Firenze, Forteto: Bambagioni (PD) e Quartini (M5S) scrivono a Di Maio e Bonafede

Oggi a Firenze, Paolo Bambagioni (Pd), presidente della commissione d’inchiesta del Consiglio regionale della Toscana, e l’ex membro della commissione Andrea Quartini (M5s), hanno presentato l’iniziativa di sollecito a Di Maio e Bonafede per il caso della cooperativa agricola ”Il Forteto”.

Nell’iniziativa rientrano una lettera al ministro dello Sviluppo economico Di Maio per sollecitare il commissariamento della cooperativa agricola Forteto; e una lettera al ministro della Giustizia Bonafede per chiarire i motivi della scarcerazione di Rodolfo Fiesoli. Come è indicato nel documento, la richiesta è quella di “accelerare il processo che lo deve ricondurre in stato di detenzione”.

Secondo Bambagioni, che ha parlato in una conferenza stampa insieme al presidente dell’associazione ‘Vittime del Forteto’, Sergio Pietracito, e all’ex socio fondatore (ora accusatore) Gino Calamai, è necessario che Bonafede “intervenga con un’ispezione, con un’accelerazione su questo processo in corso, e comunque con delle limitazioni alla libertà di quest’uomo”, perché “i legami che ci sono fra quest’uomo e la magistratura, che sono emersi anche nel lavoro della commissione, sono profondi e terribili, quindi è bene denunciare queste cose, che si ripercorra il percorso per capire se l’iniziativa è stata legittima o meno”.

Forteto, scarcerato Fiesoli: sentenza non era definitiva

Firenze, è stato scarcerato Rodolfo Fiesoli, 77 anni, il ‘guru’ fondatore della comunità Il Forteto per minori disagiati a Vicchio del Mugello, in provincia di Firenze, finita al centro di una vicenda di maltrattamenti e violenze sessuali.

Fiesoli è stato scarcerato perché la sentenza della Cassazione del 22 dicembre 2017, che pure lo condannava a scontare la pena residua di 14 anni, 8 mesi e 17 giorni (su 15 anni e 10 mesi), non è da considerarsi definitiva: ci sono annullamenti di alcune parti che fanno di Fiesoli ancora un imputato e non un condannato ‘per sempre’, quindi può aspettare ‘fuori’ i futuri giudizi.

La decisione è del 5 luglio ed è stata presa dalla prima sezione su un ricorso fatto dai difensori, gli avvocati Oliviero Mazza e Lorenzo Zilletti. Ricorso discusso e respinto in corte di appello a gennaio, quindi, quasi dimenticato dall’opinione pubblica, portato davanti alla Suprema Corte che, tre giorni fa, appunto, ha deciso.

“Dal tenore della decisione, di cui non sono ora note le motivazioni – affermano i difensori – è facilmente arguibile come sia stata accolta in pieno la tesi della difesa circa l’impossibilità di eseguire una pena che non abbia i caratteri di certezza e irrevocabilità. Va ricordato, infatti, che la vicenda processuale di Fiesoli non è ancora conclusa perché dovrà celebrarsi un giudizio di rinvio a seguito di alcuni annullamenti pronunciati dalla Corte Suprema il 22 dicembre 2017”.

Annullamenti con rinvio che riguardano un caso di violenza sessuale su un giovane (è da stabilire se fu violenza semplice o ‘di gruppo’) e altri per l’inadeguatezza della motivazione dei giudice della corte di appello riguardo alla determinazione della pena in continuazione di reato su tutte le accuse diverse dalla pena base.

La procura generale ha notificato la revoca della carcerazione a Fiesoli il 6 luglio. Ora il ‘guru’, che dagli adepti si faceva chiamare ‘profeta’, – e che da sei mesi e mezzo (23 dicembre 2017) era nel carcere di Sollicciano, a Firenze -, si trova in una località segreta.

Al Forteto non è più tornato dal 2011, quando venne arrestato era in una casa a Pelago (Firenze). Non emergono commenti dalla procura di Firenze, mentre per il deputato Stefano Mugnai (Fi), che da consigliere regionale aveva guidato la commissione di inchiesta dell’Assemblea toscana, “fa male sapere che sia stato scarcerato”.

