🎧 A Palazzo Strozzi arrivano le “Invasioni”. La diretta su Controradio

Giovedì 9 maggio, dalle ore 17 alle ore 23, il Gabinetto Vieusseux di Firenze, in occasione della mostra di Palazzo Strozzi “Anselm Kiefer. Angeli caduti”, organizza una giornata di eventi dal titolo “Invasioni”. Incontri, talk, letture, performance, spettacoli musicali e teatrali sulla guerra, uno dei temi che Anselm Kiefer esplora  nella sua arte. Le guerre di oggi, quelle di ieri, che invitano a una riflessione sul nostro presente.

Invasioni, sarà una sei ore non stop tra il  Vieusseux e il Cortile di Palazzo Strozzi,  con Patrick Zaki, Padre Bernanrdo, Ginevra Di Marco, Francesco Magnelli, Fulvio Cauteruccio, Peppe Voltarelli, Giorgio van Straten, Ugo Nespolo e molti altri. Diretta su Controradio, media partner dell’evento, a partire dalle 20.
La presentazione dell’evento

🎧 Chiara Brilli ha intervistato Riccardo Nencini e Arturo Galansino rispettivamente presidente del Gabinetto Vieusseux e direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi.

Ginevra Di Marco Trio

“Invasioni”, con il patrocinio del Comune di Firenze, trasformerà i differenti spazi di Palazzo Strozzi, la Sala Ferri e il Cortile, in un atelier creativo che prosegue, nel solco della tradizione, a riposizionare la nascita del Gabinetto di lettura, fondato nel 1819 da Giovan Pietro Vieusseux, alla sua natura originaria: un luogo aperto alla conversazione, al confronto e allo scambio di idee.

Peppe Voltarelli

“Non è un paradosso: le passioni sono come la guerra, trovano sempre un modo per ucciderti. Ma non hai alternativa. Devi coltivarle per vivere – spiegano il Presidente Riccardo Nencini e il Direttore Michele Rossi del Gabinetto Vieusseux -. Di fianco agli ‘Angeli caduti’ di Kiefer sfilerà la passione violenta per le arti che cantano la ribellione alla guerra: parole, note, colori, nel giorno che anticipa, settantanove anni dopo, la fine della Seconda Guerra Mondiale. Palazzo Strozzi, sede del Gabinetto Scientifico Letterario, si trasformerà il 9 maggio, fino alla notte, in palazzo aperto al mondo. Multilingue, un caleidoscopio. Una babele”.“La Fondazione Palazzo Strozzi è lieta di collaborare con il Gabinetto Vieusseux in occasione dell’iniziativa Invasioni – dichiara Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi -. Questa sinergia rappresenta un momento unico di condivisione culturale, in cui le due istituzioni si uniscono per promuovere l’arte e la conoscenza. Siamo entusiasti di offrire al pubblico un’esperienza coinvolgente e stimolante che celebra la bellezza e la diversità delle espressioni artistiche”.

Fulvio Cauteruccio

PROGRAMMA

ore 17 – Sala Ferri

Per non morire d’arte

un talk con Riccardo Nencini, Arturo Galansino e Ugo Nespolo

coordina Olga Mugnaini

a seguire

Guerre, case e conflitti

performance di Anna Corcione tratta da “La mia casa” ore 18 – Sala Ferri

Sogni e illusioni di libertà

incontro con Patrick Zaki, a partire dal suo libro “Sogni e illusioni di libertà. La mia storia” (La nave di Teseo, 2023) in dialogo con Fulvio Paloscia

a seguire

Why Roci canta “Cartagine” ore 19 – Sala Ferri

Angeli ribelli

incontro con Padre Bernardo Gianni in dialogo con Chiara Dino

ore 19.30 – Sala Ferri

Nigredo. Etica ed estetica del nero nell’opera di Anselm Kiefer

incontro con Federico Leoni

ore 20 – Cortile di Palazzo Strozzi

Invasioni in musica

selezione musicale a tema, a cura di Controradio

ore 20.45 – Cortile di Palazzo Strozzi

Cantando si va alla guerra

Compagnia Krypton

di e con Fulvio Cauteruccio

voce narrante Flavia Pezzo

musiche dal vivo di Peppe Voltarelli

direzione tecnica Massimo Bevilacqua

ore 21.30 – Cortile di Palazzo Strozzi

Invadere invasioni

con un estratto dal concerto

Memoria parla, consolante”

