Sciopero del marmo a Carrara, in centinaia a manifestazione

Sciopero del marmo – Sono centinaia i cavatori che questa mattina, in segno di protesta, stanno manifestando davanti all’azienda del marmo Franchi Umberto di Carrara (Massa Carrara).

La manifestazione è stata indetta da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil dopo che l’industriale del marmo Alberto Franchi a Report in un fuori onda in cui, secondo l’imprenditore, i lavoratori vittime di incidenti in cava si farebbero male perché ‘deficienti’.

Per la giornata di oggi indetto anche lo sciopero della categoria del settore marmo del distretto Apuo-Versiliese. Parole che in città hanno sollevato polemiche a non finire, creando malumore tra i lavoratori e una generale indignazione dell’opinione pubblica, espressa anche attraverso tanti commenti sulle pagine social. Dalle parole di Franchi hanno preso le distanze la sindaca di Carrara Serena Arrighi oltre ai sindacati e alle forze politiche locali. Ieri Alberto Franchi ha rivolto le sue scuse per quanto detto nel fuori onda, definendole ‘inappropriate’.

Stamani la manifestazione è iniziata davanti ai cancelli della Franchi Umberto, in località Nazzano, intorno alle 9, con numerose bandiere e striscioni e alla presenza delle sigle sindacali che hanno indetto la manifestazione. Oltre ai tanti cavatori presenti, ci sono anche numerosi cittadini e alcune famiglie degli stessi cavatori, arrivati alla manifestazione per solidarietà all’intera categoria. previsto poi un corteo che arriverà fino alla sede della Confindustria locale su viale XX Settembre.

Via Mariti:  protesta lavoratori subappalto davanti al cantiere dove morirono i 5 operai

I lavoratori  denunciano di essere  senza stipendio. La ditta lavorava in via Mariti e non è coinvolta nell’incidente

Hanno brevemente bloccato il passaggio della auto da via Ponte di Mezzo, perché, secondo la ricostruzione fornita alla stampa da Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, l’azienda subappaltatrice, che si chiama Ancora, ancora non avrebbe ricevuto il pagamento delle fatture di gennaio e febbraio dalla società appaltatrice Aep. Per questo motivo un gruppo di quaranta lavoratori di un’azienda del subappalto del cantiere del supermercato Esselunga di via Mariti  ha inscenato questa mattina un presidio di protesta denuncioando il fatto che non gli sia stato pagato  lo stipendio di febbraio.

Né Ancora, attiva nel cantiere per lavori di carpenteria, né i suoi 40 operai italiani, egiziani e indiani su Firenze, assunti col Ccnl edile secondo quanto riferito dai sindacati, sono coinvolti nel grave incidente del 16 febbraio, in seguito al quale i lavori sono stati bloccati e il cantiere è stato posto sotto sequestro.

“Siamo esseri umani anche noi – ha affermato Jagjeet Singh, operaio, un di quelli  che ha inscenato il presidio di protesta -, è sbagliato nei nostri confronti farci aspettare tutto questo tempo per i soldi che ci spettano, noi fino all’ultimo giorno del cantiere abbiamo lavorato come si lavora sempre”.

Il  16 febbraio scorso, alle 8.52 di mattina, un crollo nel cantiere del nuovo supermercato Esselunga, nell’area dell’ex Panificio Militare a Firenze,  costatò la vita a cinque operai: Luigi Coclite, residente a Collesalvetti (Livorno), nella frazione di Vicarello. Era originario dell’Abruzzo e lavorava per una azienda nel pisano,  il primo ad essere ritrovato. Taoufik Haidar, 43 anni, dalla scorsa estate viveva a Chiuduno, in provincia di Bergamo, dopo aver vissuto per diversi anni a Palazzolo sull’Oglio, comune in provincia di Brescia al confine con la provincia bergamasca. Mohamed El Ferhane, marocchino di 24 anni e Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni, erano entrambi residenti a Palazzuolo sull’Oglio, così come il 56enne marocchino Bouzekri Rahimi, l’ultimo disperso ritrovato sotto le macerie. Dalle indagini emerge anche che alcuni di loro erano irregolari sul territorio italiano.

