🔊 L’Harry’s Bar in Lungarno Vespucci ha chiuso i battenti. Sindacati su tutte le furie

Nessun accordo. E quindi, nella mattinata di oggi, è scattato lo sfratto esecutivo presso lo storico Harry’s Bar su Lungarno Vespucci, decisione presa sulla base di una sentenza della corte di appello di Firenze che obbligava i gestori a lasciare il locale. Tra la proprietà del fondo, la Gin Srl della famiglia Olivetti Rason, e i gestori del locale, i fratelli Antonio e Francesco Bechi, non è stato quindi raggiunto alcun accordo economico.

I lavoratori hanno portato avanti la propria attività fino alle 5 di questa mattina. Poi l’Harry’s Bar ha chiuso i battenti, verosimilmente per sempre. La vertenza vede la immobiliare Gin Srl, proprietaria dell’immobile, intenta a voler stabilire un nuovo contratto di affitto o di vendita dell’immobile stesso con un altro soggetto, poiché le sentenze stabiliscono che la società che gestisce l’attività, Harry’s Bar in affitto da S.I.N.A., proprietaria dell’Hotel Villa Medici in Firenze, sono in contenzioso con una sentenza passata in giudicato per morosità.

Insomma, un coacervo di relazioni di affari tra società immobiliari, di gestione e di subaffitti che hanno portato ad una lite giudiziaria. La Filcams Cgil auspica che i lavoratori vengano in qualche modo riassorbiti tramite la stessa Villa Medici, visto che da visura camerale sarebbero già in carico a S.I.N.A., ma per adesso quest’ipotesi non sembra sul tavolo.

“Nel prossimo tavolo all’unita di crisi, convocato il giorno 27 luglio – dice la Filcams – aspettiamo delle risposte concrete sulla richiesta del sindacato: nessun licenziamento può essere accettabile in questo coacervo di interessi, non può essere il lavoro a pagare pegno, queste società, oggetto del contenzioso legale, debbono accollarsi i 22 lavoratori e le lavoratrici”.

Tra l’altro le vetrine e i mobili dell’Harry’s Bar sono tutelati dalla Soprintendenza perché si tratta di un locale storico italiano. Si tratterà quindi di capire in che modo la famiglia Olivetti Rason potrà utilizzarli nel caso in cui decida di affittare il fondo ad un’altra società: di sicuro c’è che secondo un preciso regolamento del Comune di Firenze, questo dovrà essere della stessa categoria merceologica.

Intanto dall’azienda proprietaria dell’immobile arriva una nota di risposta alla vicenda:

“Con riferimento alle notizie apparse sulla stampa, GIN deve nuovamente precisare che
il rilascio forzoso dei locali da parte di Harry’s Bar è stato deciso dal Tribunale di
Firenze e dalla Corte d’Appello di Firenze con ben cinque provvedimenti che hanno
tutti confermato -all’unisono- l’esistenza di una pesante morosità di Harry’s Bar
iniziata nell’agosto 2019 (e quindi ben prima del Covid) e protrattasi sino ad oggi.
Precisa altresì GIN, a differenza di quanto letto sulla stampa, di non avere intenzione
alcuna di rivendere il locale.

GIN non avrebbe mai ritenuto di dover giungere ad uno sfratto con la forza pubblica
a seguito dei ripetuti, persistenti inadempimenti di Harry’s Bar, cristallizzati in
numerose ed univoche sentenze da parte del Tribunale di Firenze in favore di GIN
stessa.

Le sentenze dei Giudici si possono criticare (peraltro, nelle opportune sedi) ma prima
di tutto si devono rispettare.

Nonostante gli sforzi profusi da GIN nel ricercare una composizione con i soci, con i
legali rappresentanti e gli avvocati di Harry’s Bar S.r.l. (oggi Boston 70 S.r.l.), non è
stato possibile evitare lo sfratto, sia a causa della persistente morosità sia per
l’atteggiamento della controparte che non ha mai ricercato una definizione bonaria,
così come dimostrato dagli inascoltati interventi delle Istituzioni, delle Associazioni di categoria, di vari legali di Harry’s Bar avvicendatisi, nonchè di amici e conoscenti
comuni.