Ginevra Di Marco voce

Francesco Magnelli piano, magnellophoni

Andrea Salvadori chitarra classica, tzouras, electronics

Giorgio van Straten voce narrante

La Pasqua a Palazzo Strozzi con gli ‘Angeli caduti’ di Kiefer

Durante le festività pasquali c’è la possibilità di visitare Anselm Kiefer. Angeli caduti, nuova grande mostra ideata e realizzata insieme a uno dei più importanti artisti tra XX e XXI secolo: un percorso fra lavori storici e nuove produzioni, inclusa una nuova grande opera creata in dialogo con il cortile rinascimentale.

A cura di Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, l’esposizione permette di entrare in contatto diretto con il grande maestro tedesco, celebre per una profonda e stratificata ricerca sui temi della memoria, del mito, della storia, della letteratura e della filosofia.

L’espressione “angeli caduti” indica gli angeli cacciati dal Paradiso a seguito della loro ribellione contro Dio. Quest’immagine simbolica, rappresentazione dell’intera umanità, diventa punto di partenza della mostra a Palazzo Strozzi: un viaggio attraverso allegorie, figure e forme che riflettono sull’identità, la poesia, le vicende storiche, i diversi pensieri filosofici. Utilizzando pittura, scultura, installazione e fotografia, l’arte di Kiefer propone un percorso di introspezione sull’essere umano, esplorando le connessioni tra passato, presente e futuro.

Con l’uso audace di diversi materiali e tecniche, Kiefer crea lavori celebri per una forte presenza fisica e tattile, stabilendo una connessione immediata e autentica con lo spettatore. Profondamente interessato al loro valore alchemico, Kiefer trasforma materie grezze come piombo, cera, semi, terra, fiori, sabbia e cenere in opere imponenti e suggestive, fatte di dense stratificazioni. Utilizzando l’elettrolisi o il fuoco, ad esempio, i materiali sono sottoposti a reali trasformazioni fisiche. I diversi strati visivi, le sedimentazioni, offrono una lettura multipla, rivelando sempre nuovi dettagli e significati all’osservatore.

Ogni produzione artistica di Kiefer esprime il rifiuto del limite, non solo nella monumentalità o nella materialità ma soprattutto nell’infinita ricchezza di risorse con le quali sonda le profondità della memoria e del passato. L’artista ha esordito nella scena tedesca alla fine degli anni Sessanta con opere che, tra le prime, hanno segnato una riflessione sulla storia della Seconda guerra mondiale e sull’eredità emotiva e culturale della Germania. Da qui è iniziato un percorso artistico in cui si uniscono mito, religione, misticismo, poesia, filosofia.

«Anselm Kiefer ha lavorato a Palazzo Strozzi realizzando un progetto espositivo totalmente nuovo che esalta la forte vitalità della sua arte», dichiara Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra. «Kiefer è uno dei massimi artisti viventi e la sua ricerca attinge dalla letteratura, dalla filosofia e dalla storia, in una riflessione continua sulla natura dell’essere umano. A Palazzo Strozzi le sue opere sono messe in dialogo con l’architettura rinascimentale, amplificando le stratificazioni dei loro significati intorno a temi come la memoria, la storia e la guerra. La mostra diviene un invito a tutti i visitatori a investigare la complessità dell’esistenza tra passato, presente e futuro e nella dialettica tra spiritualità e materialità».

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi. Sostenitori pubblici: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze. Sostenitori privati: Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Main Partner: Intesa Sanpaolo. Con il contributo di Città Metropolitana di Firenze. Con il supporto di Gagosian. Si ringrazia Maria Manetti Shrem e Fondazione Hillary Merkus Recordati.