Ripartono i lavori nel cantiere per il raddoppio A1 Firenze Sud-Incisa

Siglato protocollo tra Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil Firenze e Pavimental per garantire le norme di sicurezza Covid19 (test seriologici, mascherine, sanificazioni, dispenser). I sindacati: “Un accordo importante a tutela della salute sul lavoro nella ripartenza”

Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Firenze hanno siglato, con Pavimental, un altro protocollo d’intesa di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento del virus Covid19 negli ambienti di lavoro. Dopo quello nel cantiere dell’A1 tra Calenzano e Barberino del Mugello, questa volta nel cantiere di Firenze Infrastrutture, che realizza il raddoppio dell’autostrada A1 Firenze Sud-Incisa. Nel protocollo vengono rispettate tutte le misure previste dai protocolli sottoscritti a livello nazionale con Mit, Anas e RfI e quelli sottoscritti insieme alle associazioni datoriali per l’edilizia privata, indispensabili alla ripresa delle attività lavorative attuando le condizioni di massima sicurezza sanitaria, e quindi i lavori nel cantiere ripartono.

“Il nuovo protocollo contiene le necessarie misure di contrasto al contagio, quali la misurazione della febbre prima di iniziare l’attività, l’impegno dell’azienda di eseguire tamponi o esame sieriologico appena disponibili, il servizio di infermeria attivo 24 ore su 24. Verranno inoltre messi a disposizione dei lavoratori dispenser con detergente per le mani in tutte le aree di cantiere, verrà effettuata la pulizia giornaliera con prodotti disinfettanti, la sanificazione periodica e la ozonizzazione settimanale certificata di tutti gli ambienti (dormitori, baracche, spogliatoi, mensa, uffici). L’azienda metterà a disposizione di tutti i lavoratori settimanalmente un kit con mascherine chirurgiche, schermi visivi, mascherine FFP2, guanti e occhiali” fanno sapere i sindacati.

“Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto con questo nuovo accordo, soprattutto per l’impegno sostanziale assunto dalla Pavimental affinché tutte le imprese presenti nel cantiere siano obbligate al rispetto integrale di quanto pattuito. Questo non è un risultato banale e neanche scontato”, dicono i responsabili fiorentini di Feneal Uil, (Laura Zucchini), Filca Cisl (Stefano Tesi) e Fillea Cgil (Marco Carletti). Aggiungono i tre sindacalisti: “Il Protocollo siglato declina in concreto quanto previsto dai diversi protocolli definiti a livello nazionale, realizzando una ripartenza quanto più sicura possibile. Questo accordo dimostra ancora una volta che le organizzazioni sindacali e le aziende sane come Pavimental sono impegnate a non abbassare la guardia sui temi di salute e sicurezza sul lavoro. Siamo unitariamente impegnati affinché il contenuto del Protocollo sottoscritto venga replicato tutti i luoghi di lavoro del settore delle costruzioni”.

 

Lapideo, il 5/7 sciopero lavoratori . Manifestazione Cgil-Cisl-Uil a Carrara

Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno indetto per venerdì 5 luglio uno sciopero generale (intera giornata) dei lavoratori toscani del settore lapideo-industria con manifestazione regionale toscana a Carrara. Il motivo della protesta è lo stallo nelle trattative con le controparti (Confindustria Marmo Macchine e Anepla ) per il rinnovo del Contratto nazionale (scaduto lo scorso 31 marzo) e alcune proposte delle stesse controparti che i sindacati giudicano “inaccettabili”.