Per l’onorevole Giovanni Donzelli (FdI), anche lui impegnato a denunciare la vicenda quando era in Regione, osserva che solo per le vittime di questa storia vale il “fine pena mai” e annuncia che lavorerà per istituire una commissione parlamentare.

Forteto: appello, Fiesoli resta in carcere ma per meno anni

Rodolfo Fiesoli, il ”profeta del Forteto”, resta in carcere dopo la sentenza della Cassazione del 22 dicembre 2017. Ma ci resta con “pena eseguibile” per uno solo dei reati contestati – cioè la violenza sessuale su un ospite – e non per tutti quelli per cui è stato condannato nel processo sulla comunità a cui il tribunale dei minori di Firenze affidava giovani di famiglie disagiate. Lo ha deciso la corte di appello di Firenze emanando un’ordinanza sul ricorso per “incidente di esecuzione” presentato dopo la Cassazione dal difensore, avvocato Lorenzo Zilletti.

Fiesoli adesso è e resterà in carcere. Ma con questa decisione ”cala” il peso del calcolo degli anni da scontare. Rispetto alla condanna confermata dalla Suprema Corte a 14 anni, 7 mesi e 17 giorni, la corte di appello – collegio della prima sezione penale, presidente Alessandro Nencini – ha infatti determinato che l’eseguibilità della pena vale soltanto per un capo di imputazione ed è pari a un tempo di 6 anni e 2 mesi, da ridurre ulteriormente a 5 anni, 8 mesi e 17 giorni per lo ”sconto” dovuto all’esecuzione di misure precedenti (domiciliari), il cosiddetto ”pre-sofferto”.

Dopo l’ordinanza, la procura generale presso la corte di appello di Firenze ha quindi riformulato l’ordine di carcerazione adeguandolo alla nuova decisione giurisdizionale. L’avvocato Zilletti ha annunciato di voler impugnare in Cassazione l’ordinanza della corte d’appello. In assenza, per ora, delle motivazioni della Suprema Corte, la corte di appello di Firenze ha deciso sulla carcerazione passando in rassegna “per ipotesi” ogni reato che è valso la condanna definitiva e concludendo che solo per un capo di imputazione, quello della violenza sessuale su un giovane ospite, è ravvisabile adesso la piena eseguibilità della pena.

Bambagioni: “commissariare coop del Forteto”

Il presidente della seconda commisone d’inchiesta sul Forteto scrive al ministro Calenda: “Con Fiesoli condannato, rimane da affrontare il tema della guida della cooperativa agricola”.

Una lettera al ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda sulla vicenda del Forteto per ribadire la necessità di commissariare la cooperativa agricola, alla luce della condanna definitiva del fondatore della comunità Rodolfo Fiesoli.

L’ha scritta il consigliere regionale Pd, presidente della seconda commissione di inchiesta toscana sul Forteto, Paolo Bambagioni. “Quella de ‘Il Forteto’ non è uno dei tanti casi di abusi e violenze su minori”, sottolinea, e “ora che Rodolfo Fiesoli è stato condannato con sentenza definitiva dalla Cassazione, rimane da affrontare il tema della guida della cooperativa agricola sorta negli anni ’70 contemporaneamente alla comunità”.

Bambagioni sottolinea che “il commissariamento della cooperativa Il Forteto, oltre ad essere un atto di giustizia, sarebbe un atto di salvaguardia della realtà economica in quanto verrebbero ripristinati condizioni di neutralità e indipendenza rispetto a coloro che si sono macchiati di questi crimini”.

Forteto: Comuni Mugello,sì Commissione parlamentare inchiesta

Unione Comuni Mugello e Società Salute Mugello: “Rispetto a quella che era la situazione iniziale dell’ambiente del Forteto degli scorsi anni si registrano cambiamenti, ma ancora molto rimane da fare”

Sulla vicenda Forteto “le istituzioni mugellane auspicano la prosecuzione delle varie iniziative, anche parlamentari, come la Commissione d’inchiesta votata dal Senato, per l’ulteriore definizione delle responsabilità che ai vari livelli hanno permesso il generarsi di tali fatti”.