🎧 Gli “Angeli caduti” di Kiefer a Palazzo Strozzi… e nel cortile

“Angeli caduti” – Dal 22 marzo al 21 luglio 2024 la Fondazione Palazzo Strozzi presenta una nuova grande mostra ideata e realizzata insieme a uno dei più importanti artisti tra XX e XXI secolo, Anselm Kiefer: un percorso fra lavori storici e nuove produzioni, inclusa “Engelssturz” (Caduta dell’angelo) la nuova grande opera creata in dialogo con il cortile rinascimentale.

Con i suoi sette metri di altezza, il dipinto ha per soggetto il celebre brano dell’Apocalisse che descrive il combattimento tra l’arcangelo Michele e gli angeli ribelli, metafora della lotta tra Bene e Male. L’opera è il punto di partenza dell’esposizione e ci invita a riconsiderare il nostro rapporto tra dimensione terrena e mondo spirituale. La realizzazione di “Engelssturz” è stata realizzata grazie al sostegno della Fondazione Hillary Merkus Recordati.

©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Con l’uso audace di diversi materiali e tecniche, Kiefer crea lavori celebri per una forte presenza fisica e tattile, stabilendo una connessione immediata e autentica con lo spettatore. Profondamente interessato al loro valore alchemico, Kiefer trasforma materie grezze come piombo, cera, semi, terra, fiori, sabbia e cenere in opere imponenti e suggestive, fatte di dense stratificazioni. Utilizzando l’elettrolisi o il fuoco, ad esempio, i materiali sono sottoposti a reali trasformazioni fisiche. I diversi strati visivi, le sedimentazioni, offrono una lettura multipla, rivelando sempre nuovi dettagli e significati all’osservatore.

«Anselm Kiefer ha lavorato a Palazzo Strozzi realizzando un progetto espositivo totalmente nuovo che esalta la forte vitalità della sua arte», dichiara Arturo Galansino (AUDIO), Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra. «Kiefer è uno dei massimi artisti viventi e la sua ricerca attinge dalla letteratura, dalla filosofia e dalla storia, in una riflessione continua sulla natura dell’essere umano. A Palazzo Strozzi le sue opere sono messe in dialogo con l’architettura rinascimentale, amplificando le stratificazioni dei loro significati intorno a temi come la memoria, la storia e la guerra. La mostra diviene un invito a tutti i visitatori a investigare la complessità dell’esistenza tra passato, presente e futuro e nella dialettica tra spiritualità e materialità».
foto dell’allestimento della mostra di Palazzo Strozzi Ansel KIefer. Angeli caduti ©photoElaBialkowskaOKNOstudio e ritratto Anselm Kiefer ©photoludovica_arcero_saywho

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi. Sostenitori pubblici: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze. Sostenitori privati: Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Main Partner: Intesa Sanpaolo. Con il contributo di Città Metropolitana di Firenze. Con il supporto di Gagosian. Si ringrazia Maria Manetti Shrem e Fondazione Hillary Merkus Recordati.

🎧THE TILT OF TIME una mostra collettiva allo IED di Firenze per esplorare il tempo

Si inaugura oggi 27 ottobre fino al 30 novembre, negli spazi di IED Firenze la mostra collettiva “The Tilt of Time”, un progetto che esplora la natura multiforme del tempo attraverso le opere di 7 artisti. La mostra che nasce in relazione all’esposizione di Anish Kapoor “Untrue Unreal”, segna il terzo anno di collaborazione tra il Master in Pratica Curatoriale di IED Firenze e la Fondazione Palazzo Strozzi, e sarà affiancata da un programma di performance interattive negli spazi della Strozzina.

Audio: Martino Margheri, curatore e responsabile delle attività educative della Fondazione Palazzo Strozzi  e Daria Filardo, curatrice e Coordinatrice del master allo IED.