Quello del 5 luglio a Carrara è il primo passo di una mobilitazione nazionale sulla vertenza: inoltre, i segretari generali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Toscana (Giulia Bartoli, Simona Riccio ed Ernesto D’Anna) giudicano “gravissima l’assenza fisica e politica degli industriali del territorio di Carrara al tavolo delle trattative nazionali. Non si capisce se sia una strategia degli industriali nazionali o una propria volontà di lasciare ad altri territori la decisione di determinare scelte importanti per il settore del marmo. Inoltre, l’unica data proposta per il prossimo incontro dagli industriali è il 18 luglio, quattro mesi dopo l’ultimo incontro svolto in ristretta, evidenziando un atteggiamento dilatorio rispetto ai tempi per il rinnovo contrattuale che produce un evidente ed inaccettabile danno nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori e troppo a ridosso del periodo feriale, non utile a determinare un rinnovo del Contratti in tempi adeguati”.

Come si evince dal comunicato stampa “in Toscana il rinnovo di questo contratto interessa circa 3000 lavoratori. All’interno della trattativa ci sono state alcune posizioni datoriali assai preoccupanti secondo i sindacati:

–  intanto, ad esempio, il fatto che il contratto a tempo indeterminato non sia più la forma contrattuale prevalente, aprendo di fatto la strada ad una deregolamentazione sui tempi determinati e in somministrazione, oltre alla richiesta di deroghe ai limiti percentuali di numero di contratti precari per azienda (tra cui la stagionalità), fino al 30%;

– un aumento salariale sbagliato nella forma e nella quantità. Nella forma perché i datori di lavoro non vogliono assolutamente confermare il modello con cui si era chiusa la scorsa tornata di rinnovo (senza verifiche). Nella sostanza, perché propongono soli 53 euro nel triennio con verifiche “ex post”, che determinerebbe un aumento incerto oltre che scarso, inaccettabile anche dopo il rinnovo del Cemento che riconferma salario certo per tutti i lavoratori;

– scarse risorse anche sul salario differito, sanità integrativa e Previdenza complementare

– nell’agenda di Marmomacchine e Anepla mancano completamente i capitoli Ambiente e Sicurezza, sistema di classificazione ad aree, armonizzazione operai/impiegati, legalità e appalti, riduzione e flessibilità orario, disagio e turni”.

“La sicurezza è un tema centrale, in questo settore si muore di lavoro più che in altri e questo dovrebbe essere di interesse comune e non relegato ad un tema superfluo e trattato meramente sul costo: chiediamo più formazione. Inoltre, sugli appalti, servono una regolamentazione, un impegno chiaro e un’assunzione di responsabilità: sempre di più fasi di lavorazione vengono appaltate a ditte esterne e cooperative che non applicano il contratto del lapideo ma contratti meno costosi e con meno tutele per i lavoratori anche in Toscana. Negli ultimi mesi abbiamo difeso il lavoro, un lavoro regolare, dove si rispettano le norme, un lavoro che deve continuare dalle cave al piano e anche questa iniziativa vuole tutelarlo”, dicono i sindacati, aggiungendo: “Ripartiamo da Carrara, chiediamo una convocazione urgente del tavolo nazionale o proseguiremo con le iniziative. Il marmo è una ricchezza, il cui valore va redistribuito al territorio e a chi lo produce”.

Il programma della manifestazione di venerdì 5 luglio prevede un concentramento allo Stadio dei Marmi alle 10:30; partenza della manifestazione verso la sede di Confindustria di via XX settembre; presidio con interventi di lavoratori, delegati e sindacalisti; conclusione dei segretari nazionali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil (Gianni Fiorucci, Federico Salvatore e Fabrizio Pascucci).

Firenze, presidio sindacati: “sblocco opere crea 2000 posti di lavoro”

Presidio stamani di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil al cantiere Tav di via Circondaria in vista dello sciopero generale dell’intero settore previsto per domani. “In 10 anni 5000 lavoratori in meno nel territorio fiorentino”.