Essere costretti ad uno sfratto è una sconfitta per tutti, dipendente però solo ed
esclusivamente da fatto e colpa di Harry’s Bar.

L’unico incontro tenutosi tra i soci delle due società ha avuto luogo in data 30 giugno
scorso presso il roof dell’Hotel Baglioni di Firenze, grazie ai buoni uffici del Presidente
di Confcommercio, Aldo Cursano, che ringraziamo. Purtroppo, anche tale intervento
non ha sortito gli effetti attesi, tenuto conto che la proposta di GIN per il rinnovo della
locazione in tale sede effettuata, non ha trovato accoglimento da parte di Harry’s Bar,
che non ha mai neppure ritenuto di far pervenire una propria controproposta.

GIN sensibile ai problemi occupazionali creati da Harry’s Bar, che per anni non ha
pagato i canoni locativi, ha comunque deciso di partecipare attivamente e
fattivamente ai tavoli di crisi e di negoziazione aperti presso le competenti Sedi
Istituzionali allo scopo di ricercare soluzioni condivise che possano salvare i posti di
lavori dei dipendenti di Harry’s Bar.

GIN si dichiara nuovamente disponibile ad attivarsi per risolvere l’eventuale problema
occupazionale che l’esecuzione del provvedimento di rilascio dovesse creare
nell’ipotesi di mancata ricollocazione dei lavoratori da parte di Harry’s Bar tenuto
conto che GIN eserciterà negli stessi locali direttamente o indirettamente per il
tramite di un nuovo conduttore attività di ristorazione non appena le necessarie
licenze e/o autorizzazioni amministrative saranno state rilasciate
dall’Amministrazione Comunale.

GIN dà atto che questa mattina, alla presenza dell’Ufficiale Giudiziario e della Forza
Pubblica, Harry’s Bar ha spontaneamente rilasciato i locali.

I tavoli sono ancora aperti e i prossimi incontri si terranno il 26 e il 27 luglio: GIN
auspica fortemente il raggiungimento di una intesa con Harry’s Bar che consenta il
salvataggio dei posti di lavoro e la prosecuzione dell’attività di impresa nei locali ove
è nata ed ha sviluppato un marchio così prestigioso.”

Teniamo a disposizione della stampa, occorrendo, l’elenco completo dei numerosi
provvedimenti giudiziari emessi in favore di GIN e delle morosità maturate nel corso
del relativo rapporto.

Si invitano cortesemente le agenzie, i giornali ed i mezzi di stampa a riportare, nei
limiti degli spazi disponibili, correttamente e con completezza le circostanze sopra
riferite da GIN, onde evitare nuove dichiarazioni misleading rispetto a quanto
dichiarato che comporteranno la doverosa rettifica”.

Firenze, Filcams Cgil: albergo di lusso licenzia e precarizza 9 lavoratori

Firenze – La struttura alberghiera di lusso ‘Il Mulino’ a Firenze in via Villamagna, licenzia le persone e le precarizza, offrendo loro il passaggio da un contratto a tempo indeterminato a un contratto a tempo determinato di tipo stagionale.

Ad affermarlo è la Filcams Cgil Firenze che spiega: “Al Mulino, dopo un’apposita richiesta al Suap, si è passati da una attività alberghiera annuale ad una di tipo stagionale, con la struttura che starà aperta soltanto alcuni mesi dell’anno”.

“Sono nove le lavoratrici ed i lavoratori che avevano un contratto a tempo indeterminato e che adesso diventano stagionali, cioè precari – sottolinea il sindacato in una nota -. Quella del Mulino è una richiesta di stagionalità che non ci ha mai convinto, anche e soprattutto perché la caratteristica principale del turismo alberghiero fiorentino non è certo quella della stagionalità. Semmai, pensiamo che si sia semplicemente voluto fronteggiare il calo dei flussi turistici con la stagionalità”.

Per la Filcams “tutto ciò è inaccettabile. Durante la trattativa tra azienda e sindacati, in ambito di Unità di crisi presso la Città metropolitana di Firenze, si è richiesto l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per garantire la continuità occupazionale, ma l’azienda ha perseguito, imperterrita, la strada verso i licenziamenti e la precarizzazione del rapporto di lavoro”.