 

Il tempo nelle sue diverse forme e accezioni, ciclico, eterno, presente, lineare, frammentato, distorto, biologico e personale è stato in ogni epoca territorio di analisi della filosofia, dalla religione, dalla scienza e dall’arte. The Tilt of Time indaga sei traiettorie di ricerca e propone riflessioni che spaziano dalla trasformazione degli oggetti e dei loro significati nel tempo e nella storia, all’attuale ruolo dell’intelligenza artificiale nella creazione di immagini e al suo rapporto con le arti visive, fino a toccare le tensioni
geopolitiche del nostro presente. La mostra include inoltre il linguaggio della performance e della musica che per loro stessa natura, non solo vivono nel tempo, ma lo organizzano, lo comprimono o lo espandono Il catalogo realizzato in collaborazione con Kunstverein Publishing Milano approfondisce il lavoro degli artisti, racconta la creazione dei progetti site-specific per gli spazi di IED Firenze e Palazzo Strozzi e restituisce l’articolazione della ricerca curatoriale con un’apposita sezione.

La mostra presso gli spazi di IED Firenze si apre con un’ installazione site-specific di Chiara Bettazzi, che attraverso l’uso di oggetti provenienti dai magazzini dell’istituto, ibridati con gli oggetti evocativi provenienti dal suo studio, genera nuove forme capaci di sottolineare l’incontro tra piani temporali diversi e il senso di transitorietà della materia.
Alla grande installazione, segue il racconto fotografico di Alessandro Gandolfi che presenta immagini selezionate da reportage che ha effettuato in quattro diverse aree del mondo. Le storie raccontano le tensioni geopolitiche del nostro tempo presente e, attraverso le vite degli altri, ci interrogano sulle crisi della nostra società contemporanea. I lucernari (tunnel solari) che caratterizzano l’architettura del lungo corridoio di IED accolgono un articolato wall-drawing di Fabrizio Ajello e Francesco D’Isa. I due artisti, affiancati dalla classe del master, hanno trascritto sogni da utilizzare come materia generativa di un processo creativo, dopodiché, sfruttando programmi di intelligenza artificiale (AI), hanno trasformato le narrazioni delle esperienze oniriche in immagini. Il dialogo fra l’uomo e la tecnologia ci porta in un futuro (già presente) che intreccia tempi, tecniche, suggestioni e visioni da osservare come sinopie di affreschi. Conclude la mostra la scultura di Namsal Siedlecki, una testa in vetro soffiato che trova la sua genesi nel rapporto con la statuaria del passato, in un passaggio di testimone tra forme e materiali. Posta alla fine del corridoio principale di IED Firenze, la scultura invita gli spettatori a confrontarsi con l’interazione tra passato e presente, e il continuo mutare delle forme.

La mostra si completa con due eventi performativi pensati per gli spazi della Strozzina a Palazzo Strozzi: sabato 11 novembre (ore 21.30-8.00) lo sleeping concert di Giulio Aldinucci, una performance dal vivo per tutta la durata della notte, in cui le sue composizioni elettroacustiche sperimentali accompagneranno i visitatori nella percezione del tempo notturno, onirico, dilatato, meditativo; e giovedì 23 novembre (ore19.00-21.00) la durational performance di Jacopo Jenna: L’artista ha creato un lavoro, una performance di lunga durata, che si confronta con i diversi spazi della Strozzina, dove le azioni eseguite da performer si intrecciano con una composizione musicale discontinua tra le sale, una coreografia di luci e una partitura di azioni per il pubblico.

Anish Kapoor a Palazzo Strozzi, l’apertura oggi al pubblico

Anish Kapoor a Palazzo Strozzi, l’apertura oggi al pubblico dell’attesa mostra ‘Untrue Unreal’. L’abbiamo vista in anteprima per voi.

Articolo di Viola Giacalone

“La tematica della mostra è l’oggetto vuoto, ma a me piacciono le contraddizioni. Quindi le opere che ho scelto di esporre sono piene, contengono riflessi, oscurità…” dice l’artista Anish Kapoor, alla fine della conferenza stampa sulla sua nuova mostra “Untrue Unreal”, che si inaugura oggi a Palazzo Strozzi. L’opera Void Pavillion VII, ad esempio, che si trova nel cortile del palazzo per il quale è stata appositamente costruita, è fatta per contenere il pubblico, e il vuoto, come lo concepisce l’artista. Ha l’apparenza di un gigantesco monolite bianco all’interno del quale si trovano tre ampie forme rettangolari vuote, da riempire col proprio sguardo e il proprio pensiero. Sono specchi dove scrutare l’abisso che abbiamo dentro di noi. Questo spazio scultoreo meditativo, è punto di inizio e di approdo per i visitatori della mostra e un invito a chi è di passaggio.

