Firenze, pedofilia: Corte di Appello dimezza pena a Paolo Glaentzer

Con la sentenza della corte di appello di Firenze che gli dimezza la condanna, potrebbe tornare in libertà già il prossimo ottobre l’ex sacerdote Paolo Glaentzer – dimesso dallo stato clericale da Papa Francesco -, condannato per violenza sessuale su una bimba di 10 anni, fatto che lo portò all’arresto in flagranza la sera del 24 luglio 2018 nei pressi di Calenzano.

Ieri, come riportano i giornali, la corte di appello, riformando la sentenza di primo grado del tribunale di Prato, ha condannato Paolo Glaentzer a 2 anni, due mesi e 20 giorni di reclusione. In rito abbreviato il gup di Prato lo aveva condannato a 4 anni e 4 mesi. Per effetto dei nuovi conteggi l’ex parroco – che è in misura cautelare ai domiciliari dalla sera dell’arresto – il prossimo ottobre tornerà in libertà.

Le motivazioni della sentenza saranno pronte entro 30 giorni. Inoltre, tra le riforme della sentenza di appello, i giudici, diversamente dal primo grado, hanno accolto il ricorso dei legali dei genitori della bambina, avvocati Fabio Generini e Francesco Stefani, condannando l’ex sacerdote a risarcirli, cosa che il tribunale di Prato aveva escluso ritenendo che non ne avevano diritto. La richiesta di danni da parte del padre e della madre della piccola infatti non era stata accolta in primo grado. Oltre al risarcimento, da quantificare in sede civile, è stata fissata una provvisionale immediatamente esecutiva di 2.500 euro per ogni genitore più le spese legali. Glaentzer fu arrestato in flagranza, e poi posto agli arresti domiciliari, dopo essere stato sorpreso in atteggiamenti intimi con la bambina. Confermato come in primo grado il risarcimento nei confronti della vittima.

Lorenzo Braccini

Inchiesta SAS: resta in carcere funzionario arrestato

Resta in carcere Nicola Raimondo, il funzionario della Sas, la Società dei servizi alla strada, arrestato nell’ambito dell’inchiesta contro i parcheggiatori abusivi a Firenze. Rigettata  la richiesta di attenuazione della misura della custodia cautelare in carcere anche per Vittorio Sergi ausiliario della sosta arrestato nell’ambito dell’inchiesta.

Stamane il gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti ha infatti rigettato  la richiesta di attenuazione della misura di custodia cautelare che era stata avanzata da legali di Raimondo il 16 gennaio scorso, al termine dell’interrogatorio di garanzia svoltosi nel carcere fiorentino di Sollicciano.

Raimondo, assistito dagli avvocati Annamaria Gallo e Francesco Stefani, aveva risposto per due ore alle domande del gip, dichiarando tra l’altro di aver inviato in passato sia al cda sia al direttore generale della Sas delle mail in cui segnalava i presunti rapporti illeciti tra i parcheggiatori abusivi e Vittorio Sergi, ausiliario della sosta anche lui finito agli arresti.

Secondo il gip,  nell’interrogatorio Raimondo, accusato di abuso d’ufficio, truffa aggravata e corruzione elettorale, avrebbe affermato di aver agito in modo legittimo, negando ogni responsabilità. Le sue affermazioni, secondo Pezzuti,  sarebbero però “in palese contrasto”,  con le indagini. Inoltre si sarebbe contraddetto in più occasioni e in alcuni casi si è “limitato a dichiarare di non ricordare gli avvenimenti”. Per questo motivo, non avendo mostrato alcun segno di ravvedimento, il giudice si è detto “sicuro” che il funzionario della Sas, se sottoposto agli arresti domiciliari o a una misura non detentiva, avrebbe ripreso la sua “attività criminosa”.

Inoltre, sempre secondo il  gip solo il perdurare della custodia in carcere può far venire meno “l’immagine personale e professionale” di Raimondo che può aver indotto i suoi contatti a chiedergli favori. Un’attenuazione delle misura, sostiene sempre il giudice, avrebbe indotto inoltre in Raimondo la convinzione di poter evitare la sanzione. I legali di Raimondo, avvocati Annamaria Gallo e Francesco Stefani, hanno annunciato che domani presenteranno ricorso al tribunale del riesame contro la decisione del gip.
Sempre il gip Angelo Pezzuti ha rigettato la richiesta di attenuazione della misura della custodia cautelare in carcere per Vittorio Sergi, ausiliario della sosta arrestato nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dal pm Paolo Barlucchi.

Sacerdote indagato per abusi: procura chiede rinvio a giudizio

La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per don Emanuele Dondoli. Il sacerdote del Mugello è accusato di aver abusato di una 19enne con disturbi della personalità mentre era titolare della parrocchia. L’udienza è fissata il 4 dicembre davanti al gup Anna Liguori.

Secondo la pm Benedetta Foti, il parroco avrebbe abusato della giovane 19enne dal marzo 2018. E’ stata convinta di essere posseduta dal demonio e il prete le avrebbe consigliato delle “benedizioni risolutive per il malessere”. Questo era il pretesto utilizzato per compiere gli abusi. Inoltre, durante una perquisizione nella parrocchia, gli agenti avrebbero trovato nel cellulare del don foto scattate che testimonierebbero le violenze.
La donna sarebbe affetta da “disturbo dipendente di personalità”, aggravato da “una sintomatologia ansiosa e depressiva”. Questa sua condizione, per l’accusa, la renderebbe incapace di intendere e volere e anche di potersi sottrarre dagli abusi subiti.
“Preoccupazione e amarezza” vengono espresse dal difensore del sacerdote, Francesco Stefani. “Oggi mi è stata notificata la data dell’udienza preliminare – spiega l’avvocato – prima che mi venisse notificata quella per l’espletamento dell’incidente probatorio. A seguito di richiesta di chiarimenti – continua – mi è stata notificata ordinanza di accoglimento di incidente probatorio, che si terrà il 20 novembre ma il pm chiedendo il rinvio a giudizio prima dimostra totale indifferenza verso la difesa, nonostante fosse a conoscenza della data in cui si sarebbe tenuto”.
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