“Dopo i pronunciamenti giudiziari – aggiungono nella nota riferendosi alla Cassazione che ha confermato la condanna a 15 anni e 10 mesi per violenza sessuale e maltrattamenti per il fondatore della comunità Rodolfo Fiesoli – è necessario superare le contraddizioni ancora presenti per proseguire nel lavoro di discontinuità rispetto al passato. Per questo occorre che la cooperativa prenda decisioni forti e chiare per ricreare una organizzazione capace di dare serenità ai 100 lavoratori occupati e in particolare alle vittime che sono ancora fra i dipendenti”, prosegue la nota.

Le istituzioni locali auspicano quindi la risoluzione dell’attuale situazione di incertezza organizzativa “non escludendo la necessità di misure estreme tra quelle previste dal Codice Civile, come ad esempio il commissariamento”, così da “scongiurare crisi produttive che si ripercuoterebbero inevitabilmente sui lavoratori e che colpirebbero in primo luogo i più deboli”.

Forteto: arrestato Fiesoli,ordine esecuzione pena definitiva

Rodolfo Fiesoli, il fondatore del Forteto di Vicchio (Firenze), è stato arrestato stamani dai carabinieri in esecuzione dell’ordine di carcerazione a seguito della condanna divenuta definitiva dopo il pronunciamento ieri della Cassazione per accuse di violenze su minori ospitati nella comunità da lui creata.

La pena inflitta è di 15 anni e 10 mesi: Fiesoli deve scontarne un res iduo di 14 anni, 8 mesi e 17 giorni. Con alcune prescrizioni e la conferma dei risarcimenti per le vittime, la Cassazione ha in buona parte confermato il verdetto della corte di Appello di Firenze sulle violenze nella comunità di recupero per giovani il Forteto.

Per Fiesoli ci sarà anche un processo bis, limitatamente a un capo d’accusa su una violenza sessuale. La pena sarà ricalcolata, ma il resto delle accuse e’ confermato. Prescrizione totale invece per Luigi Goffredi, condannato in appello a sette anni. Respinti i tentativi delle difese di annullare tutto il processo. Le violenze sono iniziate nel 1975 e sono durate per circa 30 anni.

Fiesoli, 76 anni, come si spiega dai carabinieri, e’ stato portato prima nella caserma a Pelago, dove risiede, per poi essere trasferito in quella di Pontassieve per il fotosegnalamento. Rodolfo Fiesoli a quel punto avrebbe avuto un malore   e per questo è stato deciso il suo trasferimento all’ospedale fiorentino di Ponte a Niccheri per una visita.
Da quanto appreso quando stamani i carabinieri si sono presentati nella sua abitazione a Pelago, Fiesoli è apparso sorpreso: non si aspettava l’ordinanza di esecuzione della pena.
E’ rimasto in silenzio e ha riempito una borsa con i suoi effetti personali seguendo poi i militari.

La Cassazione, la cui sentenza e’ arrivata nella serata di ieri, ha in sostanza confermato la condanna inflitta dalla corte di appello di Firenze a Fiesoli, disponendo un appello bis solo
per un capo di imputazione relativo a un presunto episodio di violenza sessuale contestatogli. Il Forteto, nato nel 1977, per anni e’ stato indicato come centro di ‘eccellenza’ in Toscana a cui il tribunale dei minori affidava ragazzi abusati e maltrattati nonostante Fiesoli negli anni 80 fosse stato condannato per reati simili. Nel 2011, dopo
le denunce di ospiti della comunita’ o loro familiari, nel frattempo diventata anche un importante cooperativa agricola, era scattata un’inchiesta che ha portato alla condanna
definitiva di ieri. Fiesoli, che si sarebbe fatto chiamare ‘Profeta’ seconda alcune testimonianze, fu anche arrestato all’epoca.

 

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