Introduce l’acceso e misterioso dialogo che Anish Kapoor ha instaurato con Palazzo Strozzi, che non è uno spazio qualsiasi ma un’opera in sé. “Questo dialogo tra oggetti e spazi diversi tra loro è un’interessante messa in discussione del centralismo dell’umanesimo” commenta Elena Pianea, Direttrice Beni, istituzioni, attività culturali della Regione Toscana. Lo scultore che ha rivoluzionato l’idea di scultura nell’arte, definito “artista degli opposti” indaga da sempre “gli effetti che i luoghi hanno sulle opere”. I lavori che ha scelto di esporre, opere storiche e recenti, si mettono in relazione con il contesto e lo manipolano, trasformandolo allo stesso tempo: a volte questo dialogo prende le sembianze di una “guerra dialettica” come sostiene il curatore della mostra e Direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino, altre volte opera e spazio ospitante si intendono.

Esempi di questo approccio sono le sculture Svayambhu, termine sanscrito per definire qualcosa che si genera autonomamente, e Endless Column,  riferimento all’omonima scultura di Brancusi: la prima è un monumentale blocco di cera rossa, che attraversa due sale di Palazzo Strozzi come un vagone ferroviario su delle rotaie, che fa somigliare la porta attraverso la quale passa a una ferita sanguinolenta. La cera è un materiale caro a Kapoor ma anche alla tradizione artistica fiorentina; anche nella seconda il pigmento rosso vivo straborda alla base e sul soffitto per suggerire che l’enorme colonna penetra la sala dal basso e la sfonda in alto per oltrepassare i limiti dello spazio fisico, trascendere.

Le opere riflettono sulla trascendenza, ma sono anche fisiche e umane, talvolta erotiche. Ogni oggetto sembra avere una vita a sé, irradia una luce propria, o concentra ombre e oscurità, come se i vari materiali si fossero dati una forma da soli. Nel dialogo tra questi elementi, rientra ovviamente anche l’esperienza del pubblico, che contribuisce a completare le opere che Kapoor vuole “aperte”, come quelle di cui parla Eco. Non a caso il catalogo della mostra uscirà solo dopo la sua conclusione (dopo febbraio del 2024), per includere foto che ritraggano i visitatori.

Da oggi a Palazzo Strozzi ci sono sale fatte di specchi che riflettono la nostra immagine e ce ne restituiscono una versione deformata e conturbante. Gli specchi ritornano costantemente nella produzione di Kapoor: ne ha messi in giro per tutto il mondo, e forse è proprio in quelle superfici magiche qui che si trova, in parte, il senso del titolo “Untrue Unreal”: “il gioco reale/ non reale e vero/non vero è un topos del nostro tempo. Qui in Italia e nel nostro mondo. Oserei dire che abbiamo perso il contatto con la realtà umana e con i nostri compagni, compresi i cento milioni che vagano per il pianeta come rifugiati” dice l’artista. Però non si dilunga, non spiega oltre, perché il ruolo dell’artista secondo lui è quello di farsi guidare dall’ignoto senza voler dare risposte, ma quello di continuare ad essere affascinati dalle domande piuttosto. Non resta che vedere la mostra quindi, e seguirlo in questo percorso. 

 

🎧 Le opere di Anish Kapoor a Palazzo Strozzi fino a febbraio

Le opere di Anish Kapoor a Palazzo Strozzi fino a febbraio – L’esposizione propone un percorso tra monumentali installazioni, ambienti intimi e forme conturbanti, creando un originale e coinvolgente dialogo tra lo scultore, l’architettura e il pubblico.

