su foglio ai gazebo presso 20 centri Unicoop Firenze) ha coinvolto circa 15mila cittadini toscani di tutte le province (la più rappresentata è Firenze con 5.900 intervistati, seguono Pisa, Siena, Livorno e Prato, chiude Grosseto con 686) e di varie condizioni sociali e classi di età. Si tratta, pur non avendo ambizioni statistiche , di una delle più significative ricerche sul piano della percezione dello stato socio economico delle persone intervistate (già nel 2013 Federconsumatori Toscana condusse una ricerca analoga). I toscani intervistati (53% femmine) sono in gran parte tra i 30 e i 60 anni (il 4% tra i 16 e i 30, il 28% over 60). Il 54% di loro ha un diploma di scuola media superiore, il 25% la laurea. Il 39% è dipendente privato, il 18% dipendente pubblico, l’8% è disoccupato, il 24% è pensionato, il 5% è autonomo, il resto disoccupati, casalinghe, studenti.

“A distanza di 5 anni dal nostro ultimo studio non registriamo cambiamenti significativi, a dimostrazione di un Paese e di una regione ormai bloccata da anni – dice Fulvio Farnesi, presidente di Federconsumatori Toscana -. Il quadro racconta criticità. Per circa l’80% degli intervistati non ci sono aspettative positive, e solo il 7% ritiene di migliorare la propria posizione. Un altro dato significativo racconta che è peggiorata sensibilmente la componente alimentare, così come si è ridotta la spesa sanitaria. Il concetto universalistico di salute rischia di essere messo in discussione per la difficoltà di accesso alla cure. Tuttavia, c’è nella scelta dei prodotti alimentari alcune indicazioni che vanno nella direzione di una maggiore qualità: più frutta e verdura e meno cibi precotti. Ma quale è il senso per una associazione di consumatori di fare indagini come queste? Semplicemente perché crediamo che il tema dei consumi debba essere declinato in più modi , e non solo attraverso l’ esercizio della tutela per un torto subito o un diritto violato , ma con la possibilità di leggere in anticipo gli effetti che scelte ‘macro’ possono avere nella vita quotidiana delle persone condizionandone abitudini e modelli di vita. Per avere, come si diceva un tempo , la ‘borsa degli attrezzi pronta’, e dare supporto ai cittadini perché diventino consumatori attivi, consapevoli delle loro scelte. Si può uscire dalla crisi producendo grandi diseguaglianze, come oggi sta accadendo, ma si può uscirne anche migliorando la qualità della vita di tutti i cittadini attraverso un patto tra i vari attori sociali e di rappresentanza che metta al centro il diritto e la tutela della persona in quanto tale e come portatore di istanze”. Oggi la ricerca è stata presentata durante un convegno Federconsumatori a Firenze nell’Auditorium del Consiglio regionale.

Acqua: Federconsumatori, rischio rincari con sistema premiale

Presa di posizione a vigilia dell’Assemblea Autorità idrica.

“C’è il rischio di un ulteriore aumento delle tariffe sull’acqua derivante da sistema premiale proposto da Publiacqua che si basa su indici esclusivamente aziendali, senza coinvolgimento delle associazioni e con scarsi vantaggi per l’utenza”. E’ quanto afferma in una nota Fulvio Farnesi, presidente Federconsumatori Toscana, alla vigilia dell’assemblea dell’Autorità idrica Toscana (Ait).

All’ordine del giorno dell’assemblea di domani, si spiega, ci sono “alcuni emendamenti alla carte dei servizi in adempimento ad alcune prescrizioni dell’Autorità nazionale per l’energia
elettrica, il gas e il sistema idrico”.

“In questo ambito – afferma Farnesi – Publiacqua propone, attraverso un percorso di miglioramento qualitativo, di introdurre un sistema di premialità che, sulla base di quanto disposto dall’Autorità nazionale, le consentirebbe di ritoccare la tariffe fino a 1,5 %
in più delle attuali”.

“Ciò che non va – aggiunge -, oltre al possibile aumento di tariffe già molto elevate, sono gli indici individuati per valutare la migliore qualità raggiunta. Partono esclusivamente da un’analisi aziendale. Si dovrebbero invece considerare quelli che sono i veri problemi a partire dalla capacità di porre rimedio, in modo rapido ed adeguato, alle numerosissime perdite”.

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