“In quell’ambito – conclude la Filcams Cgil – abbiamo richiesto all’Amministrazione comunale di Firenze di fare particolarmente attenzione alle richieste di stagionalizzazione delle strutture alberghiere, poiché queste scelte hanno degli impatti negativi sui lavoratori, licenziando e precarizzando i loro rapporti di lavoro, come dimostra la vicenda il Mulino”.

Disney Store dismette i negozi, a Firenze 15 addetti senza più lavoro.

Battistini (Filcams Cgil Firenze): “Grave e inaccettabile che si proceda in questa direzione. Ci sarà una mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori e la Filcams Cgil sarà al loro fianco. Coinvolgeremo le istituzioni locali e la cittadinanza perché si sostenga con tutti i mezzi la battaglia di donne e uomini ai quali ad oggi non è data alcuna prospettiva”

Disney abbandona l’italia e abbandona Firenze. Una doccia fredda arrivata venerdì quando l’azienda comunica la messa in liquidazione dell’azienda che – tradotto – significa abbandonare al proprio destino 240 lavoratori, 15 a Firenze.  “Questo il mondo fatato, questo il mondo di grandi e piccini fatto di gioco, fantasia, sogni e balocchi… L’azienda sceglie, decide che si abbandona il canale fisico e decide che solo il canale virtuale è quello su cui vale la pena di investire, e poco importa se a pagare il prezzo di questa scelta sono donne e uomini a cui fino a ieri veniva raccontato un sogno, un team al servizio di grandi e piccini. Grave e inaccettabile che si proceda in questa direzione” dichiara Francesca Battistini Filcams Cgil Firenze.

Che aggiunge “alla proclamazione dello stato di agitazione seguirà la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori e la Filcams Cgil sarà al loro fianco. Coinvolgeremo le istituzioni locali, la cittadinanza perché si sostenga con tutti i mezzi la battaglia di donne e uomini ai quali ad oggi non è data alcuna prospettiva. La battaglia contro questa ennesima prova di indifferenza da parte di aziende multinazionali nei confronti delle persone, della loro carne viva inizia qui”.

Disney Store, 8 ore di sciopero e sit in di mobilitazione nazionale è la risposta dei lavoratori alla dismissione dei negozi annunciata dal colosso americano. I Sindacati chiedono l’attivazione di un tavolo istituzionale con i ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro

Attivazione immediata di un tavolo istituzionale con i ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro e contestuale avvio del confronto con la direzione societaria di Disney Store per conoscere i dettagli della procedura di liquidazione del marchio avviata il 19 scorso ed annunciata ai sindacati a cose fatte dalla direzione societaria. È quanto deciso dall’Assemblea unitaria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, promossa in modalità telematica, partecipata dalla quasi totalità dei lavoratori del colosso americano. L’Assise ha deciso anche l’attivazione dello stato di agitazione e la proclamazione 4 ore di sciopero a livello territoriale da organizzare con sit in di protesta davanti ai punti vendita ed ulteriori 4 ore di sciopero da organizzare a livello nazionale.

I 233 lavoratori di Disney Store Italia non si arrendono alla dismissione dei negozi e chiedono soluzioni volte a preservare i livelli occupazionali. Una situazione certamente non facile, tenuto conto della dismissione dell’intero perimetro di vendita a fronte di un investimento aziendale orientato tutto sul canale e-commerce. Si attende ora la ricezione della procedura di licenziamento collettivo paventata dalla direzione societaria che, oltre a chiarire i dettagli della presenza in Italia, aprirà la fase di confronto sindacale prevista dalla normativa italiana. I sindacati tenteranno di percorrere la strada della cessione delle licenze, di definire un accordo sull’incentivo all’esodo volontario e di attivare percorsi di politiche attive volte alla ricollocazione dei lavoratori. Una sfida epocale. La crisi pandemica continuerà a produrre effetti nefasti per lungo tempo.