Le opere del celebre artista britannico di origine indiana Anish Kapoor, 69 anni, invadono gli spazi di Palazzo Strozzi a Firenze attraverso una grande mostra che include una nuova opera immersiva per il cortile rinascimentale, giocando tra irreale e inverosimile. La Fondazione Palazzo Strozzi presenta la mostra “Untrue Unreal” (7 ottobre – 4 febbraio 2024) ideata e realizzata insieme al celebre maestro che ha rivoluzionato l’idea di scultura nell’arte contemporanea. A cura di Arturo Galansino (AUDIO), direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, l’esposizione propone un percorso tra monumentali installazioni, ambienti intimi e forme conturbanti, creando un originale e coinvolgente dialogo tra l’arte di Anish Kapoor, l’architettura e il pubblico di Palazzo Strozzi. Attraverso opere storiche e recenti, la mostra rappresenta l’opportunità di entrare in contatto diretto con l’arte di Kapoor nella sua versatilità, discordanza, entropia ed effimerità. Palazzo Strozzi diviene un luogo concavo e convesso, integro e frantumato allo stesso tempo in cui il visitatore è chiamato a mettere in discussione i propri sensi. Nell’arte di Kapoor, l’irreale (“unreal”) si mescola con l’inverosimile (“untrue”), trasformando o negando la comune percezione della realtà. L’artista invita a esplorare un mondo in cui i confini tra vero e falso si dissolvono, aprendo le porte alla dimensione dell’impossibile.

La mostra si sviluppa negli spazi di Palazzo Strozzi tra le sale del Piano Nobile e il cortile rinascimentale, in un viaggio attraverso la variegata pratica artistica di Kapoor, che mette in discussione le nozioni di forma e informe, finzione e realtà. Al centro del cortile si erge “Void Pavillion VII” (Il padiglione del vuoto VII, 2023), nuova opera di Kapoor specificatamente ideata per il cortile di Palazzo Strozzi e realizzata grazie al sostegno della Fondazione Hillary Merkus Recordati. Il grande padiglione si pone allo stesso tempo come punto di partenza e di approdo nel dialogo tra l’arte di Kapoor e Palazzo Strozzi. Entrando in questo spazio, i visitatori si trovano di fronte a tre ampie forme rettangolari vuote in cui lo sguardo è invitato a immergersi, in un’esperienza meditativa su spazio, prospettiva e tempo, che sconvolge la razionale struttura geometrica e l’emblematica armonia dell’edificio rinascimentale. Al Piano Nobile la mostra inizia con l’iconica opera “Svayambhu” (2007), termine sanscrito che definisce ciò che si genera autonomamente, corrispettivo delle immagini acheropìte cristiane non dipinte da mano umana. Il lavoro propone una riflessione dialettica tra vuoto e materia: un monumentale blocco di cera rossa si muove lentamente tra due sale di Palazzo Strozzi, plasmando la sua materia informe nel rapporto con l’architettura che attraversa. Quest’opera si pone in dialogo con “Endless Column” (Colonna infinita, 1992), che fa esplicito riferimento alla celebre omonima scultura di Constantin Brâncuși. Su una diversa scala, ma con lo stesso effetto spaziale e architettonico, si pone “To Reflect an Intimate Part of the Red” (Per riflettere una parte intima del rosso, 1981), opera fondamentale nella carriera di Kapoor nella sua affermazione sulla scena internazionale come una delle più originali voci nell’arte contemporanea: un suggestivo insieme di forme in pigmento giallo e rosso che emergono dal pavimento, fragili, quasi ultraterrene ma potentemente presenti.