Si è svolto stamani il presidio di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil di Firenze al cantiere Tav di via Circondaria. Un’iniziativa promossa in vista dello sciopero generale di domani che riguarderà l’intero settore delle costruzioni e che porterà migliaia di lavoratori in piazza del Popolo a Roma.

“Questo cantiere è l’emblema dei motivi che spingono allo sciopero di domani – spiegano Marco Carletti della Fillea-Cgil , Stefano Tesi della Filca-Cisl e Laura Zucchini della Feneal-Uil – Un’opera già finanziata e cantierizzata ferma, mentre il settore delle costruzioni sta vivendo una delle crisi più gravi dal dopo guerra. Noi stimiamo che solo sul territorio fiorentino se si sbloccassero tutte le opere già finanziate e pronte a partire, oggi si creerebbero oltre 2000 posti di lavoro. Per questo chiediamo al governo delle risposte concrete”.

A Firenze negli ultimi 10 anni, spiegano ancora i sindacati, si sono persi circa 5000 posti di lavoro nelle costruzioni: nel 2009 erano 12.500 i lavoratori, oggi sono rimasti in 7.500. Lo stesso per le imprese edili: ne mancano all’appello 850 (nel 2009 erano 2500, oggi sono 1650.

Per rilanciare il Paese occorre quindi una politica industriale in grado di ridare vigore all’intera filiera delle costruzioni: dall’edilizia ai materiali, dal settore del legno e arredo al cemento, dai lapidei al settore dei laterizi. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno chiesto un tavolo a Palazzo Chigi per dare una risposta alle oltre 600 mila persone che hanno perso il lavoro e al milione che rischia di perderlo. A sostegno di questa richiesta, ancora inascoltata, i sindacati dell’edilizia di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero generale di 8 ore, intero turno, per domani venerdì 15 Marzo in tutti i settori dell’intera filiera delle costruzioni.

Tav Firenze, Toninelli: “E’ un grandissimo disastro”.

Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, che era oggi a Firenze per la cerimonia inaugurale della linea della tramvia T2, si è lasciato andare a dichiarazioni sul nodo fiorentino della Tav. La Cisl chiede celerità a Toninelli nel dare una risposta sull’analisi costi-benifici.

“Ho analizzato bene il dossier e penso che rappresenti, purtroppo, e sottolineo purtroppo, un grandissimo disastro perché tra inchieste giudiziarie, tra progetti fallimentari, sbagliati, che sono stati cambiati, imprese in crisi… io non so come peggio di così si poteva fare”. Così il ministro Danilo Toninelli oggi a Firenze parlando del nodo fiorentino della Tav. “Analizzeremo tutta l’opera, d’interesse principalmente regionale, se riusciranno ad andare avanti senza di noi andranno avanti”.

La relazione dell’analisi costi e benefici della Tav – continua Toninelli – “domani la pubblichiamo sul sito del Mit e oggi la consegniamo sia a Di Maio sia a Salvini. Finalmente si aprirà un dibattito pubblico talmente importante, a partire dai numeri”, e quindi si potrà capire “quanto ci costa, quanti sono i benefici e non si creeranno opinioni su giudizi ma su dati scientifici”.

“Cogliamo l’occasione per chiedere al ministro Toninelli quando pensa di dare una risposta sulla valutazione costi-benefici alla Tav Fiorentina?”. E’ quanto chiedono Stefano Boni, segretario generale Fit-Cisl Toscana e Simona Riccio, segretario generale Filca-Cisl Toscana, al ministro.

“La Fit e la Filca, sindacati rispettivamente dei trasporti e dell’edilizia della Cisl – affermano Boni e Riccio in una nota – chiedono risposte immediate per migliorare il servizio treni pendolari, eliminando le strozzature esistenti e favorendo anche l’alta velocità e la mobilità nazionale e nello stesso tempo rilanciare l’occupazione, dando futuro a circa 300 operai in maniera diretta senza poi considerare l’indotto”.

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