 

“Siamo in prima linea per la sanificazione durante la pandemia”, presidio imprese pulizia e multiservizi

Mobilitazione nazionale di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltrasporti per il rinnovo del contratto nazionale scaduto da oltre 7 anni

Sonia Fantoni, lavora nel settore delle pulizie da 22 anni all’ospedale Palagi che da oggi è un presidio covid a media bassa intensità. Stamani ha partecipato alla mobilitazione nazionale dei sindacati del settore per chiedere il rinnovo del contratto nazionale di imprese di pulizie e multiservizi scaduto da oltre 7 anni.
Foto Controradio
Il presidio si è tenuto in Piazza Santa Croce nel rispetto del distanziamento sociale. “Il nostro è un lavoro a grosso rischio, siamo in prima linea negli ospedali non dovremmo essere considerati l’ultima ruota del carro”, dice Sonia Fantoni che ha partecipato al presidio.
“È un problema di dignità di lavoratrici e lavoratori che da sette anni aspettano il rinnovo contrattuale”, dichiara Maurizio Magi sindacalista della Filcams Cgil Firenze, “È un settore molto ampio si registrano circa 60 mila persone in tutto il paese e sono persone che lavorano in modo trasversale in tutti i settori, non soltanto quello delle pulizie”
Sentiamo le interviste realizzate al presidio

“Appalti scuole, più tutele ai lavoratori”: flash mob Cgil a Firenze

Appalti scolastici, lavoratrici senza coperture salariali e previdenziali: oggi flash mob (organizzato da Cgil-Filcams-Fp-Flc) in piazza Santa Croce a Firenze.

Cgil Firenze, Filcams Cgil Firenze, Fp Cgil Firenze e Flc Cgil Firenze sono preoccupate per le sorti delle lavoratrici e dei lavoratori degli appalti scolastici, settore in prevalenza femminile  (tra Firenze e Provincia sono oltre 4mila). Si tratta di servizi fondamentali per il sistema scuola: mense, scuolabus, pre e post scuola, centri di alfabetizzazione. “Oggi queste lavoratrici e lavoratori si trovano in una condizione di forte precarietà per la prossima conclusione degli ammortizzatori sociali Covid19. La loro precarietà è resa ancora più pesante dal periodo di sospensione estiva della scuola in cui non hanno retribuzione e nel quale non si riconosce neanche la copertura previdenziale. Tutto questo fa emergere forte il contrasto tra il loro ruolo, che è essenziale e riconosciuto nel sistema educativo della scuola e va per questo inquadrato nella completa offerta formativa, e la loro assurda situazione lavorativa. Inoltre: come e quando rientreranno in servizio a settembre?” sottolineano i sindacati congiuntamente.

Per sensibilizzare sulla situazione dei lavoratori e delle lavoratrici degli appalti scolastici, la Cgil Firenze e le sue categorie interessate hanno dato vita ad una manifestazione questa mattina in piazza Santa Croce mettendo in scena un flash mob sul tema “Noi siamo quelli col contratto sospeso ma non col cappello in mano”.

Chiara Liberati, Filcams Cgil

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Gutteridge, Filcams Cgil: “Rischio chiusura, in arrivo mobiltazioni”

Nell’ultimo mese, nel negozio di abbigliamento Gutteridge, di piazza Signoria a Firenze (in città ci sono altri due punti vendita), di cui è proprietario la Capri Srl (titolare anche di altri negozi a marchio Alcott), i lavoratori sono passati da 16 a 9 tra un licenziamento, contratti a termine non rinnovati e tirocinanti mandati via.

I lavoratori e le lavoratrici di Gutteridge temono che tutto ciò sia l’anticamera della chiusura. “Abbiamo chiesto un incontro all’azienda per fare luce sulla situazione, l’incontro è stato fissato, ma l’azienda poi non si è presentata. Nel frattempo, abbiamo appreso che il gruppo farebbe colloqui di assunzione per altri negozi: ci piacerebbe sapere se fosse vero – dice Francesca Battistini, di Filcams Cgil Firenze. – Inoltre, i lavoratori dicono che è stata data loro indicazione di svuotare il negozio, rimandando la merce ai magazzini. Abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo di crisi in Città metropolitana, ma anche in questo caso, l’azienda non sta rispondendo alle mail di convocazione, sottraendosi anche di fronte alle istituzioni”.

Secondo Battistini “il comportamento di Gutteridge è inaccettabile, la settimana prossima coi lavoratori metteremo in campo iniziative pubbliche di mobilitazione e protesta. Quanto al licenziamento, secondo noi è illegittimo e l’abbiamo già impugnato”.

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