In “Non-Object Black” (Non-oggetto nero, 2015) – caratterizzato dall’uso del Vantablack, materiale altamente innovativo capace di assorbire più del 99,9% della luce visibile – Kapoor mette in discussione l’idea stessa di oggetto fisico e tangibile, presentandoci forme che si dissolvono al passaggio dello sguardo. In questi lavori rivoluzionari e di forte impatto, Kapoor ci spinge a interrogarci sulla nozione stessa dell’essere, proponendo una riflessione non solo sull’oggettualità ma sull’immaterialità che permea il nostro mondo. Questa forte esperienza del non-oggetto continua in “Gathering Clouds” (Nuvole che si addensano, 2014), forme concave monocrome che assorbono lo spazio circostante in una oscurità meditativa. L’arte di Kapoor offre infatti un nuovo modo di vedere e pensare a come viviamo la realtà, grazie al suo uso unico di forma e saturazione, in opere permeate da una profonda connotazione psicologica. La carne, la materia organica, il corpo e il sangue sono temi ricorrenti e fondamentali nella ricerca di Kapoor. Un’intera sala della mostra è dedicata a opere in cui l’artista si confronta con ciò che appare come un’intimità sventrata e devastata in una dimensione entropica e abietta del corpo. La grande scultura in acciaio e resina “A Blackish Fluid Excavation” (Scavo con fluido nerastro, 2018) evoca un incavo uterino contorto che attraversa lo spazio e i sensi dello spettatore. Nelle opere esposte a parete Kapoor unisce invece la pittura e il silicone dando origine a forme fluide che ci appaiono come masse viscerali, che sembrano pulsare di vita propria. Le strutture si contorcono, si espandono e si contraggono, proponendo un senso di movimento e di trasformazione continua, ma anche una forte sensualità tattile che emerge dall’interazione tra le sensazioni di morbidezza e solidità, organicità e linearità. Evocano queste suggestioni gli stessi titoli delle opere: “First Milk” (Primo latte, 2015), “Tongue Memory” (Ricordo della lingua, 2016), “Today You Will Be in Paradise” (Oggi sarai in paradiso, 2016), “Three Days of Mourning” (Tre giorni di lutto, 2016). La tradizionale nozione di confini e la dicotomia tra soggetto e oggetto sono temi centrali invece in opere specchianti come “Vertigo” (Vertigine, 2006), “Mirror” (Specchio, 2018) e “Newborn” (Neonato, 2019), ispirato ancora una volta alle sperimentazioni formali di Brâncuși. Conclusione del percorso espositivo al Piano Nobile è la sala dedicata all’opera “Angel” (Angelo, 1990), grandi pietre di ardesia ricoperte da strati di pigmento blu intenso. Questi pesanti massi appaiono in contraddizione con il loro aspetto incorporeo: sembrano infatti solidificare l’aria e suggerire la trasformazione di lastre di ardesia in pezzi di cielo, trasfigurando così l’idea di purezza in un elemento fisico. Kapoor altera la forte materialità dell’opera ed evoca così un senso di mistero che risponde all’ambizione di matrice esoterica di raggiungimento della fusione degli opposti.

Dichiara Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra: “Le opere di Kapoor uniscono spazi vuoti e pieni, superfici assorbenti e riflettenti, forme geometriche e biomorfe. Rifuggendo categorizzazioni e distinguendosi per un linguaggio visivo unico che unisce pittura, scultura e forme architettoniche, Kapoor indaga lo spazio e il tempo, il dentro e il fuori, invitandoci a esplorare i limiti e le potenzialità del nostro rapporto con il mondo che ci circonda e a riflettere su dualismi come corpo e mente, natura e artificio. Le sue opere suscitano stupore e inquietudine, mettendo in discussione ogni certezza e sollecitandoci ad abbracciare la complessità. In un mondo in cui la realtà sembra sempre più sfuggente e manipolabile, Anish Kapoor ci sfida a cercare la verità oltre le apparenze, invitandoci a esplorare il territorio dell’inverosimile e dell’irreale, untrue e unreal”. Anish Kapoor ha lavorato a Palazzo Strozzi realizzando “un progetto espositivo totalmente nuovo”, spiega Arturo Galansino. “Sulla scia della nostra serie di esposizioni dedicate ai maggiori protagonisti dell’arte contemporanea, Kapoor si è confrontato con l’architettura rinascimentale. Il risultato è totalmente originale, quasi una sorta di contrapposizione dialettica, dove simmetria, armonia e rigore sono messi in discussione e i confini tra materiale e immateriale si dissolvono. Nelle geometrie razionali di Palazzo Strozzi, Kapoor ci invita a perdere e ritrovare noi stessi interrogandoci su ciò che è untrue o unreal”.

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